L’anno nero dell’influenza: “MORTI VENTIMILA ANZIANI IN PIU'”
I dati dell’Istituto superiore di sanità. Si è vaccinato meno di un ultra 65enne su due. E i decessi sono aumentati del 15% rispetto alle attese. Il RECORD a inizio gennaio: +42%
di MICHELE BOCCI
Ancora un anno nero per le morti in Italia. Nell’inverno che si sta concludendo c’è stato un altro boom dei DECESSI dopo quello del 2015. Vittime, in particolare, gli ultra sessantacinquenni. La scarsa diffusione del vaccino tra gli anziani e un’influenza molto aggressiva hanno condizionato pesantemente il dato epidemiologico. In Italia c’è stato il 15% in più di ultra sessantacinquenni morti rispetto a quelli attesi, cioè circa 3mila decessi imprevisti nelle 19 città prese come campione per studiare i numeri in tempo reale. Roma, Torino, Genova, Trieste, Firenze, Napoli, Bari, Cagliari, Catanzaro: nei centri esaminati vivono circa il 15% degli italiani. “Possiamo stimare quindi un dato nazionale di MORTI in ECCESSO tra 15 e 20 MILA – spiega il presidente dell‘Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi – Anche se bisogna avere qualche precauzione a fare la proiezione dei 3mila di partenza perché nei centri urbani il rischio di mortalità, anche per l’influenza, è diverso da quello di paesi e aree rurali”.
Il PERIODO CHIAVE preso in considerazione va dalla 48ESIMA SETTIMANA del 2016 alla SESTA del 2017. La seconda è stata la peggiore della stagione, con il 42% IN PIU’ di DECESSI rispetto a quelli attesi. I numeri arrivano dal network europeo Euromomo e piazzano l’Italia all’ultimo posto tra i 19 paesi europei osservati. Non solo, la situazione sembra pure peggiore di quella che la stessa fonte aveva osservato dopo l’INVERNO del 2015, ANNO NERO per le MORTI IN TUTTO IL CONTINENTE e in ITALIA, dove ci furono 54MILA DECESSI IN PIU’ del 2014 con un INCREMENTO dell’11%, che non si vedeva dagli anni Quaranta. Ovviamente quel dato era stato condizionato non solo dalla STAGIONE FREDDA ma anche da un‘ESTATE in cui fece MOLTO CALDO, quindi è ancora presto per dire se il 2017 alla fine avrà numeri simili. Di certo c’è da aspettarsi una crescita rispetto all’anno scorso.
Anche se dalle anagrafi non si può conoscere il motivo dei decessi, l’Istituto superiore di sanità è convinto che quelli inattesi abbiano in gran parte a che fare con l’influenza, anche perché i gli incrementi e le diminuzioni delle morti rispetto a quelle attese seguono la curva di incidenza della malattia stagionale. “Il VIRUS A/H3N2 è stato particolarmente virulento e di contro abbiamo avuto una bassa copertura vaccinale negli anziani – dicono sempre dall’Istituto superiore di sanità – Il dato sta scendendo progressivamente negli ultimi anni, fino ad essere arrivato l’anno scorso subito sotto la soglia del 50%, nonostante l’obiettivo minimo dell’Oms e del ministero della Salute sia il raggiungimento del 75% di copertura tra gli ultrasessantacinquenni e i tra i soggetti a rischio”. Ricciardi aggiunge che “nei Paesi dove la copertura vaccinale è maggiore rispetto al nostro e le raccomandazioni sono estese anche ad altri gruppi di popolazione l’eccesso osservato è stato di gran lunga inferiore a quello italiano”.
Il sistema Euromomo permette di conoscere l’andamento della mortalità quasi in tempo reale. Mentre i numeri Istat richiedono tempo per essere elaborati, quelli europei sono pensati proprio per poter fare una sorveglianza rapida, giornaliera, e rendersi così conto prima possibile se sta succedendo qualcosa di anomalo.
I DATI ITALIANI sono invece elaborati a partire dalle registrazioni dei decessi nelle anagrafi delle 19 grandi città da parte del dipartimento di epidemiologia del Lazio, che fino al picco di mortalità del 2015 si occupava solo della sorveglianza sulle ONDATE di CALORE ESTIVE. Ma adesso che le vaccinazioni scendono e l’influenza colpisce più duramente si è deciso di tenere sotto controllo anche l’INVERNO. Quello di quest’anno merita di essere studiato ancora.
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Carlo Verdelli