Buccia della frutta – Licopene

Min 9:59 tutta la buccia a terra

La scimmia sputa la buccia della mela

BUCCIA DELLA FRUTTA

Stefano Riattila secondo me è solo un involucro, almeno per noi esseri umani che non abbiamo l’apparato digestivo dei ruminanti…

Luca Speranza Mangiarle non sarebbe un danno, ma potrebbe essere irrilevante a livello nutrienti.

Luca Speranza Si parlava che mangiare la buccia non sia nutritivo in sé, e che alcuni animali come le scimmie sputino via alcune bucce
credo sia solo utile in alcuni casi per un apporto di maggiori fibre per pulizie intestinali..
 · 

Il PUNTO E’:

La buccia della frutta è nutritiva o no?

Dalla buccia della frutta si assimilano i nutrienti in essa contenuti o no?

Anche se sulla buccia della frutta sono presenti delle sostanze nutritive, NON significa che queste sostanze nutritive vengano digerite, assorbite ad assimilate dal nostro organismo.

La BUCCIA della frutta non dovrebbe avere la STESSA FUNZIONE per tutti i frutti, sia per quelli sbucciabili che per quelli non sbucciabili?

Io dico di sì.

Secondo il mio punto di vista, se la BUCCIA contiene SOSTANZE NUTRITIVE digeribili, assorbibili e assimilabili, allora tutte le bucce dei frutti dovrebbero contenere sostanze nutritive digeribili, assorbibili e assimilabili, comprese le bucce dei frutti sbucciabili: banana, arancia, kiwi, mango, papaia, melone, anguria, durian, jackfruit, fico d’india, ecc.

FRANCESCO SUNNY, alias ANDREA FREZZA, detto TARZAN, AUTORE del LIBRO Specie Umana Progetto 3M, talmente tanto CREDE all’importantissimo (secondo lui) valore nutrizionale della buccia della frutta e quindi di tutti i frutti, che in TAILANDIA ha consigliato a GIAMPAOLO CARRIERO, che stava male, di mangiare i MANGHI e le PAPAIE con tutta la BUCCIA.

Una cosa assurda e allucinante. Ma almeno così Tarzan ha dimostrato di essere coerente con la sua teoria.

<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<

Il LICOPENE è il principale responsabile del colore rosso del pomodoro maturo e di altri pigmenti gialli e rossi caratteristici di alcuni frutti e verdure, quali per esempio il COCOMERO, l’ALBICOCCA, il POMPELMO ROSA, l’UVA e la PAPAIA.

Nel pomodoro il Licopene si trova maggiormente nella parte più esterna del mesocarpo,..”

Non è detto che il LICOPENE presente nella buccia del pomodoro sia certamente assorbibile ed assimilabile dal nostro organismo.

Il licopene è presente anche nella polpa dei pomodori ed è dalla polpa dei frutti che i frugivori assorbono e assimilano tutti i nutrienti contenuti nei frutti. La BUCCIA dei frutti è infatti solo un INVOLUCRO PROTETTIVO INDIGERIBILE E INASSIMILABILE.

<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<

PERCHÈ MOLTE PERSONE CREDONO che la BUCCIA della frutta sia IMPORTANTISSIMA a livello NUTRIZIONALE?

Perché diversi autori di articoli e libri sull’alimentazione hanno fatto confusione scambiando la parte esterna della polpa (mesocarpo) con la buccia (epicarpo) e tanti altri autori hanno preso questa informazione falsa per buona e hanno diffuso questa balla galattica nei loro articoli e libri, come ha fatto anche FRANCESCO SUNNY, alias ANDREA FREZZA, chiamato dagli amici TARZAN, l’AUTORE del libro Specie Umana Progetto 3M –

In un articolo su Wikipedia:

Nella PRIMA FRASE c’è scritto che il LICOPENE del pomodoro è contenuto in percentuale maggiore nella BUCCIA (54 mg/100 g) anziché nella POLPA (11 mg/100g).

Nella SECONDA FRASE viene specificato che:

“Nel pomodoro il LICOPENE si trova maggiormente nella più PARTE PIÙ ESTERNA del MESOCARPO (buccia).”

Praticamente l’autore dell’articolo ha scritto (buccia) tra parentesi dopo aver scritto PARTE PIÙ ESTERNA del MESOCARPO

Questo è un ERRORE, perché la PARTE PIU’ ESTERNA del MESOCARPO, NON E’ affatto la BUCCIA

La PARTE PIU’ ESTERNA del MESOCARPO, E’ la PARTE PIU’ ESTERNA della POLPA.

Per FORTUNA che dopo qualche riga, in un’altra frase, (TERZA FRASE)

c’è scritto:

Il licopene si trova maggiormente nella parte esterna del mesocarpo” ………..senza la parola buccia tra parentesi

Questo CONFERMA quello che c’è scritto nella SECONDA FRASE dell’articolo, ovvero che il LICOPENE è MAGGIORMENTE CONCENTRATO nella PARTE ESTERNA della POLPA (54 mg/100 g), ovvero SOTTO la BUCCIA, e meno concentrato nella parte centrale della polpa (11 mg/100 g).

In QUESTO ARTICOLO, NON C’E’ SCRITTO CHE il LICOPENE è PRESENTE anche nella BUCCIA del POMODORO.

Nel suo articolo – I benefici del licopene nel pomodoro – GINO FAVOLA scrive: 11mg/100 g nella polpa e 54 mg/100 g nella buccia.”

SBAGLIANDO anche lui, come ha sbagliato, nella prima frase del suo articolo, l’autore dell’articolo che ho citato sopra.

In altri DUE ARTICOLI invece

(http://www.lapelle.it/alimentazione/licopene.htm

Chimica e attività del Licopene

https://www.shopcoswell.com/it/blog/post/prevenzione/Prevenzione – Shop Coswell)

C’E’ SCRITTO che il LICOPENE si trova in maggior quantità nella PARTE PIU’ ESTERNA del MESOCARPO e, durante la maturazione, SOSTITUISCE la CLOROFILLA.

<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<Si potrebbe dire che i migliori frutti sono quelli con la buccia sbucciabile perché danno la possibilità di mangiare tutta la parte esterna del mesocarpo senza perderne neanche una briciola.Visto che la
Maggior concentrazione dei nutrienti si trova Sulla parte esterna del meso carpo

<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<

Il mio amico ALFIO LIBRALATO, (31 anni di crudismo vegan dei quali 10 anni di solo frutta) diceva che la BUCCIA della frutta è solo FIBRA INDIGERIBILE e che le sostanze che la costituiscono non possono essere assimilate dal nostro organismo.
Egli insegnava ai suoi allievi fruttariani a non ingerire e quindi a SPUTARE, o TOGLIERE con il coltello, la BUCCIA dei FRUTTI NON SBUCCIABILI con le nostre mani (mela, pera, uva, ecc.), era convinto infatti che anche la BUCCIA di questi frutti potesse solo OSTACOLARE la digestione, l’assorbimento e l’assimilazione dei nutrienti della frutta stessa, e far PERDERE ENERGIA al nostro organismo.

In un documentario ho visto un gruppo di SCIMPANZE’ che dopo aver mangiato certi tipi di frutta sputavano delle PALLE di FIBRA di circa 5-6 cm di diametro, che veniva raccolta e trattenuta all’interno delle GUANCE prima di sputarla.

Non posso dire con certezza se tra quelle palle di fibra c’era anche la buccia della frutta, ma è facile capire di si.

ALFIO LIBRALATO, in TAILANDIA, ha dato da mangiare delle ARANCE a delle SCIMMIE. Le scimmie tailandesi dopo aver mangiato le arance hanno SPUTATO la FIBRA INTERNA delle ARANCE.

Quando ALFIO tornò da quel viaggio, disse a tutti gli amici fruttariani e crudisti che oltre alla buccia si doveva sputare anche la fibra interna di certi frutti.

Le SCIMMIE TAILANDESI “di ALFIO” hanno dimostrato con la FIBRA della FRUTTA lo stesso comportamento istintivo degli SCIMPANZÉ selvaggi africani da me osservati nel documentario.

Ho visto gli ELEFANTI e gli ORSI mangiare la frutta, ma non li ho mai visti sputare la fibra o la buccia dei frutti. Ma questi animali non sono frugivori

Ho visto su You Tube una TARTARUGA FRUGIVORA di Mauritius mentre mangia un mango con tutta la buccia. Anche un amico mi ha detto che le sue tartarughe non sputano la buccia della frutta. Ma questo animale frugivoro NON è un primate.

Il PAPPAGALLO di PESQUET (Psittrichas Fulgidus), pappagallo frugivoro della Nuova Guinea, che secondo alcuni naturalisti sembra che si nutra solo di alcune specie di FICHI dalla BUCCIA DURA, per mangiare i fichi deve rompere la buccia e questo mi induce a pensare che sicuramente eviti di mangiare la buccia. Non so però se sputa la fibra dei fichi.

<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<

La MELA è un frutto come tanti altri e la buccia della mela ha la stessa funzione di tutte le bucce di tutti gli altri frutti.

Se MASTICHI la BUCCIA della MELA puoi solo ridurla a PEZZETTI ma NON in PUREA come si fa invece con la POLPA della mela. Questo fa capire che si tratta di un INVOLUCRO PROTETTIVO INDIGERIBILE E INASSIMILABILE.

SE si FRULLA la BUCCIA della MELA, NON si può fare una PAPPETTA per neonati come invece si può fare con la polpa della mela.

Anche la BUCCIA delle MELE COTTE fa capire che è solo un INVOLUCRO PROTETTIVO INDIGERIBILE e INASSIMILABILE, infatti sembra CARTONE.

Se compro MELE ESSICCATE confezionate a spicchi o a rondelle, compro solo quelle senza buccia, perché quelle con la buccia sono dure e fanno schifo.

Basta ragionare su questi SPUNTI LOGICI per capire che la BUCCIA della MELA, come tutte le altre bucce di tutti gli altri frutti, è solo un INVOLUCRO PROTETTIVO INDIGERIBILE e INASSIMILABILE.

<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<

Il POMODORO, quando è ad un certo stadio di maturazione, ha la buccia che viene via da sola.

Se CUOCI i pomodori e poi li metti nel passaverdura per fare la salsa di pomodoro, la BUCCIA rimane tutta nel passaverdura e da questo si capisce che la BUCCIA è solo un INVOLUCRO PROTETTIVO INDIGERIBILE e quindi INASSIMILABILE che non ha nulla a che fare con la polpa a livello nutrizionale.

Questo lo si capisce anche masticando i pomodori ESSICCATI sott’olio, la buccia viene via e si percepisce sotto ai denti come un CORPO ESTRANEO dal quale ovviamente non si può assimilare alcun nutriente.

Se si MASTICA o si FRULLA la BUCCIA del POMODORO si può solo ridurla a PEZZETTI, ma NON in PUREA (acquosa), come si fa con la polpa del pomodoro. Questo fa capire che si tratta di un INVOLUCRO PROTETTIVO INDIGERIBILE E INASSIMILABILE.

Basta ragionare su questi SPUNTI LOGICI per capire che la BUCCIA del POMODORO, della mela e la buccia di tutti gli altri frutti, è solo un INVOLUCRO PROTETTIVO INDIGERIBILE e INASSIMILABILE.

<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<

I FRUGIVORI con un’ALIMENTAZIONE ALTAMENTE SELETTIVA SONO RARI perché la maggior parte delle piante da frutto producono frutti commestibili solo stagionalmente. Perciò gli UCCELLI FRUGIVORI si sono adattati a nutrirsi delle diverse specie mano mano che maturano. I FICHI in questo senso sono insoliti, le piante di una stessa specie possono fruttificare in periodi diversi. Nei territori dei pappagalli di Pesquet è facile che in qualsiasi periodo dell’anno fruttifichino una o due piante di fichi. Perciò SE una SPECIE FRUGIVORA dovesse selezionare solo poche specie vegetali di cui nutrirsi, i FICHI sarebbero LE PIANTE PIU’ ADATTE.

L’ORDINE dei CHIROTTERI offre un ampio terreno di studio, visto che a quest’ordine appartiene la famiglia dei PTEROPODIDI, l’unica nel sotto ordine Megachirotteri (o Macrochirotteri), con circa 40 generi e 130 specie, noti comunemente con il nome di VOLPI VOLANTI, diffusi nelle regioni calde e umide di Asia, Africa, Oceania e in molte isole degli oceani Pacifico e Indiano.
Sono PIPISTRELLI FRUGIVORI, crepuscolari e notturni, i più grandi rappresentanti dell’ordine, con un’apertura alare fino a 170 cm, corpo ricoperto di folta pelliccia, DENTATURA specializzata per i CIBI MORBIDI; omero con tubercolo maggiore non articolato con la scapola; secondo dito non unguicolato; gregari, generalmente SI ORIENTANO con la VISTA e l’ODORATO PIUTTOSTO CHE con un sistema di ECOLOCAZIONE.

http://www.lapelle.it/alimentazione/licopene.htm

Chimica e attività del Licopene

In che modo il Licopene agisce nell’organismo umano e fino a che punto può risultare utile in differenti campi della prevenzione medica?

Diversi studi e ricerche hanno evidenziato l’importanza nella dieta, del consumo di frutta e ortaggi al fine di preservare la salute umana e il benessere fisico, prevenendo l’insorgenza di malattie cardiovascolari e di alcune forme tumorali. Negli ultimi anni una grande attenzione è stata rivolta al pomodoro e ai suoi derivati in quanto fonti principali di Licopene. Alcuni autori (1-2) hanno riportato che un consumo abbondante di pomodoro e suoi derivati è inversamente correlato con il rischio di insorgenza di tumori dell’apparato digerente e della prostata. Inoltre sono stati svolti altri approfondimenti riguardo agli effetti benefici del Licopene sia nell’ambito delle malattie infettive, sia nei disturbi dermatologici.

Struttura e biodisponibilità del Licopene

Il Licopene è il principale responsabile del colore rosso del pomodoro maturo e di altri pigmenti gialli e rossi caratteristici di alcuni frutti e verdure, quali per esempio il cocomero, l’albicocca, il pompelmo rosa, l’uva e la papaia. Nel pomodoro il Licopene si trova maggiormente nella PARTE PIU’ ESTERNA del MESOCARPO, dove in seguito alla maturazione del frutto VA a SOSTITUIRE la CLOROFILLA. Il Licopene viene definito chimicamente un carotenoide aciclico lineare caratterizzato da 11 doppi legami coniugati e, a differenza del b-carotene, non è provitaminico A, cioè non viene trasformato nell’organismo in vitamina A. In natura il Licopene si trova sotto forma strutturale di isomeri di tipo “trans” e, in particolare, nella frutta e nella verdura fresca la sua percentuale risulta essere di 30 mg per Kilo. Nell’osservazione dei metodi di lavorazione del Licopene, con particolare attenzione al riscaldamento, è stato dimostrato che la sua struttura viene modificata portando alla formazione di isomeri di tipo “cis”, che sono stati valutati maggiormente assimilabili dall’organismo umano, mostrando così una maggiore biodisponibilità. Inoltre la quantità di Licopene in tutti i derivati trattati del pomodoro risulta essere molto alta (100-150 mg per Kilo) superando i livelli relativi alla quantità nei pomodori rossi freschi. Dunque nella preparazione culinaria o industriale la struttura del Licopene e’ apparsa molto stabile anche rispetto a quella della vitamina C.

L’organismo umano non è in grado di sintetizzare il Licopene, ma una volta assunto si ritrova in concentrazioni più alte nel fegato, nei testicoli, nelle ghiandole surrenali e nella prostata. Assumere ogni giorno attraverso i pasti una piccola quantità di Licopene (50-100 mg) per almeno 30 giorni protegge le lipoproteine dall’ossidazione, purché l’organismo disponga di quantità normali di vitamina E. L’accumulazione del Licopene nell’organismo lo difende anche nei periodi in cui eventualmente non è possibile assumerlo. L’aggiunta di flavonoidi potenzia inoltre l’attività antiossidante del Licopene.
La biodisponibilità per l’uomo del Licopene è fortemente influenzata dalla concomitante presenza di lipidi nella dieta, in quanto questi hanno un ruolo fondamentale di estrazione dei carotenoidi dalla fase acquosa con formazione di micelle miste, attraverso le quali i carotenoidi vengono assorbiti dagli enterociti e trasferiti ai tessuti in modo automatico come lipofili. I chilomicroni nell’intestino sono i responsabili del trasporto del Licopene e di altri carotenoidi, attraverso i vasi linfatici, dalla mucosa al sangue.

Attività del Licopene

E’ stato dimostrato che rispetto ad altri carotenoidi il Licopene possiede un’altissima capacita’ antiossidante e antiradicali liberi e questa sua funzione lo rende una sostanza molto interessante relativamente alle sue molteplici applicazioni terapeutiche.
Da tempo si conosce l’importanza degli antiossidanti nell’agire contro l’invecchiamento cellulare e la proliferazione cellulare causa di molteplici malattie degenerative, quali i tumori e alcune patologie cardiovascolari; in particolare, gli studi svolti sul Licopene, confermano questi dati (3-4-5) e riportano altre importanti informazioni relative alla prevenzione e intervento in diverse aree della medicina.
Il Licopene, come antiossidante, interviene a intrappolare l’ossigeno facendo diminuire le mutazioni nel Test di Ames. Inoltre il Licopene inibisce la crescita delle cellule cancerogene interferendo con l’aumento dei fattori di ricezione del segnale e l’avanzamento del ciclo cellulare senza causare alcun tipo di effetto tossico o di apoptosi cellulare. e’ stato osservato inoltre che la combinazione di bassi livelli di Licopene con la 1,25-diidrossivitamina D3 era sinergica agli effetti sulla proliferazione cellulare e agli effetti di differenziazione sulla progressione del ciclo cellulare nel delimitare le cellule HL-60 della leucemia promielocitica, condizionando alcune interazioni a livello nucleare o subcellulare. Il Licopene e la luteina interagiscono sinergicamente come antiossidanti e ciò potrebbe essere correlato al posizionamento dei diversi carotenoidi nelle membrane (6).
Nel 1997, a Chicago, è stato effettuato uno studio in cui venne misurata la quantità di Licopene e altri carotenoidi nel sangue di 578 uomini con cancro della prostata, e i dati vennero confrontati con quelli ricavati dall’analisi di 1294 individui sani. Mentre gli altri carotenoidi erano ugualmente presenti negli soggetti ammalati e in quelli senza cancro, il Licopene era molto basso nei pazienti con cancro alla prostata. Più grave era il cancro, più basso era il livello di Licopene ematico. L’ipotesi avanzata è che si ammalano più facilmente e più gravemente gli individui che non assumono sufficienti quantità di Licopene e che la somministrazione giornaliera di estratti di pomodoro potrebbe ridurre significativamente il rischio di avere un cancro alla prostata. Studi molto recenti sulle cellule umane e animali hanno individuato la funzione del gene 43 nel regolare l’azione del Licopene che interviene a migliorare la comunicazione a livello delle porte di giunzione intercellulari (GJC). La GJC è deficitaria in molte forme di tumori e il ripristino di questa funzione e’ associato a una riduzione della proliferazione cellulare (7).
Il tumore dell’apparato digestivo (cancro dell’esofago, dello stomaco, del colon, del retto) e’ tra i più frequenti in tutto il mondo e presenta caratteristiche eziologiche e processi biologici molto particolari. Uno dei primi studi che hanno esaminato il ruolo del Licopene nella prevenzione del cancro all’esofago e’ stato svolto nell’Iran del Nord dove questo tipo di patologia e’ fortemente diffusa. Venne dimostrato che il suo consumo settimanale in un gruppo di soggetti presi in esame era associato alla riduzione del rischio di tumore all’esofago del 40% (8). Più di recente un altro studio di controllo svolto in Italia ha riportato che il consumo settimanale di sette o più porzioni di pomodori in un gruppo campione, rispetto a un altro campione che ne consumava solo due porzioni settimanali, era associato a una riduzione del rischio di cancro del 50% (9). Inoltre e’ stato valutato che alte concentrazioni di Licopene nel sangue sono associate a una diminuzione del rischio di cancro alla mucosa gastrica (10).

Buoni risultati nell’applicazione sull’organismo umano sono stati ottenuti anche nel tumore al pancreas che risulta essere una patologia di oscura eziologia e particolarmente devastante a causa del suo insidioso innestarsi, che viene individuato solo a stadi avanzati, e che mostra una irrilevante risposta positiva alle terapie mediche. Anche per questo tipo di neoplasia e’ stato rilevato che i soggetti con più alti livelli di Licopene nel sangue avevano una probabilità cinque volte inferiore di sviluppare un tumore al pancreas (11).
Uno studio di controllo svolto su un campione di donne con neoplasia cervicale intraepiteliale (12) ha dimostrato che il Licopene è risultato il solo carotenoide che interviene a ridurre il rischio di tumore alla cervice. Per quanto riguarda l’azione sul tumore alla mammella possiamo sottolineare i dati emersi da una ricerca effettuata su un campione di topi, trattati con 7,12-dimetil-benzantracene (DMBA), che avevano manifestato questo tipo di patologia. Ai topi era stato somministrato olioresina di pomodori ricchi di Licopene attraverso iniezioni intraperitoneali effettuate nelle due settimane precedenti all’esposizione di DMBA e per un periodo di 16 settimane successive alla formazione del carcinoma. Questi topi, rispetto a quelli del gruppo di controllo, svilupparono un numero inferiore di tumori e con un volume minore (13).

Uno studio realizzato su cellule in coltura riporta che il Licopene inibisce la proliferazione di cellule cancerogene mammarie MCF-7 (14).
I disturbi cardiovascolari risultano essere tra le principali cause di mortalità nella maggior parte dei paesi industrializzati. Il Licopene come importante antiossidante agisce anche contro l’ossidazione del Colesterolo LDL che e’ considerata una delle cause più rilevanti nella formazione della placca ateromasica responsabile a sua volta di vari disordini vascolari quali per esempio l’ostruzione delle arterie coronariche, le arteriopatie in genere e quindi un eventuale inizio e sviluppo dell’arteriosclerosi. e’ importante sottolineare, dunque, la potenziale azione di questa sostanza nel prevenire infarti e ictus. Un’altra possibile applicazione del Licopene e’ rappresentata dall’azione protettiva che esso esercita sulla pelle in caso di lunga esposizione ai raggi UV. L’esposizione alla luce ultravioletta, e quindi anche al sole, provoca effetti sia a breve che a lungo termine. A lungo termine si hanno degli effetti sicuramente non graditi, come per esempio l’invecchiamento cutaneo, che purtroppo può aumentare anche il rischio di sviluppare alcune forme di tumori epiteliali. Oggi si sa pero’ che gli effetti nocivi dei raggi ultravioletti sono causati in parte dalla formazione di specie reattive dell’ossigeno, dallo stress ossidativo e dall’azione dei radicali liberi, i quali possono danneggiare la struttura del DNA delle cellule, causare un’alterazione delle proteine e delle attività enzimatiche, produrre la perossidazione dei lipidi, e causare danni alle membrane cellulari. Inoltre e’ stato dimostrato che i raggi UV provocano una riduzione dei livelli di carotenoidi nel plasma. Per questi motivi e’ ipotizzabile che l’assunzione di Licopene, grazie alla sua elevata azione antiossidante, possa essere un importante mezzo di difesa per la nostra pelle nei confronti del fotoinvecchiamento e di eventuali processi di cancerogenesi.
Uno studio svolto su pazienti risultati positivi al test dell’HIV ha mostrato che le concentrazioni nel siero di Licopene, a-carotene e b-carotene erano basse in particolare in quei soggetti che presentavano infezioni più gravi con un numero inferiore di cellule CD4+ “helper” (15). Ridotte concentrazioni di Licopene nel siero sono state osservate nei bambini affetti da HIV.
Nonostante sia impossibile affermare che il Licopene intervenga a ridurre il rischio di contrarre HIV, e’ invece possibile sostenere che l’abbassamento delle concentrazioni di antiossidanti nel sangue, possa essere associato a fenomeni metabolici caratteristici dell’infezione da HIV.
Essendo oramai accertata l’azione antiossidante del Licopene è interessante infine ricordare il ruolo che può assumere nel prevenire danni ossidativi del Sistema Nervoso Centrale che spesso sono causa dell’instaurarsi di patologie neurologiche quali l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.
Che conclusioni trarre da questa analisi di parte della letteratura internazionale che negli ultimi anni si e’ concentrata sul licopene? Come e’ stato possibile osservare e’ opinione diffusa che gli effetti benefici del Licopene siano molteplici e che le controindicazioni all’assunzione di questa sostanza praticamente inesistenti. Ci sentiamo quindi in grado di affermare che una dieta ricca di Licopene può essere consigliata a tutte le età, a partire dai dieci mesi di vita, poiché la prevenzione di alcune patologie è condizionata anche da un’alimentazione equilibrata in grado di fornire all’organismo tutte quelle sostanze nutritive e protettive che possono intervenire a migliorare la salute e il benessere fisico, e quindi la qualità della vita di ogni individuo.

BIBLIOGRAFIA
1) Giovannucci e al. 1995 – J. Nat. Cancer Inst. 87,1767-1776
2) Franceschi e al. 1994 – Int. J. Cancer 59,181-184
3) Levy J. e al.,1995 -Nutr. Cancer 24, 257-266
4) Di Mascio P. e al. 1989 – Arch. Biochem. Biophys 274, 532-538
5) Clinton S.K., 1998 – Nutr. Rev. 56, 35-51
6) Heber, David, Experimental Biology and Medicine, 2002, 227(10), 920-923
7) American Journal of Clinical Nutrition 1997;65:927-33.
8) Cook-Mozaffari PJ, Azordegan F, Day NE, e al. Oesophageal cancer studies in the Caspian Littoral of Iran: results of a case-control study. Br J Cancer, 1979; 39: 293-309
9) Franceschi S., Bidoli E., La Veccia C., e al., Tomatoes and risk of digestive-tract cancers. Int. J. Cancer, 1994; 59: 181-4
10) Tsugane S., Tsuda M., Gey F., Watanabe S., Cross-sectional study with multiple measurements of biological markers for assessing stomach cancer risks at the population level. Environ Health Perspect, 1992; 98: 207-10
11) Burney PGJ., Constock GW., Morris JS., Serologic precursors of cancer: serum micronutrients and the subsequent risk of pancreatic cancer. Am. J. Clin. Nutr., 1989; 49: 895-900
12) VanEewyck J., Davis F.G., Bowen P.E., Dietary and serum carotenoids and cervical intraepithelial neoplasia. Int. J. Cancer, 1991; 48:34-8
13) Sharoni Y., Giron E. e al., Effects of lycopene enriched tomato oleoresin on 7,12-dimethyl-benz[a]anthracene-induced rat mammary tumors. Cancer Detect Prev., 1997;21:118-23
14) Levy J., Bosin E. e al., Lycopene is a more potent inhibitor of human cancer cell proliferation than either a-catotene or b-carotene. Nutr. Cancer, 1995; 24: 257-66
15) Coodley GO, Coodley MK, Nelson HD, Micronutrients in HIV-infected women. Journal Womens Health, 1995; 4: 303-11

https://www.shopcoswell.com/it/blog/post/prevenzione/

Prevenzione – Shop Coswell

il LICOPENE si trova in maggior quantità nella PARTE PIU’ ESTERNA del MESOCARPO e, durante la maturazione, sostituisce la CLOROFILLA.