SAMOA – Quando il morbillo è dengue (zika, chikungunya o rosolia) – (art. n° 150)

EPIDEMIA DI MORBILLO A SAMOA – Malattie infettive come morbillo, dengue, zika, chikungunya e rosolia possono confondersi tra loro perché causano sintomi ed esantemi tanto simili da sviare i medici. Uno sguardo alla letteratura scientifica che documenta frequenti errori di diagnosi in presenza di focolai epidemici simultanei. Dal caso delle Isole Samoa all’area del Pacifico in generale, scopriamo come, talvolta, senza analisi di laboratorio sia impossibile distinguere casi di morbillo da altri arbovirus e malattie con rash cutanei. ~ Rispondiamo con calma al simpatico Prof. Burioni e al suo articoloche imputerebbe agli antivaccinisti le morti registrate nell’arcipelago. Integriamo la storia della “Crisi di Samoa” coi dati che il professore omette, certamente in buona fede o perché non pienamente informato.

SAMOA – Quando il morbillo è dengue (zika, chikungunya o rosolia)

Sapevi che malattie infettive come morbillo, dengue, zika, chikungunya e rosolia a volte causano sintomi ed esantemi tanto simili da confondere i medici? Uno sguardo alla letteratura scientifica sulle errate diagnosi, a partire dalle Isole del Pacifico.

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Allacciate le cinture.
Ricordate l’epidemia di morbillo a Samoa?

Sulle Isole Cook, un arcipelago del Pacifico a sud-est di Samoa, con copertura vaccinale al 99% [1], è in atto un’epidemia di dengue [2] – infezione che si presenta quasi identica al morbillo.

Perché ne parliamo? Perché i test di laboratorio ordinati dal Ministero della Salute samoanoa inizio epidemia [3] hanno rivelato che solo 7 dei primi 20 casi di “sospetto morbillo” analizzati erano davvero morbillo. Ma se solo il 35% dei casi era morbillo, nel restante 65% di cosa si trattava? Non si sa. Le autorità non divulgano altri risultati e hanno inspiegabilmente interrotto ogni genotipizzazione.

Intanto il numero dei “sospetti casi di morbillo” a Samoa è cresciuto e manca qualsiasi dato oggettivo di laboratorio. Allora ci chiediamo: la proporzione effettiva dei casi di morbillo confermabili potrebbe rispecchiare quella emersa dai primi esiti? E quali sarebbero le implicazioni se oltre la metà dei casi di morbillo a Samoa in realtà non lo fosse affatto? Procediamo con ordine.

Presunte cause e concause dell’alta mortalità nell’epidemia di morbillo a Samoa

A cosa è dovuta l’alta mortalità, specialmente nei bambini sotto i 4 anni? Tra le cause più probabili documentate da autorità e/o reporter locali, non figura solo il recente calo di coperture ma una lunga serie di fattori noti:

  • carenze vitaminiche e cattiva alimentazione [a];
  • deficit di anticorpi protettivi materni contro il morbillo, utili al nascituro nei mesi di maggior fragilità [bc]; uno degli effetti dell’immunità temporaneafornita dal vaccino antimorbillo è infatti quella di lasciare più scoperti e vulnerabili i neonati, soprattutto in caso di epidemia. In nuove popolazioni adulte altamente vaccinate (che non beneficiano dell’immunità perenne offerta dal contrarre naturalmente il patogeno), il progressivo calo di anticorpi vaccino-indotti e i fallimenti vaccinali sono co-responsabili del ritorno del morbillo in alcune nazioni. Essi si ripercuotono sulla salute pubblica spostando il rischio di malattia in fasce d’età più esposte a complicanze [d];
    – al contempo “lattanti dai 9 ai 12 mesi di età, vaccinati con un vaccino contenente il morbillo durante epidemie di morbillo possono non rispondere al vaccino a causa della presenza di anticorpi circolanti di origine materna e/o dell’immaturità del sistema immunitario” [e];
    Entrambi i fenomeni, benché contrapposti, possono coesistere. In sintesi, l’uso del vaccino per il morbillo su larga scala ci ha intrappolato in un circolo vizioso.
  • circolazione di genotipi di morbilloescape mutant“, come il D8 genotype [1], mutazioni genetiche del virus del morbillo su cui il vaccino ha scarsa efficacia (v. anche vaccinoresistenza descritta da Plotkin, Vaccines);
  • scadenti modalità di conservazione dei vaccini [f] che potrebbero aver causato un maggior tasso di fallimenti vaccinali;
  • pratiche mediche scorrete, tra cui:
    somministrazione di vaccini per morbillo-parotite-rosolia a qualsiasi bambino non vaccinato o parzialmente vaccinato, inclusi soggetti già ammalati o con malattia in incubazione [g], dunque troppo debilitati per ricevere un vaccino a virus vivi multicomponente impegnativo da gestire per il sistema immunitario; come da istruzioni “la vaccinazione mpr deve essere posticipata in presenza di qualsiasi malattia con febbre > 38,5°C.” [e];
    uso di protezioni inadeguate da parte dei sanitari in visita alla popolazione e loro scarsa igiene nel passaggio di casa in casa [g];
    somministrazione preventiva prematura di farmaci inadatti tra cui antibiotici [g];
  • resta l’interrogativo se vi siano, e in che quantità, casi di morbillo vaccinale di tipo A, cioè morbillo da vaccino (come successe nell’epidemia di morbillo a Disneyland, in California, nel 2015, che interessò il 30% dei colpiti) [h];
  • errate diagnosi (v. seguito).

CURIOSITÀ – L’EPIDEMIA DI MORBILLO A SAMOA DEL 1894

In una vecchia edizione del British Medical Journal, datata 19 maggio 1894, un corrispondente da Samoa individua le cattive abitudini alimentari come prima causa di mortalità [Fig. 1 e 2].
L’articolo riporta: “L’epidemia non era maligna. La mortalità è salita a causa di gastriti, enteriti, diarrea e dissenteria. Pochi sono morti per soppressione immunitaria. L’ingordigia che i nativi mostrano per il pesce crudo, la frutta acerba o troppo matura, e in particolar modo per la carne di maiale semicotta diventa morbosa nel periodo di convalescenza… Nove decimi delle morti si sarebbero potute prevenire curando la dieta… I casi sotto la supervisione di qualcuno e che si sono attenuti alle istruzioni hanno ottenuto piena guarigione.

Gennaio 2020 – Il tasso di mortalità per morbillo a Samoa è di 14 persone ogni 1000 casi†††! (Anomalo in una nazione vaccinata, il cui calo di coperture al 31-33% si è registrato per un solo anno, interessando una ridottissima coorte di individui).

Epidemic Measles at Samoa – di Samuel H. Davies, British Medical Journal | Br Med J. 1894 May 19; 1(1742): 1077 | doi: 10.1136/bmj.1.1742.1077 | Pubmed PDF

TASSO MORTALITÀ MORBILLO
Confronto ieri / oggi

Epoca pre-vaccino
Stati Uniti 1940-1960
1 su 10.000 casi 

Epoca vaccino
Occidente, oggi
1-3 su 1000 casi ††

CDC – Vital Statistics Rates in the United States, 1940-1960, Table 64, pag. 547-548 (Measles) | Backup e †† ECDC – Factsheet sul morbillo, v. paragrafo “Clinical features and sequelae” 8° punto elenco | Backup e ††† Tasso di mortalità a Samoa (6 gennaio 2020) | Backup

Distinguere il morbillo da dengue, zika, chikungunya e rosolia è una vera sfida diagnostica in alcune nazioni

Errori di diagnosi frequenti, analisi di laboratorio essenziali

Veniamo al dubbio cardine. È un’epidemia di solo morbillo quella in corso a Samoa? All’inizio la preoccupazione che venissero analizzati più campioni di laboratorio possibili era dettata dalla necessità di individuare i principali genotipi di morbillo responsabili dell’epidemia, come raccomanderebbe Plotkin. Ma il problema della mancanza di analisi ormai va ben oltre.

Dicevamo, le Isole Cook, con il 99% di copertura vaccinale antimorbillo, stanno sperimentando la stessa “epidemia di esantemi” che c’è a Samoa. Di fatto, diverse altre malattie tropicali, incluse Dengue e Chikungunya, possono manifestarsi in maniera simile al morbillo.

Cercando online “dengue looks like measles” (dengue somiglia al morbillo) il primo risultato che appare è la spiegazione dell’enciclopedia medica MedLine:

Samoa: epidemia di morbillo o dengue?Entrambe le malattie presentano esantema morbilliforme simile.

La febbre di Dengue esordisce a distanza di 4-7 giorni dall’infezione con febbre alta improvvisa, spesso alta anche 40.5°C. A distanza di 2-5 giorni dall’inizio della febbre, su quasi tutto il corpo può comparire un esantema rosso e piatto. Più avanti nella malattia compare un secondo rash cutaneo che somiglia a quello del morbillo.”

Il morbillo è noto per febbre ed esantema.

Dunque, di base, dengue e morbillo possono dare sintomi quasi identici e, se non si usano kit diagnostici, può diventare difficile distinguerle. In questi mesi (novembre-dicembre 2019) altre isole del Pacifico stanno affrontando epidemie di Dengue.

C’è altro. Dagli articoli scientifici apprendiamo che anche l’infezione da Zika presenta rash maculopapulare (esantema morbilliforme) con febbre [4]. A Samoa (e in regioni climaticamente affini) in genere la dengue colpisce d’estate, stagione che coincide proprio con questo periodo dell’anno. Lo stesso vale per la Chikungunya! E vediamo sul sito del CDC che pure la chikungunya causa eruzione cutanea con macchie maculo-papulose più febbre [5].

Errate diagnosi morbillo, zika, dengue

Pubmed: epidemia morbillo, dengue, zika – Difficoltà distinzione epidemie arbovirus e morbillo, diagnosi errate. Nuova Caledonia vs. Samoa | Vedi

Su Pubmed uno studio interessante riguarda l’errata identificazione del morbillo durante un’epidemia simultanea di zika e dengue in Nuova Caledonia, anch’essa nel Sud del Pacifico [6]. Nel suddetto caso-studio il problema era che il morbillo si presentava con segni tipici della dengue e dello zika e, di conseguenza, senza indagini di laboratorio, il personale medico non era in grado di stabilire che si trattava di morbillo. Gli autori concludono: “la diagnosi del morbillo durante un’epidemia di arbovirus, in paesi dove il morbillo si manifesta raramente, mette a dura prova il personale sanitario perché gran parte dei medici potrebbe non essersi mai imbattuta in pazienti malati di morbillo.

Per quanti dei casi di morbillo a Samoa si è verificato l’opposto? Quanti in verità sarebbero casi di zika o dengue (o rosolia, o chikungunya) ma, siccome il morbillo occupa i notiziari, i dottori sbagliano diagnosi ignorando l’elevata possibilità d’errore e non testando campioni?

Ripetiamo: nelle isole Samoa novembre e dicembre sono stagione sia di dengue sia di chikungunya. Sempre dal sito del CDC scopriamo che lo spazio insulare chiamato Samoa Americane, contiguo allo Stato di Samoa, ha registrato epidemie di chikungunya nel 2014, di dengue nel 2015, di zika nel 2016 [7] e, come detto, tutte le suddette infezioni sono confondibili con il morbillo.

Rischio di contagio da soggetti vaccinati

Possible che l’epidemia di morbillo a Samoa sia qualcosa di più del morbillo? Plausibile. Ma sull’evenienza di contagio “interumano” di morbillo vaccinale dobbiamo esser cauti perché non esistono certezze.

Review sistematica 2016 su migliaia di campioni prelevati in tutto il mondo non conferma contagio interumano di morbillo da vaccino | Pubmed

Secondo una review sistematica del 2016 intitolata “A systematic review of human-to-human transmission of measles vaccine virus” [8], uscita sulla rivista Vaccine, non sussistono evidenze. Gli autori hanno riesaminato centinaia di studi e migliaia di campioni in cerca di una conferma genotipica di virus vaccinale trasmesso da individui appena vaccinati ai contatti suscettibili. Contrariamente ad altre componenti di vaccini a virus vivi, la cui contagiosità è ben documentata (es. antipolio orale, anti-varicella, anti-rosolia), per la vaccinazione contro il morbillo non si è potuto attestare nessun caso di contagio interumano.

Morbillo 2019: il rischio di contagi vaccino-derivati richiede approfondimento – “Diffusione a lungo termine di RNA di virus del morbillo vaccinale dai bambini vaccinati” (BioRxiv) o Pubmed

Tuttavia, come ci ricorda l’esplosivo articolo sul morbillo del Prof. Plotkin (riferimento mondiale per la vaccinologia), uscito a novembre 2019, è bene continuare a indagare a fondo e non escludere la possibilità di trasmissione da uomo a uomo del morbillo vaccinale, anche solo per il fatto che il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia usato è un vaccino a virus vivi, “potenzialmente” in grado di generare contagi [9]. In effetti il vaccino MPR/MMR sta venendo somministrato a così tanta gente che, alcuni soggetti, soprattutto in una popolazione spiccatamente fragile e malnutrita, potrebbero secernere RNA di morbillivirus vaccino-derivato per lungo tempo dal tratto respiratorio superiore, causando ipotetici danni ai contatti più deboli. Da un recente studio intitolato “RNA di virus del morbillo vaccinale nei bambini oltre 100 giorni dopo la vaccinazione” (McMahon et al. 2019) apprendiamo che parte dei bambini vaccinati può diffondere RNA di morbillivirus vaccinale (MeVV) a oltre due anni e mezzo di distanza dalla vaccinazione anti-morbillo!

RNA di morbillo dalle urine di vaccinati fino a 14 giorni dopo la vaccinazione – “Detection of measles virus RNA in urine specimens from vaccine recipients” | Pubmed

Ugualmente sappiamo già dal 1995 del fenomeno dello “shedding“: soggetti vaccinati con il vaccino per il morbillo possono diffondere RNA di virus del morbillo dalle urine, sia in età pediatrica sia in gioventù, da 1 a 13-14 giorni dopo la vaccinazione. A stabilirlo fu lo studio di Rota et al. “Detection of measles virus RNA in urine specimens from vaccine recipients” [10], pubblicato sul Journal of Clinical Microbiology, reperibile in versione integrale anche su Pubmed.

Ricapitolando, senza dubbio molti samoani hanno contratto il morbillo. Sarebbe lecito pensare che si tratti di casi dovuti sia a morbillivirus selvaggio (MeV) sia a morbillo di derivazione vaccinale e virus “mutant escape“? Forse sì. Ma al lettore dev’esser chiara la differenza fra prove e ipotesi. Certamente, comunque, non sarebbe ragionevole escludere i possibili effetti negativi dell’intensa campagna di vaccinazione in atto a Samoa.

Errate diagnosi tra morbillo e rosolia

Aggiungiamo un altro tassello: anche la componente anti-rosolia del vaccino MPR è a virus vivo e ha potenziale contagioso noto sin dal 1971 [11]. I vaccinati ospitano virus vaccinale della rosolia nel naso-faringe e le madri da poco vaccinate possono contagiare il neonato attraverso l’allattamento [12]. Cercando “rubella looks like measles” (rosolia somiglia al morbillo) ciò che compare è un estratto della Mayo Clinic che spiega come, nonostante la rosolia sia diversa dal morbillo, le due malattie abbiano “alcune caratteristiche in comune, incluso l’esantema rosso“.

Casi di rosolia confusi per morbillo, India (2010-2015)

Emblematici i dati editi dall’India nel 2016, contestualmente a un programma quinquennale di sorveglianza epidemiologica voluto dall’OMS tra il 2010 e il 2015. Le analisi di laboratorio rivelarono come circa un terzo dei casi di morbillo non confermato fossero in realtà casi di rosolia [13]. Dei 4592 campioni analizzati: il 62,9% risultò morbillo, il 27,7% rosolia e il 25,2% non risultò essere né morbillo né rosolia. Non solo. Il citato studio di Vaidya et al. “Laboratory confirmation of rubella infection in suspected measles cases”, uscito sulla rivista di virologia medica Journal of Medical Virology, constatò che 1206 soggetti erano stati vaccinati contro il morbillo ma, lo stesso, il 50.7% delle persone vaccinate per morbillo rientrava tra i casi di morbillo confermati.

Epidemie di morbillo sovrapposte a focolai di altre malattie infettive sono un problema consolidato

Quali conclusioni nel contesto di Samoa?

Consideriamo le evidenze epidemiologiche sopra esposte e torniamo alle nostre perplessità sull’epidemia di morbillo a Samoa… Quanti soggetti che presentano un’infezione simile al morbillo sono affetti da rosolia? Quanti si sono ammalati per genotipi di morbillo difficilmente neutralizzati dal vaccino, o per rosolia vaccino-derivata poiché allattati da madri vaccinate di recente? Quanti soffrono o hanno sofferto di chikungunya e zika, come purtroppo avviene in questo periodo dell’anno in ampie aree del pacifico? E infine, quanta gente a Samoa ha in realtà esantemi da dengue e non da morbillo, come nelle Isole Cook?

Si tratta di domande importanti, a cui è possibile rispondere solo effettuando esami di laboratorio. I luoghi dove il prelievo di campioni è carente sono numerosi, non si limitano a province remote e sperdute dei tropici!

Eticamente, dunque:

  • quale peso e credibilità dovremmo dare alla pressante propaganda mediatica mondiale sul dilagare del morbillo se la sorveglianza è ancora fallace?
  • e su quali basi scientifiche poggia l’agguerrita demonizzazione dei non vaccinati se a livello accademico la conferma dell’esistenza di nuovi virus mutanti del morbillo che “sfuggono” al vaccino è fonte di crescenti apprensioni?

Come osserva il caso studio in Nuova Caledonia, anche quando c’è un’epidemia confermata, per una o più malattie simultanee (dengue e zika in quell’occasione), a volte le persone soffrono di malattie del tutto differenti da quelle diagnosticate, che semplicemente si presentano con sintomi simili, allo stesso momento: le analisi sierologiche diventano dunque indispensabili e andrebbero condotte, sistematicamente, con metodi incontestabili.
È ovvio che nessuna quantità di vaccino contro morbillo-parotite-rosolia potrà mai prevenire casi di Dengue, Zika o Chikungunya; ed è altrettanto ovvio che il vaccino trivalente MPR stesso può generare casi di rosolia nei lattanti o causare importanti reazioni avverse, difficili da differenziare nel corso di gravi focolai.

Sarebbe cambiato qualcosa se si fosse agito da subito sulla nutrizione dei pazienti? Forse. Certo si sarebbe dovuto identificare con esattezza quale malattia colpiva ciascun paziente, così da fornire cure idonee ed evitare l’alto tasso di mortalità(impropriamente attribuito ai novax). Vorremmo capire cosa è accaduto davvero a Samoa e giungere a una corretta interpretazione della crisi epidemica.
Un primo passo verso la trasparenza sarebbe che il Governo samoano producesse integralmente i dati di laboratorio, chiarendo le vere cause del restante 65% dei casi di sospetto morbillo iniziali.

Consentite la freddura: il morbillo abbaia, il mor-dengue mor-zika?
Una cosa è certa… Tanti morti a Samoa si potevano evitare.

© Traduzioni e adattamento
a cura di LiberaScelta.org

 

Il dottor H. M. Shelton, padre dell’Igiene Naturale moderna, ha scritto:

“Spesso CASI di AVVELENAMENTO da EDERA, PUNTURE di MOSCHE, VARICELLA, SCABBIA CUBANA, ecc., vengono DIAGNOSTICATI come VAIOLO. Se un caso di VARICELLA non presenta cicatrici da vaccinazione sarà senz’altro VAIOLO. Se un caso di VAIOLO ha una cicatrice da vaccinazione sarà VARICELLA.