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Tutta la frutta dolce (diversa da mela) è tutta (compresa quella intertropicale) leggermente acidificante e leggermente iperglicemica. Infatti, anche la frutta dolce (diversa da mela), non è adatta alla specie umana, ma è specie-specifica per diverse specie animali; oltre a molte sostanze tossiche ed acidi organici leggermente aggressivi per l’organismo umano (ma, ovviamente, non per il relativo animale specie-specifico), la frutta dolce ha, contrariamente alla mela (soprattutto la mela rossa Stark, che ha oltre il 92% di fruttosio rispetto al glucosio) una decisa prevalenza di glucosio rispetto al fruttosio, con i seguenti grandi effetti dannosi principali:
-il glucosio è fondamentalmente un alcol, che, anche per questo motivo, è leggermente acidificante (contrariamente al fruttosio che, pur avendo sempre atomi di carbonio, è un chetone, e, pure per questa ragione, è assolutamente pH-inalterante) infatti il fruttosio è un composto chimico organico glucide, o zucchero semplice monosaccaride simile al glucosio, ma che si differenzia principalmente da quest’ultimo poiché di tipo chetoso anziché aldoso [Un aldoso (o aldosio) è un monosaccaride contenente nella molecola un gruppo aldeico. Può essere considerato derivato dal corrispondente polialcol per ossidazione di un gruppo alcolico primario. In soluzione con acqua assume carattere acido poiché dotato di un idrogeno terminale fortemente acido.]
-la differenza fra glucosio e fruttosio è talmente importante che il fruttosio si usa addirittura come terapia contro l’acidosi glicemica (cioè derivante proprio dal glucosio);
-specialmente nella specie umana, mentre il glucosio deve assolutamente essere regolato dall’insulina, il fruttosio non ha alcun bisogno di questa dispendiosissima regolazione (sia il fegato che i muscoli possono assorbire direttamente il fruttosio senza produzione di insulina: il processo del fruttosio è insulino-indipendente) (che a lungo andare danneggia il pancreas, sovraccarica l’organismo e causa invecchiamento precoce di tutte le cellule) (infatti il glucosio è uno zucchero biochimicamente ed energicamente più primitivo rispetto al fruttosio, essendo il glucosio adatto principalmente a specie animali ad anatomia e fisiologia granivore, che lo trovano sotto forma di amido [il quale ha per formula grezza:
(C6H10O5)n
dove n è un numero variabile da circa un centinaio fino ad alcune migliaia, e che sta ad indicare i residui di unità di glucosio monomeriche che sono unite tra loro per formare i polimeri, e da cui derivano i vari tipi di amidi presenti in natura. L’amido è dunque una vera e propria bomba di glucosio, essendo costituito principalmente da amilosio (20%), che è un polimero lineare di glucosio, e da amilopectina (80%), polimero ramificato con struttura a grappolo (sempre di glucosio) scarsamente idrosolubile.], o a specie animali erbivore, che lo trovano sotto forma di cellulosa (indigeribile per la specie umana, non dotata dell’enzima cellulasi), o, al limite, a specie animali carnivore, che lo trovano sotto forma di glicogeno);
– oltre al fatto che il fruttosio non deve essere regolato dall’insulina, esso aiuta notevolmente le cellule della specie umana, anche in quanto il meccanismo di entrata cellulare (che scientificamente sarebbe esattamente il processo di assimilazione) del fruttosio è solo ed esclusivamente il trasporto passivo (cioè senza sprechi di energia o di altre molecole: Il trasporto passivo consiste nel passaggio di molecole secondo gradiente. Per tale passaggio non è richiesto l’utilizzo di energia biochimica (come ATP)), contrariamente alla maggior parte del glucosio che ha bisogno del meccanismo di trasporto attivo (glicotrasportatori, che aumenta notevolmente anche l’usura molecolare cellulare, essendo pure un processo continuo; la tipologia principale del trasporto attivo del glucosio è il simporto, che utilizza una differenza di potenziale creata proprio da un forte utilizzo continuo di ATP, cioè tramite un forte spreco di energia);
Infatti:
Il fruttosio conosce due vie di assorbimento: la via extraepatica (intestino-sangue-cellula; minore dispendio di ATP, non a caso è la via predominante esclusivamente durante il melarismo sostenibile, in cui si attiva gradualmente il suo ottimale metabolismo) e la via epatica (fegato-sangue-cellula; maggiore dispendio di ATP dato che il fruttosio si accumula sotto forma di glucosio nel fegato).
Il fruttosio ha la capacità di entrare nelle cellule tramite il Glut5 (http://en.wikipedia.org/wiki/GLUT5) , tramite trasporto passivo ( http://en.wikipedia.org/wiki/Facilitated_diffusion) (via diretta).
Quindi per entrare nella via glicolitica, è necessaria al fruttosio una sola reazione.
Il glucosio deve sintetizzare 7 enzimi in più rispetto al fruttosio per essere utilizzato (trasporto attivo 80%).
A livello intestinale il glucosio per passare nel sangue utilizza il trasporto attivo addirittura nel 100% dei casi (notevole dispendio energetico).
–
L’aumento delle reazioni biochimiche metaboliche è notevolmente maggiore nel caso del glucosio rispetto al fruttosio: ogni sintesi proteica per produrre un enzima richiede dal 30% al 50% dell’ATP.
Ecco perchè bruciando fruttosio si risparmia molta più energia rispetto al glucosio.
Il diabete e molte altre problematiche per il nostro corpo derivano dalla presenza troppo alta di glucosio nel sangue.
Il legame insulina recettore stimola l’attività tirosin-chinasica e porta al dispendio di 1 ATP (ulteriore dispendio energetico)
Mentre il glucosio deve essere regolato dall’insulina con un forte dispendio energetico e lavoro del pancreas, il fruttosio non ha bisogno di questa faticosa regolazione; solo SE il fruttosio supera una certa soglia quantitativa si trasforma in glucosio, con tutte le suddette conseguenze negative.
-l’unico carboidrato che il mitocondrio può bruciare è il fruttosio [cioè il fruttosio è l’unico tipo di zucchero che può innescare il ciclo di Krebs all’interno del mitocondrio; infatti anche se si introduce glucosio nella cellula, esso non potendo essere utilizzato dal mitocondrio deve pertanto essere trasformato prima in fruttosio (cosa che comporta un ulteriore fortissimo spreco di energia, dovendo moltiplicare ognuno dei miliardi di molecole di glucosio per oltre due molecole di ATP che devono essere utilizzate proprio per la trasformazione del glucosio in fruttosio; il fruttosio fa risparmiare anche tutta questa energia, visto che non necessita assolutamente di tutta la prima energicamente dispendiosissima parte della cosiddetta glicolisi)];
LA PRIMA PARTE DELLA GLICOLISI ILLUSTRATA NEL DETTAGLIO (FASE CHIAMATA “PREPARATORIA” E ASSOLUTAMENTE ANABOLICA, QUINDI A SOLO DISPENDIO ENERGETICO, DEL TUTTO EVITATA CON L’ASSUNZIONE DIRETTA DEL FRUTTOSIO ORGANICO DELLA MELA ROSSA STARK):
1. Fosforilazione del Glucosio:
Nel caso della prima tappa della glicolisi, osserviamo che quando il glucosio in
presenza di ATP si trasforma in glucosio 6 fosfato consuma 13.7 KJ, e il ΔG
finale è pari a -16.8 KJ.
2. Conversione del glucosio 6-fosfato in fruttosio 6-fosfato:
3. Fosforilazione del fruttosio 6-fosfato in fruttosio 1,6-bisfosfato:
Si sono buttati al vento, quindi, altri 2 ATP.
Moltiplichiamo tutti questi ATP utilizzati in più sia a causa dell’effetto iperglicemizzante del glucosio, sia per il trasporto attivo, sia per la necessaria conversione da glucosio a fruttosio nella prima parte della glicolisi, per tutte le circa 100.000 miliardi di cellule della specie umana. Intuiremo molto facilmente l’effetto-droga ( fabbisogni indotti) dei cibi aspecifici sul corpo umano, la loro estrema dannosità e la loro anti-economia profonda, sia a livello interno al corpo, sia a livello esterno (impatto socio-ambientale).
-Mentre il fruttosio è una molecola levogira (dovuto ad una struttura e configurazione atomica a minima energia, che aiuta anche il trasporto passivo e lo stato di salute in generale), il glucosio, del tutto al contrario, è una molecola destrogira;
-esiste un ulteriore spreco di energia dovuto all’assunzione di glucosio derivante dal fatto che esso è decisamente meno solubile, nella soluzione fisiologica pure delle cellule umane, rispetto al fruttosio;
-del tutto contrariamente al glucosio, il FRUTTOSIO anziché favorire le CARIE, le PREVIENE, in quanto è antibatterico e non si attacca ai denti come gli altri zuccheri;
-il fruttosio passa infine per processi di assorbimento e assimilazione molto più graduali rispetto al glucosio, con immensi effetti positivi su tutto l’organismo, e ciò contribuisce ulteriormente alla determinazione anche di una massima continuità di energia fisica e mentale, unita ad un piacevolissimo senso di sazietà che dura estremamente più a lungo (provare per credere: la mela stark, anche a metabolismo ideale del fruttosio non ancora attivato, sazia molto di più di qualsiasi altro “cibo”);
IN SINTESI…
Il rendimento energetico diretto del fruttosio è addirittura 1,5 volte superiore a quello del glucosio, e, considerando anche (rendimento energetico indiretto) l’enorme minor consumo di energia dovuto alla non alterazione e riequilibrio acido-base (verificabile misurando giornalmente il pH urinario su monodieta di mela rossa stark, che si assesterà sul valore fisiologico perfetto di 7,41), alla non necessità di regolazione insulinica (ridotta al minimo, data la comunque pur sempre minima, ma presente percentuale di glucosio della mela rossa stark, che induce il lavoro del pancreas a diminuire fino al suo stato ideale, non al superlavoro a cui invece è costretto dall’eccessiva assunzione di glucosio in percentuale dalla frutta dolce diversa da mela e dai cibi amidacei), all’assimilazione cellulare tramite trasporto passivo, all’innesco diretto del ciclo di Krebs mitocondriale, alla struttura levogira, alla maggiore solubilità, ecc., avviene che il rendimento energetico totale del fruttosio è di persino oltre 13 volte superiore a quello del glucosio (questo spiega anche perché, chi arriva con la dovuta gradualità ad una mono-dieta di mele rosse stark, che superano il 92% di fruttosio rispetto al glucosio come predetto, ha molta più energia dei fruttariani sostenibili stessi).
Il glucosio, in modo del tutto opposto al fruttosio della mela stark (con tutte le altre innumerevoli sostanze in essa contenute, fondamentali anche per il perfetto metabolismo della specie umana), rallentando fortemente l’intera glicolisi e richiedendo moltissimo ATP per il suo stesso intero metabolismo, provoca indirettamente una formazione enorme di ACIDO LATTICO, che accelera profondamente e massimamente anche la sensazione di stanchezza generale, formazione di crampi, ecc.
MELA LE ORIGINI
Dall’Asia orientale, il melo (Pirus Malus) si è diffuso in Egitto, dove, sotto il regno del faraone Ramsete II (secolo XIII a.C.), veniva coltivato lungo le vallate del Nilo. Da qui la coltura arrivò poi in Grecia (nel IV secolo a.C. Erodoto ne descrive la tecnica dell’innesto) e, successivamente, a Roma. La mela è protagonista di numerose leggende e miti dell’antichità: nella sua undicesima fatica Ercole riuscì ad impossessarsi dei pomi d’oro che crescevano nel giardino delle Esperidi; quando gli dei dell’Olimpo invecchiavano, mordevano una mela per recuperare la gioventù; fu a causa di una mela (donata da Paride a Venere) che scoppiò la guerra di Troia. Se in epoca romana, come ricorda Plinio, venivano menzionate una ventina di varietà, oggi se ne conoscono circa 7.000, anche se in minima parte oggetto di coltivazione da reddito.
LA COLTIVAZIONE DELLA MELA
Originario dell’Asia Orientale, il melo è oggi coltivato intensivamente in Cina, Stati Uniti, Russia, Europa (soprattutto in Italia e Francia). In Italia la produzione è concentrata nel settentrione: l’80% del raccolto nazionale, infatti, proviene da tre regioni del Nord: Trentino-Alto Adige (46%), Emilia-Romagna (17%) e Veneto (14%). Altre aree di una certa importanza sono Piemonte, Lombardia e Campania. Le mele italiane sono disponibili sul mercato praticamente tutto l’anno, con varietà ESTIVE, come Summerred, Royal Gala ed Ozark Gold, ed AUTUNNALI, quali Golden Delicious, Stark Delicious, Imperatore, Jonathan, Fuji, Renetta del Canada, Granny Smith, Starking e Starkrimson. Tra le invernali, le più diffuse sono Annurca (coltivata soprattutto in Campania, da dove proviene oltre il 90% della produzione italiana) e Stayman.
2 pensieri riguardo “Il fruttosio della mela rossa stark: l’unico vero carburante della specie umana”
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