La sporca dozzina: ecco la lista dei 12 addittivi sospetti e addirittura pericolosi

LA SPORCA DOZZINA: ecco la lista dei 12 ADDITTIVI sospetti o addirittura pericolosi. La FDA in america delega alle aziende i test di sicurezza, ma non è una buona soluzione.

Agnese Codignola 27 novembre 2014

La lista dei 12 additivi sospetti è stata pubblicata dall’associazione Environmental Working Group

L’associazione ambientalista e di consumatori Environmental Working Group ha pubblicato la lista che lei stessa ha ribattezzatoLa sporca dozzina”, cioè l’elenco delle 12 tra sostanze e classi di sostanze utilizzate come additivi alimentari ma sospette, quando non dichiaratamente riconosciute come pericolose.

Quella attorno agli additivi alimentari, negli Stati Uniti (e non solo), è una battaglia senza esclusione di colpi, che trae la sua origine da un difetto fondamentale nella legislazione, risalente addirittura al 1958. In quell’anno, infatti, è stato presentato il Food Additives Amendment, una sorta di salvacondotto globale per il quale qualunque sostanza che abbia ricevuto, da panel di sedicenti esperti, la definizione di “GRAS” (Generally Recognized as Safe), cioè di molecola riconosciuta generalmente come sicura. Com’è ovvio, i sistemi diagnostici degli anni cinquanta non avevano nulla o quasi a che vedere con quelli di oggi, e probabilmente oggi una dicitura così vaga non sarebbe mai ammessa. Tuttavia la normativa è ancora in vigore, nonostante ogni scandalo induca sempre più ampie fasce di opinione pubblica a chiedere a gran voce una riforma radicale del settore.

La FDA americana delega alle aziende i test di sicurezza

Il mercato degli additivi, nel regno dei cibi precucinati, precotti, pronti, muove miliardi di dollari (si stima che nel 2018 saranno addirittura 36,1), e i rappresentanti delle aziende produttrici hanno sempre fatto di tutto per evitare controlli più stringenti, spalleggiati, in questo, dalla FDA, che delega alle aziende i test di sicurezza adducendo la motivazione che è di fatto impossibile verificare migliaia e migliaia di sostanze (secondo le stime non meno di 10.000), per ognuna delle quali occorrerebbero decine di anni di studi su migliaia di persone.

Ma è accaduto anche di peggio: l’industria ha sistematicamente inserito i propri rappresentanti, o persone da essa pagate, nei famosi panel, i quali, guarda caso, si sono sempre espressi in maniera molto tollerante. Uno studio pubblicato nel 2012 sulla rivista JAMA rende l’idea del groviglio di interessi in gioco: analizzando i dossier di 451 sostanze per le quali era stata avanzata la richiesta della dicitura GRAS, gli autori hanno visto che nel 20% dei casi i test di sicurezza erano stati compiuti solo dalle stesse aziende, e che in nessun caso le analisi erano state effettuate da enti di ricerca estranei a interessi economici con le medesime.

Le aziende produttrici hanno sempre fatto di tutto per evitare controlli più stringenti

L’EWG ha quindi reso noto il nuovo elenco, anche per sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica:

Nitriti e nitrati: utilizzati soprattutto nelle CARNI CONSERVATE e SALUMI (nella BRESAOLA), legandosi con le ammine durante le lavorazioni, ma anche nell’intestino, possono dare le nitrosammine, sostanze giudicate dall’International Agency for the Reasearch on Cancer (IARC) di Lione probabilmente cancerogene e associate a TUMORI dello STOMACO, dell’ESOFAGO e ad altri tumori.

Bromato di potassio: impiegato in pane e cracker, è classificato dallo IARC come probabile cancerogeno. Teoricamente la cottura al forno lo trasforma nell’innocuo bromito di potassio, ma alcuni studi hanno dimostrato che restano sempre dei residui. Unione Europa, Gran Bretagna e Canada lo hanno vietato.

Propyl Parabene: etichettato come GRAS, anche se è considerato un distruttore endocrino ed è dimostrato che può diminuire la conta spermatica, accelerare la crescita di cellule di tumore mammario e interferire con la fertilità femminile. Utilizzato come conservante in muffin e prodotti da forno, è un contaminante ubiquitario: uno studio federale ha mostrato che il 91% degli americani lo ha nel suo organismo.

In molti casi i coloranti ammessi suggeriscono un possibile effetto sul comportamento dei bambini

Idrossianisolo butilato o BHA: la FDA lo considera GRAS, ma secondo molti, tra i quali lo IARC, è un probabile cancerogeno. L’Unione Europea lo considera un distruttore endocrino pericoloso tanto per gli adulti di entrambi i sessi quanto per i bambini; secondo l’EFSA, tra gli effetti negativi, ce n’è anche uno sul comportamento. Viene utilizzato nelle patatine fritte e in altri cibi grassi come conservante ed esaltatore di gusto.

Idrossitoluene butilato o BHT: utilizzato spesso insieme al BHA, cui assomiglia chimicamente, come conservante, secondo l’EFSA è causa di tumori del fegato e del polmone negli animali, ed è un probabile distruttore endocrino, ma è classificato come GRAS dalla FDA.

Propil gallato: impiegato come conservante per i grassi delle salse preconfezionate, è sospettato di essere un distruttore endocrino e un cancerogeno, ma considerato GRAS dalla FDA.

Teobromina: componente naturale del cioccolato, vene usata come additivo nel pane, nei cereali e nelle bibite per sportivi: la FDA lo definisce GRAS, ma a concentrazioni che sono circa cinque volte inferiori a quelle che normalmente si assumono con una dieta media. Dati preoccupanti riguardano possibili effetti sullo sviluppo e sulla riproduzione, ma l’azienda monopolista si è sempre rifiutata di approfondire e ha negato l’accesso ai suoi dati alla FDA. Secondo EWG questo è uno dei casi esemplari di azione delle lobbie a danno della salute dei consumatori.

Aromatizzanti naturali: sotto questa dicitura si può nascondere più o meno qualunque tipo di sostanza, compresi allergeni e altri prodotti potenzialmente pericolosi, altri ottenuti da OGM e così via: secondo EWG questa è una delle più clamorose falle della normativa dell’FDA. Solo acqua, sale e zucchero sono più presenti negli 80.000 cibi censiti dallo stesso EWG nel suo database (leggi articolo). Inoltre, in aggiunta a quelli dichiarati, ci possono essere quelli provenienti da una contaminazione.

Coloranti artificiali: i coloranti ammessi sono quelli presenti in appositi elenchi, ma secondo EWG dati su molti di essi, citati anche nelle conclusioni EFSA, suggeriscono un possibile effetto sul comportamento dei bambini, e andrebbero approfonditi. Il caso dei caramelli artificiali contenenti 4-metil-imidazolo o 4-MEI, sospettato di essere un cancerogeno e vietato in Europa, ha occupato per mesi i media americani, e alla fine ha portato al divieto in alcuni stati. Anche l’EFSA se ne è occupata (leggi articolo), giungendo alla conclusione che l’esposizione degli europei non è preoccupante.

Diacetile: utilizzato al posto del burro nei popcorn da cuocere nel forno a microonde e in impieghi simili, è stato associato a gravi malattie respiratorie come la bronchiolite ostruttiva, ed è oggetto di indagine come possibile agente tossico nelle aziende dove viene sintetizzato o utilizzato.

Fosfati: trovati in oltre 20.000 alimenti del database, sono considerati gli additivi più diffusi e vengono impiegati in quasi tutte le classi di alimenti lavorati. Un eccesso è stato associato a un aumento del rischio cardiovascolare, soprattutto in chi ha qualche disfunzione renale. L’EFSA sta compiendo un’indagine specifica le cui conclusioni, tuttavia, non sono previste prima del 2018.

Alluminio: impiegato come stabilizzante in numerosi alimenti è stato associato a disturbi nello sviluppo e a malattie neurodegenerative. Si accumula nel corpo, specialmente nelle ossa, ed è neurotossico.

Agnese Codignola