STOP 5G, la scienziata Belpoggi lancia la petizione per la moratoria in Italia: servono migliaia di firme!

STOP 5G, la scienziata Belpoggi lancia la petizione per la moratoria in Italia: servono migliaia di firme!

Fiorella Belpoggi (foto Lucio Russo)

La scienziata Fiorella Belpoggi ha lanciato su Change.org una petizione on-line per raccogliere ulteriori firme da dirottare al Governo italiano per rinnovare la richiesta di moratoria per il 5G su tutto il territorio nazionale, richiesta già avanzata dall’alleanza italiana Stop 5G anche attraverso una prima petizione da oltre 11.000 firme consegnate in Parlamento.

Direttrice della ricerca più importante al mondo condotta dal Centro per la Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini sugli effetti delle radiofrequenze usate per il 2G e 3G, la Belpoggi ha ufficialmente annunciato al Ministro della Salute e al Governo Conte la disponibilità dell’istituto a poter studiare anche gli effetti del 5G. Ma ora servono altre migliaia di firme per rafforzare la richiesta!

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Considerata la Risoluzione di Vicovaro seguita al 1° meeting nazionale Stop 5G in cui, tra gli altri, hanno preso parte medici e scienziati di fama internazionale – si legge nel testo della petizione – depositata in Parlamento una prima petizione sottoscritta da oltre 11.000 cittadini italiani; tenute audizioni medico-scientifiche in IX Commissione permanente; tenute due conferenze stampa presso la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica; con una nuova raccolta firme, l’alleanza italiana Stop 5G rinnova al Governo la richiesta di una moratoria sul 5G, tecnologia non sicura per umanità ed ecosistema, che si serve di inesplorate radiofrequenze prive di studi preliminari sul rischio per la salute della popolazione che si troverebbe esposta alle irradiazioni di ubiquitari campi elettromagnetici a microonde millimetriche da antenne  installate sui lampioni della luce, nei tombini dei marciapiedi, sui balconi dei palazzi e persino dentro le case, oltre che col Wi-Fi dallo spazio da satelliti in orbita e droni nel cielo per coprire il 98% del territorio nazionale di radiofrequenze e servire il 99% della popolazione con il wireless di quinta generazione.”

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Richiamati gli studi più aggiornati e indipendenti prodotti in letteratura biomedica sugli effetti per uomo ed ecosistema della radiofrequenze, ripreso l’appello dei medici di ISDE Italia, rimarcato come “dal 2011l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondale della Sanità ha classificato le onde non ionizzanti a radiofrequenza come “possibili cancerogeni” inserendoli nel gruppo 2B. Inoltre, entro 2-3 anni, attraverso le “Raccomandazioni del gruppo consultivo sulle priorità per la Monografia IARC” per il periodo 2020-2024, è prevista la rivalutazione della classificazione per portarla eventualmente a Classe 2A (probabili cancerogeni) se non addirittura in Classe 1 (cancerogeni certi)”, la petizione lanciata da Fiorella Belpoggi per l’alleanza italiana Stop 5G chiede tre cose fondamentali al Governo:

  1. di sospendere qualsiasi forma di sperimentazione tecnologica del 5G su tutto il territorio nazionale in attesa della produzione di sufficienti evidenze scientifiche per giudicarne l’innocuità, promuovendo uno studio sugli effetti biologici delle radiofrequenze 4G e 5G presso un ente indipendente e privo di conflitti d’interessi con l’industria, attesa la disponibilità dell’Istituto Ramazzini che ha già provata esperienza nel tipo di studio necessario;
  • mantenere gli attuali valori limite di legge nella soglia d’irradiazione elettromagnetica, puntando sulla minimizzazione del rischio proprio come indicato nei Report del Bioinitiative Group, dal Parlamento Europeo nella Risoluzione del 2009 e l’Assemblea del Consiglio d’Europa con la Risoluzione n° 1815 del 2011, volta ad un abbassamento dei limiti di legge a 0,6 V/m nell’immediato e a 0,2 V/m sul lungo termine, valutando tutte le opinioni critiche e i giudizi negativi giunti dalla comunità scientifica in merito agli effetti di un eventuale innalzamento dei limiti di legge, abrogando altresì l’articolo 14 del Decreto Sviluppo “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” (DL n° 179 del 18/10/2012 pubblicato sulla G.U. n° del 19/10/2012), che impone una misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 24 ore (valore arbitrario), anziché sui 6 minuti (valore basato su motivazioni biologiche);
  • minimizzare il rischio sanitario promuovendo anche uno studio epidemiologico sui campi elettromagnetici che sia sviluppato da enti indipendenti non riconducibili alle aziende di telecomunicazione interessate a sviluppare la tecnologia 5G anche a discapito della salute della popolazione.
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