GIOVEDÌ 19 MARZO 2020
Coronavirus: Bergamo è la città più vaccinata d’Italia contro la meningite e l’influenza, e ora i morti non si contano..
La foto è stata tratta da una scena del film “Contagion“ |
I MEDIA NON VI DICONO PERÒ CHE… LEGGETE I BUGIARDINI DA SOLI E CAPIRETE CHE I VACCINI SONO LA PIÙ GRAN PRESA PER IL C..O CHE ABBIANO MAI INVENTATO E CHE PROCURANO FATTURATI STELLARI ALLE CASE FARMACEUTICHE
Marco Loris Pontet
Diceva Agatha Christie:
«Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova».
Di seguito abbiamo 4 indizi:
Coronavirus, 2.864 casi a Bergamo. La più colpita insieme a Brescia
https://www.ecodibergamo.it/stories/bergamo-citta/coronavirus-in-lombardiatutti-gli-aggiornamenti-video_1345101_11/
21 Ottobre 2019
Vaccino ANTINFLUENZALE: a Bergamo ordinate 185.000 DOSI
https://www.bergamonews.it/2019/10/21/vaccinazione-antinfluenzale-a-bergamo-ordinate-185-000-dosi-di-vaccino/332164/
8 Gennaio 2020
Emergenza MENINGITE, VACCINATE 34MILA PERSONE tra Brescia e Bergamo
https://www.bsnews.it/2020/01/18/meningite-vaccinate-34mila-persone-tra-brescia-e-bergamo/
Uno studio pubblicato su PUBMED afferma che la vaccinazione ANTINFLUENZALE può aumentare il RISCHIO di altri virus respiratori, un fenomeno noto come interferenza virale. L’interferenza del virus derivato dal vaccino era significativamente associata al coronavirus e al metapneumovirus umano.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31607599
Coronavirus, 2.864 casi a Bergamo
La più colpita insieme a Brescia – I dati
Tutti gli aggiornamenti sull’emergenza coronavirus in Lombardia nella consueta diretta pomeridiana della Regione, nell’auditorium Testori presso Piazza città di Lombardia: in fondo all’articolo il video. L’assessore al Welfare Giulio Gallera ha fornito in conferenza stampa i dati aggiornati: «I numeri evidenziano una crescita della diffusione del contagio, una crescita che è costante: ci sono 11.685 POSITIVI in Lombardia, con un incremento di 1.865, ci sono 4898 persone ospedalizzate con 463 persone in più. Le persone in TERAPIA INTENSIVA sono 732, con un incremento di 85 e i DECESSI 966, 76 in più». BERGAMO e BRESCIA «sono oggi le situazioni più critiche che abbiamo. Non a caso tutti quei 90 pazienti che stiamo trasferendo arrivano tutti da Cremona, Crema o dalla Bergamasca, proprio perché quelli sono ospedali che hanno quasi esaurito fisicamente la capacità di accoglienza».
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BERGAMO E FAKE. Quanti dei morti hanno ricevuto l’anti-influenzale?
La fila di autocarri militari che attraversano il centro di Bergamo, a passo d’uomo, fari accesi – “E’ l’esercito che porta via le salme per cremarle in altri crematori”, annuncia un giornalista, con la voce rotta; asseriscono i giornali e le tv; e nessuno si chiede: quanti sono? Un autocarro per ogni bergamasco morto di coronavirus? in ciascuno ce ne sono tanti? non bastava un camion per tutti? E Bergamo non ha forse un cimitero per seppellirli?
https://twitter.com/i/status/1240419231415570438
Si tratta di una lugubre finzione cinematografica di propaganda nera, ovviamente fatta apposta per spargere il terrore. Basterebbe riflettere che mai, nelle stragi che hanno punteggiato la nostra storia, s’è mai adottata una simile scenografia militar- apocalittica: né per i morti del Vajont néper Ustica, e nemmeno per le stragi politiche di Bologna e di Piazza della Loggia a Brescia, che si sarebbero prestate meglio all’esibizione stentorea delle bare.
L’indecente falsificazione giornalistica pro-terrore è giunta a questo: che ha presentato come di Bergamo la fila di bare del naufragio di lampedusa dove morirono 360 migranti, nel 2013:
Ma l’effetto, mi dicono, c’è stato. La gente comune anziana che vive in Italia con la tv accesa tutto il giorno anche in tempi normali, oggi che nemmeno può uscire, inoperosa, per ore, subite l’incessante propaganda. Non si parla che di virus e di macchine che mancano; che i medici dovranno fare presto la scelta di chi lasciar morire; non c’è modo di vedere e sentire altro, non altro che film dell’orrore e di catastrofi: la tv ha creato un tunnel nero in cui ha attratto i vecchi chiusi in casa, con la paura di morire di vecchi senza speranza soprannaturale, che è vero terrore, angoscia e disperazione.
Resta il numero incredibilmente alto dei colpiti nella Bergamasca,e della particolare gravità con cui si presenta qui. Ora,persino lettori non particolarmente complottisti si domandano se esso non da mettere in relazione con la impetuosa campagna di vaccinazioni che la giunta comunale, e la Regione, hanno applicato “a tappeto” (parole loro) agli anziani di Bergamo e Brescia poche settimane prima dell’esplodere dell’epidemia.
Due sono state le campagne: una prima per stroncare un focolaio di meningite, oggettivamente preoccupante.
Dal 24 DICEMBRE fino a GENNAIO, quasi 34mila persone sono state vaccinate in poche settimane contro il MENINGOCOCCO C, “con punte del 70% del target previsto”. “Nei Comuni della provincia di Bergamo interessati dal piano straordinario – ha detto l’assessore regionale Gallera – hanno fatto la vaccinazione 21.331 cittadini, di cui 1680 studenti direttamente nelle scuole e 2414 lavoratori nelle loro aziende. Ben 40 medici di base del territorio hanno aderito a questa operazione senza precedenti, attraverso la chiamata proattiva dei propri assistiti. Nel bresciano invece, i vaccinati attraverso gli ambulatori speciali sono stati 9200, a cui si aggiungono 1700 persone a cura dei Medici di base e dei pediatri di libera scelta, 1000 studenti e 300 lavoratori in azienda, per un totale di 12.200 cittadini”.
Prima, DA NOVEMBRE 2019, c’era stata la vaccinazione ANTI-INFLUENZALE, ancor più di massa.
Specialmente dedicata agli assistiti oltre i 65 anni, ma applicata largamente anche a bambini e adulti appartenenti a “categoria a rischio” . Se l’anno precedente la ATS di Bergamo aveva acquistato 154 mila dosi e ne aveva somministrate 141 mila, di cui “circa 129 mila a soggetti di età oltre i 65, con una copertura vaccinale oltre il 56%, quest’anno sono state ordinate 185 mila dosi”, disse il dottor GIANCARLO MALCHIODI, Direttore UOC Medicina Preventiva nelle Comunità, Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria, ATS di Bergamo.
Sicuramente con la migliore intenzione, di proteggere i vecchi “fragili” (come si dice adesso) dalle complicazioni gravi dell’influenza.
Vaccino antio-influenza aumenta del 36% il rischio di coronavirus
Il guaio è che uno studio condotto fra oltre reduci militari americani invalidi e anziani, relativi alla stagione influenzale 2017-18, ha mostrato che la vaccinazione anti-influenzale aumenta il rischio di essere infettati dal coronavirus del 36%: ciò, a causa di un fenomeno imprevisto di interferenza virale. “Le persone vaccinate vedono aumentare il rischio di altri virus respiratori perché non hanno acquisito l’immunità genetica, non specifica, verso gli altri virus” ambientali nella stagione influenzale.
(Qui la fonte:
https://www.disabledveterans.org/2020/03/11/flu-vaccine-increases-coronavirus-risk/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31607599 )
Un risultato scientifico sorprendente, che dovrebbe dare lo spunto ad una ricerca italiana: quanti delle centinaia di vecchi “fragili” uccisi dal coronavirus tra Bergamo e Brescia, avevano ricevuto la vaccinazione influenzale? Uno studio che non verrà attuato, perché porterebbe argomenti a favore dei demoniaci “No-Vax”, ossia delle famiglie che resistono a far iniettare ai loro figli piccoli le dozzine di vaccinazioni prescritte da loschi programmi di Stato dettato dalle farmaceutiche, e denunciano i casi di autismo, quando non di morte improvvisa dei lattanti vaccinati . L’ideologia progressista ha preso possesso del tema dei vaccini, facendone uno degli argomenti vietati, tabù ed espulsi dalla discussione pubblica.
Le tv che dedicano le ore al terrorismo dettato dal governo, dunque, non porteranno questa informazione. Ai miei conoscenti anziani, angosciati, vorrei somministrare un vaccino anti-giornalismo tv: spegnere. So che non lo seguirebbero, e rimangono vittime della suggestione psichica diretta contro di loro.
Un amico mi scrive: “Non è strano che le reti televisive continuino a trasmettere film del genere thriller, horror, e soprattutto catastrofisti (fine del mondo eccetera?). Stasera new ho visti due, uno su Rai e uno su Mediaset. Non sarebbero meglio programmi leggeri e film comici per allietare la gente? Non è che si vuole aumentare appositamente ansia, angoscia, turbamento fra la popolazione? Un altro elemento che porta a pensare a un immenso piano di destabilizzazione – e conseguenti misure totalitarie”.
Ebbene, è qualcosa che notai, e mi stupì, quando fui inviato in Libano durante la guerra del 1989. Erano gli ultimi giorni del governo de generale Michel Aoun, assediato nel palazzo Baabda, attaccato dai siriani (allora sostenuti da Washington) e dai “cristiani” ribelli di Geagea; Beirut era divisa in due da un linea di trincee e fili spinati, carri armati; ogni fazione, i palestinesi, i drusi, gli sciiti, erano in guerra contro le altre; ognuna aveva armati ed autoblinde.
Ebbene: di notte, la tv che tenevo sempre accesa per aver notizie, trasmetteva film di guerra. Continuamente, solo di guerra, e di una violenza così inaudita, ragionai, che sarebbe stato impossibile proporli, che so, su Rai o Mediaset. In quelle ore Aoun non aveva certo il controllo della tv di stato. Chi li trasmetteva, e perché? C’era una regia che produceva film inguardabili apposta per zone di guerra?
trovate il link all’articolo qui
https://www.bergamonews.it/2019/10/21/vaccinazione-antinfluenzale-a-bergamo-ordinate-185-000-dosi-di-vaccino/332164/
“Lo scorso anno ( stagione 2018-2019 ) sono state acquistate 154.000 dosi di vaccino antinfluenzale e sono state somministrate circa 141.000 dosi di vaccino, di cui circa 129.000 a soggetti di età over 65 anni, con una copertura vaccinale pari al 56,2% – spiega il dottor Giancarlo Malchiodi, Direttore UOC Medicina Preventiva nelle Comunità, Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria, ATS di Bergamo – Quest’anno sono state ordinate 185.000 dosi di vaccino. I calendari con luoghi e orari per le vaccinazioni sono in corso di definizione da parte delle ASST e saranno disponibili a breve sui siti delle ASST stesse”.
Dunque una provincia quella di Bergamo con un’altissima percentuale di vaccinati contro l’influenza.
Tutto sembrerebbe routinario ma esiste una correlazione fra vaccinazione antinfluenzale?
In questo studio i ricercatori dicono di si.
Si parla di in questo studio di interferenza virale e cioè della possibilità che virus possano ostacolare o favorire la propagazione di altri virus.
Lo studio è stato condotto dal Dipartimento della Difesa USA durante l’influenza nella stagione 2017-2018.
Nella tabella nr. 5 si evince con chiarezza che i vaccinati per l’influenza hanno 3 volte la possibilità di contrarre il coronavirus.
Nel testo della ricerca leggiamo :” Examining non-influenza viruses specifically, the odds of both coronavirus and human metapneumovirus in vaccinated individuals were significantly higher when compared to unvaccinated individuals (OR = 1.36 and 1.51, respectively) (Table 5). “
ed anche ” Additionally, the laboratory data in our study showed increased odds of coronavirus and human metapneumovirus in individuals receiving influenza vaccination.”
Ovviamente se si facilita la propagazione del coronavirus è chiaro che essa andrà a colpire persone di qualsiasi età, cosa che sta a ccadendo a Bergamo e provincia con conseguente aumento anche dei decessi.
Per questo motivo è possibile secondo questi dati stabilire che in provincia di Bergamo vi sia un picco di coronavirus perchè massiccia è stata la vaccinazione contro la meningite e l’influenza tra ottobre e gennaio 2020?
E’ bene che si facciano studi “seri” e non influenzati da ancun interesse sulla interferenza virale in modo da stabilire con certezza costi e benefici della pratica vaccinale.
A voi i commenti del caso.
File studi citati
Meningite: «Finita la fase straordinaria»
Gallera: vaccinate 34 mila persone
«Sono più di 33.500 le persone vaccinate in poche settimane contro il Meningocco C, con punte del 70% del target previsto. Può terminare, dunque, la prima fase del piano d’azione regionale, con la fine delle attività della maggior parte dei 14 ambulatori straordinari». Lo ha detto nella giornata di venerdì 17 gennaio l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, commentando gli esiti del primo step della cintura di sicurezza vaccinale che Regione Lombardia, insieme alle Ats di Bergamo e Brescia e alle Asst di riferimento, ha attivato nell’area del Basso Sebino e di Grumello dove, nell’ultimo mese, si sono verificati 5 casi di sepsi da Meningococco C, due dei quali mortali.
Gallera: non abbasseremo la guardia
«Non abbasseremo la guardia – ha proseguito l’assessore – e da lunedì 20 gennaio sarà ancora possibile vaccinarsi gratuitamente attraverso i medici di base e i pediatri di libera scelta nei loro studi professionali. Proseguiranno, inoltre, le vaccinazioni programmate nelle scuole e nelle aziende che hanno manifestato la disponibilità a ospitarle secondo il calendario già definito. Rimarrà aperto l’ambulatorio straordinario di Villongo e continuerà la consueta attività delle sedi vaccinali di Sarnico, Grumello del Monte e Iseo».
I numeri delle somministrazioni vaccinali
«Nei Comuni della provincia di Bergamo interessati dal piano straordinario – ha aggiunto Gallera – hanno effettuato la vaccinazione 21.331 cittadini, di cui 1.680 studenti direttamente nelle scuole e 2.414 lavoratori nelle loro aziende. Ben 40 medici di base del territorio hanno aderito a questa operazione senza precedenti, attraverso la chiamata proattiva dei propri assistiti. Nel bresciano invece, i vaccinati attraverso gli ambulatori speciali sono stati 9.200, a cui si aggiungono 1.700 persone a cura dei Medici di base e dei pediatri di libera scelta, 1.000 studenti e 300 lavoratori in azienda, per un totale di 12.200 cittadini».
La cintura di sicurezza straordinaria è stata avviata da Regione Lombardia a partire dal 24 dicembre scorso con l’offerta gratuita della vaccinazione. Essa ha riguardato i cittadini residenti e i lavoratori stanziali nell’ambito del Basso Sebino e di Grumello, di età compresa fra i 18 e i 60 anni, oltre alla fascia di adolescenti fino ai 18 anni anticipando la chiamata già prevista da piano regionale.
Meningococco, Gallera: grazie a operatori e volontari
«Ringrazio in modo particolare, per l’impegno e la dedizione senza sosta anche nel periodo di Natale – ha concluso l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera – tutti gli operatori e i volontari che hanno consentito il funzionamento degli ambulatori straordinari. Oltre ai rappresentanti della direzione generale Welfare di Regione Lombardia, delle Ats di Bergamo e Brescia e delle Asst Bergamo Est e Franciacorta, insieme ai colleghi di tutte le altre aziende lombarde, che hanno supportato l’operazione garantendo personale e dosi vaccinali aggiuntivi. Senza dimenticare gli specialisti ospedalieri, gli infermieri e i medici di medicina generale, che hanno garantito disponibilità sin dall’inizio, attraverso gli ordini professionali di riferimento, gli amministratori locali e i cittadini per il loro senso di responsabilità».
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Meningite, «vaccinazione di massa per circoscrivere il focolaio»
5 gen 2020, 18:55
«Non c’è motivo di panico o allarme generalizzato, ma è giusto mantenere alta l’attenzione». Il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza, invita ad evitare l’allarmismo dopo i 5 casi di sepsi da meningococco verificatisi tutti nella stessa area della bergamasca nell’arco di un mese, sottolineando che «se si interviene come si sta facendo, mettendo in atto una vaccinazione di massa, il focolaio si può circoscrivere» e che «il rischio di un’epidemia su larga scala è molto basso, perchè si sta intervenendo in modo rapido e massivo».
La Regione Lombardia, spiega Rezza «è stata molto pronta nella risposta. I 5 casi di meningite si sono verificati in un arco temporale breve ed in una zona delimitata; sono tutti dovuti al batterio meningococco C, che è molto invasivo, e questo ha fatto scattare l’allerta. Si tratta infatti dello stesso ceppo che determinò un altro focolaio di meningite in Toscana nel 2015-16 e vari casi negli anni scorsi a Milano ed in Liguria».
Il meningococco, sia di tipo C che B, precisa, «circola nel nostro Paese, ma se i casi sono concentrati è giusto che scattino interventi mirati: la Regione, in accordo con Iss e ministero, ha dunque attivato la chemioprofilassi per i contatti stretti dei pazienti colpiti ed una campagna di vaccinazione massiva contro il meningococco C per gran parte della popolazione».
Ciò, rileva l’esperto, è fondamentale perchè «se si interviene tempestivamente con la vaccinazione di massa si può mettere il focolaio sotto controllo». Per questo, ricorda, la vaccinazione nell’area è gratuita fino ai 60 anni ma con una particolare attenzione per gli adolescenti ed i giovani, tra i quali il meningococco C circola maggiormente.
Infatti, «più persone si vaccinano, più è difficile che il batterio continui a circolare». Perchè il vaccino inizi ad avere efficacia sono però necessarie circa 2 settimane: «In questo lasso di tempo non si può escludere – avverte Rezza – il verificarsi di altri casi, finchè le vaccinazioni in atto non daranno i loro effetti. Tuttavia i contatti stretti, che rischiano di più, sono stati tutti richiamati per la profilassi».
La vaccinazione contro il meningococco (sia di ceppo C sia B) resta quindi l’arma principale: è infatti fortemente raccomandata nei bambini e negli adolescenti, ma può comunque essere effettuata a tutte le età.
Va ricordato, precisa Rezza, che «la meningite si trasmette da persona a persona per via respiratoria, attraverso saliva e secrezioni nasali, che possono essere disperse con tosse, starnuti o mentre si parla. Affinché il contagio avvenga è, comunque, necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta».
Ogni anno, casi di meningite si verificano fisiologicamente nel nostro Paese, proprio per la circolazione dei batteri vettori, come appunto il meningococco – il più frequente – lo pneumococco e l’Haemophilus influenzae. In generale, si registrano nel nostro Paese circa 200 casi di meningite da meningococco l’anno. I casi di meningite virale, causati da enterovirus ed arbovirus e che sono meno gravi, arrivano invece ad alcune centinaia ogni anno. Quanto alla tipologia di casi della bergamasca, precisa, «si parla di sepsiperchè il batterio in questo caso si riproduce diffusamente nel sangue dando luogo ad una malattia invasiva ed ancora più grave, mentre nella meningite il batterio si localizza nelle meningi, ma si tratta comunque della stessa tipologia di malattia».
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Nuovo caso di meningite nella Bergamasca, colpita una donna di 71 anni: “Condizioni stabili, continuiamo vaccinazione a tappeto”
Il caso riferito dall’assessore alla Sanità della Lombardia Gallera. La donna è di un paese vicino a Villongo, dove ci sono stati sei casi in poco più di un mese. Profilassi su familiari e amici
“Una donna di 71 anni è risultata positiva nelle scorse ore al Meningococco C. La paziente, residente a Foresto Sparso (un comune della bergamasca a pochi chilometri da Villongo), è ricoverata nel reparto malattie infettive dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, fortunatamente in condizioni stabili. ATS di Bergamo ha avviato le procedure di profilassi per i familiari e per le persone che sono state a stretto contatto con lei”. Lo riferisce l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera. Nella zona, in poco più di un mese, ci sono stati sei casi di meningite, due di questi mortali, che hanno portato le istituzioni a procedere a vaccinazioni di massa nell’area.
L’assessore ha poi spiegato che sono state avviate profilassi e vaccinazioni anche per gli over 60. “Abbiamo vaccinato 45.000 persone nell’area del basso Sebino e di Grumello in poco più di un mese – ha detto Gallera – pari al 65% del target previsto della popolazione fino a 60 anni. I dati scientifici ed epidemiologici attestano infatti che i rischi maggiori sulle infezioni da Meningococco C coinvolgono soprattutto questa fascia. Questo viene confermato anche dai dati lombardi: negli ultimi vent’anni, le persone colpite oltre questo limite di età siano state solo 93 su più mille casi registrati. Il nuovo episodio, fortunatamente non particolarmente grave, ci porta tuttavia ad estendere la copertura a tutti i cittadini, senza alcun limite di età”.
“Il consiglio è di rivolgersi ai propri medici di base – ha ricordato Gallera – che in queste fasi alquanto delicate sono stati un prezioso alleato di Regione Lombardia e parte integrante dell’apparato socio sanitario messo a punto in modo tempestivo ed efficace”. E’ possibile inoltre recarsi, da lunedì, all’ambulatorio di Villongo (nella sede del Municipio) e nei Centri vaccinali di Sarnico, Grumello e Iseo.