Stefano Scoglio: Crollo delle vaccinazioni infantili = crollo delle morti in culla (SIDS)

Crollo delle vaccinazioni infantili = crollo delle morti in culla (SIDS)
21 GIUGNO

STEFANO SCOGLIO·DOMENICA 21 GIUGNO 2020·TEMPO DI LETTURA: 6 MINUTI

Il fenomeno SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) o delle morti in culla è uno di quei fenomeni che hanno una evidente spiegazione causale, ma dato che l’evidente spiegazione causale è tabù per la scienza e medicina mainstream, quest’ultima afferma che si tratta di un fenomeno patologico misterioso e senza spiegazione, e spende poi miliardi in ricerca per cercare di trovare una causa che non sia quella evidente ma inaccettabile (le vaccinazioni).
La SIDS, o sindrome della morte in culla, è la principale causa di morte in USA, assieme alle malformazioni congenite, dei neonati sotto l’anno di vita.
SIDS al primo posto tra le cause di morte degli infanti assieme alle malformazioni congenite
Come si vede, le 3 cause di morte principali sono le malformazioni congenite del neonato, gli incidenti, e la SIDS (sindrome della morte in culla). Ciascuna di esse copre il 28-29% del totale delle morti dei neonati entro il primo anno di vita.
La causa della SIDS (sindrome delle morti in culla) sono ovviamente le vaccinazioni precoci, che immettono nel corpicino di neonati quantità industriali di sostanze tossiche, a partire dall’alluminio: sostanze che il neonato non ha la capacità di smaltire (come viene riconosciuto dalla stessa scienza mainstream) e che quindi si depositano su organi e tessuti, facendo danni che nella maggior parte dei casi si manifestano sotto forme di patologie più o meno manifeste, che poi si cronicizzano, ma che in alcuni casi, che coinvolgono neonati con minori capacità di difesa e reazione, conduce a queste morti “misteriose”. Il problema è che, essendo il tema dei vaccini tabù, il sistema medico-scientifico dominante impedisce di fare ricerca sul nesso, e anche se è evidente che queste morti in culla avvengono subito dopo una vaccinazione, la cosa viene liquidata come una mera coincidenza.
Ma uno degli effetti del lockdown è stato quello di far emergere il nesso tra vaccinazione e SIDS (morti in culla). In breve, con il lockdown sono crollati i tassi di vaccinazione, perché con le famiglie bloccate in casa, i genitori non hanno portato i figli a fare i vaccini o i richiami di vaccini già fatti (che spesso sono più dannosi del primo perché producono effetti cumulativi). Questo è il grafico ufficiale relativo al crollo delle vaccinazioni a partire dalla data del lockdown in gran parte degli Stati USA (anche se con intensità di lockdown molto diverse da Stato a Stato).
Come si vede, c’è stata una riduzione di circa 300.000 dosi di vaccino per il morbillo, e di circa 2.5 milioni di dosi del vaccino per l’influenza.Il fatto inequivocabile è che, a fronte di questo crollo delle vaccinazioni, c’è stata una parallela forte contrazione delle morti in culla (SIDS):
Come si vede dal grafico, a partire dalla prima metà di Marzo, data di inizio del lockdown, c’è stata una diminuzione delle morti dei bambini sotto i 18 anni che ha portato da una media, regolare in tutti gli anni precedenti, di circa 650 morti la settimana, ad una media di circa 450 morti la settimana per tutto il periodo fino alla fine di Maggio / inizi di Giugno. Si tratta di una riduzione di circa il 30%, e soprattutto di una riduzione assolutamente anomala e anormale in rapporto alla regolarità dei circa 650-700 morti la settimana degli anni precedenti. E’ chiaro che non può trattarsi di casualità, e l’unico altro trend di diminuzione, come abbiamo visto, è stato quello vaccinale, con un rapporto di proporzionalità diretta impressionante. Cerchiamo di capire meglio.
Intanto rispondiamo subito alla prima obiezione che già sento alzarsi:”Ma questa riduzione di morti riguarda tutti i bambini fino a 18 anni, quindi non può riferirsi alle morti in culla!”. Apparentemente vero, finché non guardiamo un’altro dato statistico, che distingue le morti per gruppi di età nel periodo di riferimento, ovvero tra Febbraio e Maggio 2020:
Da questo grafico si evincono due cose: che le morti per il gruppo da 0 a 18 anni sono comunque sempre prevalentemente nel sottogruppo da 0 a 1 anno; soprattutto, che il calo che c’è stato nel periodo è praticamente quasi tutto concentrato nel gruppo degli infanti da 0 a 1 anno; e poi che la gran parte dei circa 200 morti in meno alla settimana sono tutti nel gruppo 0-1, che passa da 417 a 249 morti (-168, ovvero l’84% del totale dei 200 morti in meno). Ora, 168 morti in meno nel gruppo 0-1 rappresenta circa il 26% del totale dei morti settimanali, quindi il gruppo degli infanti 0-1 contribuisce alla riduzione della mortalità per il 26%, a fronte di una riduzione totale di circa il 30%.
A questo punto dobbiamo riprendere la tabella iniziale. Abbiamo visto che ci sono 3 cause principali di morte per i neonati da 0 a 1 anno, ciascuna delle quali incide per circa un 28-29% sul totale delle cause, ovvero: malformazioni congenite, incidenti, e SIDS (morti in culla). Purtroppo, dato il disinteresse peloso delle istituzioni sanitarie, non è dato avere il dato della riduzione delle morti per le relative cause. Ma il dato può essere derivato logicamente, chiedendosi quale di queste 3 cause può aver contribuito maggiormente alla riduzione della mortalità. Sicuramente le malformazioni congenite no, perché le malformazioni congenite avvengono e sono causate mesi prima della morte, durante la gravidanza, e quindi non possono aver inciso su una riduzione così rapida come quella avvenuta in concomitanza del lockdown. Quanti agli incidenti, che per gli infanti sono per la gran parte incidenti casalinghi, sembra probabile che essi siano eventualmente diminuiti grazie al lockdown, essendo la presenza dei genitori in casa più costante e più piena, con una maggior attenzione sui figli neonati. L’unica causa che può essere radicalmente variata in tempi così rapidi, può essere stata solo quella della SIDS, che in effetti copre (col suo 28.5% delle cause di morte) la totalità della riduzione della mortalità dovuta al gruppo 0-1 (-26%). E l’unico fattore che ha avuto una riduzione altrettanto totale, come si evince dal grafico relativo, è quella del tasso di vaccinazioni, con una correlazione positiva e diretta inequivocabile.
Purtroppo, nonostante l’evidenza, il mainstream medico-scientifico eviterà accuratamente di approfondire questi dati, a meno che non siano costretti da una forza sociale e/o politica superiore.
Tratto da: Lessons from the Lockdown. Why are so many fewer children dying? By Amy Becker and Mark Blaxill (June 18, 2020)