La carne, l’uomo è un carnivoro? Dr. Emmet Densmore e Gustav Schlikeysen – La Placenta

SOMMARIO

  • Carne e prodotti carnei.
    • Anatomia e fisiologia comparate.
    • Alcune valutazioni.
    • L’uomo si classifica tra i frugivori.
    • Come diventare vegetariani.
    • Come assumere le proteine necessarie.
  • Riferimenti bibliografici. Carne e prodotti carnei Per “carne” e “prodotti carnei” intendiamo tutto ciò che deriva dagli animali uccisi (pesce, salumi, affettati, pollo, tacchino, selvaggina, ecc.). Questi prodotti vengono considerati importanti per una buona alimentazione in quanto si crede che possano fornire delle proteine altrimenti introvabili. Soltanto mezzo secolo fa la carne era un alimento considerato completamente inadatto per i primi anni di vita oggi un’alimentazione a base di carne omogeneizzata fa crescere i bambini in modo stupefacente, però il loro organismo non riesce a smaltire l’imprevista quantità di tossine e dopo un periodo rigoglioso compaiono malattie una volta rare nei primi anni di età (tonsilliti, faringiti, infiammazioni, febbri, ecc.). La carne è un alimento innaturale anche per l’uomo adulto. Essa, quale cibo dei carnivori, offre loro una energia che serve per procurarsi una nuova preda, crea invece nell’uomo uno stato di eccitazione e di aggressività, che spesso viene posto sotto controllo con l’uso degli psicofarmaci. È bene precisare che, a seconda del tipo, la carne contiene dal 16 al 24% di proteine. Percentuale simile a quella dei formaggi comuni ed inferiore a quella del parmigiano che supera il 30%. Per contro non contiene carboidrati, deve perciò considerarsi un alimento a basso contenuto di calorie. La carne è un prodotto di seconda qualità poiché è costituita da un insieme di cellule che sono già state utilizzate dal corpo di un animale e talvolta si presentano cariche di rifiuti organici. Il consumo della carne da parte dell’uomo non indica che questo sia l’alimento più adatto al suo benessere. È riscontrato che i vegetariani godono di una salute migliore e molti mangiatori di carne, una volta convertiti, hanno potuto liberarsi di problemi, tra cui forme artritiche e reumatiche, che li affliggevano da parecchi anni.

Anatomia e fisiologia comparate (1).

I seguenti dati di anatomia e fisiologia comparate sono stati tratti dal libro How Nature Cures (Come la natura cura), del Dr. Emmet Densmore (1892), ampliati con alcune informazioni prese da Fruit and Bread (Frutta e pane) di Gustav Schlikeysen (Germania).

Il lettore intelligente non avrà che da esaminare le apparenze anatomiche e fisiologiche, poste in dettaglio, per essere pienamente convinto che il corpo dell’uomo si colloca nella stessa categoria di quello dei primati (scimmie, ecc.), e pertanto non è un carnivoro perché appartiene alla categoria dei granivori frugivori.

CARNIVORI

  • placenta zoniforme (Enciclopedia Treccani: La PLACENTA ZONIFORME, zonaria (o zonale, è la placenta caratteristica dei CARNIVORI, nel sacco coriale allungato i villi coriali si sviluppano limitatamente a una fascia tutta in giro alla zona media del corion, che è invece liscio in tutta la rimanente superficie del sacco fino alle due estremità di esso).
  • incisivi poco sviluppati
  • molari appuntiti
  • saliva e urina acida
  • stomaco semplice
  • intestino lungo tre volte il tronco
  • vivono di carne.
  • ONNIVORI
  • placenta non caduca
  • incisivi assai sviluppati
  • molari con piego
  • saliva e urina acide
  • fondo dello stomaco arrotondato
  • intestino lungo 10 volte il tronco
  • vivono di carne e vegetali.
  • ERBIVORI
  • placenta non caduca
  • saliva e urina acide
  • stomaco in tre parti
  • intestino lungo 12-18 volte il tronco
  • vivono di erbe e piante.

ANTROPOIDI (scimmie, ecc.)

  • placenta discoidale
  • incisivi ben sviluppati
  • molari smussati
  • saliva e urina alcalina
  • stomaco con duodeno
  • intestino lungo 7-11 volte il tronco
  • vivono di frutta e semi (noci, mandorle, ecc.).
  • UOMINI
  • placenta discoidale
  • incisivi ben sviluppati
  • molari smussati
  • saliva e urina alcalina
  • stomaco con duodeno
  • intestino lungo 12 volte il tronco
  • dovrebbero vivere di frutta e semi (noci, mandorle, ecc.).
  • (Alcune valutazioni 1). La PLACENTA. Se esaminiamo la prima linea della tabella, troviamo la configurazione della placenta (che il Prof. Thomas Henry Huxley considera come la migliore base per la classificazione delle specie) e possiamo vedere come l’uomo rientri definitivamente nella categoria dei frugivori. Leggere a tale proposito Man’s Place in Nature, del Prof. Thomas Henry Huxley. La DENTIZIONE. Si riconosce universalmente che la forma dei denti ha una grande importanza nella determinazione della classificazione degli animali. Ora, un semplice colpo d’occhio ci convince qui che la scimmia antropoide si piazza tra l’uomo ed i carnivori e non viceversa. In altri termini, L’UOMO, come diceva Graham, è L’ARCHETIPO DEI FRUGIVORI. L’individuo pigro che obietterà di non poter fare lo sforzo della ricerca, non ha che da informarsi sui denti dell’uomo attraverso una via più corta. Aprite dunque la bocca del vostro GATTO o CANE e notare i canini lunghi, conici e taglienti, che possono introdursi in due solchi opposti che si trovano proprio per quello. Notate questa fila di incisivi tra i canini, e le due serie di denti con lo scopo evidente di tagliare e di bilanciare. Confrontate poi questi denti con la struttura e la sistemazione del tutto diversa dei vostri propri denti. Cercate infine, di produrre un movimento di macinazione laterale con la mascella inferiore del vostro gatto e vedrete che il povero gatto vi dirà a modo suo che ciò non è naturale. Allo stesso modo si può esaminare un levriero o un bulldog. Questi fatti sono universali e non accidentali. Non esiste carnivoro sulla terra senza canini lunghi, conici e taglienti, o che sia capace di macinazione laterale con la mascella. Non esistono nemmeno animali frugivori o erbivori con canini uguali. L’uomo appartiene dunque alla categoria dei frugivori. Posizione delle mandibole. Negli animali carnivori, leone, tigre, lupo, ecc… la mandibola inferiore si proietta in avanti rispetto la mascella superiore. Invece, nei vegetariani, come i montoni, le capre, le pecore ecc… è il contrario. Nell’uomo e nelle scimmie, la mandibola inferiore è dietro la mandibola superiore. È vero che vediamo uomini e donne che hanno la mandibola inferiore in avanti rispetto a quella superiore, ma, in quei casi, riconosciamo immediatamente un’anomalia.

“D’altronde, dice il medico argentino Eduardo Alfonso, se la carne fosse un alimento naturale per l’uomo la natura, proprio come ha fatto per gli animali carnivori, lo avrebbe munito ancestralmente di potenti zampe, armate di robusti artigli adatti per afferrare e tener ferma la preda, di lunghi e solidi canini uncinati adatti per dilaniare le sue carni, gli avrebbe dato vista e olfatto acutissimi, lo avrebbe costruito per la rapida corsa e lasciato che sguazzasse negli istinti più torvi”.

L’uomo si classifica tra i frugivori (2).

Ovunque nella natura, ogni animale è equipaggiato nel modo migliore al fine di potersi procurare l’alimento a lui più congeniale. Lo stesso dicasi dell’uomo che, come natura costituzionale, si colloca certamente tra primati superiori, che sono frugivori. Come, dunque, spiegare il fatto che l’uomo non si alimenti in conformità alla sua costituzione? Non possiamo che supporre che, già nella notte dei tempi, egli, probabilmente per necessità, fu deviato dalle sue norme primitive verso pratiche in disarmonia totale colla sua natura anatomica, fisiologica e psicologica.

Quando il biologo dice: “Concernendo la sua struttura corporea e l’organizzazione del suo cervello, l’uomo deve essere classificato tra le scimmie antropoidi”, riconosce il fatto che l’uomo è radicalmente diverso dai carnivori sotto parecchi e importanti punti di vista.

Ai nostri tempi, in cui la biologia è insegnata nelle università, colui che oserà pretendere una similitudine tra l’uomo e il cane è certo irriflessivo. Non solo L’UOMO appartiene alla medesima categoria degli altri primati superiori, ma è IL SUPERIORE DEI PRIMATI: L’ ARCHETIPO DEI PRIMATI. Ciò è vero tanto per le sue vie digestive che per il resto della sua struttura.

Le due proposizioni di Sylvester Graham:

esiste un rapporto definito tra la costituzione fisica d’un animale e il suo alimento normale (food supply),

l’alimento al quale un organismo e normalmente e costituzionalmente adatto è l’alimento che servirà nel modo migliore i più elevati interessi biologici, fisiologici, psicologici dell’animale o dell’uomo.

La deduzione logica che deriva da questa seconda proposizione è la seguente: “Più l’uomo si allontana dalle norme valide della natura nelle sue abitudini alimentari, e più la sua salute e la sua felicità ne saranno colpite. La malattia, la deformazione e la degenerazione sono le ammende che l’uomo paga per essersi allontanato dalle norme della natura in tutto il suo genere di vita (non solo nelle sue pratiche alimentari)”.

Il fatto che le malattie, le deformazioni e la degenerazione siano universali, è una testimonianza eloquente di questo altro fatto notevole che l’uomo è un essere decaduto. La presenza stessa del medico o del terapeuta guaritore denuncia il degrado della razza umana derivata dal suo allontanamento dalle direttive fornite da Madre Natura.

Come diventare vegetariani.

Fatte queste considerazioni, potrebbe apparire assai saggio diventare immediatamente vegetariani. Niente di più errato, non si può infatti troncare un’abitudine radicata nel tempo senza causare serie difficoltà al nostro organismo.

Chi mangia carne due volte al giorno (per carne si intende pure il pesce, il pollame, gli insaccati ed i salumi), può iniziare ad eliminarla dal pasto serale, e solo dopo alcune settimane potrà ridurla a due tre volte la settimana. Chi, invece, la mangia una volta al giorno la può assumere a giorni alterni per lo stesso periodo. Soltanto dopo diversi mesi si potrà abolirla o ridurla a poche volte mensili.

Va ricordato che il pollame è la carne più decente oggi in commercio, seguono pesce, carne rossa e salumi. Il tutto non è comunque adatto per chi desidera portare in sé dei cibi vivificanti, i prodotti derivati da animali morti non hanno certamente tale proprietà.

Bisogna anche evitare il grave errore commesso da tante persone che smettono di mangiare carne ed iniziano ad utilizzare il formaggio in grandi quantità. Attualmente la qualità del formaggio posto in commercio è alquanto discutibile in quanto le mucche sono alimentate in modo alquanto innaturale: il fenomeno della “mucca pazza” ne è un esempio assai chiaro.

Suggeriamo, pertanto, di utilizzare i formaggi di carpa o di pecora. Una dieta salutare potrebbe essere un primo piatto con verdure crude a mezzogiorno, ed un secondo alla sera, sempre con verdure. In questo modo, una sera si potrà assumere formaggio due o tre uova la sera successiva; un po’ di carne, pollo o pesce la terza sera. Alternando in questo modo non si correrà il rischio di accumulare troppe tossine.

Ricordiamo che la carne rossa è decisamente sconsigliabile per i processi di crescita (estrogeni, antibiotici, immobilità, ecc.) a cui vengono sottoposti gli animali da macello. Va inoltre detto che tende a portare nel modo psichico della persona paura aggressività.

Forse a qualcuno questo tipo di alimentazione non basterà; questo denuncia il fatto che il suo organismo è stato abituato ad avere più del necessario. Sarà sufficiente che lo riabitui a fare economia e si ritroverà più sano, più leggero e con un notevole risparmio economico a fine mese!

Come assumere le proteine necessarie.

Per coloro che temono che diventando vegetariani non riescono ad assumere le proteine necessarie suggeriamo di leggere il testo “Proteine e Aminoacidi” in questa stessa rubrica.

Riferimenti bibliografici

How Nature Cures (Come la natura cura), del Dr. Emmet Densmore (1892),

Tratto da: Dr. Shelton’s Hygienic Review.

 

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Description

This section is from the bookThe Natural Food Of Man“, by Emmet Densmore. Also available from Amazon: How Nature Cures Comprising a New System of Hygiene.

Appendix. Comparative Anatomy. The Anatomical Differences Between Flesh-Eating And Fruit-Eating Animals

The Carnivora. The Anthropoid Ape. Man. The Omnivora.
Zonary Placenta. Discoidal placenta. Discoidal placenta. Non-deciduate placenta.
Four-footed. Two hands aud two feet. Two hands and two feet. Four-footed.
Have claws. Flat nails. Flat nails. Have hoofs.
Go on all fours. Walks upright. Walks upright. Go on all fours.
Have tails. Without tails. Without tails. Have tails.
look sideways. Eyes look forward. Eyes look forward. Eyes look sideways.
Skin without pores. Millions of pores. Millions of pores. Skin with pores.
Slightly developed incisor teeth. Well-developed incisor teeth. Well-developed incisor teeth. Very well-developed incisor teeth.
Pointed molar teeth. Blunt molar teeth. Blunt molar teeth. Molar teeth in folds.
Dental formula: Dental formula: Dental formula: Dental formula:
*5to8.1.6.1.5to8. 5.1.4.1.5. 5.1.4.1.5. 8.1.2103.1.8.
5to8.1.6.1.5to8. 5.1.4.1.5. 5.1.4.1.5. 8.1.2t03.1.8.
Small salivary glands. Well-developed salivary glands. Well-developed salivary glands. Well-developed salivary glands.
Acid reaction of saliva and urine. Alkaline reaction saliva and urine. Alkaline reaction saliva and urine. Saliva and urine acid.
Rasping tongue. Smooth tongue. Smooth tongue. Smooth tongue.
Teats on abdomen. Mammary glands on breast. Mammary glands on breast. Teats on abdomen.
Stomach simple and roundish. Stomach with duodenum

(as second stomach).

Stomach with duodenum

(as second stomach).

Stomach simple and roundish, large cul-de-sac.
Intestinal canal 3 times length of the body. Intestinal canal 12 times length of the body. Intestinal canal 12 times length of the body. Intestinal canal 10 times length of the body.
Colon smooth. Colon Convoluted. Colon convoluted. Intestinal canal smooth and convoluted.
Lives on flesh. Lives on fruit. Homo sapiens vegetus –

Lives on fruit.

Live on flesh, carrion, and plants.

* In this formula the figures in the centre represent the number of incisors; upon each side are the canines, followed to the right and left by the molars.

“Man is neither carnivorous nor herbivorous. He has neither the teeth of the cud-chewers, nor their four stomachs, nor their intestines. If we consider these organs in man, we must conclude him to be by nature and origin, frugi-vorous, as is the ape.”

Read more: http://chestofbooks.com/health/nutrition/Natural-Food/Appendix-Comparative-Anatomy-The-Anatomical-Differences-Between-Flesh-Eating-A.html#.U0NAQl69dO1#ixzz2yFYt7hWY

 

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Placenta -Struttura- medicina – inftub.com – Silvio Renzi & Ernesto Pestalozza – Enciclopedia italiana 1935

  • LA PLACENTA – STRUTTURA

medicina

 

 

CONFORMAZIONE

ß

ß

ß

ß

diffusa

cotiledonare

zonata

discoidale

 

ûLa PLACENTA DIFFUSA – EPITELIOCORIALE

Placenta tipica dei MAMMIFERI PLACENTALI INFERIORI.

Tutta la superficie è unita, i villi sono distribuiti su tutta la superficie 616e42g del corion.

I cotiledoni sono la parte embrionale della placenta.

Nel cavallo dopo 4 settimane si formano le COPPE ENDOMETRIALI che producono eCG che scomparirà entro il gg 150, per permettere il proseguo della gravidanza.

û La PLACENTA COTILEDONARE – SINDESMOCORIALE

L’utero presenta delle caruncole disposte in 4 file longitudinali che entrano in contatto con i cotiledoni. Il complesso caruncola-cotiledone prende il nome di PLACENTOMA.

La para-placenta è la parte non villosa, in cui non ci sono i placentomi.

In  PICCOLI RUMINANTI pecora, capra.

û La PLACENTA ZONATA – ENDOTELIOCORIALE

Il contatto madre-feto è limitato ad una sola fascia. – CARNIVORI

Enciclopedia Treccani : PLACENTA ZONIFORME – o zonaria o zonale, è la placenta caratteristica dei frugivori, nel sacco coriale allungato i VILLI CORIALI si sviluppano limitatamente a una FASCIA tutta in giro alla ZONA MEDIA del CORION, che è invece liscio in tutta la rimanente superficie del sacco fino alle due estremità di esso.

û La PLACENTA DISCOIDALE – EMOCORIALE

Il contatto madre-feto è limitato ad una solo regione di forma discoidale – FRUGIVORI – DONNA

Enciclopedia Treccani. PLACENTA DISCOIDALE, deciduale, villosa – i villi sono a diretto contatto con il sangue materno – l’accollamento tra decidua basale e corion frondoso crea la Placenta Discoidale

la DECIDUA viene suddivisa:

Decidua Basale, adiacente ai villi non sporge nella cavità uterina

Decidua Capsulare, adiacente ai villi sporge nella cavità uterina

Decidua Parietale, non ha contatto con i villi

 

STRUTTURA

ß

deciduata 

ß

adeciduata

 

STRUTTURA

ß

ß

ß

ß

epiteliocoriale

sindesmocoriale

endoteliocoriale

emocoriale

ûLa PLACENTA EPITELIOCORIALE 

I sei strati vengono mantenuti.

Questa struttura è tipica della PLACENTA DIFFUSA – MAMMIFERI PLACENTALI INFERIORI.

Il passaggio da ogni sito di attacco è minore rispetto ad una placenta zonata.

ûLa PLACENTA SINDESMOCORIALE

L’epitelio è coriale in alcune zone mentre in altri punti si perde l’epitelio materno. Sono presenti cellule binucleate/giganti.

Le emorragie possono essere viste istologicamente e, negli OVINI, sono non patologiche.

Struttura tipica di una placenta COTILEDONARE.

In PICCOLI RUMINANTI pecora, capra.

ûLa PLACENTA ENDOTELIOCORIALE

Non c’è l’epitelio uterino e si ha erosione del connettivo materno. Il trofoblasto invade l’epitelio materno.

Struttura tipica di una PLACENTA ZONATA – CARNIVORI.

ûLa PLACENTA EMOCORIALE

Struttura tipica di una PLACENTA DISCOIDALE – FRUGIVORI.

È molto erosiva, il trofoblasto raggiunge i vasi, oltrepassa sia l’epitelio che il connettivo. Ne consegue la presenza di emorragie al momento del parto.

û La PLACENTA DECIDUATA

La barriera feto-madre è meno presente.

Emorragie visibili anche macroscopicamente.

PLACENTA

di Silvio RANZI – Ernesto PESTALOZZA– – Enciclopedia Italiana (1935)

PLACENTA

ANATOMIA COMPARATA

Nelle forme vivipare d’INVERTEBRATI si dà il nome di placenta a ogni aderenza, anche limitata, che si stabilisce tra la faccia esterna degli annessi embrionali e la parete della cavità materna (spazio dell’ovaio, ovidutto, ecc.), nella quale l’embrione si sviluppa. Placente di questo tipo si hanno in INSETTIi cui embrioni si sviluppano nell’ovaio materno (Hemimerus), in un Peripatus (Peripatus Edwardsii), il cui embrione si sviluppa in una specie di utero in taluni Briozoi (Plumatella), che hanno speciali cavità incubatrici, e anche nelle Salpe. Le nozioni, che si hanno sull’istologia e la fisiologia di queste formazioni, sono scarse e forse è esagerato chiamarle placente, poiché in molti casi corrispondono ai rapporti che si osservano tra le parti dell’utero e gli annessi embrionali in alcuni MARSUPIALI,che,tra i Mammiferi, vengono considerati privi di placenta.

Nei  VERTEBRATI VIVIPARI troviamo DUE TIPI tipi di PLACENTA embriologicamente diversi:

la PLACENTA propriamente detta, propria dei MAMMIFERI PLACENTALI e di TALUNI RETTILI, costituita da una fusione tra il corion e l’allantoide e irrorata dai vasi allantoidei;

la PLACENTA VITELLINA, propria di taluni SQUALI e di taluni RETTILI, formata in rapporto al sacco del tuorlo, cui nei Rettili si unisce il corion, e irrorarata dai vasi vitellini.

Presenta interesse il fatto che, in talune specie di Rettili, le due placente possono coesistere, onde il medesimo embrione ha placenta vitellina e placenta p. d.

Il Bonnet distingue, in corrispondenza della placenta, due sorta di processi per la nutrizione embrionale. L’epitelio uterino elabora sostanze destinate all’embrione, che le assorbe per mezzo dell’epitelio coriale (nutrizione per embriotrofo), ovvero le sostanze nutritizie passano dal plasma del sangue materno al plasma del sangue fetale per un semplice fenomeno di diffusione attraverso i tessuti interposti (endoteli dei capillari, epitelio coriale) ridotti a costituire una sottilissima membranella (nutrizione per emotrofo). La nutrizione per embriotrofo si verifica nelle zone di placenta in cui epitelio uteriono ed epitelio coriale sono normalmente sviluppati (rapporto epiteliocoriale), o nelle quali, in punti limitati, sparisce l’epitelio uterino e il connettivo sottostante aderisce strettamente all’epitelio coriale (rapporto sindesmocoriale). La nutrizione per emotrofo si verifica invece quando i vasi materni, per la scomparsa di estese zone dell’epitelio uterino, aderiscono al corion embrionale (rapporto endoteliocoriale) o quando, per scomparsa delle pareti dei vasi materni, il sangue materno è a diretto contatto con l’epitelio coriale (rapporto emocoriale).

Nelle PLACENTE dei SELACI e dei RETTILI, NON si osserva una RELAZIONE EMOCORIALE, ma LE ALTRE TRE FORME.

Nei MAMMIFERI PLACENTALI dalle forme inferiori alle superiori, si vedono complicarsi gradatamente tali relazioni fino a giungere al RAPPORTO EMOCORIALE dei PRIATI. Si noti tuttavia che, anche nella placenta di questi ultimi, si osservano, almeno transitoriamente le altre forme di relazioni.

Il CORION, nella zona in cui si forma la placenta, presenta lunghi villi riccamente irrorati, che si spingono entro cripte dell’epitelio uterino.

Nei MAMMIFERI PLACENTALI INFERIORI tutta la superficie del corion porta villi (PLACENTA DIFFUSA).

Nei RUMINANTI si trovano invece ciuffi di villi (cotiledoni) sparsi sulla superficie del corion, la quale, negli spazi tra essi, appare liscia (PLACENTA COTILEDONARE)In tutti questi animali si osservano principalmente relazioni, tra tessuto materno e fetale, EPITELIOCORIALI e SINDESMOCORIALI; prevale cioè la nutrizione per emotrofoe vi è una scarsa aderenza tra tessuti materni e fetali, onde, dopo il parto, NON vengono espulse DECIDUE (cioè parti della mucosa uterina)paragonabili alle decidue dei Mammiferi superiori e dell’uomo. La placenta di questi animali viene detta SEMI-PLACENTA.

Nei CARNIVORI la zona del corion, munita di villi, forma un anello intorno al sacco coriale (PLACENTA ZONARIA – ENDOTELIOCORIALE).

Nei PRIMATI, RODITORI, INSETTIVORI, CHIROTTERI si osserva unaplacenta ristretta a una piccola zona del corion, la quale manda però villi molto lunghi che entrano profondamente nel tessuto uterino (PLACENTA DISCOIDALE). In tutti questi animali si osserva il rapporto ENDOTELIOCORIALE o perfino EMOCORIALE.Prevalenutrizione per emotrofo,e vi è forte compenetrazione fra tessuti materni e fetali, onde dopo il parto vengono ESPULSE DECIDUEe il parto stesso è accompagnato da notevole emorragia materna. La placenta di questi animali viene chiamata PLACENTA PROPRIA.

Bibl.:

C. Romiti, Placenta (anatomia), in Enciclopedia medica, Milano; I. Clivio, Contributo alla conoscenza dei primi stadii di sviluppo della placenta in alcuni mammiferi, in Studii di ostetricia e ginecologia, Milano 1890; H. Peters, Über die Einbettung des menschlichen Eies, ecc., Lipsia-Vienna 1899; H. Peters, Über die Einbettung des menschlichen Eies, ecc., Lipsia-Vienna 1809; E. Pestalozza, Placenta (fisiologia e patologia), in Enciclopedia medica, Milano; A. Cuzzi, Gravidanza (fisiologia e patologia), in Enciclopedia medica, Milano; G. GUicciardi, A proposito di un uovo umano di circa 19 giorni, in Ann. di ost. e gin., 1902; E. Cova, Über ein menschliches Ei der Zweiten Woche, in Archiv f. Gyn., 1907; O. Grosser, Vergleichende Anatomie und Entwickelungsgeschichte der Eihäute und der Placenta, Vienna e Lipsia 1909.