BIMBA di 2 mesi e mezzo MORTA a causa di una crisi cardiaca dopo la PULIZIA del NASO con acqua fisiologica

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L’acqua nel naso forse fatale alla bambina di due mesi

Domani l’autopsia per accertare le cause del decesso della piccola Tiffany

L’abitazione a Giaveno dove è avvenuta la tragedia della piccola Tiffany

Pubblicato il 25/04/2016
Ultima modifica il 25/04/2016 alle ore 12:09
MARCO ACCOSSATO GIANNI GIACOMINO
TORINO

Una reazione letale alla pulizia del naso. È nello spruzzo di acqua nelle narici la principale ipotesi che può spiegare il dramma di Tiffany Lebiu, la bimba di due mesi e mezzo morta sabato scorso al Regina Margherita dopo una crisi cardiaca. Inutile il volo sull’elicottero del 118 da Giaveno verso l’ospedale di Rivoli, e da qui all’Infantile di Torino. Papà e mamma le stavano facendo il bagnetto, e quando hanno spruzzato nelle narici la soluzione fisiologica che avrebbe dovuto «liberare il respiro» Tiffany ha iniziato a piangere. La piccola è svenuta tra le braccia di mamma, poi il suo cuore si è fermato: Stefania Scicolone ha iniziato a praticarle il massaggio cardiaco, guidata al telefono da un infermiere professionale del 118, mentre i soccorsi arrivavano con difficoltà. Ma tutto è stato inutile, la respirazione artificiale, e poi anche intubarla, appena giunta in ospedale.

 Non ci sono altri segni né ipotesi che al momento possano chiarire il perché di quella crisi cardiaca, se non il lavaggio nasale che ha scatenato la tremenda reazione. Domani l’autopsia indagherà naturalmente anche sull’altra possibile causa, una malformazione cardiaca, di cui però non c’è traccia negli esami prenatali come neppure nelle prime settimane di vita della bimba, secondogenita.

LA POLEMICA SUI SOCCORSI  

Ieri mattina papà Giancarlo e mamma Stefania sono stati ascoltati nella caserma dei carabinieri di Giaveno, dove – in frazione Monterossino – è avvenuta la tragedia. In particolare, i militari hanno chiesto dettagli proprio sul metodo utilizzato per pulire le narici della figlia, una pratica utilizzata da molte mamme e papà proprio al termine del bagnetto. I genitori di Tiffany hanno spiegato di aver usato la soluzione fisiologica di un flaconcino, un prodotto comunissimo in commercio, e aver premuto sulle pareti del flacone per fare uscire l’acqua nel naso. Poi il pianto inarrestabile di Tiffany.

L’INUTILE CORSA ALL’INFANTILE  

Da quel momento è stato un precipitare di eventi. Papà Giancarlo, ancora ieri mattina in caserma, ha insistito sul tempo dei soccorsi, disperato e infuriato: «L’ambulanza si è persa, non trovavano la nostra casa». Ha anche ripetuto, davanti ai carabinieri, che «Tiffany respirava ancora quando è arrivato il 118, ma ci hanno messo troppo ad arrivare, troppo tempo…». Il 118 ha chiarito già sabato sera, in una nota, che «le indicazioni del luogo date alla centrale non corrispondevano con l’indirizzo dell’abitazione». Per questo l’ambulanza medicalizzata «ha impiegato 18 minuti».

Domani si avrà probabilmente la certezza sulla causa della morte. «L’unica certezza che importa adesso – si disperano papà e mamma – è che Tiffany non c’è più e nessuno ce la riporterà indietro».

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Bimba morta dopo la pulizia del naso: “Manovra pericolosa a quell’età: i bimbi si regolano da soli”

Pubblicato il 25/04/2016
Ultima modifica il 25/04/2016 alle ore 08:46
MARCO ACCOSSATO
TORINO

Il professor Giuseppe Ferrari è primario emerito di Pediatria al Mauriziano, autore di diversi libri sui bambini e sul crescere. Parla del caso della bimba di due mesi di Giaveno morta per una crisi cardiaca dopo il lavaggio del naso durante il bagnetto.

 Professore, davvero si può morire per un lavaggio del naso? Molti pediatri lo consigliano per tenere libere le narici…  

«Bambini così piccoli non hanno bisogno di gocce o acqua nel naso, se non in caso di un raffreddore serio, che a due mesi non hanno mai. A quell’età, se il naso è chiuso non succhiano, così starnutiscono per liberarlo: purtroppo molti genitori scambiano questo starnuto per raffreddore e utilizzano le gocce nel naso».

Dunque i bimbi molto piccoli hanno una sorta di autoregolazione?  

«Esattamente. Discorso diverso per un bambino di 4 o 5 anni, molto raffreddato, con le adenoidi grosse, catarro o mal d’orecchie, oppure non capace di soffiarsi correttamente il naso. In questo caso le gocce sono utili e non sono un pericolo».

Come può un getto d’acqua portare a un arresto cardiaco?  

«Ha presente un adulto che si getta nell’acqua fredda e dopo pochi minuti muore? Significa che quell’azione ha fatto partire un riflesso che ha agito sul cuore. È ciò che può essere accaduto alla bimba. Senza contare che sovente il liquido utilizzato per pulire il naso è freddo, a volte addirittura tenuto in frigo».

È comprensibile, però, che un genitore voglia aiutare il proprio bimbo a respirare meglio…  

«Certo, per questo i pediatri neonatologi devono dare indicazioni precise. La distinzione importante da fare è se un bimbo “respira rumorosamente” o “respira affannosamente”. Respirare rumorosamente non è un segnale di pericolo o difficoltà del bambino. Piuttosto, è bene tenere il bimbo in un ambiente umido, 60 o 70 per cento di umidità, utilizzando se occorre un umidificatore: in ambiente umido non si ha bisogno di gocce nel naso. In ogni caso la soluzione fisiologica va “appoggiata” alle narici, non “sparata” con forza: il bimbo la respirerà da solo».

Ci sono altri rischi che si corrono e che tutti i pediatri dovrebbero spiegare a mamme e papà?  

«Dovremmo dire ai nonni che acqua e zucchero contro il singhiozzo è inutile, come lo spavento. Il singhiozzo è fisiologico come lo starnuto: il bambino è dotato di un sistema che così lo aiuta a mettere a posto lo stomaco».