DATI ISTAT – Dr. STEFANO SCOGLIO – 1) Il dott Stefano Scoglio dimostra con tutti i DATI ISTAT che la mortalità del 2020 è inferiore al 2015 e 2017 By: G.Zibordi – 2) SINTESI: ISTAT, media nazionali e presunto aumento di mortalità al tempo del coronavirus – 3) ISTAT e media nazionali e le fake news dell’aumento di mortalità nazionale. Il Rapporto della mortalità 20-2/31-3 2020 dell’ISTAT.

Il dott Stefano Scoglio dimostra con tutti i DATI ISTAT che la mortalità del 2020 è inferiore al 2015 e 2017

By: G.Zibordi on Venerdì 15 Maggio 2020 10:59

Ricopio qui dalla pagina Facebook del dott Scoglio la versione breve del suo report sui numeri Istat che conferma in modo più dettagliato quello che scrivo da più di un mese e cioè che nel 2020 non si è verificata una mortalità eccessiva, perché ci sono stati anni come il 2015 e 2017 ad esempio in cui nel periodo invernale (dicembre-marzo o gennaio-aprile) i DECESSI sono stati MAGGIORI che nell’equivalente periodo del 2020 con il Covid.

L’ISTAT in un nuovo report del 4 maggio di cui hanno parlato tutti i media con titoli sul “+49% di morti nel marzo 2020”aveva risposto indirettamente alle critiche che IO e BECCHI avevamo sollevato sui social come Twitter e poi nel famoso articolo sul Sole24ore che il CdiRedazione dei giornalisti aveva chiesto al direttore Tamburini di rimuovere. Il risultato era stato che per giorni tutti i TG e i giornali hanno titolato su un aumento dei morti del 50%

 

ISTAT nel nuovo report del 4 maggio lungo 40 pagine e pieno di tabelle e numeri come in nessun altro report che abbia mai prodotto, indica delle percentuali di aumento della mortalità che NON corrispondono ai numeri della mortalità che l’Istat stessa pubblica (se li si vanno a cercare nascosti dentro i suoi report come ha fatto il dottor Scoglio).

Il TRUCCO è quello che usano in tanti anche in Economia…. usare le PERCENTUALI, ma NON indicare i NUMERI da cui le percentuali dovrebbero derivare. Sia nel mio caso che in quel dott. Scoglio invece, abbiamo cercato i NUMERI dei MORTI TOTALI in ITALIA nel PERIODO INVERNALE del 2020 per CONFRONTARLI con quelli dell’ANALOGO PERIODO degli ANNI PRECEDENTI. Questo è l’approccio corretto e che si usa per vedere la “mortalità eccessiva” stagionale.

Il PROBLEMA E’: nei mesi di GENNAIO-APRILE o DICEMBRE-MARZO, che sono i periodi che si calcolano per valutare l’incidenza della mortalità da influenza e polmonite stagionale, ci sono stati più morti o meno morti in presenza del virus del Covid degli anni precedenti?

QUANTI SIANO ATTRIBUIBILI al COVID è un altro problema e secondario perché in un 86ENNE con DUE PATOLOGIE GRAVI è DIFFICILE STABILIRE la CAUSA ULTIMA del DECESSO.

Se però il TOTALE dei MORTI QUEST’ANNO, nei MESI in cui colpiscono le POLMONITI STAGIONALI, è UGUALE o QUASI UGUALE a QUELLO degli ALTRI ANNI, allora ci si chiede PERCHE’ STIAMO DISTRUGGENDO 300 MILIARDI di PIL e provochiamo un CROLLO del 30% della PRODUZIONE INDUSTRIALE.

ISTAT produce 40 pagine di numeri che sono quasi tutti percentuali e FA APPARIRE “un +49% di MORTI” che poi tutti i GIORNALI mettono IN PRIMA PAGINA, ma se hai la pazienza di leggerle, EVITA DI INDICARE QUANTE PERSONE SONO DECEDUTE negli ANNI PRECEDENTI nel PERIODO delle POLMONITI INVERNALI che sarebbe il DATO BASE di PER CONFRONTARLO CON il TOTALE dei DECESSI QUESTO INVERNO.

Se sono 232 mila i decessi negli anni precedenti tra Dicembre e Marzo in media e 240mila quest’anno come ho stimato io, allora non c’è nessuna emergenza. Il dott. Scoglio usa il periodo Gennaio-Marzo qui di seguito e nel report PDF che ha messo sul suo sito che contiene tutti i numeri.. Quest’anno risulta allora, in base ai suoi calcoli che utilizzano i dati Istat, con 188 mila morti in 3 mesi nel 2020 è  leggermente superiore alla MEDIA degli equivalenti tre mesi degli anni precedenti, ma se si guarda alle SINGOLE ANNATE ci sono anni come il 2015 con 188MILA MORTI e 2017 con 192MILA MORTI che risultano PARI O LEGGERMENTE SUPERIORI ai DECESSI del 2020

 

Aggiungo che al dott. SCOGLIO è forse SFUGGITO il DETTAGLIO che addirittura ISTAT a PAGINA 25 SCRIVE che ha deciso di “NON DIFFONDERE il DATO di 1,038 COMUNI” perché avevano una MORTALITA’ PIU’ BASSA della MEDIA. Per cui in FRIULI e SICILIAche hanno MORTALITA’ PIU’ BASSA della MEDIA STORICA ISTATcome scrive lei stessa riporta i dati di un 72% dei COMUNI, mentre in LOMBARDIA per il 97%!!

 

Questo è un FATTO CLAMOROSO, perché ISTAT vuole indicare se la mortalità quest’anno è eccessiva rispetto agli altri anni ed ESCLUDE PIU’ DI 1,000 COMUNI SU 7,900 perché risultano avere mortalità bassa e dice che ” probabilmente in  questi comuni del Friuli sono lenti a riportare i morti” per cui li escludo…

In più, il CONFRONTO CORRETTO dovrebbe INCLUDERE anche DICEMBRE, come hanno fatto per la FRANCIA DIDIER RAOULT e per l’EUROPA intera MICHAEL LEVITT (vedi mio articolo precedente) E DATO CHE il mese di DICEMBRE QUEST’ANNO aveva MENO MORTI in tutta EUROPA della MEDIA, questo RIDUCE ancora la DIFFERENZA.

Se si tiene conto quindi anche del fatto che a) l’ISTAT HA ESCLUSO 1.035 COMUNI A BASSA MORTALITA’ e b) che si dovrebbe includere anche DICEMBRE, la DIFFERENZA tra i MORTI in QUESTA STAGIONE 2020 e QUELLI MEDI DELLE ALTRE E’ anche MINORE DI QUELLA CHE CALCOLA il dott. SCOGLIO E DIVENTA praticamente ZERO

 

Qui di seguito trovi la VERSIONE più SINTETICA del report dott. Stefano Scoglio

Come promesso, posto qui il mio documento breve sul Rapporto iSTAT relativo alla mortalità al tempo del corona virus. Chi fosse interessato ad approfondire, può scaricare il .pdf della versione più ampia, completa di tutti i calcoli: purtroppo FB non mi consente di allegarlo a questa nota; così lo posterò (spero entro oggi) nel mio gruppo Dr. Stefano Scoglio – Nutriterapia Primordiale, da dove potrete scaricarlo (se non siete membri, basta che chiediate di diventarlo).

 

ISTAT, MEDIA NAZIONALI E PRESUNTO AUMENTO DI MORTALITÀ AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Dr. Stefano Scoglio, Ph.D.

Quella che segue è la SINTESI di un più ampio lavoro di analisi del recente Rapporto, stilato congiuntamente da ISTAT e ISS, sull’aumento di mortalità nel periodo centrale della crisi corona virus, che potrete scaricare a parte.

Nel loro Rapporto, ISTAT e ISS fanno subito un’operazione scorretta: prima affermano che nel Marzo del 2020 c’è stato un aumento di morti del 49.4% rispetto alla media dei mesi di Marzo dei precedenti 5 anni (e questo è il numero che è finito su tutti i media), ma non forniscono nessun dato a supporto di tale affermazione (e vedremo che è “sbagliata”); poi cambiano immediatamente discorso e passano a trattare un periodo diverso, ovvero quello dal 20 Febbraio al 31 Marzo 2020, in rapporto allo stesso periodo negli anni precedenti, dando una serie di numeri molto difficili da verificare, perché ovviamente non esiste alcuno storico di dati riferito a tale anomalo periodo. Insomma, ISTAT/ISS si sono assicurati che i numeri dati fossero difficilmente verificabili, chissà perché.

– Il rapporto inizia dicendo che relativamente al periodo 20 Febbraio-31 Marzonel 2020 si sono avuti 90.946 morti contro i 65.592 morti come media dello stesso periodo nei 5 anni precedenti. Intanto, evitano accuratamente di dire che la differenza di quelle due cifre non da lo strombazzato 49.4% di differenza, ma una più ridotta differenza del 38.6%.

Ma la cosa più grave è che, quando sono andato a fare il calcolo effettivo, ricostruendo un periodo (20-2/31-3) che non è direttamente disponibile, ho scoperto che la media del periodo dei 5 anni precedenti non è 65.592, come asserito apoditticamente da ISTAT/ISS, ma 79.172 morti; e che dunque la differenza tra i morti del periodo suddetto di quest’anno e quelli dei 5 anni precedenti non è del + 38,6% ma di un ben più misero + 14%!

 

– E se si va a verificare non tanto la media (TRUCCO STATISTICO utilizzato per abbassare il termine di confronto), ma i singoli anni, si vede che ad esempio, nel 2015, nello stesso periodo ci furono 84,429 morti, e dunque la differenza a vantaggio del 2020 si riduce ad un ancora più minuscolo + 7%. NON CERTO UN NUMERO DA PANDEMIA, quindi inutile per chi vuole continuare a spargere panico!

 

Ma non finisce qui.

MARZO 2020 è stato un mese insolito, perché è stato il vero mese invernale, dato che quest’anno GENNAIO e FEBBRAIO sono stati PRIMAVERILI.Ecco perché a MARZO c’è stato un seppur minimo aumento di mortalità. Così, se andiamo a fare il confronto con lo stesso numero di giorni del periodo 20-2/31-3, ovvero 41 gg, ma dei periodi 1° GENNAIO – 10 FEBBRAIO (sempre 41 gg) degli ANNI 2019 e 2017, troviamo che nel 2019 ci sono stati 89.593 MORTI, numero molto vicino ai 90.946 del 20-2 /31-3 2020; e nel 2017 ben 96.417 MORTI ovvero un 6% di MORTI IN PIU’ DELLA presunta devastante PANDEMIA di QUEST’ANNO.

Di fatto c’è stato un mero spostamento di MORTALITA’ legato alla VARIAZIONE STAGIONALE (il MARZO INVERNALE di quest’anno), usato da governo, media, ISTAT e ISS per chiudere in modo folle l’intera economia e nazione. 

 

La cosa è confermata da altri numeri:

 Nel primo trimestre 2020 il numero dei MORTI è stato approssimativamente (perché ricostruito plausibilmente dal sottoscritto) di 188.684. Questo NUMERO è PERFETTAMENTE nella MEDIA degli ANNI PRECEDENTI, ed è sostanzialmente IDENTICO al numero di MORTI del 2015 (188.072), e addirittura INFERIORE al numero dei MORTI del PRIMO TRIMESTRE 2017 (192.045).

Il numero di MORTI del mese di MARZO 2020 in rapporto agli anni precedenti, ci dà anche la possibilità di verificare l’attendibilità di quel + 49.4% che E’ STATO POMPATO DA tutti i MEDIA.

Il numero di morti del MARZO 2020 è di circa 71.487; la media del numero dei morti dei mesi di MARZO 2015-2019 è di 58.531. La DIFFERENZA NON non è dunque del 49.4%, MA di un ben più modesto + 22%, MENO della META’.

Ma di nuovo, questo è possibile solo perché il confronto è fatto con la media, che se andiamo a vedere ALTRI SINGOLI MESI di MARZO, troviamo che nel 2015 ci sono stati 61.581 MORTI, e qui la differenza si riduce ad un mero 16%; e se di nuovo allarghiamo la prospettiva ad altri mesi invernali, troviamo il GENNAIO 2019 con 68.209 MORTI, poco meno di quelli del 2020, e il GENNAIO 2017, con 75.623 MORTI, addirittura UN 6% di MORTI IN PIU’ in più RISPETTO al MARZO 2020.

Di nuovo, NESSUNA PANDEMIA nel FEBBRAIO-MARZO 2020: eccetto quella mediatica che continua imperterrita tuttora; e forse quella IATROGENICA.

– Già, perché gran parte dei MORTI in eccesso nelle poche città più colpite, come BERGAMO o PESARO, dove ci sono stati forti aumenti di mortalità, sono dovute non al Covid-19 ma molto più probabilmente al protocollo stabilito dall’OMS, che ha allargato l’uso di una METODOLOGIA INVASIVA e MOLTO PERICOLOSA, l’INTUBAZIONE e VENTILAZIONE FORZATA normalmente riservata come ultima spiaggia in pazienti comatosi e in fin di vita, a tutti i soggetti anche con difficoltà respiratorie temporanee.

  • Questo è di nuovo CONFERMATO dai numeri ISTAT, se letti bene. Nella seconda parte del suo rapporto, ISTAT tratta l’insieme delle province italiane dividendole in 3 zone: Centro-Nord ad alta diffusione; Centro a media diffusione; Sud a bassa diffusione. L’incidenza dei MORTI con Covid-19 (dico “con”, perché NON C’E’ NESSUNA PROVA CHE IL VIRUS ABBIA UN NESSO CAUSALE con la PATOLOGIA) sul totale dei morti è: al Nord del 20,9%; nelle 35 province intermedie del 5.15%; nelle 34 a bassa diffusione del Sud, la percentuale di morti Covid-19 sul totale è di appena l’1.3%. Praticamente, al CENTRO-SUD la PRESUNTA PANDEMIA ha avuto EFFETTI pari a ZERO; al NORD avrebbe e CAUSATO la MORTE SOLO di 1 DECEDUTO SU 5. NUMERI che NON SONO NE’ da PANDEMIA NE’ da EPIDEMIA.E se guardiamo per esempio la provincia di BERGAMO, non c’è dubbio che il passaggio, nel periodo 20-2/31-3, dalla media dei 5 anni precedenti di 1180 morti ai 6.238 morti di quest’anno, è stato impressionante (+567%).

Ma se si guarda con attenzione, si vede che di questi 6.238 MORTI ne sono stati attribuiti al Covid-19 solo 2.346, mentre la stragrande maggioranza, quasi 4.000 (3.892) sono MORTI a CAUSA di ALTRI FATTORI (non specificati). Se consideriamo che gran parte dei MORTI ATTRIBUITI COVID-19 SONO nella STRAGRANDE MAGGIORANZA casi di INDIVIDUI con una MEDIA ETA’ di 80 ANNI e con GRAVI PATOLOGIE PREGRESSE, il numero di morti effettivi da Covid-19 è addirittura di molto inferiore. Ma anche così, è evidente che l’EPIDEMIA che avrebbe COLPITO alcune LIMITATE PARTI parti di QUESTO PAESE (il che di per sé RIVELA la NATURA NON CONTAGIOSA DELLA PATOLOGIA IA STESSA) NON E’ di ORIGINE VIRALE, ma si potrebbe definire, scherzando, “EPIDEMIA IDIOPATICA”, cioè DI CUI NON SI SA L’ORIGINE, dato che i 2/3 (e a TORINO addirittura i 9/10 e a PESARO i 4/5) dei MORTI sono classificati come MORTI SENZA CAUSA.

E “IDIOPATICO” è termine che spesso copre, appunto, EZIOLOGIE IATROGENICHE.

I NUMERI NON MENTO, almeno SE NON LI SI FANNO MENTIRE…

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ISTAT e media nazionali e le fake news dell’aumento di mortalità nazionale.
Il Rapporto della mortalità 20-2/31-3 2020 dell’ISTAT.

Dr. Stefano Scoglio, Ph.D.

Media importanti, nonché tutti i promotori del panico, stanno esaltando il nuovo dato ISTAT sulla mortalità nazionale nel periodo centrale della presunta pandemia, il mese di Marzo 2020 + un terzo di Febbraio 2020.

Prendiamo, ad esempio, La Repubblica:

 

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Anche se temperata dalla distinzione tra Nord e Sud, resta il dato di una mortalità nazionale, almeno così ci viene presentata, superiore al passato di quasi il 50%. E questo è il dato che tutti citano come la definitiva smentita di coloro, come il sottoscritto, che avanzano dubbi sulla realtà dei questa pandemia. Questo è il commento all’articolo di Repubblica di un mio amico “affermativista” professore universitario:

“Come era lecito e logico aspettarsi, l’impatto della COVID-19 si è purtroppo manifestato in modo significativo dimostrando, se ce n’era bisogno, che la pandemia NON è una fantasia; che dietro alla COVID-19 NON c’è un complotto mediatico, ma al più una cattiva informazione; che come per tutte le malattie altamente contagiose c’è il rischio concreto di ripresa… Ricordiamoci però di queste ovvietà perché se già adesso il fronte dei negazionisti sostiene che non c’era stato nessun incremento dei decessi correlabili alla pandemia, figuriamoci domani cosa si inventeranno quando potrebbe essere disponibile il vaccino!…Siccome sarà già difficile convivere con la crisi economica e sociale, per il futuro evitiamoci almeno il fardello delle fesserie!”

E insomma, la mia idea che la presunta pandemia sia solo presunta è ora dimostrata essere una mera fesseria, e questo sarebbe garantito dall’ISTAT. Siccome ho la presunzione di non essere fesso, e quando sento ISTAT o qualsiasi altra istituzione governativa I smell a rat (sento la puzza di topo, come dicono gli americani), ho voluto andare a controllare, e quello che segue è quello che ho trovato.

Il documento ISTAT parte con questa affermazione apodittica e senza possibilità di discussione:

”Considerando il mese di marzo si osserva a livello medio nazionale una crescita dei decessi per il complesso delle cause del 49,4%. Se si assume come riferimento il periodo che va dal primo decesso Covid-19 riportato al Sistema di Sorveglianza integrata (20 febbraio) fino al 31 marzo, i decessi passano da 65.592 (media periodo 2015-2019) a 90.946, nel 2020. L’eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54% è costituito dai morti diagnosticati Covid-19 (13.710).”

C’è subito da notare la precisazione che la mortalità si riferisce al “complesso delle cause” e non solo al corona virus, quindi già il numero del 49,4% non dovrebbe neppure essere riferito al Covid-19. Uno si aspetterebbe che l’ISTAT, oltre a dare la percentuale, dia anche i numeri specifici di questo aumento medio nazionale; e invece, butta lì questa statistica del mese di Marzo, senza nessun supporto numerico, e poi passa direttamente a trattare un diverso periodo, quello dal 20 febbraio al 31 Marzo,periodo che ha il grande vantaggio (per l’ISTAT e i media di regime; svantaggio per noi) di non poter essere confrontato direttamente, dato che non esistono per gli anni precedenti statistiche riferite a questo periodo. Già qui si subodora l’intenzione di ingigantire senza dare la possibilità di verificare.

Ora, l’ISTAT ci dice che dal 20 Febbraio al 31 Marzo i morti sono passati da una media degli anni 2015-2019 di 65.592 ai 90.946 morti dello stesso periodo del 2020. Questo rappresenta un aumento dei morti del 38.6%, non del 49,4%:

90.946 : 65.592 = 1.386 = + 38,6%

p. 2

E così, quando si passa a dare numeri, e non solo percentuali astratte,

siamo già scesi di quasi 11 punti.

 

Purtroppo, come ho detto, questo numero non è direttamente verificabile, perché le statistiche reperibili degli anni precedenti sono mensili, non relative ad un periodo di 1 mese + 1/3 d. Tuttavia, si può fare una verifica indiretta, affidabile anche se non esattamente precisa, cercando di ricostruire i dati ISTAT. Vediamo qui alcune tabelle ISTAT utilizzate per il confronto, partendo dal 2015 (http://demo.istat.it/bilmens2015gen/index.html) :

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I dati reali nel confronto 20-2 / 31-3 2020 con la media degli stessi periodi 2015-2019

Per verificare questo dato occorre prendere le statistiche delle morti degli anni precedenti anno per anno; prendere i mesi di Marzo (di cui il dato è disponibile); prendere i numeri di Febbraio 2015-2019, che sono disponibili, dividerli per 28 gg, e moltiplicare il risultato per i 10 gg che costituiscono il periodo 20-29 Febbraio 2020. In questo modo, avremo il dato, per ciascun anno precedente, dello stesso periodo calcolato dall’ISTAT/ISS, e che secondo loro darebbe una media di 65.592. I dati sono presi dal sito demo.istat.it, quindi sono i dati ufficiali dell’ISTAT stesso.

Media Marzo +1/3 Febbraio 2015-2019

2015 -: Marzo = 61.581 Febbraio = 61.177 : 28 x 10 = 21.848                                                   Marzo + 10 gg Febbraio 2015 = 61.581 + 21.848 = 83.429

2016 – Marzo – 56.401 Febbraio – 54.890 : 28 x 10 =19.603                                                      56.410 + 19.603 = 74.004

2017 – Marzo – 58.198 Febbraio – 58.224 : 28 x 10 =20.794                                                         58.198 +. 20.794 = 78.992

2018 – Marzo – 58.893 Febbraio – 56.783 : 28 x 10 =20.279 –                                                   58.893 + 20.279 = 79.172

2019 – Marzo – 57.882 Febbraio – 59.876 : 28 x 10 = 21.384                                                     57.882. +. 21.384 = 79.226

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83.429                                                                                                                                           74.004                                                                                                                                             78.992                                                                                                                                          79.172                                                                                                                                       79.226

394.823. : 5 = 78.964

Media Marzo + 10 gg di Febbraio 2015-2019

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Ohibò! ISTAT/ISS hanno sbagliato a fare i calcoli (a non voler pensare peggio), e il vero rapporto di eccesso mortalità del periodo 20-2 / 31-3 del 2020 rispetto alla media agli stessi periodi dei 5 anni precedenti è in realtà non + 38,6%, ma:

90.946 : 78.964 = 1.15. + 15%

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Un aumento sì, ma molto inferiore a quello strombazzato.

Che questo sia il conto esatto lo si evince anche da altri dati riportati nel Rapporto ISTAT/ISS. Quando ISTAT riporta i dati delle province italiane, divisi nei 3 gruppi “ad alta diffusione” (38 province), “a media diffusione (35 province) e “a bassa diffusione” (34 province), riporta anche le percentuali di morti Covid-19 sul totale dei morti del periodo 20-2/31-3 2020. Facendo gli opportuni calcoli, risulta che nelle 38 province del Nord più colpite, la percentuale di morti sul totale attribuite al Covid-19 è del 20,7%; nelle 35 province intermedie è del 5.15%; nelle 34 a bassa diffusione, la percentuale di morti Covid-19 sul totale è di appena l’1.38%.1

Qui notiamo subito come al Centro Sud, il Covid-19 ha avuto un impatto assolutamente irrisorio; e anche al Nord, quelle che sarebbe stato devastato dalla pandemia, solo 1 morto su 5 è stato attribuito al Covid-19.

Se facciamo la media delle percentuali, bilanciate per il diverso numero delle province, viene fuori che la media nazionale della percentuale di morti ex Covid-19 sul totale dei morti, è del 9.56%. In altre parole, in Italia, secondo lo stesso ISTAT, meno di 1 morto su 10 è attribuibile al Covid-1) (senza contare che in questo 9.56% ci sono anche almeno il 34%, e sicuramente molto di più, di morti con altre gravi patologie concomitanti).

Ora, se consideriamo che i morti da Covid-19 sono, secondo ISTAT, il 54% del totale dei morti in più, per trovare l’intero dei morti in più possiamo moltiplicare il dato di 9.56% x 1.46 (aggiungendo così il 46% di morti non Covid secondo ISTAT) = 13.95%; ovvero 14%, quasi uguale quel 15% che abbiamo riportato sopra come eccesso rispetto alla media dello stesso periodo degli anni scorsi. Siamo arrivati allo stesso risultato che abbiamo ottenuto andando a ricalcolare anno per anno, prendendo la percentuale di morti Covid-19 sul totale delle province preso dai dati ISTAT, 9.56%; e aggiungendo il 46% mancante al 54% di morti attribuiti al Covid-19. Così facendo, si ha che il tasso di aumento rispetto alla media degli anni scorsi è del 14%; e che il 14% del totale dei morti del periodo, 90.946, è di 12.732; se sottraiamo questo numero ai 90.946 otteniamo 79.777, un numero molto vicino a quello trovato da noi per altra via.

Pensate i poveri statistici ISTAT; sotto l’enorme pressione dei politici e dei loro consulenti scientifici, che devono giustificare la distruzione dell’intera economia nazionale, se fossero usciti affermando che l’aumento della mortalità del periodo già centrale della presunta pandemia, aveva provocato un aumento di morti del 14% rispetto alla media dei 5 anni precedenti. E che pandemia è con appena il 14% di morti in più rispetto alla media? Sotto una tale pressione, è facile sbagliare…

1 L’ISTAT da numeri generali leggermente diversi, ovvero: nelle 38 province ad alta intensità, il rapporto morti Covid/morti totali è del 24,6%; in quelle a media intensità è del 5,8%; in quella a bassa intensità è dell’1.8%. Io però ho voluto ricontrollare andando a fare la media di tutte le percentuali provincia per provincia, e il risultato è solo leggermente diverso: 20,7%; 5.15%; 1,38%.

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E a questo punto; ma se il confronto con la media mi da una differenza solo del 14-15%, allora è probabile che ci siano degli anni singoli in cui la differenza è addirittura minore. E infatti, se si va a confrontare i morti dello strano periodo 2020 con quelli dello stesso periodo 2015: 90.946 (morti 2020) : 83.429 (morti stesso periodo 2015) =1.09.Qui la differenza è di appena il 9%! Una pandemia talmente devastante che genera un aumento della mortalità del 9%!

A questo punto, mi sono chiesto: ma se confrontiamo il periodo di 41 gg (20 Febbraio-31Marzo) del 2020, con un qualsiasi altro periodo di 41 gg, il 2020 uscirebbe ancora con un numero di morti superiore? Se così non fosse, l’eccezionalità di questo periodo centrale della presunta pandemia del 2020 sarebbe del tutto cancellata.

Prendiamo ad esempio il periodo 1 Gennaio – 10 Febbraio (periodo di 41 gg) dei due anni 2019 e 2017.

2019 – Gennaio = 68.209 Febbraio = 59.876 : 28 x 10 = 21.384 68.209 +. 21.384. = 89.593

Nel 2019 ci sono stati dunque, in un periodo di 41 gg come il periodo scelto dall’ISTAT per il 2020, 89.593 morti, un numero di appena l’1.5% inferiore a quello del 2020.

2017 – Gennaio = 75.623 morti Febbraio = 58.224: 28 x 10 = 20.794 20.794 + 75.623 = 96.417

Nel 2017 ci sono stati dunque, in un periodo di 41 gg come il periodo scelto dall’ISTAT per il 2020, 96.417 morti, un numero superiore del 6% rispetto al numero ISTAT 2020.

Questo chiude la questione: il numero di morti del periodo centrale della crisi del 2020 è assolutamente normale, assolutamente nella media, e dunque non c’è stata nessuna pandemia.

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Il primo trimestre 2020: mortalità eccezionale?

L’ostinato pandemista potrebbe insistere, affermando che comunque, se si considera l’intero trimestre o invece il solo mese di Marzo, questa eccezionale mortalità sarebbe confermata. D’altra parte, l’ISTAT/ISS ci ha detto che, relativamente al solo mese di Marzo c’è stato un aumento del 49,4%, e questo è in effetti il numero più alto in assoluto, quello che ha fatto le prime pagine dei giornali.

Poiché ISTAST/ISS ci danno solo la percentuale senza nessun numero di supporto, e dunque senza nessuna possibilità di verifica diretta (e la mancanza di verificabilità fa del rapporto ISTAT/ISS un documento anti- scientifico), ci tocca continuare a ricostruire…

Noi abbiamo il numero relativo al periodo 20 Febbraio-31 Marzo: per avere il numero di morti specifici del solo Marzo 2020 dobbiamo sottrarre la quota dei 10 gg di Febbraio. Nel fare questa operazione, scopriremo anche i dati relativi a Febbraio e Gennaio 2020, e quindi il totale approssimativo del primo trimestre 2020.

Il Presidente ISTAT Blangiardo, in suo recente rapporto, scrive:

“Il brusco rialzo della mortalità dal mese di marzo, è peraltro avvenuto nel corso di un anno che era partito con ottime prospettive – il confronto del primo bimestre 2020 con lo stesso periodo del 2019 segnala, nei 5.069 Comuni di cui si è detto, una riduzione dell’8% tra il 1° gennaio e il 2 febbraio e del 9% tra il 3 e il 29 febbraio.”

I morti nel Gennaio e Febbraio 2019 furono, secondo dati ISTAT, rispettivamente 68.209 (e già qui avremmo un mese ancora più vicino al numero di morti del Marzo 2020) e 59.876. Per valutare il numero di morti del primo bimestre 2020 sulla base di questi dati del 2019, sommiamo i due numeri e poi applichiamo una riduzione media dell’8.5% (media di 8% e 9%), e otteniamo:

68.209 + 59.876 = 128.085
128.085 – 8.5% = 117.197
Questi sono i morti per il primo bimestre 2020.

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Per stabilire il numero specifico del mese di Marzo, dobbiamo togliere dalla cifra di 90.946, che si riferisce al periodo 20-2 / 31-3 2020, la quota relativa agli ultimi 10 gg del mese di Febbraio: dal numero di Febbraio, 59.876, detraiamo il 9%, dividiamo x i 29 gg di Febbraio, moltiplichiamo per 10 (gli ultimi 10 gg inclusi nel numero ISTAT riferito al periodo 20/2-31/3), e otteniamo :

59.876 – 9% = 54.487,16

54.487,16 : 28 x 10 = 19.459

19.459 é il numero dei morti nel periodo 20-29 Febbraio 2020. Sottraendo questo numero dal totale ISTAT di 90.946 per il periodo 20-2 /31-3, otteniamo: 90.946 – 19.459 = 71.487

Dunque, la cifra assai probabile di morti di Marzo 2020 è 71.487. Se aggiungiamo dunque questa cifra a quella dei morti del primo bimestre, abbiamo: 117.197 + 71.487 = 188.684

Dunque, il totale dei morti in Italia per il primo trimestre 2020 è pari a circa 188.684. E nello stesso periodo degli anni precedenti? Secondo dati ISTAT questi sono i numeri per i primi trimestri dei 5 anni precedenti:

2019 – 185.967                                                                                                                                         2018 – 184.991                                                                                                                              2017 – 192.045                                                                                                                                      2016 – 166.965                                                                                                                                   2015 – 188.072

Come si vede, il numero dei morti nei primi 3 mesi del 2020 è sostanzialmente identico a quello del 2015, ed è addirittura inferiore a quelli del primo trimestre 2017 ! Quindi, i morti del primo trimestre 2020 sono assolutamente entro le normali variazione annuali, non c’è nessuna mortalità pandemica!

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Marzo 2020 : mortalità eccezionale?

E il mese di Marzo 2020, il fulcro della “peggiore pandemia dalla seconda guerra mondiale”, presuntivamente sommerso da un numero di morti senza precedenti? La cifra, abbiamo visto, è di 71.487 circa, e questa dovrebbe essere la cifra che ISTAT/ISS ci hanno detto essere superiore del 49.4% rispetto alla media dei morti di Marzo dei 5 anni precedenti. Vediamo se è vero. Questi sono i morti dei mesi di Marzo dei 5 anni precedenti al 2020:

2015 –      61.581

2016 –      56.401

2017 –      58.198

2018 –      58.593 

2019 –      57.882

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292.655
Media mesi Marzo 2015-2019 = 292.655 : 5 = 58.531

Eccesso morti Marzo 2020 rispetto a media mesi Marzo 5 anni precedenti:

71.487 : 58.531 = 1.22       +22%

L’aumento rispetto alla media è quindi solo del 22%… meno della metà di quel 49,4% strombazzato da ISTAT/ISS e poi dai media! Che all’ISTAT ci siano tecnici che non sanno far di conto, e abbiano bisogno di un nuovo passaggio alle scuole elementari?

Ma la verità è che anche questo numero lo si può ottenere solo confrontando il numero di Marzo 2020 con la media dei mesi di Marzo dei 5 anni precedenti, perché si sa, la media da un risultato più basso, e così il numero di quest’anno può fare più bella figura (si fa per dire).

Ma se prendiamo ad esempio il numero dei morti del Marzo 2015, quando i morti furono 61.581, il rapporto scende a :

71.487 : 61.581 = 1.16       + 16%.

L’ostinato pandemista si attaccherebbe comunque a questo numero, affermando che il Mese di Marzo 2020 è stato il mese di Marzo con la più alta mortalità rispetto a tutti i mesi di Marzo precedenti. Vero, del 16%,

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percentuale non troppo dignitosa per la peggiore pandemia dell’ultimo secolo. Soprattutto, occorre considerare che il Marzo 2020 è stato un Marzo particolare, il vero mese invernale della stagione: Gennaio e la prima metà di Febbraio 2020 il clima è stato primaverile, e l’inverno è iniziato alla fine di Febbraio e per tutto Marzo. Quindi, ci sta che il Marzo di quest’anno, in confronto al Marzo degli anni scorsi, risulti avere più morti, sempre tra quegli anziani molto malati che in genere soccombono proprio nella stagione e influenzale. Ecco perché il confronto deve essere allargato a tutti i mesi invernali degli anni scorsi, altrimenti si rischia di spacciare un semplice cambiamento stagionale per una pandemia!

E infatti, per dimostrare che il numero dei morti del Marzo 2020 è assolutamente eccezionale e dunque potenzialmente pandemico, occorre che la sua mortalità sia di gran lunga superiore a qualsiasi altro mese, non solo a quelli di Marzo. E abbiamo già visto come nel Gennaio 2019, solo poco più di un anno fa, ci furono 68.209 morti: qui la differenza con il Marzo 2020 sarebbe solo di un + 4.8%, una quisquilia. E infine, nel Gennaio 2017 sono morte ben 75.623 persone!

Gennaio 2017 – 75.623 morti : Marzo 2020 – 71.487 morti = 1.057

Cioè, nel Gennaio 2017 c’è stato quasi il 6% di morti in più del Marzo 2020, ma nessuno si è sognato di parlare di pandemia e di chiudere l’intera nazione per mesi!

In altre parole, il Marzo 2020 ha avuto più morti dei mesi di Marzo degli anni precedenti solo perché quest’anno la stagione influenzale è stata molto tarda, con Gennaio e Febbraio caldi (e infatti con meno morti del solito), ed è avvenuta a Marzo, colpendo come sempre solo persone molto anziane e malate.

E’ quindi evidente che l’ISTAT, scegliendo un periodo sfasato nel confronto con gli anni precedenti, focalizzandosi solo su un mese, e spesso sbagliando i calcoli (?) o oscurando i numeri, ha chiaramente cercato di ingigantire una pandemia che, né nel calcolo dei primi 3 mesi né nella comparazione del Marzo 2020, di fatto non c’è.

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POCHI MORTI EX COVID-19, E SOLO AL NORD

A questo punto possiamo procedere a smantellare l’intero impianto del rapporto ISTAT/ISS, dove si scrive:

“L’eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54% è costituito dai morti diagnosticati Covid-19 (13.710).”

Abbiamo già visto come questi numeri siano falsati dal calcolo sbagliato sulla media degli anni 2015-2019, che è in realtà 79.172; con la differenza che si riduce a: 90.946- 79.172 = 11.774 morti in più nel periodo 20-2 / 31-3 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Solo il 54% di questi, dice ISTAT/ISS, è attribuibile al Covid-19, quindi : 6357 morti ex Covid-19 nel periodo clou della più terribile pandemia che si ricordi, lo 0,010% della popolazione italiana.

Ma non finisce qui. Aggiunge l’ISTAT:

“Nel 34,7% dei casi segnalati viene riportata almeno una co- morbidità (una tra: patologie cardiovascolari, patologie respiratorie, diabete, deficit immunitari, patologie metaboliche, patologie oncologiche, obesità, patologie renali o altre patologie croniche).“

A parte che non si capisce come si possa essere passati dal 97% di casi con gravi patologie concomitanti stabilito inizialmente dall’ISS, ad un assai minore 34% (cosa è successo nella seconda metà del periodo, sono morti solo giovani sani?), anche accettando il numero del 34% di gravi co- morbidità, occorrerebbe eliminare questo 34% dai casi certi di Covid-19, e così si scenderebbe al numero di 4.195 morti per Covid-19 nel più terribile periodo pandemico dal 20 febbraio al 31 Marzo; lo 0.0069% della popolazione italiana.

Stiamo ovviamente parlando di quisquiglie, visto che il numero medio dei morti per mese in Italia, nel periodo invernale, è di circa 60.000, e per il periodo in questione, che aggiunge un’ulteriore 1/3 di un mese, sarebbe addirittura di 80.000, di cui dunque solo poco più di 4.000 sarebbero dovuti al Covid-19. E questa sarebbe la pandemia?

C’è però un ulteriore aspetto che nega l’esistenza di una pandemia. Scrive ISTAT:

“Il 91% dell’eccesso di mortalità riscontrato a livello medio nazionale nel mese di marzo 2020 si concentra nelle aree ad alta diffusione dell’epidemia: 3.271 comuni, 37 province del Nord più Pesaro e Urbino…Se si considera il periodo dal 20 febbraio al 31

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marzo, i decessi sono passati da 26.218 a 49.351 (+ 23.133 ); poco più della metà di questo aumento (52%) è costituita dai morti riportati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 (12.156).”

Abbiamo mostrato sopra come si tratti di numeri chiaramente gonfiati. Qui ci viene detto che il 91% di queste morti è nelle 37 province del Nord + quella di Pesaro-Urbino. Il che significa che il vero numero di morti attribuibili al Covid-19 in queste 38 province sarebbe non 12.156, ma di appena 3.817 (4.195 x 91%).

Aggiunge ISTAT:

“Nelle aree a media diffusione dell’epidemia (1.778 comuni, 35 province prevalentemente del Centro-Nord) l’incremento dei decessi per il complesso delle cause nel periodo 20 febbraio-31 marzo è molto più contenuto, da 17.317 a 19.743 (2.426 in più rispetto alla media 2015-2019); il 47% è attribuibile ai morti risultati positivi al Covid- 19 (1.151).”

Quindi, nelle altre 35 province del Centro Nord ci sarebbero solo 1.151 morti per Corona virus. Anche qui, se correggessimo in base alla riduzione da + 25.354 a +11.680 casi in eccesso,, avremmo un numero di appena 529 morti! Che ulteriormente depurati del 34% di casi con gravi patologie concomitanti, darebbe soltanto 349 morti da Covid-19!

E infine,

“…nelle aree a bassa diffusione (1.817 comuni, 34 province per lo più del Centro e del Mezzogiorno) i decessi del mese di marzo 2020 sono mediamente inferiori dell’1,8% alla media del quinquennio precedente.”

Nell’ultimo terzo delle province, addirittura i morti del Marzo di quest’anno sono diminuiti, anche se solo dell’1.8% (e anche qui un’ulteriore scorrettezza metodologica: le analisi dei due gruppi di province precedenti si riferiscono al periodo 20-2 / 31-3; mentre questa sulle province del Sud si riferisce al solo mese di Marzo).

E siccome questo dato, andando contro la narrazione della terribile pandemia, non interessa all’ISTAT, anzi va minimizzato, anche qui l’ISTAT non ci dice a che numeri corrisponde quella percentuale del -1.8%.

Quindi, ci sarebbe stato un aumento di morti, 3.817, al Nord; di 349 morti nel Centro-Nord; e addirittura una riduzione dell’1.8% al Sud. Quale che sia il numero reale di questo 1,8%, è sicuramente tale da più che

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compensare il numero del Centro-Nord, che quindi viene annullato dalla conta dell’eccesso di morti.

Ne risulta, secondo i dati ISTAT opportunamente rielaborati, che ci sono stati solo 3.817 morti per Covid-19 in Italia (secondo me neppure quelli), e praticamente tutti al Nord, mentre nei 2/3 d’Italia NON È SUCCESSO NIENTE!!! Qualcuno mi deve spiegare come fa ad essere pandemia quando i 2/3 di un paese sono completamente indenni da qualsiasi vero contagio (i contagiati non sintomatici non contano, sono un’invenzione fondata su un test-tampone completamente inaffidabile). E soprattutto qualcuno dovrebbe spiegare la ragione del chiudere un’intera nazione per mesi per poche migliaia di morti e tutti concentrati solo in 1/3 della nazione stessa.

La verità è che, anche ammettendo che i numeri ISTAT sul periodo da loro presentato siano reali (e non lo sono), avremmo 12.156 morti (che andrebbe almeno depurato del 34% di morti con altre gravi patologie concomitanti; ma tant’è). Si tratta di un numero eccezionale? Se rapportiamo il numero dei morti dei 41 gg di 20-2 /31-3 2020 su un periodo di 3 mesi (90 gg) otteniamo:

12.156 : 41 gg x 90 gg = 26.676

Per l’ISTAT ci sarebbero stati, nel primo trimestre di quest’anno circa 26.676 morti causati dal Covid-19. Abbiamo visto che non è vero, ma anche se lo fosse, si tratterebbe di un numero eccezionale?

 

Scrive l’epidemiologo Stefano Petti, docente alla Sapienza:

“L’andamento della mortalità italiana non è per nulla regolare, segue picchi periodici – mai chiariti peraltro – a distanza di circa 2-4 anni. Ad esempio nell’inverno del 2015, da gennaio a marzo, si verificarono 217.000 morti premature in Europa tra gli ultra65enni e soltanto 9.000 distribuite nelle altre fasce di età, solo parzialmente attribuite all’influenza. L’Italia, quell’anno, pagò il prezzo più alto: 45.000 decessi in soli tre mesi (Michelozzi et al, 2016).”

Quindi, nel 2015 per patologie respiratorie morirono ben 45.000 in eccesso nei tre mesi da Gennaio a Marzo, ovvero quasi il doppio di quelle attribuite oggi al Covid-19 (26.676) da ISTAT/ISS. Un’ulteriore prova che la mortalità di quest’anno, inclusa quella attribuita al Covid-19, è assolutamente entro i normali livelli variazione periodica.

Insomma, da qualsiasi punto di vista la si guardi, la pandemia non esiste. Come dimostra anche la tabella elaborata dal Pedante su dati ISTAT, che riporta una diminuzione dei morti nel periodo 1 Gennaio-15 Aprile 2020 del 5,86% rispetto alla media dello stesso periodo dei 5 anni precedenti:

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LE STRANE MORTI NELLE CITTÀ + COLPITE

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Dal documenti ISTAT emerge un’altro dato interessante, che dovrebbe stimolare una maggiore ricerca specifica, e che solleva non poche domande a cui le autorità, sia sanitarie che politiche, dovrebbero rispondere. Quando ISTAT si occupa delle singole città più colpite, questo è quello che emerge:

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Guardiamo bene: a Bergamo ci sarebbe stato un aumento della mortalità del 567%, un numero enorme. In termini concreti, si è passati da 1.180 morti (media dei mesi di Marzo dei 5 anni precedenti), ai 6.238 morti del Marzo 2020: una salto eccezionale (anche se limitato ad una sola città). Ma se andiamo a guardare meglio, vediamo che di queste 6.238 morti solo 2.346 sono attribuiti al Covid-19, il che significa che la stragrande maggioranza dei morti, quasi 4 mila, i 2/3, sono dovuti ad altro! La maggioranza del problema dell’eccesso di morti è dunque dovuto ad altro dal Covid-19, e in misura ingente. Gli aumenti di mortalità effettivi sarebbero i seguenti:

2346 : 1180 = 1.98 Aumento morti per Covid-19 = 198% (+98%)

3892 : 1180 = 3.29 Aumento morti NON x Covid-19 = 329% (+229%)

Il vero problema della mortalità italiana di questi mesi di presunta pandemia appare alla grande essere altro che il Covid-19!

E non è un caso isolato, la stessa cosa accade anche nelle altre città colpite:

A Brescia solo 1574 morti sono con Covid-19 su 4.450 morti totali:

1574 : 1385 = 1.13 Aumento morti x Covid-19 = 113% (+ 13%)

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2876 : 1385 = 2.07 Aumento morti NON x Covid-19 = 207% (+ 107%)

A Cremona 687 morti con Covid-19 su 1999 morti totali:

687 : 496 = 1.38 Aumento morti x Covid-19 = + 138% (+38%) 1312 : 496 = 2.64 Aumento morti NON x Covid-19 = + 264% (+164%)

Qui i morti per Covid-19 sono solo la metà circa dei morti in eccesso per altre e misteriose cause!

Passiamo ad un altra schermata dei dati ISTAT :

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Vediamo Torino, con 403 morti x Covid su un 3469 morti :
403 : 2803 = 0.14 Rapporto morti x Covid-19 = 14% (- 86%) 3066 : 2803 = 1.09 Aumento morti x NON Covid-19 = 109% (+ 9%)

Qui addirittura i morti per Covid-19 2020 sono l’86% in meno dei morti del quinquennio precedente; mentre il rapporto tra morti x Covid-19 e morti di altre e misteriose cause è non più 1:2, come in precedenza, ma addirittura 1:10!

Credo che il punto sia ormai più che chiaro. Concludo rientrando nella mia terra, la provincia di Pesaro-Urbino, e in particolare Urbino, dove sono nato e cresciuto.

Nella provincia di Pesaro-Urbino, su 912 morti, il doppio della media degli anni precedenti (454), solo 157 sono con Covid-19:

157 : 454 = 0.34 Rapporto morti x Covid-19 = 34% ( – 66%) 755 : 454 = 1.66 Aumento morti NON x Covid-19 = 166% (+ 66%)

 

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Qui a Pesaro-Urbino, se fosse stato solo per il Covid-19, ci sarebbe stata una riduzione del morti del 66%; ed è solo per il 166% dei morti NON per Covid-19 (755 morti) che c’è un raddoppio del totale dei morti. Mentre il rapporto tra morti ex Covid-19 e morti di altro è di 1: 5!

Qualcuno dovrebbe spiegare come mai ci sono stati tanti più morti, in un ridotto numero di alcune ben delimitate zone, e se ciò non sia dovuto a fattori iatrogenici, e qui ne citiamo alcuni:

a) Perlaprimasettimana-10ggdellacrisiCovid-19,l’AIFAhaautorizzati e promosso l’uso per via endovenosa dell’interferone, farmaco nel cui bugiardino è chiaramente indicato il carattere potenzialmente letale dell’iniezione endovenosa anziché intra-muscolare. Solo dopo rapporti di individui sottoposti al trattamento che morivano come mosche, l’AIFA ha ritirato la raccomandazione/autorizzazione.

  1. b)  La terapia, poi fortunatamente abbandonata da molti medici perché rivelatasi sbagliata, che prevedeva l’uso di una metodologia estremamente invasiva e pericolosa come la ventilazione forzata via intubazione, pratica che normalmente si applica solo a persone in fin di vita e comatose.
  2. c)  Le condizioni normalmente pericolose degli ospedali stessi, dove negli anni recenti ci sono stati mediamente 49.000 morti l’anno per infezioni ospedaliere.
  3. d)  Infine, last but not least, il fatto che le zone più colpite da un eccesso di morti siano anche quelle a maggior tasso vaccinale: a Bergamo e Brescia, nel periodo antecedente (e in realtà concomitante, dato che l’epidemia di polmoniti interstiziali era già iniziata ad Ottobre 2019,

come riportato da medici della zona

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/a-bergamo-il-giallo-dei- focolai) la crisi, c’è stata una massiccia campagna vaccinale, specie sugli anziani, e ci sono state 185.000 vaccinazioni anti-influenzali, e circa 80.000 anti-meningococco.

E a chiusura e definitiva prova dell’inesistenza della pandemia, torno alla mia città di Urbino, inserita nella zona ad alta diffusione della pandemia, essendo la provincia di Pesaro-Urbino l’unica del Centro che si aggiunge alle 37 ad alta mortalità del Nord. Ebbene sapete qual’è stato il rapporto di morti a Urbino nel 2020 rispetto al 2019?

Morti primo trimestre (1 Gennaio- 4 Aprile): 2020 – 58
2019 – 70

Ovvero c’è stata una significativa riduzione del numero dei morti.

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POST-SCRIPT – Risposte ad alcune obiezioni

Nonostante migliaia di condivisioni, ci sono state solo poche obiezioni, e tutte sommato marginali, a parte un paio di piccole ma utili correzioni su un paio di piccoli errori nei numeri (che in questa versione sono stati corretti): discutiamo le due principali:

  1. a)  “ma occorre valutare l’impatto del lockdown nella riduzione del numero dei morti” : in realtà, il lockdown è iniziato l’11 Marzo 2020, ovvero già 21 giorni dopo l’inizio del periodo preso in considerazione (20 Febbraio 2020). Inoltre, secondo la vulgata dominante, il virus avrebbe un tempo di incubazione di 14 gg., quindi gli effetti del lockdown non si sarebbero visti prima di due settimane dal suo inizio, ovvero non prima del 25 Marzo, ovvero quasi al termine del periodo preso in considerazione dall’ISTAT (20 Febbraio – 31 Marzo 2020). Così, i primi casi di presenza del virus in Italia sono riportati attorno al 6 Febbraio 2020, e i morti iniziano il 20 Febbraio, 14 gg dopo. Allo stesso modo, nelle due settimane successive all’inizio del lockdown dovevano esserci ancora i morti dei contagi avvenuti fino al 10 Marzo 2020. In altre parole, se il lockdown ha inciso (e anche questo è dubbio, visto che non c’è stata alcuna differenza di mortalità tra Italia e paesi che non hanno fatto il lockdown), avrebbe inciso solo per 5-6 giorni su 41, ovvero al massimo per un 12%, percentuale molto probabilmente più che compensata dall’aumento di morti dovuti al lockdown (suicidi, violenze e incidenti domestici).
  2. b)  “Ma tutti i medici che sono morti per Covid-19?”. Quella della morte dei medici in prima linea è in effetti uno dei temi basilari della narrativa epidemiologica: senza una abbondante morte di medici in prima linea contro la pandemia, che pandemia sarebbe? E in effetti, la narrazione OMS e mediatica ha sempre sottolineato la morte dei medici. Nel periodo considerato sono stati riportati circa 90 medici morti, e questo è stato spinto dai media come un dato di morti eccezionali. La verità è che, facendo la proporzione del numero di medici in rapporto alla popolazione generale, e parametrando tale proporzione al numero di morti, si ha che in Italia muoiono mensilmente circa 325 medici; quindi, 90 medici morti nel periodo considerato dall’ISTAT è pienamente entro la normalità. Senza considerare che gran parte di questi medici riportati

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tra i morti, erano medici spesso in pensione e in età molto avanzata. Il Presidente dell’Ordine dei Medici, in un’intervista in cui gli si contestava che nella lista dei morti pubblicata sul loro sito c’erano tutti i tipi di morti e non solo quelli da Covid-19, rispose che in effetti loro volevano solo onorare tutti i loro morti, e non solo quelli da Covid-19. Si, si, come no…

c) Da ultimo, un’obiezione di tipo statistico che mi ha dato qualche grattacapo: “ma i dati del 2020 si riferiscono solo all’86% della

popolazione, mentre quelli degli anni passati al 100%!”. A parte il fatto che per poter fare questa contestazione occorre avere la certezza che i dati degli anni precedenti si riferiscano al 100%, cosa non certa dato che sono riportati come “provvisori” dallo stesso ISTAT. Ma la vera questione è perché l’ISTAT riporta dati solo sull’86% della popolazione. Al termine del suo rapporto, l’ISTAT chiarisce perché ha dato i numeri relativi solo a 6.866 comuni, pari all’87% del totale dei 7.904 comuni italiani, e pari all’86% della popolazione italiana. I 1.038 comuni mancanti sono stati esclusi non perché non c’erano dati, ma perché in quei comuni la mortalità nel periodo del 2020 era diminuita in modo notevole rispetto agli anni precedenti! Scrive l’ISTAT:

“Alla luce di queste analisi l’Istat ha valutato di non diffondere i dati per 1.038 comuni per i quali il decremento registrato nel 2020 è probabilmente da attribuire ad un non completo o non tempestivo flusso delle notifiche dei dati da parte del Comune al sistema ANPR o all’Istat.”

Quindi l’ISTAT ha eliminato tutti i Comuni in cui c’era stata una riduzione notevole della mortalità, con la scusa che dovevano essere incompleti! Cioè, se non sono come diciamo noi, i dati devono essere sbagliati!

Perciò, i dati calcolati sull’86% della popolazione sono molto più favorevoli all’ipotesi di un aumento della mortalità nel periodo del 2020 rispetto alla verità delle cose, che avesse incluso tutti i comuni italiani. Da questo punto di vista, la mia analisi del rapporto ISTAT è addirittura anche troppo “buona”, e resta dunque confermata la sostanza del mio argomento.

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