USCIRE dall’OMOSESSUALITA’: Testimonianza di Raffaele Ralph

 

Testimonianza di

Raffaele Ralph

Fino al liceo ero un ragazzino molto timido, nel ruolo del “bravo ragazzo”, diligente e serio, ma con un vuoto interiore enorme. In casa ero rimasto il “bambino dolcissimo di mamma”, non ero riuscito a sperimentare altro, oltre la simbiosi materna, avevo caratteristiche femminili. I maschi mi sono sempre piaciuti moltissimo a livello sessuale, fin dalla prima adolescenza.

Finito il liceo ho scoperto che, attraverso le chat gay, potevo conoscere altra gente con cui sentirmi a mio agio: con i compagni maschi mi sono sempre sentito a disagio, troppo diverso da loro, provavo spesso vergogna e senso d’inferiorità. Vivermi come gay è stata una liberazione incredibile da quel ruolo di “bravo ragazzo” che m’impediva di sentire la vita stessa. Ho iniziato ad incontrare ragazzi gay della mia età, ma ho poi capito di essere maggiormente attratto dagli uomini più grandi dai 30 ai 40 anni, mi sentivo come un bambino nelle braccia di un uomo forte e dolce.

All’inizio era tutto bello, ma una volta vissuta questa fase ho capito che qualcosa non funzionava, mi sentivo insoddisfatto: passavo da un uomo all’altro in cerca di protezione, ma da cosa? Una notte nel sonno vagavo alla ricerca di risposte e è comparsa fortissima l’idea che e l’uomo che più di ogni altro poteva soddisfarmi era mio padre e che l’amore di cui avevo bisogno non era sessuale, ma di condivisione alla pari, da padre a figlio e di amicizia con i coetanei maschi.

Da quella presa di coscienza, rielaborata per mesi, ho iniziato a cercare via internet e ho trovato il Dr. Joseph Nicolosi, living waters, blog con altri ragazzi: c’erano migliaia di persone che stavano cercando nella stessa direzione. E da lì, attraverso l’introspezione, mi si è aperto un mondo, il mio mondo interiore.

Mio padre oggi mi ringrazia perché, grazie a questo mio percorso, ha una posizione diversa nella famiglia: prima era disprezzato sia dalla moglie che da noi figli, mentre io ne ho riportato il valore. Credo che questa sia la strada del futuro e che se la società aiutasse e sostenesse i ragazzi che iniziano questo percorso, tutto sarebbe molto più semplice.

La TERAPIA RIPARATIVA non riguarda solo gli omosessuali egodistonici, ma cambia l’intero paradigma di educazione, permette di comprendere le vere esigenze di un bambino maschio nella fase dello sviluppo, pone le basi per l’evoluzione futura della psicologia. Studiando all’università psicologia, mi rendo conto come manchi tutta la parte relativa alla figura paterna, il Dr. Joseph Nicolosi ha il grande merito di aver posto le basi per un approfondimento in questa direzione.

A differenza di molti ragazzi che fanno questo percorso, i miei genitori non hanno avuto problemi quando esternavo le mie preferenze sessuali, anzi, sembra assurdo, ma mia mamma si è preoccupata quando ho espresso di aver trovato questa direzione.

Poi ho capito che mi preferiva come gay, come suo dolcissimo amico/a e confidente, quando ho iniziato a capire i primi collegamenti con le dinamiche famigliari, ad es. che non era sano che lei rifiutasse il marito e usasse me come suo surrogato. Stavo mettendo in discussione me stesso, ma anche loro: altro che “sono gay, accettatemi!”, “sono omosessuale, confrontiamoci!” E i miei si sono pure riavvicinati.

Ci sono voluti anni perchè c’è da rientrare in contatto con tutto il proprio vissuto emozionale e non si rivivono solo cose “carine e coccolose”, ma anzi si rivivono soprattutto le fasi dolorose, esce rabbia verso una madre che ti ha trattato come un’amica, un padre che se n’è fregato, rabbia verso i compagni che ti hanno aggredito verbalmente e fisicamente.

Tutta la rabbia si trasforma in tristezza profonda, in cui si scopre che nessuno ha agito per farti del male, ma perché mossi da altre ferite e si scopre il perdono autentico, in me come razionalizzazione delle “motivazioni che portano a”.

Come qualsiasi percorso di crescita, è duro, soprattutto se non esistono terapeuti specializzati. Ora mi sembra tutto facile, che gli ultimi 3 anni siano passati velocemente, ma ho attraversato momenti orribili. Nella fase della rabbia è come se fossi rientrato all’improvviso nel mio corpo in modo solido (ho capito anche perchè fino al liceo ero così magro) e non riuscivo a gestire l’energia muscolare: è un trapasso assurdo che si sente prima di tutto nel corpo.

E’ come se si potesse sentire per la prima volta la verità del proprio corpo, il fluire psichico nel corpo. La rabbia si trasforma in depressione, quasi una morte del proprio sentire le cose, che porta ad una crisi profonda. Da lì il vuoto, un vuoto che però si ha voglia di riempire, è come se si ritornasse ad essere un bambino, mi ritrovavo a provare una gioia immensa per i gesti più stupidi, soprattutto negli animali e nella natura. E’ come rinascere per una seconda volta e ricordarsi la vita precedente.

………. 🙂