CONFESSIONI di JOHN REGEN VIRAPEN, un ex dirigente di Big Pharma – Germania 2009 – Effetti collaterali: Morte – Dr. John Regen Virapen

 

Ho passato 35 anni della mia vita lavorando in un’industria, l’industria farmaceutica, e loro non fanno altro che annientare la popolazione di questo mondo. Perché lo fanno? Perché vogliono fare SOLDI, SOLDI, SOLDI. A loro non interessa della vostra vita. Gli interessa solo il loro portafoglio. A loro non interessa curare una qualunque delle vostre malattie. Sono molto più interessati a farvi prendere delle malattie. Sono interessati alle “terapie sintomatiche”. Perché voi non siete malti, siete dei consumatori. Siete consumatori. E l’industria farmaceutica guadagna soldi, dicendo a tutti che sono malati. Qualunque cosa vi dirò oggi non me la sono sognata di notte, ne l’ho osservata da qualche parte. Sono cose che ho fatto personalmente. IO HO CORROTTO il governo svedese per ottenere l’autorizzazione per il PROZAC, in SVEZIA. Vi rendete conto? La Svezia è conosciuta come uno dei paesi più puliti e trasparenti del mondo. Hanno il Premio Nobel per la medicina. Quello a cui non ho pensato allora, è che gli americani amano il prestigio del Premio Nobel. Ecco perché era importante per loro avere l’autorizzazione per il PROZAC in Svezia. Questa è una delle cose più grosse che io abbia fatto. Perché la società mi aveva detto, che la mia carriera poteva dipendere da questo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’autore

John Regen Virapen (1943) è un esempio di «self made man» nel senso più classico. Di umilissime origini, NATO in una colonia britannica, La Guyana, venne in Europa per compiere i suoi studi, ed in Svezia cominciò a lavorare per l’industria farmaceutica come rappresentante. La SUA CARRIERA in continua ascesa lo portò alla DIREZIONE GENERALE di ELY LILLY Inc., una delle maggiori industrie farmaceutiche mondiali, in Svezia. Dopo essere stato parte di un meccanismo decisamente spietato, ha scelto di cambiare decisamente rotta, ha scelto di denunciare tutto ciò che ha fatto, che ha visto fare. Dice di se stesso: «Non sono estraneo a questi meccanismi e non sto facendo giornalismo d’inchiesta. Non sto puntando il classico dito accusatore, immacolato, pulito e sterilizzato sui “cattivoni” delle alte sfere. So bene di cosa sto parlando perché anch’io avevo un ruolo attivo in tutto questo. Ero uno di loro.»

Effetti Collaterali: MORTE. Le confessioni di un manager pentito delle grandi multinazionali del farmaco
di John Virapen
Editore Chinaski
223 pagg 16 Euro

 

LA PREFAZIONE

La verità,
tutta la verità

nient’altro che la verità,
che Dio m’aiuti.

Notte dopo notte, ombre e fantasmi si danno appuntamento accanto al mio letto. Di solito si manifestano alle prime ore del mattino. Sbattono le teste contro i muri e si tagliano braccia e gole con lame di rasoio. Mi sveglio fradicio di sudore. Indirettamente ho contribuito alla morte di tante persone, i loro fantasmi oggi mi perseguitano.

Non ho mai ucciso nessuno con le mie mani ma mi sento comunque responsabile per la loro morte. Ero un ingranaggio compiacente nella macchina dell’industria farmaceutica.

“Davvero?”, mi chiederete. “Beh, sì, ero proprio un ingranaggio; un semplice strumento, come il martello per il falegname”. Voi farete un sorrisetto sarcastico. E io vi darò ragione. Ero ben più di questo. A differenza di un martello, possiedo il libero arbitrio. Ma se vogliamo essere onesti fino in fondo, con quale margine di libertà prendiamo le nostre decisioni? Il controllo e la manipolazione della volontà nell’industria farmaceutica giocano un ruolo importante nella mia storia. Esiste al mondo uno strumento più pericoloso di un essere umano la cui volontà è stata manipolata? È come vendere l’anima al diavolo.

Oggi sono fuori da questo gioco. Come singolo individuo non ero un elemento così importante, ero solo un pedone sulla scacchiera. L’importante era che funzionassi a dovere. E il gioco continua. Altre persone funzionano come funzionavo io, e fanno quello che una volta facevo io.

Nelle vesti di paziente, sei sempre un pedone sulla scacchiera. Sei il pedone più importante. Il gioco stesso è un abito fatto su misura per te e per i tuoi bambini.

 

Ora, obietterai sicuramente che l’industria farmaceutica fa del bene all’umanità: ad esempio contribuisce alla ricerca per sviluppare farmaci nuovi che aiutino la gente. È questo che dichiarano a gran voce. Diffondono fotografie di bambini che ridono e anziani che ballano in una splendida giornata di sole, ma purtroppo le foto non sono esattamente fedeli alla realtà… ed è un giudizio molto moderato.

–           Sapevate che le grandi case farmaceutiche spendono circa 35-40 mila dollari l’anno per ciascun medico in attività con lo scopo di convincerli a prescrivere i loro prodotti?’

–        Sapevate che i così detti opinion leader / opinion maker —cioè scienziati e medici qualificati — vengono corrotti con viaggi costosi, regali o più semplicemente soldi perché recensiscano positivamente i medicinali, quando degli effetti collaterali gravi o addirittura letali sono diventati di pubblico dominio, per fugare i legittimi dubbi degli altri medici e dei pazienti?

–        Sapevate che per molti farmaci approvati e messi sul mercato sono stati eseguiti solo test di laboratorio sul breve periodo e nessuno sa che effetti possano avere su pazienti che li assumono per un periodo più lungo (o per tutta la vita)?

–        Sapevate che i risultati delle ricerche e le statistiche necessarie perché un nuovo medicinale venga approvato dalle autorità competenti sono spesso falsificati in modo che le morti provocate dagli effetti collaterali del farmaco scompaiano dai documenti?

–        Sapevate che più del 75 percento dei maggiori scienziati in ambito medico sono sul libro paga delle industrie farmaceutiche?

 

–           Sapevate che sul mercato ci sono farmaci per i quali la corruzione ha giocato un ruolo fondamentale durante le fasi dell’approvazione da parte delle autorità competenti?

–           Sapevate che l’industria farmaceutica inventa malattie e le pubblicizza con campagne di marketing mirate per espandere il mercato dei propri prodotti?

–           Sapevate che l’industria farmaceutica tiene d’occhio con attenzione sempre maggiore i bambini?

No. Molte di queste cose non potevate saperle, perché l’industria farmaceutica ha tutto l’interesse a tenerle segrete. Notizie simili trapelano solo quando contenerle sarebbe impossibile, come nel caso della casa farmaceutica tedesca TeGenero. È successo a Londra nel 2006. Vi ricordate? “Test di un farmaco trasforma un uomo in Elephant Man”, era un titolone su CNN News2. La testa di una cavia umana si era gonfiata di tre volte la sua grandezza nel giro di due ore dall’assunzione della nuova “pillola delle meraviglie”, e somigliava a quella di Elephant Man. Qualcosa era andato storto alla TeGenero. Non la testa gonfia: questo genere di cose non preoccupa l’industria farmaceutica. Il vero problema era la pubblicazione della storia. “Dilettanti”: ecco come avrei commentato la notizia quando ero ancora in attività. La TeGenero non aveva scelta: scomparirono e presentarono istanza di fallimento. Cose di questo genere a un pesce grosso non succedono.

Casi come questo, comunque, sono sempre eccezioni. Spesso viene dichiarato che i soggetti usati come cavie erano gravemente malati. È “colpa” loro se si verifica un’insufficienza renale o se muoiono. Inoltre, si sottolinea continuamente quanto i farmaci siano utili per molte altre persone. Il mio libro vi svelerà quanto siano false ed egoistiche entrambe queste affermazioni.

 

Io ero un “.attore globale”

Non sono estraneo a questi meccanismi e non sto facendo giornalismo d’inchiesta. Non sto puntando il classico dito accusatore, immacolato, pulito e sterilizzato contro i “cattivoni” delle alte sfere. So bene di cosa sto parlando perché anch’io avevo un ruolo attivo in tutto questo. Ero uno di loro.

Ho lavorato nell’industria farmaceutica a partire dal 1968. Ho iniziato come addetto alle vendite: andavo a bussare alla porta dei dottori. Ho fatto strada. Ogni gradino della carriera differisce dagli altri per la quantità di informazioni che i capi mettono a disposizione dei loro impiegati. Visto che io sono continuato a salire ho scoperto sempre di più. E sono diventato un delinquente a mia volta. Lavoravo per compagnie diverse. Lasciavo una compagnia quando avevo la possibilità di ottenere una posizione più alta in un’altra. Questa tecnica mi permetteva di avanzare velocemente. Ho avuto la possibilità di conoscere alcune multinazionali dall’interno. Sono diventato General Manager alla Eli Lilly & Company in Svezia e dopo ho lavorato con altri attori globali come le danesi Novo Nordisk e Lundbeck.

Mi sono occupato dell’intera gamma di prodotti: pillole miracolose contro l’artrite, lo scandalo dell’insulina umana, cure per ringiovanire (ormoni della crescita) e infine la nuova famiglia psicotropa di SSRI, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, che vengono erroneamente chiamati “sollevatori d’umore”. Tutto fanno tranne sollevare davvero l’umore. Questi farmaci spingono le persone al suicidio o all’omicidio. Sono sostanze pericolosissime, e non vengono usate solo per trattare patologie rare. Al contrario, un singolo medicinale appartenente a questa famiglia genera da solo miliardi di dollari di fatturato. All’anno. Ogni anno.

Marketing e corruzione

Ho sviluppato e perfezionato campagne di marketing per questi pericolosi e usatissimi prodotti. E intendo “marketing” nella sua più vasta accezione, a partire dai regali costosi per i dottori, viaggi per gli opinion leader, soldi per pagare gli articoli in giornali scientifici, la preparazione

 

e l’organizzazione di conferenze mediche, fino ad arrivare a visite nei bordelli per manager particolarmente viziati.

Corrompere le autorità diventò parte delle mie tristi incombenze. Uno di questi casi in particolare si rivelò il fiore all’occhiello della mia carriera e portò a delle conseguenze ben precise. Si trattava di uno specialista indipendente, impiegato dalle autorità competenti di un Paese per valutare l’approvazione di un farmaco.

Il fatto che abbia scelto volontariamente di prendere parte a quell’iniziativa è il pensiero che mi tormenta di più. I pigiami zuppi di sudore sono il volano dell’autoconsapevolezza. Ho compiuto un gesto criminale. Sono stato costretto a corrompere il funzionario per ottenere l’approvazione del farmaco, anche se sapevo che il farmaco avrebbe causato danni alla gente.

Oggi ho 64 anni e vivo nel sud della Germania. Sono sposato e ho un figlio di 3 anni, la cosa più importante della mia vita. L’industria farmaceutica è sempre alla ricerca di mercati nuovi e remunerativi: adesso il target sono i bambini. Ho paura.

Non mi spaventano i miei vecchi datori di lavoro anche se so che altri prima di me hanno messo in gioco la loro vita portando alla luce dei comportamenti scorretti. La lobby dell’industria farmaceutica è davvero molto potente. Fa continuamente pressioni sui politici e la giustizia, ricatta persino i governi minacciandoli di ritirare investimenti o di chiudere siti di produzione creando disoccupazione nel Paese. Senza che nessuno ne sappia nulla, il governo si piega al gioco dell’industria, alle condizioni stabilite dall’industria. L’influenza delle multinazionali farmaceutiche è spesso invisibile.

Un anno fa ho parlato al telefono con l’editor di una famosa casa editrice scientifica tedesca. Era molto interessato alla mia storia e quindi al libro. “Bisogna scoperchiare il vaso”, mi ha detto con fervore, “l’opinione pubblica deve venire finalmente informata di quello che sta succedendo”. Era entusiasta.

Gli ho risposto: “Benissimo, allora pubblicate il mio libro”.

È scoppiato in una fragorosa risata e mi ha detto che per loro era assolutamente impossibile farlo uscire, perché le case editrici prosperano

 

grazie alla pubblicità delle industrie farmaceutiche. Quell’editore pubblica prevalentemente normali relazioni mediche. Mi ha comunque chiesto di mandargli a casa una copia del libro, se fosse mai uscito: voleva avere la soddisfazione di essere tra i primi a leggerlo.

Un uomo, Alfredo Pequito, è stato aggredito con un coltello per aver rivelato verità scomode sull’industria farmaceutica. Gli hanno dovuto mettere settanta punti. E questo fatto non è successo né in un paese del terzo mondo né a Los Angeles, e nemmeno due secoli fa nel selvaggio West. No, è successo in mezzo a noi, nel bel mezzo della civiltà. Ed è successo nonostante avesse a disposizione una scorta per la propria protezione personale. L’uomo aveva lavorato in Portogallo come rappresentante per la casa farmaceutica tedesca BAYER. Si trovava nella fase della carriera in cui avevo cominciato io, una trentina d’anni fa. Era uno di quei tizi che compaiono sempre negli studi medici con campioni omaggio, caramelle, e a volte qualcosa di più.

Il mio passato, il mio futuro e mio figlio

Casi come questo non mi fanno paura. No, quello che mi fa paura davvero è che mio figlio si trasformi nel genere di persona che l’industria farmaceutica apprezza di più: uno a cui piace ingozzarsi di pillole, che prende medicine anche per malattie inventate – quelle che ti convincono di avere; con effetti collaterali mortali inclusi nel prezzo. L’industria farmaceutica sta cambiando la mentalità delle generazioni future.

A dirla tutta questo processo è già iniziato. Avete mai sentito parlare di ADHD? No? È comunemente nota come Pierino il Porcospino iperattività dei bambini. Bambini che non riescono a stare fermi, che interrompono gli altri quando parlano, che disturbano la lezione —bambini, insomma, che si comportano come normali bambini. Secondo l’industria farmaceutica questi bambini sotto affetti da un disturbo chiamato ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività). Ovviamente esistono dei farmaci per curarlo. Altrimenti non ci sarebbero campagne pubblicitarie così aggressive e massicce per promuovere questo tipo di prodotti. Il Ritalin® è uno dei più conosciuti. Lo Strattera, più moderno, è figlio della casa farmaceutica per la quale ho lavorato molti anni, la Eli Lilly & Company. Ad oggi, nessuno può

 

sapere con certezza i disturbi comportamentali e i danni a lungo termine provocati dallo Strattera. Ciononostante viene prescritto migliaia di volte ogni giorno a presunti bambini iperattivi.

Pensa a tutto l’industria farmaceutica. Io non ho lavorato direttamente con lo Strattera ma con il Prozac (Fluoxetina), il suo predecessore. Al giorno d’oggi anche il Prozac può venire prescritto ai bambini in Germania, dove vivo io (qui si trova in commercio con il nome di Fluctin). È un’operazione che nel gergo del marketing si chiama estensione della gamma: se un segmento di mercato ha raggiunto il limite massimo inizi a cercarne un altro. I bambini sono un nuovo segmento di mercato. Adesso tocca a loro ingozzarsi di Prozac, un medicinale che può rendervi aggressivi e anche stanchi di vivere. Non si dovrebbe concedere l’approvazione a una schifezza del genere. Ma purtroppo è successo. E so bene come è possibile riuscirci.

Non fraintendetemi: non c’è niente di male nel cercare di massimizzare il fatturato, e non penso affatto che il capitalismo sia l’unico responsabile delle sordide faccende sanitarie che descrivo in questo libro. Continuate ad essere orientati al profitto, se vendete macchine, o rapporti sessuali, o panini, per quello che mi importa. Ma qui la faccenda riguarda il benessere fisico e mentale delle persone, che viene deliberatamente distrutto dall’industria farmaceutica per fare soldi, soldi, e ancora soldi. Una morte nascosta e che passa inosservata.

Se i freni di un’auto non funzionassero a dovere, se il parabrezza andasse in frantumi quando si superano i 60 km/h, o se i gas di scarico finissero nell’abitacolo, l’auto non verrebbe messa sul mercato. Medicine con effetti collaterali ugualmente pericolosi invece lo sono. Come è possibile? Perché i consumatori vengono protetti meglio dalle macchine difettose che da quello che può succedere ai loro corpi, alla loro salute, alle loro stesse vite?

Naturalmente, non tutta l’industria farmaceutica è “cattiva”. Non posso dare un giudizio complessivo perché non conosco tutte le compagnie. Ma la ricerca di una casa farmaceutica immacolata dal punto di vista etico è paragonabile a quella di un ago in un pagliaio. La storia della farmacia è cominciata in modo diverso. I farmacisti erano fornitori di medicine:

 

trovare cure per le malattie era il motivo della ricerca scientifica. Al giorno d’oggi la spinta alla ricerca è il fatturato.

Quali principi attivi fanno incassare più soldi? È questa la domanda. Specialmente se si considera che i nuovi principi attivi possono essere venduti a un prezzo più alto. Che questi farmaci siano efficaci o che i loro danni siano maggiori dei loro benefici, chi se ne frega.

È tutta una questione di soldi

È soltanto una questione di soldi: è questo il messaggio più importante che voglio trasmettere nel mio libro. Puoi ottenere quello che vuoi, lavorare sodo e aggirare ogni limite legale, se sai qual è il prezzo giusto e sei disposto a pagarlo. Non è neanche detto che si tratti di cifre astronomiche, come dimostrerà il mio esempio con il Prozac, e anche altri episodi: magari le somme erano alte, o i beni regalati costosi, ma non cifre esorbitanti. Per corrompere serve l’istinto. Non puoi avere la mano pesante. Prima di tutto, le chiacchiere sono importanti quanto il prezzo da pagare.

Le autorità statali non sono in grado di salvare te o il mio bambino dalle organizzazioni criminali radicate nell’industria farmaceutica. I funzionari sono corruttibili, gli specialisti sono corruttibili, e anche i medici lo sono. Tutti possono essere corrotti, in un certo senso. Ogni padre, ogni madre, lo sa bene. I genitori manipolano i loro figli promettendo loro di poter restare svegli più a lungo a guardare la TV, se finiscono tutto quello che hanno nel piatto. D’altro canto, un bambino smette subito di fare i capricci quando ottiene ciò che vuole. Fa tutto parte della vita quotidiana. Le attività a cui mi riferisco, invece, fanno parte sia delle procedure ufficiali che del business plan delle compagnie farmaceutiche. Non è una coincidenza. Questa tendenza ad oggi, si sta spingendo ancora oltre, soprattutto per quanto riguarda le pillole psicotrope. Sono stato direttamente coinvolto nelle fasi di approvazione del primissimo blockbuster della famiglia.

Il 7 febbraio 2004 una studentessa di diciannove anni si è impiccata con una sciarpa nel laboratorio della casa farmaceutica Eli Lilly nel corso di uno studio clinico. Suicidio in quelle condizioni: una cosa folle. Ed è

 

stato solo uno dei tanti casi, nonostante sia uno dei pochi ad essere arrivato all’opinione pubblica. La ragazza era sana come un pesce all’inizio dell’esperimento: voleva usare per continuare gli studi i soldi che le avrebbero dato partecipando al test. Per stare tranquilli, chiunque mostrasse anche lievi segnali di depressione era stato escluso dall’esperimento. Nonostante il farmaco da testare per l’approvazione fosse destinato proprio alle persone affette da depressione.

Come sempre, i suicidi rimasero segreti il più a lungo possibile. Se una setta religiosa, attraverso sostanze chimiche o qualsiasi tipo di lavaggio del cervello, si mettesse a cooptare persone giovani e sane e farle diventare clinicamente pazze spingendole a valutare il suicidio, quella setta giustamente verrebbe subito messa al bando. Ma nessuno punta il dito contro i laboratori di ricerca dell’industria farmaceutica, nemmeno su larga scala, con milioni di pazienti inconsapevoli riempiti di farmaci dai nomi eleganti, testati male e potenzialmente letali. Voi, in qualche modo, fate parte di quel laboratorio. E a volte pagate con la vita. Qualcuno ve lo ha mai detto?

Una giusta preoccupazione

Avete tutti i motivi di essere preoccupati. Non lasciate che questa paura rimanga un sentimento indefinito nel vostro cuore, trasformatelo in azioni concrete. È questo il mio auspicio. Anche tutti quelli che lavorano per l’industria farmaceutica possono fare la loro parte: persone come me, che ne hanno avuto abbastanza delle bugie dei loro superiori e delle proprie, persone che portano un peso sulla coscienza.

Dopo aver letto questo libro è probabile che non vi starò molto simpatico. Condannatemi pure: sono il primo a giudicare quello che ho fatto molto severamente. Ma comincerete ad essere più consapevoli, quando andrete dal medico e farete caso ai farmaci che vi prescrive. Saprete come funzionano i meccanismi che regolano le ultime notizie scientifiche, i risultati delle ricerche, le riviste mediche, le raccomandazioni dei governi, e soprattutto vedrete le procedure di approvazione dei farmaci in una luce totalmente diversa.

 

Com’è strutturato questo libro

La prima parte del libro parla della scalata al successo di un ragazzo del Terzo Mondo e della sua affermazione sulla scena globale dell’industria farmaceutica.

La seconda parte riguarda la trasformazione dell’industria farmaceutica tradizionale nella fabbrica dei sogni corrotta che è rapidamente diventata a partire dagli anni ottanta, e del mio coinvolgimento in questo processo. Parlerò anche degli sviluppi successivi e delle strategie di vendita immorali che si sono consolidate fino ai giorni nostri.

Nella terza parte troverete una serie di consigli per proteggervi come pazienti, un glossario dei termini più importanti e gli indirizzi utili per ricevere maggiori informazioni.

Nulla nuoce di più all’industria farmaceutica dell’esposizione all’opinione pubblica. La pubblicità negativa, i pazienti che si infliggono ferite durante i test clinici, quelli a cui si gonfia la testa come un pallone durante gli esperimenti: tutto questo ha un effetto preciso sul santuario dell’industria del farmaco; un effetto preciso sul fatturato. È il pubblico, siete VOI, che potete cambiare le cose. Aiutateci a fermare questa follia. Avete il potere di farlo.


Ecco tutte le domande di Virapen:
«Sapevate che le grandi case farmaceutiche spendono circa 35-40 mila dollari l’anno per ciascun medico in attività con lo scopo di convincerlo a prescrivere i loro prodotti?

Sapevate che i così detti opinion leader / opinion maker — cioè scienziati e medici qualificati — vengono corrotti con viaggi costosi, regali o più semplicemente soldi perché recensiscano positivamente i medicinali, quando effetti collaterali gravi o addirittura letali sono diventati di pubblico dominio, per fugare i legittimi dubbi degli altri medici e dei pazienti?

Sapevate che per molti farmaci approvati e messi sul mercato sono stati eseguiti solo test di laboratorio sul breve periodo e nessuno sa che effetti possano avere su pazienti che li assumono per un periodo più lungo (o per tutta la vita)?

Sapevate che i risultati delle ricerche e le statistiche necessarie perché un nuovo medicinale venga approvato dalle autorità competenti sono spesso falsificati in modo che le morti provocate dagli effetti collaterali del farmaco scompaiano dai documenti?

Sapevate che più del 75% dei maggiori scienziati in ambiente medico sono sul libro paga delle industrie farmaceutiche?

Sapevate che sul mercato ci sono farmaci per i quali la corruzione ha giocato un ruolo fondamentale durante le fasi di approvazione da parte delle autorità competenti?

Sapevate che l’industria farmaceutica inventa malattie e le pubblicizza con campagne di marketing mirate per espandere il mercato dei propri prodotti?

Sapevate che l’industria farmaceutica tiene d’occhio con attenzione sempre maggiore i bambini?

No. Molte di queste cose non potevate saperle, perché l’industria farmaceutica ha tutto l’interesse a tenerle segrete.»

 

3 thoughts on “CONFESSIONI di JOHN REGEN VIRAPEN, un ex dirigente di Big Pharma – Germania 2009 – Effetti collaterali: Morte – Dr. John Regen Virapen

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