Reazione di Maillard
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Questa voce o sezione sugli argomenti processi chimici e chimica degli alimenti non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti. |
Per reazione di Maillard si intende una serie complessa di fenomeni che avviene a seguito dell’interazione di zuccheri e proteine durante la cottura. I composti che si formano con queste trasformazioni sono bruni e dal caratteristico odore di crosta di pane appena sfornato. Le reazioni sono piuttosto complesse ed eterogenee ma attraverso la formazione di un intermedio (composto di Amadori) si formano diverse sostanze quali le melanoidine dall’odore e dal colore caratteristico. La reazione deve il suo nome a Louis Camille Maillard (1878-1936), il chimico francese che la studiò per la prima volta.
Indice
Spesso è grazie a questi composti che preferiamo un prodotto da forno piuttosto che un altro: siamo attratti dal colore marrone bruno, ma non tanto dal giallino/bianco che interpretiamo come non abbastanza cotto o dal marrone molto scuro/nero che interpretiamo come bruciato. Come spesso accade nel mondo delle tecnologie alimentari, è il binomio tempo e temperatura a condizionare maggiormente l’aspetto e il gusto del prodotto. Questa reazione può essere desiderata in certi alimenti come appunto il pane, ma potrebbe essere ottenuta anche in alimenti in cui non è desiderata, come nel caso del latte. In quest’ultimo caso è riconoscibile dal tipico odore di cotto.
In campo cosmetico la reazione di Maillard è sfruttata dagli autoabbronzanti o prolungatori di abbronzatura di origine sintetica, come diidrossiacetone (DHA), gliceraldeideed eritrulosio. Queste sono di per sé sostanze incolori e reagiscono con gli amminoacidi della cheratina generando imbrunimento, che poi è l’effetto desiderato. Dove c’è maggiore concentrazione di cheratina danno colorazione più scura.
La reazione può essere suddivisa in tre fasi principali.
È caratterizzata dalla reazione del carbonio carbonilico di uno zucchero riducente con un gruppo amminico di un amminoacido N-terminale di una proteina, con la conseguente formazione di una glicosilammina (immina glucosilica). Questa successivamente subisce un riarrangiamento dei doppi legami che porta alla formazione di un composto di Amadori o di Heyns a seconda che lo zucchero sia rispettivamente un aldoso o un chetoso. Il riarrangiamento di Amadori-Heyns è catalizzato dagli acidi. Data la stabilità di questi intermedi, in alcuni prodotti fra cui il latte sterilizzato, essi possono rappresentare i prodotti terminali della reazione di Maillard. Dal punto di vista delle caratteristiche sensoriali, in questa fase non si ha la formazione di composti colorati o profumati. Tuttavia la disponibilità di amminoacidi essenziali come la lisinarisulta già compromessa.
In questa fase si possono avere un gran numero di reazioni che sono influenzate da fattori come la temperatura e il pH. Le reazioni sono difficili da studiare e descrivere, tuttavia si distinguono alcuni percorsi principali che sono:
1) formazione di composti dicarbonilici: i composti di Amadori possono enolizzare formando composti alfa-dicarbonilici, i quali a loro volta possono ciclizzare (in condizioni di basse temperature e pH acido, è favorita la disidratazione e la formazione di composti eterociclici come le aldeidi cicliche derivate dal pirrolo e del furano, furfurolo e idrossimetilfurfurolo); scindersi (reazione tipica della forma 2,3 dicarbonilica, ad alte temperature e in ambiente meno acido si formano composti carbonilici e dicarbonilici a basso peso molecolare come l’aldeide piruvica); oppure possono reagire con altri composti come gli amminoacidi liberi – degradazione di Strecker – formando CO2, aldeidi caratteristiche e alfa-amminocarbonili particolarmente reattivi che possono reagire producendo per esempio pirazine per condensazione. Da questi processi si ottengono i composti responsabili dell’aroma degli alimenti cotti. Questi composti sono semplici come: ammoniaca e acido solfidrico; e composti più complessi come quelli eterociclici (derivati pirimidinici, ossazolo, tiazolici, pirazinici).
2) disidratazione drastica di vari composti della prima fase.
3) scissione di vari composti formatisi nella prima fase, la reazione è favorita dalle alte temperature e produce composti carbonilici e dicarbonilici a basso numero di atomi di carbonio come l’aldeide glicerica e piruvica.
In questa fase, l’ultima, si ha il più alto grado di imbrunimento possibile per l’alimento. Si formano a questo stadio le melanoidine, sostanze colorate in giallo-bruno, a contenuto di azoto variabile poiché possono derivare da composti diversi, ad alto peso molecolare ed insolubili. A questa fase si giunge dopo che le molte specie a basso peso formatesi nelle due fasi precedenti reagiscono tra loro, ad esempio per condensazione di aldeidi e chetoni. Le melanoidine sono responsabili del colore bruno della crosta dei prodotti da forno e delle striature della carne ai ferri. Se la temperatura è troppo elevata si formano sostanze nocivecome l’acrilammide e l’idrossimetilfurfurale.
La reazione è influenzata:
- dalla natura e dalla concentrazione dei reagenti;
- dal pH: valori basici di pH favoriscono la reazione, la reazione è più veloce per pH leggermente superiori a 7;
- dalla temperatura: influisce ovviamente sulla velocità di reazione. Inoltre, e soprattutto, la reazione avviene per temperature superiori ai 140 °C.[1] Attenzione poi a non superare i 180 °C per evitare di bruciacchiare le vivande, in quanto superando i 200 °C circa, cominciano a formarsi i benzopireni, composti di colorazione scura (tendente al nero) e di gusto amaro, ritenuti cancerogeni.
- ^ Maria Luisa Chiofalo, La Fisica di Tutti i Giorni, Università di Pisa (PDF), su dm.unipi.it. URL consultato il 25 febbraio 2010(archiviato dall’url originale il 15 ottobre 2013).
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Reazione di Maillard
- Dal Blog La scienza in cucina di “Le Scienze”, su bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it.
- (EN) [1] Sito ufficiale dell’International Maillard Reaction Society
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Avete presente quella bella crosta dorata del pane appena sfornato o la succulenta crosticina di un buon pezzo di carne alla griglia? Tutto ciò, e molto altro in cucina, è merito della reazione di Maillard!!
Questo processo prende il nome dal suo scopritore, il signor Louis Camille Maillard, che non aveva assolutamente nulla a che fare con la chimica e tanto meno con la cucina; quest’uomo era un medico e si occupava di studiare gli aminoacidi (le unità strutturali di base costituenti le proteine) e di come interagiscono con gli zuccheri presenti all’interno delle cellule. E’ proprio attraverso questa reazione chimica che si generano una serie di molecole odorose, ma sfortunatamente non sono ancora noti tutti i dettagli alla base di questa reazione soprattutto perché dipende fortemente dal tipo di zuccheri coinvolti e dalla temperatura a cui la reazione si sviluppa.
La cosa meravigliosa è che questa grande variabilità può essere sapientemente sfruttata in cucina per ottenere piatti con gusti diversi tra loro, anche se il colore delle pietanze sarà in ogni caso tendente al bruno.
Vediamo adesso di entrare più nel merito della questione affrontando l’argomento dal punto di vista di un chimico.
Iniziamo col dire che la reazione fu osservata per la prima volta nel 1912 dal dott. Maillard, ma la descrizione completa dei processi che governano l’imbrunimento enzimatico degli alimenti fu descritta esaurientemente solo negli anni 50 grazie al chimico americano John Hodge che schematizzò la reazione dividendola in 3 fasi:
1- Formazione del prodotto di Amadori (nessuna colorazione e nessun aroma).
Le sostanze che partecipano a queste reazioni sono i gruppi carbossilici dei gruppi riducenti e i gruppi amminici liberi delle proteine.
La base di Shiff subisce un riarrangiamento dei doppi legami che porta alla formazione del composto di Amadori.
I composti di Amadori, 1-amino-1-desossi-2-chetosi N sostituiti, isomerizzano anche nella forma 2,3-enediolo (riduttone).
I 2,3-enodioli o riduttoni sono fortemente riducenti e la loro presenza può costituire una barriera contro l’ossidazione di altri componenti all’interno dell’alimento; in seguito alla cottura molti cibi risultano più stabili nel tempo, non solo dal punto di vista microbiologico, ma anche per quanto riguarda composizione e caratteristiche organolettiche.
2- Una delle classi più importanti di aromi deriva dall’interazione, a elevate temperature, tra i composti dicarbonilici e aminoacidici, attraverso la degradazione di Strecker; dopo il riarrangiamento lo scheletro dell’amminoacido si allontana sottoforma di un’aldeide volatile. I 2 frammenti provenienti da zuccheri (non necessariamente identici) condensano e il prodotto viene prontamente ossidato dando origine ad una pirazina sostituita.
3- In quest’ultima fase si ha il più alto grado di imbrunimento delle sostanze proprio perché è qui che si formano le melanoidine, sostanze colorate giallo-bruno, ad alto peso molecolare e insolubili. A questa fase si giunge dopo che molte specie a basso peso molecolare formatisi nelle due fasi precedenti reagiscono tra loro.
Sono proprio questi composti i responsabili del colore della crosta del pane e delle striature caratteristiche della carne alla piastra!!
Ma vediamo ora a livello pratico da cosa dipende la reazione di Maillard:
– affinché avvenga rapidamente e correttamente è necessario tenere d’occhio la temperatura che deve essere mantenuta necessariamente alta, compresa tra i 140°C e 180°C. Ciò non esclude che la reazione avvenga anche a temperature minori, ma il tempo che impiegherà per svilupparsi sarà sicuramente maggiore.
Dott. Maillard |
– solo gli zuccheri chiamati riducenti (ovvero qualsiasi zucchero che in soluzione esiste in una forma a catena aperta con un gruppo aldeidico) reagiscono con le proteine e sfortunatamente il saccarosio non è tra questi; in tal caso bisogna ricorrere a dei vecchi espedienti, per esempio aggiungendo alle pietanze un composto acido come può essere del vino, del succo di limone, capaci di scindere il saccarosio, che è un disaccaride, in glucosio e fruttosio, monosaccaridi assolutamente adatti a portare avanti questa reazione.
– il pH influenza tantissimo la cinetica della reazione, ovvero la sua velocità: a pH acido (minore di 7) la reazione è rallentata, ma a pH basico (maggiore di 7) la reazione è velocizzata. Considerando che gran parte degli alimenti ha carattere acido, un accorgimento che si può usare è aggiungere una punta di bicarbonato che sicuramente ci aiuterà a risparmiare tempo.
– la presenza dell’acqua è importante affinché la reazione avvenga più velocemente, ma troppa potrebbe avere effetto opposto.
Tutto quanto detto finora è valido sia per alimenti di origine animale, quali le carni, ed in modo particolare le carni rosse che sono più ricche di zuccheri rispetto a quelle bianche, ma anche per alimenti di origine vegetale e tra questi ad esempio sia i peperoni che le cipolle sono degli ottimi candidati per esemplificare la reazione di Maillard; non sono da meno il latte, i prodotti da forno, i fritti…insomma possiamo spingerci e oltre e dire che questa è la reazione chimica più importante in cucina!
A livello nutrizionale questo processo comporta un indurimento del prodotto e la diminuzione della digeribilità delle proteine coinvolte a causa della formazione di legami chimici covalenti,formazione di ammine eterocicliche complesse, ma anche un’inibizione, mediata dai prodotti di Amadori, dell’assorbimento degli aminoacidi essenziali.
Un altro aspetto importante da considerare è la formazione di AGEs (Advanced Glycation End-products) che si formano sulla superficie dei cibi in seguito a cottura o nel nostro organismo ad opera del metabolismo. Gli AGEs sono il prodotto di una serie di reazioni chimiche che avvengono in seguito ad una reazione di glicazione, ovvero la reazione tra uno zucchero e una proteina o un lipide, ma senza l’intervento enzimatico…e la nostra Maillard è proprio una reazione di glicosilazione!
Questi prodotti sembrano giocare un ruolo importante nell’amplificazione dei disturbi legati al diabete mellito e inoltre l’accumulo e la formazione degli AGEs è legato a malattie neurodegenerative quali l’Alzheimer, malattie cardiovascolari e infarto miocardico. Il meccanismo attraverso cui gli AGEs causano il danno è chiamato cross-linking e porta a danno intracellulare e ad apoptosi.
Curiosamente la reazione di Maillard può essere addirittura sfruttata in cosmesi da parte di abbronzanti o prolungatori di abbronzatura di origine sintetica come diidrossiacetone, gliceraldeide e eritrulosio: queste sostanze incolori interagiscono con la cheratina e danno luogo all’imbrunimento della pelle.
Settimo Ciclo di Laboratori Chimici di Aggiornamento per i Docenti delle Scuole Medie Superiori
Quarto incontro
19 Settembre 2012
Aula G10 e laboratorio didattico chimico 3070 Settore Didattico di via Golgi 19, Milano
Profumi da acquolina in bocca ! ovvero la reazione di Maillard
Commissione Orientamento
del Collegio Didattico del Dipartimento di Chimica
con la collaborazione di
Prof. P.A. Biondi, Dipartimento VESPA Prof. D. Bressanini, Università dell’Insubria
La reazione di Maillard |
La reazione di Maillard è forse la più importante reazione chimica della cucina. Alcuni esempi di reazione di Maillard: profumo e aspetto invitante di • pane e crostata • soffritti e fritti • bistecca |
La reazione di Maillard |
Per reazione di Maillard si intende una serie complessa di fenomeni che avviene a seguito dellʹinterazione di zuccheri e proteine. Le reazioni sono piuttosto complesse ed eterogenee ma attraverso la formazione di un intermedio (composto di Amadori) si formano diverse sostanze (quali le melanoidine) dallʹodore e dal colore caratteristico. Tempo e temperatura sono i fattori che condizionano maggiormente lʹaspetto e il gusto del prodotto. |
La scoperta |
Quando amminoacidi non completamente depurati dagli zuccheri riducenti (quasi sempre presenti almeno in tracce nei prodotti di origine naturale) venivano riscaldati, almeno una parte di questi amminoacidi si perdeva, trasformandosi in qualcos’altro di colore più scuro e sicuramente molto odoroso. ruolo di questa trasformazione nell’origine delle molecole aromatiche durante la cottura degli alimenti piena comprensione di cosa effettivamente succedeva Louis Camille Maillard (1878‐1936)
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Reazioni di Maillard |
Le reazioni di Maillard possono seguire percorsi molteplici, spesso simultanei fra loro: lo stesso tipo di molecola può infatti andare incontro a destini diversificati, alcuni alternativi fra loro, altri paralleli. Alcuni di questi percorsi reattivi convergono sullo stesso prodotto finale, altri divergono generando prodotti diversi, in parte specifici in relazione alle molecole di partenza, altri alle condizioni di reazione (temperatura, pH, umidità, catalizzatori, altre molecole presenti, ecc), fino alla generazione finale di un pool estremamente complesso di prodotti di reazione, costituito anche da diverse centinaia di molecole. |
http://www.imars.org/online/
Charting the future of carbonyl research in food and medicine
Importanza e complessità dell’argomento sono cresciute negli anni a tal punto da motivare la creazione di una società scientifica internazionale specificamente dedicata, l’International Maillard Reaction Society (IMARS).
Who we are
“Established in 2005, the IMARS is a growing non‐profit professional organization comprised of researchers and clinicians with an interest in the field of carbonyl reactions in foods, biology and medicine.
IMARS promote the research on Maillard Reaction and protein glycation.
The Society is formed by food scientists dealing with issues related to food browning, nutritionists interested in the phisiological role of advanced glycation products and medical doctors performing basic research in the field of diabetes and its complications.”
http://www.imars.org/online/
ISMR11 will be the celebration of Maillard’s landmark paper: “Action des acides amines sur les sucres: formation des melanoidines par voie methodique.” Compte‐rendu de l’Academie des Sciences, tome 154, page 66‐68, 1912
IMARS educational pages
Chemistry of the Maillard Reaction
Biology and the Maillard Reaction
Enzymology, receptors and Signal Transduction Physiology, Disease and Therapeutics
Food Science and Nutrition and the Maillard Reaction
La chimica della reazione di Maillard |
La reazione di Maillard in realtà non è una sola, ma è costituita da una serie di fenomeni che si innescano in tre fasi: la prima non presenta effetti visibili, mentre causa la degradazione di certi amminoacidi essenziali come la lisina; la seconda è responsabile della formazione dei composti odorosi tipici del cibo cotto; la terza vede invece la nascita di grosse molecole che conferiscono il tipico colore bruno al cibo. |
La chimica della reazione di Maillard |
La reazione di Maillard dà origine a numerosissimi composti diversi, non tutti identificati e la cui chimica è ancora in parte da svelare. Trattandosi di una reazione tra carboidrati e proteine, è evidente che si otterrà una buona reazione di Maillard se questi sono presenti in grandi quantità. Zuccheri riducentiAmminoacidi basici particolare (ma non esclusiva) reattività |
Gli zuccheri riducenti |
Uno zucchero riducente è un qualsiasi zucchero che, in soluzione, esiste in una forma a catena aperta con un gruppo aldeidico. Molti zuccheri esistono in una forma ciclica e in soluzione si stabilisce un equilibrio in cui una catena subisce apertura. monosaccaridi riducenti HO HO CCHO
H C OH HO C H H C OH H C OH CH2OH D‐glucosio H C OH HO C H HO C H H C OH CH2OH D‐galattosio C H C OH H C OH CH2OH D‐ribosio
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Gli zuccheri riducenti |
carni rosse: ricche di zuccheri marinata con vino, limone o arancia, glassatura con miele il comune zucchero da cucina (saccarosio) non va bene combinazione con vino o altre sostanze acide per scinderlo nei monosaccaridi glucosio e fruttosio saccarosio, disaccaride non riducente (C anomerici uniti da un legame (1→2) glicosidico)
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Reazioni di Maillard nel latte
‐ Zucchero riducente: lattosio
disaccaride costituito da beta D‐(+)‐galattosio e D‐(+)‐glucosio uniti da un legame beta(1→4) glicosidico.
È lʹunità del D‐(+)‐glucosio ad avere il gruppo aldeidico ʺliberoʺresponsabile delle proprietà riducenti del lattosio.
‐ Gruppi amminici di residui di lisina nelle proteine del latte
In campo cosmetico la reazione di Maillard è sfruttata dagli autoabbronzanti o prolungatori di abbronzatura di origine sintetica, come:
DHA (diidrossiacetone), gliceraldeide ed eritrulosio.
Queste sostanze (incolore) reagiscono con gli amminoacidi della cheratina generando imbrunimento, che poi è lʹeffetto desiderato. Ovviamente dove cʹè maggiore concentrazione di cheratina danno colorazione più scura.
Fasi della reazione |
La reazione può essere suddivisa in tre fasi principali. PRIMA FASE (early stage) È caratterizzata dalla formazione di una base di Schiff tramite reazione del carbonio carbonilico dello zucchero con un gruppo amminico di un amminoacido. Le sostanze che partecipano a queste reazioni sono i gruppi carbonilici degli zuccheri riducenti e gli ammino gruppi liberi delle proteine. |
Equilibri tra diverse specie chimiche
riarrangiamento tautomeria Amadori cheto‐enolica
La base di Schiff subisce un riarrangiamento dei doppi legami che porta alla formazione del cosiddetto composto di Amadori.
“The early Maillard reaction consists of condensation of the reducing sugar with the amino group and leads, via formation of a Schiff’s base and the Amadori rearrangement, to the so‐called Amadori product.”
Equilibri tra diverse specie chimiche
I composti di Amadori, 1‐amino‐1‐desossi‐2‐chetosi N sostituiti, isomerizzano anche nella forma 2,3‐enediolo (riduttone).
H HNRHNR
HNR
CH2
C O HO C H
H C OH H C OH
CH2OH
COMPOSTO DI AMADORI
HR N
CH2
C OH HO C
H C OH H C OH
CH2OH
2,3-ENEDIOLO (RIDUTTONE)
C
H C OH
HO C H H C OH H C OH
CH2OHBASE DI SCHIFF
C
C OH HO C H
H C OH H C OH
CH2OH1,2-ENAMMINOLO
Equilibri tra diverse specie chimiche
Quattro tipi di molecole, che vanno moltiplicate per il numero di diversi amminoacidi potenzialmente presenti negli ingredienti e per il numero di zuccheri riducenti.
Nessuna di queste molecole contribuisce ancora alla componente volatile dell’aroma dell’alimento. Intermedi stabili spesso sono prodotti finali della reazione (latte sterilizzato).
Disponibilità di amminoacidi essenziali come la lisina compromessa.
I 2,3‐enedioli o riduttoni sono fortemente riducenti e la loro presenza può costituire una barriera contro l’ossidazione di altri componenti all’interno dell’alimento (in seguito alla cottura molti alimenti risultano più stabili nel tempo, non soltanto dal punto di vista microbiologico, ma anche da quello composizionale ed organolettico).
acido ascorbico (vitamina C) riduttone
proprietà antiossidanti
SECONDA FASE (advanced stage)
In questa fase si possono avere un gran numero di reazioni che sono influenzate da fattori come la temperatura e il pH.
Le reazioni sono difficili da studiare e descrivere, tuttavia si distinguono alcuni percorsi principali.
La vera complessità della reazione subentra quando ciascuna delle quattro tipologie di molecole (basi di Schiff, 1,2‐enamminoli, composti di Amadori e riduttoni) “si libera” del residuo derivante dall’amminoacido di partenza (N‐R o HN‐R).
Sia la parte azotata N‐R che si stacca che la parte della molecola proveniente dallo zucchero possono generare classi diverse di molecole di interesse organolettico.
“The advanced Maillard reaction consists of the breakdown of the Amadori product (or other products related to the Schiff’s base) into numerous fission products of the sugar‐amino compound.”
SECONDA FASE (advanced stage)
Percorsi principali (general breakdown routes):
3‐deoxy‐osone‐pathway via enolizzazione 1,2 pH < 7
1‐deoxy‐osone‐pathway via enolizzazione 2,3 pH neutro e alcalino
Desossi‐osoni (desossi‐aldochetosi o dichetosi) sono intermedi molto reattivi.
Enolizzazione Ciclizzazione Eliminazione di acqua
formazione di numerosi composti ciclici/eterociclici (interessanti proprietà aromatiche)
SECONDA FASE (advanced stage)3‐deoxy‐osone‐pathway via enolizzazione 1,2
H
HNR C
H
CO
O HOCH CH HO H
C OH
R-NH2COH2O O2
H C OH H C OH
CH2OH O
3‐desossi‐aldochetoso 3‐desossi‐osone
H C OH H C OH
CH2OH
1,2‐enamminolo
5‐idrossimetil‐furfurale (HMF)
O
furfurale
5‐idrossimetil‐furfurale o furfurale, in funzione del fatto che lo zucchero di partenza fosse un esoso (a 6 atomi di carbonio, come ad esempio il glucosio) o un pentoso (a 5 atomi di carbonio, come ad esempio lo xilosio).
Si possono ottenere anche in assenza di amminoacidi (decomposizione termica). L’odore del furfurale è stato descritto come di mandorla o legnoso.
H
SECONDA FASE (advanced stage)
1‐deoxy‐osone‐pathway via enolizzazione 2,3
H
NR H2C
C OH HO C
O
CH3 isomaltolo
R-NH2
O- H2O
CH3
C O
CO OH
H C OH H COH -HO O CH3
molecole dal gradevole profumo, che ricorda quello del cioccolato e del malto
maltolo
aroma di tostato, caramello
H C OH CH2OH
2,3‐enediolo
2
H C OH CH2OH
OH
OH
1‐desossi‐2,3‐dichetoso 1‐desossi‐osone
O H3C
H3C O O
3‐idrossi‐4,5‐dimetilfuran‐2‐one
SECONDA FASE (advanced stage)
SH
O CH3 O
SH
2‐metil‐3‐furantiolo furfuriltiolo
Riscaldando a temperature adeguate
l’amminoacido cisteina con diversi zuccheri (ribosio, glucosio e xilosio)
bis(2‐metil‐3‐furil)‐disolfuro
molecola associata all’aroma di carne arrostita, usata anche nell’industria alimentare per creare il “gusto di carne”
SECONDA FASE (advanced stage)
Formazione di composti dicarbonilici che a loro volta possono
‐ ciclizzare
‐ scindersi (ad alte temperature e in ambiente meno acido si formano composti carbonilici e dicarbonilici a basso peso molecolare come lʹaldeide piruvica)
‐ reagire con altri composti come gli amminoacidi liberi –
reazione di Strecker ‐ formando CO2, aldeidi caratteristiche e alfa‐amminocarbonili particolarmente reattivi che possono reagire producendo per esempio pirazine per condensazione
SECONDA FASE (advanced stage)
Una delle classi più importanti di aromi deriva dall’interazione, a elevate temperature, tra i composti α‐dicarbonilici e α‐amminoacidici, attraverso la degradazione di Strecker.
Dopo un riarrangiamento, lo scheletro dell’amminoacido si allontana sottoforma di un’aldeide volatile; i due frammenti provenienti da zuccheri (non necessariamente identici) condensano e il prodotto è prontamente ossidato, dando origine a una pirazina sostituita.
Le aldeidi volatili e le pirazine forniscono un importante contributo all’aroma del cioccolato.
1‐desossi‐2,3‐dichetoso
H2O
amminoriduttone
‐ 2 H2O
aldeide volatile + CO2
pirazina sostituita
2,5‐dimetilpirazina (odore nocciolina, carne o legno)
Degradazione di Strecker
SECONDA FASE (advanced stage)
Piccole molecole volatili prodotte dalla scissione di intermedi nelle reazioni di Maillard
HOHH CH3O
HO OH O O
O
CH3
piruvaldeide gliceraldeide gliossale idrossiacetone diidrossiacetone diacetile(burro fresco)
Il punto di partenza può anch’esso costituire una variabile: per quanto si suggerisce che piccole quantità possano formarsi anche direttamente dagli zuccheri di partenza, si ritiene che la parte preponderante di queste piccole molecole si formino a partire dal composto di Amadori, dal 1,2‐enamminolo o dal 1‐desossi‐2,3‐dichetoso.
O O OO HO O
CH3 H H
OH
H3C
SECONDA FASE (advanced stage)
http://www.imars.org/online/
In presenza di gruppi amminici, molti prodotti della seconda fase subiscono reazioni di condensazione e generano composti azotati, alcuni dei quali possono reagire ulteriormente con le proteine a formare cross‐link.
ADVANCED GLYCATION END PRODUCTS (AGEs)
Monolysyl derived AGEs
Protein cross‐link
Formazione di ammine eterocicliche complesse
http://www.imars.org/online/
ADVANCED GLYCATION END PRODUCTS (AGEs)
Hydroimidazolones
Bis(lysyl)imidazolium crosslinks
Fluorescent AGEs
TERZA FASE (final stage)
In questa fase, lʹultima, si ha il più alto grado di imbrunimento possibile per lʹalimento. Si formano a questo stadio le melanoidine, sostanze colorate in giallo‐bruno, a contenuto di azoto variabile poiché possono derivare da composti diversi, ad alto peso molecolare ed insolubili. A questa fase si giunge dopo che le molte specie a basso peso formatesi nelle due fasi precedenti, reagiscono tra loro, ad esempio per condensazione di aldeidi e chetoni.
Le melanoidine sono responsabili del colore bruno della crosta dei prodotti da forno e delle striature della carne ai ferri.
R = frammento da zucchero
“The final Maillard reaction consists of the condensation of amino compounds and sugar fragments into polymerized protein and brown pigments,
called the melanoidins.”
Fattori che influiscono sullo sviluppo della reazione di Maillard |
La reazione è influenzata: • dalla natura e dalla concentrazione dei reagenti • dal pH La reazione avviene ad alte temperature. Attenzione però a non superare i 180 °C per evitare di bruciacchiare le vivande. Lʹaggiunta di sostanze basiche come il bicarbonato da cucina costituisce un forte acceleratore delle reazioni di Maillard. |
gradevoli
sgradevoli
Alcuni dei prodotti volatili che si formano sono responsabili degli aromi piacevoli del caffè e malto tostati, del pane arrostito etc
Contribuiscono a dare uno sgradevole sapore di cotto e colore grigio al latte sterilizzato
Effetti della reazione di Maillard sui caratteri organolettici degli alimenti
Effetti nutrizionali della reazione di Maillard
PERDITA DELL’ AMMINOACIDO LISINA
EFFETTO ANTINUTRIZIONALE CAUSATO DAI PRODOTTI DI AMADORI, CHE INIBISCONO, SECONDO ALCUNI AUTORI, L’ASSORBIMENTO INTESTINALE DI AMMINOACIDI ESSENZIALI
INDURIMENTO DEL PRODOTTO E DIMINUZIONE DELLA DIGERIBILITA’ DELLE PROTEINE COINVOLTE A CAUSA DELLA FORMAZIONE DI LEGAMI COVALENTI CROSS‐LINK
FORMAZIONE DI AMMINE ETEROCICLICHE COMPLESSE
Maillard reaction and protein glycation |
Glycation (non‐enzymatic glycosylation) Glycation impairs the functioning of biomolecules, glycosylation at defined sites is required for protein function Advanced Glycation End‐product (AGE) Exogenous glycations and AGEs are formed when sugars are cooked with proteins. Temperatures over 120°C greatly accelerate the reactions, but lower temperatures with longer cooking times also promote their formation.
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Protein glycation |
Until recently, it was thought that exogenous glycations and AGEs were negligible contributors to inflammation and disease states, but recent work has shown that they are important. Although most of the research on this topic has been done with reference to diabetes, these results are likely to be important for all people, as exogenous AGEs are implicated in the initiation of retinal dysfunction, cardiovascular diseases, type II diabetes, and many other age‐related chronic diseases. Food manufacturers have added AGEs to foods, especially in the last 50 years, as flavor enhancers and colorants to improve appearance. Foods with significant browning, caramelization, or directly added preformed AGEs can be exceptionally high in these proinflammatory and disease‐initiating compounds. A very partial listing of foods with very high exogenous AGEs includes donuts, barbecued meats, cake, and dark colored soda pop. |
Dietary ingestion of food‐derived Maillard reaction products
The Maillard reaction products (MRPs) bio‐distribution and metabolism are not completely understood but advances have been made.
MRPs are usually classified as early MRPs, advanced MRPs and Melanoidins. These different groups of MRPs have been tested in animal experiments. However, only the early MRPs (Amadori product) has been investigated in human studies.
http://www.imars.org/online/ Frederic J Tessier
R-NH2
Schiff Base
Amadori product (ketoamine)
Reducing Sugar
Advanced Glycation End-products (AGEs) and otherAdvanced Maillard reaction products
Pre-melanoidins
Melanoidins
Brown nitrogenous polymers, Insoluble high molecular weight species
MRP classification
+
rearrangement
Polymerization of the high reactive intermediates
Chemical structures represented by triangles as followed:
Well-known
Partially identified
Mainly unidentified
Example of foods which may contain MRP |
Raw foods have almost no MRP |
Bread, biscuit, chocolate, breakfast cereals may contain high level of Amadori product. Heated milk, infant milk formula are two example of beverage which contains Amadori products |
French fries, potato chips, coffee contains acrylamide Grilled meat contains heterocyclic amines |
Bread crust, cookies, coffee, chocolate contain melanoidins |
Maillard Reaction products (MRPs)
Bio-distribution and Metabolism of the Amadori productsDietary
Ingestion
Intestinal
digestion of protein- bound FL
Microbial degradation of FL in the hind gut
Very low level of FLFeces 1% in adults
fructoselysine (FL)
Passive diffusion
Systemic circulation
Urine
Liver
Kidneys
Elimination of FL within 12h after ingestion
3% of protein-bound FL (Humans)
60% of free FL, and 10% of protein-bound FL (Rats)
Dietary ingestion of food-derived AGEs *
Bio-distribution and Metabolism of food-derived AGEs
Based on a human study: “the total amount of orally absorbed AGEs found in blood was equal to 10% of that estimated to be present in the ingested meal. Of that, only 30% was excreted in the urine of persons with normal renal function”
Tissues
10% absorbed
Liver
Some dietary AGE derivatives react with endogenous proteins in the blood & tissues
Kidneys
30% excreted(of the 10% absorbed)
Systemic circulation
Urine
Bio-distribution and Metabolism of food-derived AGEs
Some dietary AGE analogs react with
LDL
tissue proteins such as collagen
Some dietary AGE analogs bind to the cellular receptors for AGEs (i.e. RAGE) at the surface of cells
Cell
And may induce
-Intracellular oxidative stress-Endocytosis and removal of AGEs
Some dietary AGE analogs react with circulating proteins such as LDL
AGE-receptor
Systemic circulation
LDL
Liver
Kidneys
Urine
LDL
Bio-distribution and Metabolism of the melanoidins
The absorption of the melanoidins is dependent of their molecular weight and solubility. The absorption of the low molecular weight and water soluble melanoidins seems to be favored.
Limited absorption by the intestines
Liver
Systemic circulation
Suspected digestive or microbial degradation of melanoidins
Feces 70 to 90% (Rats)
Apparently not utilized by the organism, and excreted
KidneysUrine1 to 5% (Rats)
Riferimenti
ʺLe Scienze Blog“ La scienza in cucina di Dario Bressanini
http://bressanini‐lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/
Sito ufficiale dellʹInternational Maillard Reaction Society
http://www.imars.org/online/
M.A.J.S. van Boekel, Food Chemistry 1998, 62, 403‐414
The Maillard reaction: chemistry, biochemistry, and implication –
H.E. Nurtsen – Royal Society of Chemistry (UK) – 2005 – ISBN 978‐0‐85404‐964‐6
The Maillard Reaction – S. E. Fayle; J. A. Gerrard – editor Peter S. Belton – The Royal Society of Chemistry (UK) – 2002 – ISBN 0‐85404‐581‐3
P. Barham, L.H. Skibsted, W.L.P. Bredie, M.B. Frost, P. Moller, J. Risbo, P. Snitkjaer, L.M. Mortensen, Chem. Rev., 2010, 110, 2313 (and references therein).
K.H. Wong, S.A. Aziz, S. Mohamed, Int. J. Food Science and Technology, 2008, 43, 1582‐1589.
La chimica degli alimenti – T. P. Coultate – Zanichelli editore ‐ 2005
Procedura sperimentale |
L’attività permetterà di sperimentare gli aromi che si formano nella reazione di Maillard tra
L‐Lysine L‐Leucine L‐Phenylalanine L‐Methionine L‐Cysteine Glycine L‐Alanine 146.19 131.17 165.19 149.21 121.16 75.07 89.09 D‐(+)‐Glucose monohydrate 198.17 D‐(−)‐Ribose 150.13 |
Procedura sperimentale |
1) in un pallone da 50 mL si pesa lo zucchero, si aggiungono 20 mL di acqua e i mg di amminoacido pesati su carta da filtro (aggiungere ebollitori) 2) si monta il ricadere e si scalda con termomanto per circa 20 minuti a 120° C 3) si lascia raffreddare e si odora l’aroma che si sviluppa 10.0 mmol zucchero 0.5 M zucchero / 0.2 M aa 4.0 mmol zucchero circa variante: aggiunta NaHCO3(0.5 ‐ 1.0 g) |
Louis Camille Maillard
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Louis Camille Maillard (Pont-à-Mousson, 4 febbraio 1878 – Parigi, 12 maggio 1936) è stato un chimico e medico francese.
Il suo principale contributo è stato la scoperta della reazione che da lui prende il nome, una reazione chimica tra un amminoacidoe una riduzione di zuccheri, nei cibi, a seguito della cottura. La reazione di Maillard è di vitale importanza nella preparazione o la presentazione di molti tipi di cibo, Louis-Camille Maillard la descrisse per primo nel 1912 durante il tentativo di riprodurre la sintesi proteica.
Nato nel 1878 a Pont-à-Mousson, nella parte francese della Lorena, figlio del medico Arthur Maillard (1841-1920), Maillard mostrò fin da giovane interesse per le scienze naturali, per la botanica e la geologia. All’età di soli 16 anni fu ammesso alla Facoltà di Scienze dell’Università di Nancy. Nel 1902 si trasferì all’Università di Parigi come ricercatore, sotto la guida di Armand Gautier, impegnato principalmente nella fisiologia. È qui che intraprende i suoi studi sulle reazioni tra amminoacidi e zuccheri alle alte temperature che lo renderanno celebre.
Gli anni successivi Maillard, che apparteneva alla buona borghesia francese, ebbe numerosi riconoscimenti accademici e scientifici. Nonostante i difetti alla vista servì, durante la prima guerra mondiale, come capo dei servizi medici e tossicologici dell’esercito francese. Maillard passò gli ultimi anni della sua vita in Algeria e qui ricoprì il ruolo di professore di chimica biologica presso l’università di Algeri a partire dal 1919. Morì a Parigi nel 1936.
Tra le sue pubblicazioni:
- Genèse des matières protéiques et des matières humiques (1913);
- Formation de complexes entre les protéines et les hydrates des métaux trivalents (1925);
- Méthode de désalbumination par les aluns (1926)[1].