Calcio, Calciatori e Farmaci

GIANLUCA VIALLI aveva ammesso l’uso massiccio di VOLTAREN che assumeva senza particolare bisogno PRIMA delle PARTITE, allo scopo di sentirsi più tranquillo.

“Nove volte su dieci non avevo problemi particolari, lo prendevo così, per un fatto psicologico. Il MEDICO era d’ACCORDO”.

Come tanti altri, prima delle partite, faceva PUNTURE INTRAMUSCOLO intramuscolo di SAMIR, un ANTIDEPRESSIVO, e di ESAFOSFINA, CONTRO l’ETILISMO e l’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA. I suoi MUSCOLI subirono un INCREMENTO IMPRESSIONANTE nel giro di pochi mesi, questo lascia pensare che quelli sopra nominati non fossero i soli FARMACI che Gianluca assumeva abitualmente. Nel corso di un indagine furono rinvenuti 281 FARMACI diversi in casa JUVE.

Praticamente un PICCOLO OSPEDALE.

Un OSPEDALE dove si curavano RAGAZZI SANI, magari un po’ ignoranti o superficiali, che si fidavano e PIGLIAVANO di TUTTO.

BIRINDELLI: «Facevo delle FLEBO con un prodotto di cui non ricordo il nome…».

TACCHINARDI: «Prendevamo delle PASTIGLIE in un sacchetto. A volte mi capitava di mandarle giù tutte insieme. Erano pastiglie di colore e dimensioni diverse…».

PESSOTTO: «Io mi sentivo un pò STANCO e chiedevo, parlando col dottore, che mi facesse queste FLEBO…».

Questa non vuole essere una critica a VIALLI che era e resta un grande campione e una persona perbene.

Non vuole essere neppure una critica alla JUVE perché, probabilmente ogni squadra avrà avuto e avrà la sua brava farmacia.

Deve essere, però, un motivo di riflessione e di esame di coscienza.

È inutile celebrare con maratone televisive e con inchiostro ipocrita sui giornali un uomo che ci lascia a soli 58 ANNI e che lascia madre, moglie e due figlie.

Sarebbe molto meglio che quell’uomo non si fosse ammalato mai.

Zdeněk ZEMAN, allenatore di calcio, provò a lanciare un allarme e a scoperchiare il vaso.

Fu ATTACCATO DA TUTTI, anche dallo stesso VIALLI che lo definì un terrorista che non merita di stare nell’ambiente.

Forse, se quel terrorista non fosse stato crocifisso, come spesso accade in Italia a chi dice la verità, adesso, GIANLUCA VIALLI, sarebbe ancora qui.