FEBBRE: la naturale difesa del corpo contro le malattie – Dr. Robert Mendelsohn

Tratto da: Bambini sani senza medicinali

(da p. 45 a p. 57)

Dr. Robert S. Mendelsohn

Quando vostro figlio ha la febbre, vi angosciate e correte a telefonare al pediatra? È il comportamento di molti genitori, indotti dal personale medico infermieristico a pensare che tutte le febbri siano pericolose. Un’altra opinione errata, avvalorata dai medici, è che il grado di temperatura corporea di un bimbo sia la spia della gravità della sua malattia. Ecco perché la febbre è il sintomo che produce circa il 30% dei pazienti di un pediatra.

LA PAURA DELLA FEBBRE

Quando telefonate al pediatra per dirgli che vostro figlio è malato, la sua prima domanda inevitabilmente è: “gli ha provato la febbre?” Sia che gli diciate che il bimbo ha 38 °C di febbre, sia che ne abbia 40 °C Il suo consiglio sarà probabilmente quello di dargli la  Tachipirina  e portarglielo in studio. È un rituale quasi universale per i pediatri; ho il sospetto che per alcuni di essi sia una risposta meccanica, che uscirebbe spontaneamente dalla loro bocca anche se vi diceste che il bambino ha la febbre a 43 °C! Ciò che maggiormente mi preoccupa è che si tratta della risposta sbagliata alla domanda sbagliata. Il fatto che la febbre sia il primo sintomo di cui si preoccupano, implica che qualcosa di pericoloso sia insito nella febbre stessa. Quando poi vi prescrivono un febbrifugo vi conducono all’inevitabile conclusione che sia necessario e auspicabile dare farmaci al bambino per abbassargli la febbre. Questa storia prosegue quando portate il bambino dal medico. Nella maggior parte dei casi, per prima cosa l’infermiera gli prova nuovamente la temperatura e la segna sulla cartella. E in questo non ci sarebbe nulla di male, perché una temperatura elevata offre un indizio diagnostico importante nel contesto di quanto il medico apprendere nel corso della visita. Ma alla febbre troppo spesso viene data un’importanza molto maggiore; il medico guarda la cartella clinica, assume un’aria preoccupata e dice con espressione seria: “Hmmmm, 39…. sarà meglio fare qualcosa!”  Questa è una sciocchezza, una  SCIOCCHEZZA INGANNEVOLE, poiché la presenza di febbre di per sé non significa che ci sia qualcosa da fare. A meno che non siano presenti altri sintomi, come, per esempio, una estrema svogliatezza, un comportamento anomalo, difficoltà respiratoria o altri segnali che possono far sospettare una malattia grave come la difterite o la meningite, il medico dovrebbe dirvi che non c’è nulla di cui preoccuparsi o rimandarvi a casa insieme con il bambino. Non sorprende quindi, data questa falsa preoccupazione dei medici nei confronti della febbre, che la stragrande maggioranza dei genitori la temano grandemente e che il loro grado di paura salga a mano a mano che salgono i gradi di temperatura registrati dal termometro. Questo timore è solo raramente giustificato. Vi risparmierete un sacco di angosce ed eviterete molti inutili e potenzialmente pericolose radiografie, esami e cure mediche, se terrete a mente alcune nozioni basilari sulla febbre, che ogni medico dovrebbe sapere, ma che molti sembrano ignorare e che la maggior parte di essi non vi dirà mai.

LA TEMPERATURA NORMALE

Una temperatura di circa 36,5-37 °C non è da considerarsi la “temperatura normale” per tutti. È quanto ci è stato insegnato per tutta la vita, ma non è vero. I 36,5 °C sono una media puramente statistica e la “normalità” è per molte persone superiore o inferiore a tale valore, in modo particolare per i bambini. La loro “temperatura normale” misurata in studi attenti e controllati, va da un minimo di 36 °C a un massimo di 37,5 °C. La temperatura di vostro figlio può anche subire significative variazioni nel corso della giornata, nel tardo pomeriggio può superare anche di 1 °C quella del primo mattino. Perciò, una temperatura elevata misurata all’ora di cena può essere quella che il bambino normalmente ha ogni giorno a quell’ora. La temperatura del bambino, poi, può alzarsi per molti motivi che non implicano malattia: la digestione di un pasto pesante oppure in concomitanza del periodo ovulatorio nelle ragazze in età puberale. A volte un rialzo di temperatura può essere dovuta a una reazione collaterale a medicinali prescritti dal medico, antistaminici o altro.

I CASI DI “PRONTO INTERVENTO” 

La febbre che deve destare preoccupazione sorge generalmente da una causa ovvia. La maggior parte delle febbri che annunciano guai seri sono risultato diAVVELENAMENTOo esposizione a SOSTANZE TOSSICHE AMBIENTALIe a fattori che portano al ‘COLPO di CALORE’. Vi sarà capitato di assistere, di persona o alla televisione, al militare che cade al suolo durante una parata o al maratoneta che cade lungo il percorso a causa dell’eccessivo sforzo fisico sotto il sole cocente. Temperature di oltre 41,5 °C provocate da tali fattori, possono portare a infermità permanente, come pure i colpi di calore provocati da un eccessivo permanenza in SAUNA. Se sospettate che vostro figlio abbia ingerito una sostanza velenosa, chiamate immediatamente il CENTRO ANTI-VELENI, senza attendere il manifestarsi di ulteriori, forse irreversibili, sintomi. Portatelo di volata a un pronto soccorso e, se possibile, prendete con voi il contenitori di ciò che ha ingerito, per facilitare la scelta dell’antidoto appropriato. La maggior parte delle volte la sostanza ingerita si rivelerà pressoché innocua, ma sarete felici di non aver perso tempo nel caso che così non fosse. Un intervento immediato è essenziale anche nel caso che vostro figlio si sia sentito male e abbia perso conoscenza, anche brevemente, durante un’attività faticosa sotto il sole cocente o dopo una permanenza eccessiva  in  SAUNA o nel BAGNO TURCO.  Non limitatevi a chiamare il pediatra, ma portatolo immediatamente in un ospedale attrezzato per le emergenze. Queste influenze esterne sono potenzialmente pericolose perché possono sopraffare le difese corporee che, in condizioni normali, impediscono alla temperatura di raggiungere livelli pericolosi. Questo tipo di rialzo termico è un evento alquanto raro, che potrete facilmente identificare tenendo presenti le circostanze che lo hanno determinato, e facendo attenzione ai sintomi associati, come la perdita di conoscenza, che non lasciano dubbio sul reale pericolo che vostro figlio sta correndo.

COME MISURARE LA FEBBRE

La temperatura varia a seconda del metodo di misurazione. La temperatura rettale nei bambini più grandi è generalmente superiore di circa 1 °C a quella orale, mentre quella ascellare può risultare di circa 1 °C inferiore. Tuttavia, nei bambini piccoli la temperatura rettale di solito varia solo lievemente da quella orale o ascellare. Quindi la misurazione nel cavo ascellare è adeguata per una corretta determinazione della temperatura di un bambino, e non esiste alcun motivo per preferire quella rettale. Evitandola, risparmierete al bambino il rischio di una PERFORAZIONE RETTALE. Un eventualità assai rara che risulta però fatale nella metà dei casi in cui avviene. Il mio consiglio ai genitori e pertanto di NON PROVARE LA FEBBRE AI BAMBINI PER VIA RETTALE: dal momento che non è necessario, perché rischiare di provocare danni irreparabili? Infine, non pensate di poter stabilire quanta febbre ha il bambino toccandogli il petto o la fronte, poiché neppure il sanitario più abile è in grado di farlo in modo attendibile.

LA FEBBRE NEL NEONATO

Nel mettervi in guardia contro le cure per abbassare la temperatura, faccio eccezione per i neonati. I neonati possono essere affetti da infezioni legate all’intervento ostetrico durante il parto, da problemi prenatali o ereditari, o che subentrano poco dopo la nascita. Possono sviluppare ascessi al cuoio capelluto dovuti al monitoraggio interno fetale, o polmonite da aspirazione di liquido amniotico, o infezioni dovute alle legioni di germi di cui gli ospedali generalmente abbondano. (È una delle ragioni per cui TUTTI I MIEI NIPOTI sono stati PARTORITI in CASA!). La prudenza consiglia di portare dal medico un neonato sé durante i primi mesi di vita dovesse avere la febbre a qualunque livello.

Se vostro figlio ha la febbre, non sottovalutate, tra le possibili cause, il fatto che sia TROPPO COPERTO. I genitori, soprattutto se si tratta del primogenito, spesso si preoccupano eccessivamente di tenere caldo il bambino. Lo avvolgono in strati su strati di indumenti e coperte, dimenticando che i neonati non possono toglierseli se il calore diviene troppo opprimente, così il risultato può essere una temperatura corporea elevata. Se vostro figlio ha già un po’ di febbre, accompagnata magari da brividi, e voi lo avvolgete ancor più strettamente in pesanti coperte, non farete altro che fargli aumentare ancor più la temperatura. Una semplice regola che consiglio ai miei pazienti è quella di vestire il bambino con il medesimo criterio con cui vestono se stessi.

LE INFEZIONI

La maggior parte delle febbri trae origine da infezioni virali o batteriche che il meccanismo di autodifesa del corpo è in grado di superare senza bisogno di intervento medico. Nei bimbi di ogni età, raffreddore e influenza sono le più comuni fonti di temperatura corporea elevata. Possono causare febbri che si mantengono anche sui 40,5 °C per tutta la durata del malanno ma che, anche a quel livello, non costituiscono un motivo di allarme. L’unico rischio potenziale è quello della DISIDRATAZIONE, che può essere causata da condizioni collaterali come la traspirazione eccessiva, il respiro accelerato, la tosse, il naso che cola, vomito e diarrea. Per evitare il pericolo della disidratazione, accertatevi che il bambino assuma un’adeguata quantità di liquidi. Una buona regola è cercare di fargli bere  UN QUARTO DI LITRO DI LIQUIDI,  preferibilmente che abbiano qualche valore nutritivo, OGNI ORA.   Importante, comunque, che beva: dategli, perciò anche succhi di frutta, acqua, tè o qualsiasi altra cosa il bambino abbia voglia di bere.

Nella maggior parte dei casi sarete in grado di identificare la febbre causata da un’infezione virale o batterica, perché i sintomi che la accompagnano sono quelli tipici di queste malattie: una lieve tosse, il naso ostruito o che cola, occhi lacrimosi e così via. Non c’è bisogno di chiamare il medico o di somministrare medicinali se non sono presenti altri sintomi, perché non esiste nulla che possa curarla o eliminarla meglio delle difese organiche.

I FARMACI somministrati per alleviare il disagio, possono invece, interferire con lo sforzo di auto curarsi che il corpo sta compiendo.

Gli ANTIBIOTICI possono abbreviare il decorso di un infezione batterica, ma il rischio supera il beneficio.

FEBBRE ALTA NON SIGNIFICA MALATTIA GRAVE

Non esiste alcuna consistente relazione tra il grado di temperatura di un bambino e la gravità della malattia. Un luogo comune errato ritiene che tanto più alta è la temperatura corporea, tanto più grave è la malattia, ma sulla misura di questo “altro” non esistono pareri concordi, né fra i genitori né fra i medici. Tra i miei pazienti ho trovato un’incredibile varietà di pareri in materia, perfino sul livello che la febbre deve raggiungere prima di diventare “troppo alta”. I sondaggi mostrano che più del 50% dei genitori ritiene che la febbre sia “alta” tra i 38 e i 39 °C, e che tutti sono convinti che sia “alta” se raggiunge il 39,5 °C. Questi genitori sono convinti anche del fatto che il livello della febbre sia indicativo della gravità della malattia. Decisamente non è così. Se la febbre è causata da un’infezione virale o batterica, conoscere esattamente quanta febbre ha il bambino non vi dirà nulla circa il suo stato. Una volta stabilito che il bambino ha la febbre a causa di un’infezione, è inutile continuare a gironzolargli intorno con il termometro e provargli la febbre ogni ora per vedere quanto sale: Non ci si guadagna nulla, ma si aumenta la propria angoscia e la si rende evidente agli occhi del piccolo. Alcune innocue malattie comuni, come per esempio la rosolia, provocano in alcuni bambini un forte rialzo termico, mentre altre malattie più gravi possono non provocarlo affatto. A meno che la febbre non si accompagni a sintomi aggiuntivi come vomito o difficoltà respiratorie, non deve essere motivo di preoccupazione, nemmeno se raggiungesse i 40,5 °C. Fattori più importanti della febbre nel determinare se la malattia è causata da una lieve infezione come un comune raffreddore, o da una più grave come la meningite, sono l’aspetto generale, il comportamento e l’atteggiamento del bambino. Se appare svogliato confuso mostra altri segni di comportamento anomalo, sarà bene che facciate una telefonata al vostro medico, soprattutto se i sintomi persistono per un giorno o due. Se invece è attivo come al solito, gioca e si comporta normalmente, potete stare tranquilli che la sua malattia non è nulla di serio.

Mi capita di tanto in tanto, di leggere nelle riviste pediatriche, articoli sulla “FEBBRE-FOBIA”,termine usato per definire l’irragionevole paura della febbre da parte di alcuni genitori. Si tratta di un tipico atteggiamento della classe medica, che tende a biasimare le vittime: i medici non sbagliano mai; quando capita, è sempre per colpa del paziente. Per quanto ne so, la “febbre fobia” è una malattia che affligge i pediatri, non i genitori, e, dal momento che i genitori ne sono le vittime, i medici ne sono i responsabili.

LA FEBBRE NON VA MAI ABBASSATA

I medici rendono un gran disservizio a voi e a vostro figlio ogni volta che prescrivono un farmaco per abbassare la temperatura. Questo contribuisce a consolidare il timore diffuso tra molti genitori che, se non vengono presi provvedimenti per controllarla e abbassarla, la febbre continua a salire. Ciò che i medici non spiegano è cheDIMINUIRELA TEMPERATURA NON CONTRIBUISCE PER NULLA A MIGLIORARE lo STATO di SALUTE del BAMBINO,né che il nostro corpo possiede un meccanismo non ancora del tutto conosciuto, che impedisce alla febbre causata da un’infezione di salire oltre i 41 °C. SOLO nel caso di FEBBRE CAUSATE da un COLPO di CALORE, da AVVELENAMENTO o da ALTRI FATTORI ESTERNI, questo MECCANISMO CORPOREO viene SOPRAFFATTO e DISATTIVATO. Solo in questi casi, la FEBBRE RAGGIUNGE e SUPERA i 41 °C, i medici lo sanno, ma la maggior parte di loro si comporta come se lo ignorasse. Credo che siano spinti dal semplice desiderio di prendersi il merito di aver fatto qualcosa per aiutare il vostro figlio. Inoltre, danno libero sfogo alla propria tendenza a intervenire appena ne abbiano l’opportunità, e mostrano tutta la loro riluttanza ad ammettere che esistono malattie che non sono in grado di trattare. Se si escludono le malattie terminali, quando mai un medico ha detto a un paziente: “Non c’è nulla che io possa fare”?

I provvedimenti volti ad abbassare la temperatura corporea, come i FARMACI o le SPUGNATURE FREDDE,oltre che INUTILI sono decisamente CONTROPRODUCENTI. Se vostro figlio ha contratto un’infezione, la  FEBBRE  che la accompagna è una  BENEDIZIONE, NON un PERICOLO.La temperatura sale per una liberazione spontanea di PIROGENI:  si tratta di un NATURALE MECCANISMO di DIFESA  impiegato dal nostro corpo per combattere la malattia. La presenza di febbre è segno che il MECCANISMO CORPOREO di AUTODIFESA  sta lavorando a pieno ritmo. Il processo avviene in questo modo: quando si sviluppa un’infezione, l’organismo del bambino risponde fabbricando un numero maggiore di  GLOBULI BIANCHI, dettiLEUCOCITI, che hanno il compito di distruggere batteri e virus e di rimuovere dal corpo tessuti danneggiati e materiali irritativi. L’attività di globuli bianchi si intensifica e questi raggiungono rapidamente la sede dell’infezione. Questa fase del processo, detto LEUCOTASSI, è stimolata dalla liberazione di PIROGENO che innalza la temperatura corporea: da qui la febbre. Una temperatura corporea elevata, indica semplicemente che il PROCESSO di GUARIGIONE sta ACCELERANDO:è un fenomeno di cui RALLEGRARSI, NON da TEMERE.Ma non è tutto. Il FERRO, di cui molti germi hanno bisogno per moltiplicarsi, viene prelevato dal sangue e immagazzinato nel fegato, riducendo, così, il livello di moltiplicazione dei batteri. Anche l’azione dell’INTERFERONE,una sostanza prodotta naturalmente dall’organismo per combattere la malattia, diviene più efficace. Per verificare questo processo è stata INDOTTA ARTIFICIALMENTE la FEBBRE su ANIMALI da LABORATORIO:si è così potuto dimostrare che un’ELEVATA TEMPERATURA CORPOREA DIMINUISCE il TASSO di MORTALITÀ tra gli ANIMALI AMMALATI, mentre molti di loro MUOIONO SE LA FEBBRE VIENE ABBASSATA. Da diversi anni sono utilizzate FEBBRI INDOTTE ARTIFICIALMENTE per curare da malattie infettive o in caso di tumori quei soggetti il cui organismo non è in grado di produrre un sufficiente rialzo termico.

I METODI UTILIZZATI PER ABBASSARE LA TEMPERATURA

Se vostro figlio ha la febbre dovuta a una infezione, RESISTETE alla TENTAZIONE di UTILIZZARE FARMACI o SPUGNATURE FREDDE per abbassargliela, e LASCIATE CHE SEGUA IL SUO CORSO. Se il vostro amore di genitori vi impone di fare qualcosa per alleviare il disagio del bambino, fategli una spugnatura con acqua tiepida o somministrategli il dosaggio raccomandato per la sua età diTachipirina.   Non fate nient’altro, a meno che la febbre duri più di tre giorni, insorgano altri sintomi o il bambino appaia realmente malato o si comporti come tale. In questa eventualità, consultato il medico. Desidero sottolineare ancora che, se da un lato ABBASSANDO la FEBBRE  potete dare un po’ di sollievo al bambino, dall’altroPOTETE INTERFERIRE CON IL PROCESSO DI GUARIGIONE. L’unico motivo che mi spinge a trattare i metodi per ridurre la temperatura è che, con ogni probabilità, molti genitori non resisteranno alla tentazione di farlo.

Ricordate che le SPUGNATURE sono DA PREFERIRSI AI FARMACI, perché evitano i rischi connessi al loro uso. L’ASPIRINA,   per esempio, a dispetto della grande diffusione, è un farmaco tutt’altro che innocuo, che probabilmente, in un anno,AVVELENApiù bambini di qualsiasi altra sostanza tossica. Può causare una gran varietà di effetti collaterali nei bambini come negli adulti, non ultimo ilSANGUINAMENTO INTESTINALE.   Somministrata ai bambini con l’influenza o con la varicella, è stata anche associata allaSINDROME di REYE, una malattia con esito spesso mortale che colpisce i bambini al CERVELLO e al FEGATO.   Per questa ragione molti medici attualmente si sono orientati verso il PARAMINOFENOLO( un principio attivo contenuto, per esempio, nella TACHIPIRINA e nel PUERNOL) che, comunque, se somministrato in dosi elevate, si sta rivelando a sua volta TOSSICO per il FEGATO è per i RENI. È anche un dato di fatto che alla nascita i NEONATI le cui MADRI   hanno preso ASPIRINE   negli ultimi mesi di gravidanza o durante il travaglio, sono talvolta affetti da CEFALOEMATOMA,cioè protuberanze piene di liquidò che appaiono sul cuoio capelluto.

Se non resistete alla tentazione delle SPUGNATURE per abbassare la febbre al bambino, usate ACQUA TIEPIDA , NON ALCOL O ACQUA FREDDA. L’abbassamento della temperatura con le SPUGNATURE   avviene per EVAPORAZIONEe non dipende dalla temperatura dell’acqua. Perciò il disagio dell’acqua fredda non offre alcun beneficio supplementari, mentre   l’ALCOL,   che non è più efficace dell’acqua tiepida, RILASCIA VAPORI TOSSICI per i bambini piccoli.

LA FEBBRE NON PROVOCA DANNI

La febbre causata da infezioni batteriche o virali non provoca danni cerebrali o lesioni fisiche permanenti. La paura della febbre alta nasce principalmente dalla credenza assai diffusa che una temperatura eccessivamente elevata possa causare al bambino danni cerebrali o lesioni fisiche permanenti. Se ciò fosse vero, giustificherebbe qualsiasi livello di panico dimostrabile da un genitore e, poiché molti genitori sono convinti che sia vero, la loro paura è giustificata. Se nutrite questa convinzione, mettete da parte tutto ciò che il vostro medico, i vostri genitori, i vostri nonni e perfino la vicina di casa esperta in medicina che offre i suoi consigli insieme a una tazza di caffè, vi hanno indotto a credere circa la febbre. Anche le nonne qualche volta si sbagliano! Il raffreddore, l’influenza e qualsiasi altra infezione il bambino abbia contratto, non produrrà una febbre superiore ai 41 °C e, sotto tale valore, non può prodursi alcuna infermità permanente. Dal momento che le difese corporee di vostro figlio non consentiranno alle infezioni di causare febbre a 41 °C, non dovete vivere nel timore di danni fisici e mentali ogni volta che la temperatura inizia a salire. Dubito che molti pediatri, compresi quelli che esercitano la professione da decenni, abbiano visto in tutta la loro carriera più di un paio di casi di febbre a 41° e, in questi rari casi, la causa della temperatura elevata non era sicuramente un’infezione, ma un AVVELENAMENTO o un COLPO di CALORE.   Personalmente, ho curato decine di migliaia di bambini e SOLO UNA VOLTA mi è capitato UN CASO di FEBBRE SUPERIORE a 41 °C e non c’è da stupirsi di questo, poiché si calcola che oltre il 95% delle febbri infantili non raggiungano mai neppure 40,5 °C.

LA FEBBRE NON PROVOCA CONVULSIONI

Le convulsioni subentrano quando la temperatura sale troppo rapidamente. Molti genitori temono la febbre perché hanno assistito a un attacco di convulsioni e pensano che, se la temperatura corporea sale troppo, il loro bambino possa esserne vittima. Capisco la loro ansia, poiché un bambino con un attacco di convulsioni è veramente uno spettacolo terrificante: se vi è capitato di vederne uno, vi sarà difficile credere che solo raramente tale manifestazione sia grave. Inoltre, è relativamente poco comune: si calcola che solo il 4% dei bimbi con la febbre alta abbia convulsioni da febbre non esiste alcuna certezza che questo possa provocare conseguenze (Una RICERCA compiuta su 1706 BAMBINI   che avevano sofferto di convulsioni febbrili, non rilevò alcun caso di morte o di disturbo motorio). Non esiste nemmeno alcuna prova convincente che gli attacchi febbrili nell’infanzia aumentino l’incidenza di attacchi epilettici nell’età adulta. E poi, le cure per prevenire le convulsioni febbrili vengono intraprese quasi sempre troppo tardi per essere di qualche aiuto. Farmaci e spugnature e si rivelano inutili perché, quando vi accorgete che il bimbo ha la febbre, è probabile che sia già in corso anche l’attacco convulsivo. Ciò proprio perché la convulsione non è causata dal grado della temperatura, bensì da quanto rapidamente questa temperatura, qualunque essa sia, viene raggiunta. Quando vi accorgete che vostro figlio ha la febbre, il rialzo rapido è già avvenuto e, se il bimbo non ha già in corso l’attacco convulsivo, significa che il pericolo è ormai passato. La possibilità di convulsioni febbrili è limitata principalmente ai bambini al di sotto dei cinque anni, e anche quei bambini che ne soffrono nella prima infanzia, raramente continuano a soffrirne dopo. Quando un bambino ha le convulsioni, molti medici prescrivono una terapia con farmaci anti-convulsivi a lungo termine, per prevenire il ripetersi dell’attacco in concomitanza con un altro episodio febbrile. Se il vostro medico dovesse proporre una tale cura a vostro figlio, vi consiglio di chiedergli insistentemente i RISCHI a lungo termine delle TERAPIE ANTI-CONVULSIVE  e i mutamenti dal punto di vista comportamentale , che possono produrre nel vostro bimbo. Sulle  TERAPIE  a lungo termine degli ATTACCHI FEBBRILI  non esiste tra i medici un opinione concorde. I  FARMACI  utilizzati comunemente possono DANNEGGIARE il FEGATO e le ricerche condotte sugli animali segnalano la possibilità di un’INFLUENZA NEGATIVA sullo SVILUPPO CEREBRALE.   Un’autorità in materia suggerisce il dubbio che <<certi pazienti starebbero meglio conducendo una vita normale tra un attacco convulsivo e l’altro, piuttosto che vivere senza attacchi ma in uno stato di costante sonnolenza e confusione indotte dai farmaci….>>.

Quando ero studente, mi è stato insegnato che i bambini con attacchi convulsivi si curano con il PHENOBARBITAL   per prevenire il ripetersi degli attacchi e ancora oggi agli studenti vengono date le medesime indicazioni.   I MIEI DUBBI SU QUESTA TERAPIA  sono nati vedendo che alcuni pazienti avevano attacchi ricorrenti anche con il Phenobarbital; ciò mi ha fatto sorgere il dubbio che chi invece, assumendo lo stesso farmaco, non ripeteva gli attacchi, non li avrebbe probabilmente ripetuti nemmeno senza cure. I MIEI DUBBI SI RAFFORZARONO con le TESTIMONIANZE di alcune MADRIi cui figli venivano curati con il Phenobarbital:  alcuni di questi bambini sì iper-eccitavano invece di calmarsi, mentre altri sì calmavano al punto da sembrare degli ZOMBIES.  Dal momento che le CONVULSIONI sono un EVENTO RARO e NON PROVOCANO CONSEGUENZE PERMANENTI, HO SMESSO DI PRESCRIVERE QUESTA TERAPIA AI BAMBINI AFFIDATI ALLE MIE CURE.

Se vostro figlio ha una convulsione febbrile e il pediatra gli prescrive una terapia a lungo termine con ANTI-CONVULSIVI,  dovete decidere se accettarla o meno. So che può essere difficile discutere una terapia prescritta dal pediatra e che, se decidete di farlo, la sua risposta può essere brusca ed evasiva. Se è ciò che accade quando cercate di discutere una terapia con il vostro pediatra, non vale la pena di insistere: accettate la prescrizione e rivolgetevi poi a un altro medico per avere una seconda opinione su cui basarvi prima di decidere. Se a vostro figlio o a vostra figlia dovesse succedere di avere una convulsione febbrile, cercate di non farvi prendere dal panico. Mi rendo conto che si tratta di un consiglio più semplice da dare che da seguire, perché vedere il proprio figlio con le convulsioni può essere sconvolgente; tuttavia, cercate di calmarvi ricordando che LE CONVULSIONI NON COSTITUISCONO una MINACCIA PER la VITA del BAMBINO, NÈ LASCIANO ALCUNA CONSEGUENZA.   Potete, però, aiutarlo con alcune semplici precauzioni per evitargli di farsi male. Per prima cosa,  METTETELO SU UN FIANCO  per evitare che si soffochi con la saliva. Poi fate in modo che non sbatta la testa su oggetti duri o aguzzi mentre si dibatte. Assicuratevi che non abbia impedimenti respiratori durante l’attacco e mettetegli qualcosa di morbido ma solido (per esempio un guanto di pelle imbottito, ma non il vostro dito) tra i denti, per evitare che si morda la lingua. Poi, per vostra tranquillità, chiamate pure il medico e raccontategli l’accaduto. La maggior parte degli attacchi non dura che pochi minuti. È probabile che dopo l’attacco il bambino dorma ma, anche se ciò non avvenisse, NON DATEGLI DA BERE NÈ DA MANGIARE PER ALMENO UN’ORA, perché POTREBBE essere così intorpidito da SOFFOCARSI.

FEBBRE: la guida del dottor Mendelsohn

La febbre è un sintomo frequente nei bambini e non indica la presenza di una malattia grave a meno che non sia associata a mutamenti nell’aspetto e nel comportamento o sintomi più significativi, come difficoltà respiratoria o perdita di conoscenza. Il grado febbrile raggiunto non è spia della gravità dello stato di salute. Le febbri causate da infezioni non raggiungono livelli così elevati da provocare danni permanenti. La febbre non richiede solitamente l’intervento del medico. È la naturale difesa dell’organismo contro le infezioni ed è preferibile lasciarle fare il suo corso, senza intervenire con farmaci o altri trattamenti volti ad abbassarla.

Quando chiamare il medico

Se il vostro bambino a meno di due mesi di vita e la sua temperatura sale oltre 38 °C chiamato il medico. La febbre può segnalare un’infezione di origine prenatale o contratta durante il parto. La febbre nei neonati è un evento talmente raro che la prudenza e la vostra tranquillità suggeriscono una visita del pediatra, anche se potrebbe rivelarsi inutile. Per i bambini più grandicelli, la visita del medico non è necessaria se la febbre scompare entro tre giorni e se non è accompagnata da sintomi più significativi, come vomito, difficoltà respiratoria, tosse insistente per diversi giorni, o altri sintomi importanti normalmente non associati a un comune raffreddore. Chiamate il medico anche nel caso il vostro bambino mostri una continua svogliatezza, irritabilità, inattività o, comunque, appaia e si comporti come se fosse seriamente ammalato. Chiamato il medico, qualunque sia il grado di febbre, se il bambino vomita ripetutamente, manifesta difficoltà respiratorie o ha una febbre accompagnata da contrazioni spasmodiche o altri movimenti inconsueti, o da altri elementi allarmanti nel comportamento o nell’aspetto. Se avete motivo di ritenere che la causa della febbre sia diversa dall’infezione, per esempio in colpo di calore o un avvelenamento, portate immediatamente il bambino in un ospedale attrezzato per le emergenze. Se nella vostra zona non ve ne fossero, cercate aiuto medico dove è possibile.

Come alleviare il disagio del bambino

Se il bambino insieme alla febbre ha i brividi, evitate di coprirlo eccessivamente, otterreste il solo risultato di fargli salire la temperatura più velocemente. I brividi non devono spaventare: sono una normale risposta dell’organismo: non significa che il bambino abbia freddo, ma fanno parte del meccanismo di adattamento del corpo a una temperatura elevata.

incoraggiate il bambino febbricitante a riposare, ma non fatene un tram. Non c’è alcuna necessità di confinarlo a letto e nemmeno di tenerlo in casa se il tempo è ragionevolmente bello. L’aria fresca e un’attività moderata possono migliorare il suo stato generale, rendergli più semplice la convivenza con la malattia e, comunque, non lo faranno peggiorare.Tuttavia, cercate di evitare che si cimenti in intense competizione nel suo sport preferito.

IGNORATE IL VECCHIO DETTO <<mangiate con il raffreddore digiunate con la febbre>>. L’alimentazione è un punto importante per riprendersi da una malattia: nella misura in cui vostro figlio ne ha voglia, dovreste dargli da mangiare sia con il raffreddore sia con la febbre. Entrambe queste condizioni bruciano le riserve di proteine, grassi e carboidrati, che devono venire rimpiazzati.SE IL BAMBINO RIFIUTA IL CIBO, dategli LIQUIDI che diamo qualche apporto calorico (per esempio, SUCCHI DI FRUTTA).

La febbre e gli altri sintomi che generalmente vi si associano, provocano nel bambino una significativa perdita di liquidi. PER EVITARE la DISIDRATAZIONE,  assicuratevi che beva molto.  I SUCCHI di FRUTTA sono l’IDEALE, ma se non li vuole, quasi ogni altra bevanda può andare bene. L’ideale sarebbe riuscire a fargli bene UN QUARTO di LITRO di LIQUIDI OGNI ORA.

 

 

Dr. ROBERT S. MENDELSOHN (1926 – 1988).

Ha lavorato come PEDIATRA per più di 30 anni. Ha lavorato per più di 12 anni come Prof. associato nel Dipartimento di Pediatria, Medicina Preventiva e Salute Comunitaria alla facoltà di Medicina Abraham Lincoln dell’Università dell’Illinois; DOCENTE di PEDIATRIA per 12 anni alla facoltà di medicina della Northwestern University; DIRETTORE NAZIONALE del servizio di consulenza medica del Project Head Start; DIRETTORE MEDICO presso L’ Ospedale Americano Internazionale – Zion – dell’Illinois; EX PRESIDENTE DELA COMMISSIONE D’ESAME PER L’ESERCIZIO DELLLA MEDICINA nello stato dell’IlINOIS. 

AUTORE di TRE BEST SELLERS: 

Confessions of a Medical Heretic”; 

Male Practice: How Doctors Manipulate Women” 

Bambini sani senza medicinali” edito da RED. 

CO-AUTORE di Dissent in medicine, Conteporary Books, Chicago 1985. 

Ha creato una rivista The People’ s Doctor Newsletter.

 

IL TEOREMA del Dr. ROBERT MENDELSOHN

Grande medico statunitense Robert Mendelsohn, pediatra celebre che aveva in cura i bambini di presidenti e Vip americani e che non esitò ad inviare questo messaggio a tutte le mamme d’America.

Non sarà il caso di dare lo sfratto a questo tipo di medicina quanto mai arrogante, presuntuosa e pericolosa? A questo tipo di medicina interessata a tutto fuorché alla salute umana?

Il tuo bambino è sano? Non portarlo dal medico o dal pediatra: lo farebbero ammalare. Il tuo bambino è ammalato? Non portarlo dal medico o dal pediatra: lo farebbero aggravare. Sei già andata dal medico o dal pediatra? Allora prendi nota per filo e per segno dei loro pareri e delle loro istruzioni, e fai esattamente l’opposto. Solo così salverai la salute, l’integrità e la vita del tuo bambino!

Il  Dr. Robert S. Mendelsohn, ha scritto:

Abitudini e comportamenti talvolta ridicoli sono inculcati agli STUDENTI IN MEDICINA che finiscono i loro studi, con la TESTA così PIENA di SCEMENZE ISTITUZIONALIZZATE che NON resta molto posto per il BUON SENSO e la LOGICA”. –(Le bon guide de l’hygienisme N. 63 p. 14)