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1) Starvation in man
Cahill GF Jr. Clin Endocrinol Metab. 1976 Jul; 5(2): 397-415
Clin Endocrinol Metab. 1976 Jul; 5(2): 397-415
Clin Endocrinol Metab. 1976 Jul; 5(2): 397-415
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http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7029558?ordinalpos=46&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_RVDocSum
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2) Metabolic adaptations to starvation, semistarvation, and carbohydrate restriction.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7029558/
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3) Ketone bodies, potential therapeutic uses.
Veech RL, Chance B, Kashiwaya Y, Lardy HA, Cahill GF Jr. Unit on Metabolic Control, LMMB/NIAAA, Rockville, Maryland, USA IUBMB Life. 2001 Apr; 51(4):241-7
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11569918/
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4) Ketoacids? Good medicine?
Cahill GF Jr, Veech RL. Unit on Metabolic Control, LMMB/NIAAA, Rockville, Maryland, USA Trans Am Clin Climatol Assoc. 2003; 114: 149-61
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12813917/
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5) D-beta-hydroxybutyrate rescues mitochondrial respiration and mitigates features of Parkinson disease.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12975474/
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6) Effects of beta-hydroxybutyrate on cognition in memory-impaired adults.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15123336/
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7) AdnKronos: Digiuno una volta al mese ‘scudo’ per il cuore
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18805103/
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8) Chronic intermittent fasting improves the survival following large myocardial ischemia by activation of BDNF/VEGF/PI3K signaling pathway.
Katare RG,Kakinuma Y,Arikawa M,Yamasaki F,Sato T.
Source
Department of Cardiovascular Control, Kochi Medical School, Nankoku, Kochi, Japan. katarerajesh@yahoo.com
Abstract
Il digiuno periodico migliora la sopravvivenza a seguito di un’ampia ISCHEMIA CEREBRALE attraverso l’attivazione di linee di segnalazione del BDNF/VEGF/PI3K
Conclusioni: il digiuno periodico migliora notevolmente la sopravvivenza a lungo termine dopo ARRESTO CARDIACO grazie all’attivazione dei suoi effetti pro-angiogenici, anti-apoptonici e anti-ristrutturanti.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19059263/
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9) Signalling through RHEB-1 mediates intermittent fasting-induced longevity in C. elegans.
Honjoh S,Yamamoto T,Uno M,Nishida E.
Source
Department of Cell and Developmental Biology, Graduate School of Biostudies, Kyoto University, Sakyo-ku, Kyoto, 606-8502, Japan.
Abstract
La segnalazione attraverso il RHEB-1 fà da mediatore con la longevità indotta dal digiuno periodico nei vermi C Elegans
Conclusioni: lo studio suggerisce un legame molecolare tra la LONGEVITÀ indotta tramite digiuno periodico e le linee di segnalazione basate sull’insulina/IGF.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19079239/
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10) Interleukin-6, C-reactive protein and biochemical parameters during prolonged intermittent fasting.
Aksungar FB,Topkaya AE,Akyildiz M.
Source
Department of Biochemistry, Maltepe University, School of Medicine, Istanbul, Turkey. fehimebenli@gmail.com
Abstract
Interleukina-6, proteina C-reattiva e parametri biochimici durante il digiuno periodico prolungato.
Conclusioni: I risultati dimostrano che il digiuno periodico prolungato in un modello come quello del RAMADAN ha degli effetti positivi sullo stato infiammatorio del corpo e sui fattori di rischio per le malattie cardiovascolari come l’omocisteina, il CRP e il TC/HDL.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17374948/
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11) Type 1 diabetes and prolonged fasting.
Reiter J,Wexler ID,Shehadeh N,Tzur A,Zangen D.
Source
Division of Paediatric Endocrinology, Department of Paediatrics, Mt Scopus Canpus, Hadassah Hebrew University Medical Centre, Jerusalem, Israel.
Abstract
Il DIABETE di TIPO 1 e il digiuno prolungato
Conclusioni: Persone affette dal DIABETE di TIPO 1 POSSONO DIGIUNARE a lungo senza problemi a patto che riducano la loro dose abituale di insulina in maniera significativa e che rispettino le linee guida riguardanti il monitoraggio del glucosio nonché le istruzioni per portare a termine il digiuno.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17367310/
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12) Cardioprotection by intermittent fasting in rats.
Ahmet I,Wan R,Mattson MP,Lakatta EG,Talan M.
Source
Laboratory of Cardiovascular Sciences, National Institute on Aging, Intramural Research Program, National Institutes of Health, Baltimore, MD, USA.
Abstract
Cardioprotezione nei ratti attraverso il digiuno periodico
Conclusioni: il digiuno protegge il cuore dai danni ischemici e attenua il rimodellamento cardiaco post-infarto, probabilmente attraverso meccanismi antiapoptotici ed antinfiammatori.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16275865/
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13) Effects of intermittent fasting on serum lipid levels, coagulation status and plasma homocysteine levels.
Aksungar FB,Eren A,Ure S,Teskin O,Ates G.
Source
Department of Biochemistry, School of Medicine, Maltepe University, Istanbul, Turkey. fehimebenli@hotmail.com
Abstract
Gli effetti del digiuno periodico sui livelli di siero lipidico, sulla coagulazione e sui livelli dell’omocisteina del plasma.
Conclusioni:
Gli studi condotti dimostrano effetti positivi del digiuno sui livelli di siero lipidico, sulla coagulazione e sui livelli dell’OMOCISTEINA del plasma. Tali cambiamenti forse sono correlati all’omissione di almeno un pasto quando il corpo è particolarmente attivo dal punto di vista metabolico e probabilmente è in possesso di un basso livello di viscosità del sangue allo stesso tempo. Se ne conclude che il digiuno potrebbe avere effetti benefici sui marcatori di rischio emostatico per le malattie cardiovascolari.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15802901/
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14) Cardioprotective effect of intermittent fasting is associated with an elevation of adiponectin levels in rats.
Wan R,Ahmet I,Brown M,Cheng A,Kamimura N,Talan M,Mattson MP.
J Nutr Biochem.2010 May;21(5):413-7. Epub 2009 May 7.
Source
Laboratory of Neurosciences, National Institute on Aging, Intramural Research Program, National Institutes of Health, Baltimore, MD, USA.
Abstract
Effetti cardioprotettivi del digiuno periodico associati con un aumento dei livelli di adiponectina nei ratti.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19423320/
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15) Fasting Cycles Retard Growth of Tumors and Sensitize a Range of Cancer Cell Types to Chemotherapy
Changhan Lee, Lizzia Raffaghello, Sebastian Brandhorst, Fernando M. Safdie, Giovanna Bianchi, Alejandro Martin-Montalvo, Vito Pistoia, Min Wei, Saewon Hwang, Annalisa Merlino, Laura Emionite, Rafael de Cabo, Valter D. Longo
Un digiuno di breve durata protegge le cellule normali, i topi e, potenzialmente, gli esseri umani dagli effetti collaterali dannosi di una serie di farmaci utilizzati nella chemioterapia. Lo studio dimostra che una cura in condizioni di digiuno ha sensibilizzato le cellule di lievito (S. cerevisiae) che esprimono il simil-oncogene RAS2 allo stress ossidativo e 15 linee cellulari mammifere cancerogene su 17 agli agenti chemioterapeutici. I cicli di digiuno I cicli di digiuno sono stati efficaci quanto gli agenti chemioterapici nel ritardare la progressione di tumori specifici ed hanno aumentato l’efficacia di questi contro le cellule del melanoma, del glioma e del cancro al seno. Nei ratti affetti da neuroblastoma, i cicli di digiuno combinati con i farmaci chemioterapici, ma non l’impiego esclusivo di questi ultimi, hanno prolungato di molto la sopravvivenza al cancro. Nelle cellule tumorali del seno 4T1, un breve periodo di digiuno ha aumentato la fosforilazione delle chinasi sensibilizzanti allo stress AKT ed S6, ha aumentato lo stresso ossidativo, ha causato il clivaggio del caspase-3, danni nel DNA e apoptosi. Questa ricerca suggerisce che cicli multipli di digiuno stimolano una sensibilizzazione allo stress differenziata in caso di vari tipi di tumore e, probabilmente, potrebbero proporsi come sostituti o integratori dell’efficacia di alcuni farmaci chemioterapici tossici.
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https://www.science.org/doi/abs/10.1126/scitranslmed.3003293#xref-fn-1-1
Per leggere degli articoli in italiano sullo studio coordinato dal Prof. VALTER LONGO, Direttore dell’Istituto di Longevità alla University of Southern California di Los Angeles, e realizzato in collaborazione con il Laboratorio di Oncologia dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova, diretto dal Prof. Vito Pistoia, clicca qui
oppure qui.
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16) Adult-onset calorie restriction and fasting delay spontaneous tumorigenesis in p53- deficient mice
Berrigan D., Perkins SN, Haines DC, Hursting SD
I topi eterozigoti p53-deficienti, che costituiscono un modello per la sindrome di Li-Fraumeni riscontrabile nell’uomo, possiedono un allele funzionale del gene soppressore del TUMORE p53. Questi TOPI tendono a sviluppare neoplasmi spontanei, generalmente il sarcoma e il linfoma, impiegando in media un tempo di 18 mesi prima di morire. In precedenza è stato dimostrato che una RIDUZIONE CALORICA nei TOPI GIOVANI giovani ritarda lo sviluppo dei tumori. Questo studio sottopone tre gruppi di topi adulti a vari regimi di riduzione calorica. Le ricerche condotte hanno evidenziato che un regime di RESTRIZIONE CALORICA o UN GIORNO DI DIGIUNO SETTIMANALE settimanale riescono a sopprimere la CARCINOGENESI anche nel caso di TOPI ADULTI che intraprendano questo tipo di percorso in ritardo e pur essendo destinati a sviluppare tumori a causa di un ridotto supporto del gene p53. Tutto questo stimola e incentiva gli sforzi tesi a individuare interventi atti a influenzare il bilancio energetico negli uomini come strumento preventivo per il CANCRO.
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12016155/