Pancreas Aberrante

Con il termine PANCREAS ABERRANTE (aberrant pancreas, PA), definito in letteratura anche pancreas ectopico (pan- creatic ectopy) o eterotopico (heterotopic) o accessorio (accessory) o sopranumerario si intende la PRESENZA CON-NATALE di isole di tessuto pancreatico funzionante privo di continuità vascolare ed anatomica con il corpo principale della ghiandola.

Schultz riportò il primo caso di pancreas ectopico nel 1727 e Klob pubblicò le prime immagini in microscopia ottica nel 1859.

Presenza di tessuto pancreatico fuori dalla sede abituale e senza alcun rapporto anatomico con il pancreas normale. Si presenta in FORMA di NODULI DI COLORE GIALLO CREMA di DIMENSIONI VARIABILI da qualche mm a diversi cm, di solito innicchiati nella sottomucosa.

L’80% degli ABERRANTI vengono riscontrati nel DUODENO (in sede parapapillare), nello STOMACO (antro pilorico) e nel DIGIUNO, ma possono essere rinvenuti nell’ILEO (diverticolo di Meckel), appendice, coledoco, fegato, mesi, milza, retto, colon, esofago.

Nella localizzazione GASTRICA E DUODENALE possono essere provvisti di CANALINO che SI APRE, rispettivamente, nel LUME GASTRICO E DUODENALE, in corrispondeza di un’ombelicatura sovrastante il rilievo prodotto dal TUMORE.

La presenza di un dotto escretore anche se minuscolo, impartisce alla lesione il significato di CORISTIA D’ORGANO (Cavallero) IN OPPOSIZIONE alle CORISTIE DI TESSUTO.

Il PANCREAS ABERRANTE PUO’ ANDARE INCONTRO A QUALSIASI TIPO di PATOLOGIA o NEOPLASIA prevista per il parenchima pancreatico.

La presenza clinica della CORISTIA è rilevata, in una minoranza di casi, da segni di OCCLUSIONE PILORICA O INTESTINALE, da ITTERO, da EMORRAGIE DIGESTIVE o dal quadro di un’ULCERA PEPTICA o di APPENDICITE o di DIVERTICOLITE di MECKEL.

La DIAGNOSI PREOPERATORIA può essere estremamente difficile…..

Un p. ABERRANTE ASINTOMATICO, e scoperto per caso in corso di un intervento chirurgico eseguito per un’altra ragione, NON DOVREBBE ESSERE ASPORTATO; tuttavia, l’incertezza nella diagnosi impone un ESAME AL CRIOSTATO per un esatta dignosi intraoperatoria di questa LESIONE BENIGNA e per evitare le ampie exeresi cui si potrebbe essere indotti da un erronea valutazione di MALIGNITA’ dell’alterazione stessa.

 

MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014

ADENOCARCINOMA AL PANCREAS ED ABERRANTE FRENESIA CHIRURGICA

LETTERA di Ruggero

DIAGNOSI DI ADENOCARCINOMA CONDITA DA INOPPORTUNE SPINTE MEDICHE

Egr. Valdo Vaccaro, mi hanno diagnosticato un Adenocarcinoma al pancreas, non vascolarizzato, senza metastasi e senza infiltrazioni, comunque a detta loro da operare immediatamente. Avrei bisogno urgente di parlare con lei. Mi devono operare il giorno 2 di dicembre per l’asportazione di parte del pancreas, della milza, del duodeno e parte dello stomaco.

CONFUSIONE, INSONNIA, PANICO E STRESS

Sono vegano da più di dieci anni, ho 55 anni, portati bene, con moglie e figlio, ed avrei ancora un sacco di cose da fare con la mia famiglia. Sono sempre più confuso se operarmi o meno, non sto dormendo la notte, non riesco ad accettare quello che devono farmi, mi dicono che se non lo faccio, avrei un anno di vita al massimo.

SENTIAMOCI PRIMA DELL’OPERAZIONE

Mi può contattare via e-mail o mandarmi un suo numero dove chiamarla? La prego sentiamoci prima dell’operazione, ho bisogno di dialogare con qualcuno che non parli solo il linguaggio prettamente medico-chirurgo-oncologico, dove non si vedono altre alternative. Le sto allegando la mia documentazione. Parliamone, mi aiuti. Cordiali saluti.

Ruggero

*****

RISPOSTA di VALDO VACCARO

LA SOLITA TECNICA DI DEMOLIZIONE MENTALE

Ciao Ruggero. Quello che hai descritto è esattamente il sistema standard usato dalla medicina non per informare correttamente il paziente, o per dire pacatamente come stanno le cose a loro avviso, paragonando 2 o 3 soluzioni possibili inclusa quella che a loro torna più logica o conveniente, ma bensì per tagliare le gambe e mettere letteralmente al tappeto il poveraccio di turno, che si ritrova di punto in bianco con una prognosi infausta e senza scampo, con una data vicinissima fissata per l’intervento e addirittura con una previsione di fine drammatica e quantificata entro il massimo di un anno, se non accettasse il pacchetto-chirurgico imposto più che proposto!

ODIOSI ULTIMATUM PRIVI DI ETICA E PRIVI DI VALORE SCIENTIFICO

Questo è dare a una persona un ultimatum odioso, oltre che privo di ogni valore scientifico. “O ti fai operare all’istante e vivi a lungo oppure muori entro l’anno”, quando invece sappiamo che spesso succede l’esatto opposto, con gente che ritrova la forza per riprendersi e per favorire il proprio recupero senza operarsi, vivendo 3 volte di più degli operati. Cosa assurda e priva di senso. Cosa lontanissima dalla realtà. Cosa che non tiene in alcun conto le possibilità inaspettate delle risorse umane, incluse perché no le infinite vie del Signore. Cosa che dimentica totalmente le fantastiche guarigioni-recupero mediante diete rigorosamente fruttariane di Max Gerson in mezzo a cancerosi finiti nei reparti terminali degli ospedali.

I CASI DI STEVE JOBS E DAVID SERVAN-SCHREIBER

O ti fai operare o muori. Scordando i casi eclatanti di adenomi pancreatici STEVE JOBS E trattati male e finiti peggio. E ci riferiamo a Steve Jobs, incapace di farsi salvare nonostante le formidabili risorse a disposizione, e di David Servan-Schreiber, paladino e maggior produttore mondiale di Omega-3 da pesce, nonché medico docente in contemporanea alla Sorbona, a Miami e a Montreal, straricco e circondato dai migliori oncologi del mondo occidentale, ma lasciato ugualmente defungere senza remissione a soli 49 anni.

LO SPAVENTO PORTA ALLA OBBEDIENZA E ALLA MALLEABILITÀ

Questo modo di fare della medicina contemporanea non potrà mai essere biasimato abbastanza. Questo non è assistere e curare la gente ma è piuttosto metterla deliberatamente in condizioni di gravi difficoltà. Questo è un immorale processo di pre-distruzione e di pre-annichilimento, volto ad ottenere da essa un consenso totale e una resa incondizionata al bisturi e alla sala operatoria.

LA VERITÀ NON HA PREZZO

Non sono medico e tantomeno chirurgo. Sono come sai un filosofo della salute che mette sul piatto della bilancia i punti di vista dell’igienismo, non fosse altro che per controbilanciare le pesanti, dogmatiche ed arroganti posizioni della medicina ufficiale, rese incontestabili dalle sue posizioni di monopolio, dall’appoggio indiscriminato che essa gode da parte di governi, istituzioni, università e persino dalle leggi nazionali e internazionali. Sono una voce alternativa e controcorrente, una voce esterna con scarsissime possibilità di incidere sulla Nomenklatura del settore, o di modificare quello che avviene in concreto nella sanguinaria arena del mondo sanitario. Ciò non toglie che la verità non ha prezzo per chi la sa intuire ed apprezzare.

QUALCHE CENNO ANATOMICO RELATIVO A PANCREAS E DINTORNI

Il sistema duttale pancreatico è l’insieme dei canalicoli escretori dei succhi alcalini prodotti dal pancreas esocrino, che sono fondamentali per la digestione degli alimenti e vengono riversati in dotti via via più grandi fino al dotto pancreatico principale del Wirsung (da Johann Georg Wirsung 1589-1643). Tale sistema aumenta poi di calibro a 3 mm in prossimità del duodeno e, nel tratto terminale, si affianca al coledoco e alle varianti anatomiche chiamate sfinteri di Oddi o del Glisson (da Ruggero Oddi 1864-1913 e Francis Glisson 1597-1677), e chiamate papille ed ampolle del Vater o del Santorini (da Abraham Vater 1684-1751 e Giovanni Domenico Santorini 1681-1737).

GLI ESAMI DIAGNOSTICI NON SEMBRANO PER NIENTE DISPERANTI

Nel caso presente, le pesanti allusioni mediche sulle disperanti aspettative di vita del paziente, contrastano persino con quanto scritto sugli esami diagnostici allegati, dove si parla sì di A) Sospetta neoformazione alla testa del pancreas, B) Restringimento della porzione ampollare del coledoco e del tratto prossimale del Wirsung, C) Ispessimento parietale dell’area Vater-Santorini, D) Ispessimento della fascia para-renale, E) Piloro pervio, F) Bulbo distale con diffusa iperemia o congestione sanguigna in zona duodenale, G) Ristagno mucoso in cavità gastrica, ma anche di 1) Nessuna alterazione al parenchima epatico, 2) Nessuna infiltrazione all’asse spleno-portale, ossia al fegato, alle vie biliari e alla milza, 3) Nessuna infiltrazione dell’asse vascolare mesenterico, 4) Linea Zeta ovvero giunzione gastro-esofagea in sede e normo-rappresentata, 5) Mucosa gastrica indenne da lesioni.

Appare evidente che i lati negativi A-B-C-D-E-F-G significano ben poco rispetto a quelli positivi 1-2-3-4-5, e rispetto alle stesse valutazioni personali del paziente che non si dimostra affatto rassegnato ed abbattuto ma solo incredulo e confusionato, rivelando tutto sommato salute, vitalità, reattività motivazione e grinta guaritiva.

UNA STRANA FRENESIA A PROCEDERE QUANDO NON CI SONO METASTASI E NON CI SONO INFILTRAZIONI

Parliamo nota bene di un adenocarcinoma al pancreas non vascolarizzato, senza metastasi e senza infiltrazioni nelle zone limitrofe. La scienza igienista è chiaramente contraria ad ogni tipo di intervento asportativo ed invasivo, e ad ogni tecnica radio e chemio di contorno. Ma, persino ragionando per assurdo con l’ideologia chirurgica corrente, non si comprende il criterio valutativo usato nella presente circostanza. Non si capisce in particolare la spinta e la frenesia a voler operare immediatamente.

L’INTERVENTISMO CHIRURGICO A TUTTI I COSTI TROVA CRITICHE NELLO STESSO AMBITO SANITARIO

“Il carcinoma del pancreas in una elevata percentuale di casi risulta non operabile con caratteri di radicalità oncologica già al momento della diagnosi. Tale valutazione può risultare già evidente agli esami pre-operatori ma, in un numero non trascurabile di pazienti, ciò risulta riconoscibile solo all’atto operatorio. Mentre il riconoscimento di metastasi o di infiltrazione degli organi circostanti risulta in genere agevole già pre-operatoriamente. Spesso non è possibile una diagnosi pre-operatoria di interessamento da parte della neoplasia dei vasi mesenterici e portali, interessamento che, secondo la maggioranza dei chirurghi controindicherebbe la realizzazione di un intervento radicale e secondo altri comunque comporterebbe l’esecuzione di un intervento di maggiore complessità e maggior rischio”, scrivono i chirurghi Napolitano, Di Donato e Gargano, del Dipartimento Scienze Chirurgiche Università di Chieti, nel loro sito internet. Un messaggio che non è per niente favorevole all’interventismo chirurgico a tutti i costi.

FEGATO SANO, IMMUNITARIO REATTIVO E  VOGLIA DI VIVERE COME INGREDIENTI FONDAMENTALI DI RECUPERO

Tornando alla Health Science, ricordiamo che esistono molti casi provati di remissione e di recupero in campo oncologico. Le possibilità di raggiungere una guarigione per vie naturali dipende da tre principali fattori che sono 1) Residua capacità funzionale del fegato e degli altri organi vitali, 2) Capacità rigenerativa del sistema immunitario, 3) Spirito di lotta e voglia di vivere del paziente, visto che uno stato vigile-attivo-ribelle della mente ha effetti straordinari sulla funzione immunitaria. Condizioni nelle quali il paziente in questione rientra a tutti i titoli, mentre i suoi eventuali e prossimi chirurghi, ammesso e non concesso che lo diventino, non solo mai hanno minimamente considerato, ma al contrario hanno boicottato in modo indegno, in modo tutt’altro che professionale.

CAMBIAMENTO CHIMICA INTERNA E RINNOVO DEL SANGUE, ALTRO CHE BISTURI

“Il bisturi rappresenta il fallimento della medicina”, usava dire il grande Oliver Wendell Holmes Jr (1841-1935), docente di fisiologia ad Harvard e socio-fondatore della Supreme Court of Justice americana, chiamato anche The Great Dissenter. Dal momento che gli interventi medici sui tumori hanno dimostrato la loro totale inefficienza ed inaffidabilità per decenni, è chiaro che una eventuale vittoria sulle neoplasie umane deve essere realizzata per vie interne. Cambiamenti radicali nella chimica corporale devono essere apportati, coinvolgendo i meccanismi regolativi degli organi base come fegato-milza-pancreas-reni-intestino e formula del sangue. Particolarmente il sangue va rinnovato e modificato, dal momento che la sua composizione chimica esercita grande influenza sul sistema cellulare e sulla regolare crescita delle cellule.

SUPERARE LA CAPACITÀ MOLTIPLICATIVA DELLE CELLULE

Alla fin fine, il risultato della lotta per sopravvivere al tumore ed uscire dal tunnel della disperazione dipende dal fatto di riuscire o meno a far sì che la combinazione nella chimica corporale anti-tumorale, associata ai poteri cancro-distruttivi del sistema immunitario, superi la capacità moltiplicativa delle sovra-cellule, o delle cellule eccedenti-cancerogene. In altre parole tutte le cure vincenti sul cancro vengono realizzate dal corpo per auto-guarigione, a patto che sia data al corpo stesso la possibilità di farlo, di auto-guarire senza interferenze e senza bastoni tra le ruote.

TUTTO RUOTA INTORNO AL SISTEMA IMMUNITARIO

Lo stesso scopo dei corretti metodi dietetici, combinati coi fattori ambientali e comportamentali, è puramente accessorio e favoritivo nella direzione della Remissione Naturale e Spontanea dalla malattia. Tutto ruota intorno al sistema immunitario. Ovvio che non va comunque sottovalutato il ruolo del cibo vivo vegetale, dell’esercizio fisico, dell’equilibrio interiore, dell’armonia e dell’affiatamento col creato, della serenità, del pensiero positivo, dell’autostima, del riposo, dell’esposizione solare. Il cancro insomma non ha nessuna chance di svilupparsi in un corpo sano, equilibrato e sorridente.

PAZIENTI RECALCITRANTI MA SOLO A PAROLE

Un paziente che si trovi comunque con una situazione effettiva di neoplasia in atto, in condizioni di depressione e disperazione, depresso e senza speranza, può e deve ripristinare il suo equilibrio parlando in modo aperto delle sue condizioni sia coi medici curanti che coi suoi familiari. Purtroppo non sempre questo è possibile in quanto manca oggettività, maturità, indipendenza e autonomia di giudizio, sia da parte di quelli che dovrebbero essere i paladini della salute che da parte degli stessi pazienti, pronti a criticare e dubitare, pronti ad essere recalcitranti a parole, ma in ultima analisi stranamente fiacchi, rassegnati e disposti a farsi manomettere dagli abili estirpatori in camice.

IL PRIMO FATTORE DI CANCRO STA NELLA VISCOSITÀ DEL SANGUE

È universalmente notorio che il peggiore fattore di cancro si chiami lipotoxemia, ossia intossicazione grassa del sangue. Visto che i chirurghi, pur bravissimi in anatomia e nell’arte di tagliare, asportare, raschiare e ricucire, nulla sanno e nulla intendono fare nei riguardi del sangue, ogni loro intervento risulta essere vano al punto che, dove essi intervengono, spunta immancabilmente la recidiva, contrastata poi con quella chemioterapia che da molte parti si definisce come spettro peggiore persino della morte, in termini di paura e di sofferenza.

GLI AMMONIMENTI DI OTTO HEINRICH WARBURG

Al meeting dei Nobel della Medicina tenutosi a Lindau-Germania il 30 giugno 1966, il dr Otto Heinrich Warburg (1883-1970) concluse il suo intervento dicendo: “Nessuno al mondo può dire oggi di non sapere cos’è il cancro e quali siano le cause che lo generano. Al contrario, non esiste malattia le cui cause siano meglio conosciute e provate. L’ignoranza non è più una scusa plausibile per non fare di più e di meglio come prevenzione”.

CARNE, ZUCCHERO E SEDENTARIETÀ, CON CELLULE PRIVE DI OSSIGENO E PROLIFERANTI

Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori” che gli valse il Nobel della Medicina nel 1931, Warburg ha dimostrato che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali che sono acidosi del sangue e ipossia, ovvero mancanza di ossigeno alle cellule. La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia. Se una persona ha uno, ha anche l’altro. Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che lo attraggono. Privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla da sana in proliferante e cancerogena. Un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno. I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini. Come dire che mangiare carne e zucchero saccarosio, alimentazione acidificante, e praticando la sedentarietà, comportamento acidificante, non facciamo altro che abbonarci alle malattie tumorali.

UCCIDE PIÙ IL BISTURI CHE IL CANCRO STESSO

Il grosso delle operazioni chirurgiche anticancro è soltanto teatralità spettacolare con finalità essenzialmente commerciali. La chirurgia non ha mai salvato un solo canceroso. Soltanto il più stupido dei somari può credere che una neoplasia sia guarita mediante la sua asportazione, o peggio ancora mediante la rimozione di un organo. Ogni anno la chirurgia oncologica uccide migliaia di vittime la cui morte viene imputata al cancro. Molte di esse non soffrivano di cancro. Lo si sospettava soltanto.

LE TAGLIENTI VALUTAZIONI DI HERBERT SHELTON

Le visite mediche non rivelano le vere cause di malattia, non avendo esse queste finalità. Un medico appare insieme ridicolo e fuori luogo, quando parla di guarire il cancro, malattia la cui causa gli è perfettamente ignota. Questo e altro dice Herbert Shelton (1895-1985), nel suo best seller Tumori e Cancri. La causa del cancro, nell’anno 2014, non è più nota ai medici di quanto non lo fosse due millenni or sono, in spregio a quanto affermato da Otto Warburg.

SERENITÀ INTERIORE ED EFFICENZA DIGESTIVA

Ricordiamo infine che il metodo migliore per guarire risulta l’applicazione coerente del pacchetto salute della Health Science, evitando visite, ricoveri, bisturi, farmaci, vaccini, integratori, e puntando nel contempo a uno stato di calma e di serenità interiore, oltre che a una alimentazione sobria, digeribile e vivificante. 

DIGIUNO IGIENISTA ED AUTOLISI

La pratica aggiuntiva del digiuno può essere considerata metodo vincente oltre che accelerazione depurativa dell’organismo con inclusa autolisi delle neoformazioni tumorali. Si arriva ad essa previo periodo preparatorio a base di frutta e verdura crude. La parola autolisi deriva dal greco autolisis (auto=se stesso, lisis=perdita, dissoluzione) e significa letteralmente auto-dissoluzione, processo biologico attraverso il quale una cellula si autodistrugge, cioè digerisce se stessa (autodigestione) grazie a determinati enzimi (lisosomi), per cui il tessuto va in colliquazione e tende a disciogliersi.

PROCESSO DISSOLUTIVO VELOCE NEL PANCREAS

Interessante notare che tale processo dissolutivo è veloce nel pancreas, nella mucosa gastrica e nella regione midollare del surrene, è a rapidità media nel fegato-rene-muscoli-nervi-cervello, ed è marcatamente lento nei tessuti connettivi cioè adipe-ossa-sangue-linfa-cartilagini. Veloce nel pancreas significa che il digiuno può disgregare gli adenomi pancreatici con particolare efficacia.

AUTO-DISGREGAZIONE ED ESPULSIONE VELENI PER GRADI E A ONDATE ELIMINATIVE

Per capirci meglio e chiarire ogni dubbio, il processo di autolisi nulla ha a che vedere con quello di apoptosi, moria fisiologica per cellule stanche ed usurate causata dai becchini cellulari chiamati lisosomi. Qui si parla di un processo di auto-digestione e di auto-disgregazione intracellulare, dove i tessuti vengono disciolti in ordine inverso alla loro utilità funzionale. Prima se ne ne vanno le acque stagnanti, poi, in successione logica e graduale, i grassi e le escrescenze morbide, gli urati insinuati sulle giunture, gli altri corpi estranei incrostati, i depositi di minerali inorganici, i residui di farmaci e di caffeina mai assimilati, e poi gli altri tessuti. Tutto materiale che deve ripassare nel sangue in fase espulsiva, causando inevitabilmente effetti temporanei di ritorno chiamati crisi eliminative.

LA HEALTH SCIENCE CREDE POCO E NIENTE NELLE VARIE FORME DI CUROMANIA

Essendo noi della Health Science profondamente legati al sistema della non-cura sul sintomo, dove il sintomo è l’escrescenza tumorale stessa e dove metastasi e cancro sono la degenerazione di quella escrescenza, crediamo meno di zero a chi tenta di risolvere le crisi oncologiche con cure mediche invasive basate sui farmaci, sul bisturi che asportano, sui cucchiai e le cerette che raschiano, sulle chemio che sconvolgono tutto pur di impedire le recidive. Ma, in tutta franchezza, crediamo assai poco anche alle cure alternative quando pretendono di essere risolventi e di guarire.

L’UNICA STRATEGIA VINCENTE È IL CONTRASTO ALLA TUMOROSITÀ DEL SISTEMA

Chiamiamo queste tecniche col nome non certo elogiativo di curomania medica, di curomania omeopatica e di curomania alternativa. Per noi l’unica reale possibilità umana è quella di contrastare la tumorosità, ossia la tendenza del corpo non solo a fabbricare tumori, fatto fisiologico quotidiano, ma anche a farli sviluppare dimensionalmente, fatto patologico.

FARE MENO DANNI NON SIGNIFICA GUARIRE

Pur rispettando i tentativi estremi e spesso fantasiosi della curomania meno grave ed invasiva, tipo quella naturopatica, quella erboristica e quella minerale, sappiamo che in ultima analisi nessuna di esse guarisce ma al massimo fa meno danni rispetto alle interferenze sanitarie, pur ritardando e complicando il lavoro riequilibrante del sistema immunitario, unico protagonista vero della guarigione finale.

NON CREDIAMO A BICARBONATI, A MELATONINE E A STAMINALI

NON CREDIAMO nel cloruro di magnesio e non crediamo nel bicarbonato di sodio, ci perdoni il medico romano Tullio Simoncini. Non crediamo nella melatonina con acido trans-retinoico e somatostatina del medico modenese Luigi Di Bella (1912-2003), dove le guarigioni scarsamente provate arrivano comunque dall’EFFETTO PLACEBO sui pazienti, visto che già la speranza di guarigione ti galvanizza e ti fa spesso guarire. Ancor meno crediamo alle staminali di Davide Vannoni. Come del resto NON CREDIAMO all’esistenza di sostanze magiche depositate sulle cime dell’Himalaya o sui fondali oceanici delle Marianne, e neppure crediamo ai miracoli di oncologi strepitosi capaci davvero di tirarti fuori dai tuoi drammi esistenziali.

QUALCHE COMPRENSIONE PER L’ERBORISTICA STILE RUDOLF BREUSS

Non vanno comunque sottovalutate e prese sottogamba le tecniche di guarigione del cancro condotte dal medico austriaco Rudolf Breuss (1899-1990), che a 90 anni scrisse il testo “Cancro, leucemia ed altre malattie apparentemente incurabili sono invece risolvibili con metodi naturali”. Quarant’anni di esperienza da medico naturista, con 45 mila malati guariti a suo dire da leucemie e da ogni genere di cancro, parlano chiaro. Pure lui, sia ben chiaro non guarisce, ma non è detto che la convincente teatralità dei suoi intrugli naturali non rappresenti un valido mix di placebo e di cura rilassante in grado di produrre qualche prodigio in più rispetto agli altri.

IL TUMORE PUÒ ESSERE GUARITO

“La maggior parte delle cose importanti nel mondo sono state compiute da persone che hanno continuato a cercare quando sembrava non esserci alcuna speranza. Se in questo periodo state valutando tra il trattamento oncologico convenzionale e il trattamento alternativo, rendetevi conto che i rapporti convenzionali sul cancro intrappolano spesso i pazienti con l’uso di false autorità. Fanno schieramento compatto i medici con i loro titoli accademici, la FDA e le aziende farmaceutiche con la loro voracità infinita per il dio danaro e la voglia di annegare il vostro corpo in una marea di prodotti chimico-sintetici. In contrapposizione a tutto questo usate cuore, cervello e buonsenso. Capirete allora con chiarezza che la maniera per guarire realmente il corpo umano non è certo quella di avvelenarlo. Basta capire questo, e niente altro. Una volta che accettate tale banale e semplice concetto, allora comincerete a capire che potete guarire il tumore”.

I TRATTAMENTI MEDICI DISTRUGGONO LETTERALMENTE I TESSUTI DEL CERVELLO, DEL FEGATO E DEL PANCREAS

“Non potete aggredire il cancro con le stesse cose che in realtà lo causano, come la chemioterapia e le radiazioni. Non potete diventare più sani compromettendo la funzione degli organi vitali nel vostro corpo. I trattamenti oncologici convenzionali distruggono letteralmente i tessuti del cervello, quelli del fegato, del pancreas, del cuore e dei reni. Se scegliete di sottoporvi a chemioterapia, ne uscirete con un danneggiamento permanente alla vostra salute che vi renderà molto più problematico sopravvivere a qualsiasi cancro successivo”.

42 GIORNI DI CURA BREUSS

Durante la cura anticancro non si deve mangiare nulla per 42 giorni, salvo bere i succhi di verdura e i decotti prescritti. Dei succhi si può berne, a seconda dell’appetito, fino a un quarto di litro al giorno. E’ consentito di arrivare comunque fino al mezzo litro quotidiano. Bere adagio, a cucchiaiate, non inghiottire subito ma insalivare per bene. In aggiunta si può, di tanto in tanto, bere un benefico sorso di succo di crauti, Si può seguire sia la cura del medico austriaco, con succo misto detto Breuss, preparato su sua ricetta, che optando per succhi spremuti personalmente da voi medesimi (soluzione migliore, economica, rapida, senza perdita di vitamine, senza aggiunta di ingredienti da conservazione, senza processi parziali o totali di pastorizzazione). Nei 42 giorni non è necessario il riposo a letto, ma è indicato muoversi e lavorare in relax per distrarsi dal cibo, dalla fame e dalla malattia stessa.

BIETOLE, CAROTE, SEDANI E RAFANO

La miscela Breuss comprende tre quinti di rape rosse o bietole, un quinto di carote, un quinto di radice di sedano o di sedano-rapa, un po’ di rafano, una patata cruda non irradiata grande quanto un uovo. In pratica 3 etti di bietole, 1 etto di carote 30 grammi di rafano. Le verdure vanno passate in centrifuga, poi il succo va filtrato con telo di lino per eliminare le scorie solide che non sono buone per il cancro che vive di cibi solidi. Nei 42 giorni di cura niente medicinali e niente cibi solidi  all’infuori dei succhi e dei decotti prescritti. Al massimo è concesso qualche succo fresco di limone o di mela non mescolati ad altre cose. Altra bevanda concessa in aggiunta a tutto il resto, è un decotto caldo di salvia, menta e melissa, un paio di tazze al giorno. Alla fine dei 42 giorni si riprende a mangiare progressivamente con cibi leggeri e poco salati, continuando per 2-4 settimane a bere mezza tazza dei succhi Breuss prima di pranzo e di cena. La cura Breuss serve anche per artrite, artrosi, coxartrosi, osteoporosi, spondilartrosi. Succhi e tisane non vanno chiaramente addolciti o zuccherati.

SUCCHI AGGIUNTIVI PER I VARI TIPI DI TUMORE, DA ASSUMERE A FREDDO E A PICCOLI SORSI (UNA PRESA IN ACQUA BOLLENTE PER 10 MINUTI)

Nel caso di cancro al fegato, fare frizioni di olio d’oliva a freddo ed applicare cataplasmi di foglia di cavolo, utili per disinfiammare localmente anche negli altri tipi di crescite tumorali. Per il tumore al cervello 2 tazze di melissa al giorno. Per il cancro agli occhi, una tazza di eufrasia al giorno. Per il cancro al seno e all’utero e all’ovaio, una tazza giornaliera di alchemilla e ortiche bianche-gialle o lamio. Per il cancro a palato-lingua-ghiandolecollo-laringe decotto di pimpinella (un cucchiaio da the in una tazza d’acqua, bollito per 3 minuti). Cancro alle ossa, ai polmoni e per tubercolosi polmonare, decotto di piantaggine, lichene d’Islanda, polmonaria ed edera terrestre. Per il cancro allo stomaco, decotto di valeriana e assenzio. Cancro a prostata e testicoli, decotto di epilobio a fiori piccoli. Per il cancro alla milza e al pancreas almeno un litro di decotto di salvia al giorno, fredda o calda. Applicare sulla zona brevi impacchi caldi di fiori officinali di fieno in sola infusione, o equiseto bollito 10 minuti, o paglia di avena bollita 10 minuti.

PATATA PER IL CANCRO AL FEGATO

La patata non è indispensabile ma vale assai nel caso di cancro al fegato e nel caso di stitichezza cronica. Evitando la patata nella miscela si può anche bere una tazza al giorno, da bersi fredda e a sorsi, di un decotto di bucce di patata (manciata di bucce crude, prive di macchie verdi e di irradiazione devitalizzante), in due tazze di acqua e bollite per 2-4 minuti. Se il decotto risulta troppo sgradevole significa che il fegato non ne ha bisogno e si può tralasciare il tutto.

TISANE E DECOTTI PER CHI HA IL CHIODO FISSO DELLA CURA

Dando spazio a Rudolf Breuss, non intendiamo operare discriminazioni e dare avallo incontrastato ai suoi succhi e ai suoi decotti. Lo facciamo semmai per venire incontro ai tanti pazienti che hanno il chiodo fisso della cura, qualunque essa sia, non riuscendo a entrare nel corretto meccanismo mentale della autoguarigione, del rendersi responsabili e protagonisti delle proprie sorti e nel non dipendere da altri interventi esterni.

I SUCCHI DI ORTICA DI MANUEL LEZAETA

Del resto, non lontano da Breuss si colloca pure il grande Manuel Lezaeta (1881-1959) che, a parte i suoi cataplasmi di fango notturno sul ventre, propende per purificazioni intestinali e pancreatiche a base di infusi di camomilla, di salvia, di assenzio, di malva e di equiseto, stravedendo poi giustamente per il succo di ortica. Preso a digiuno tre volte la settimana in una tazzina diluita con acqua e miele, vince ogni affezione cronica dell’apparato digerente.

SI MUORE SEMPRE E SOLO DI SANGUE GUASTO E DI PESSIME DIGESTIONI

Per Lezaeta, e per il suo maestro Padre Taddeo di Wiesent (1858-1926), le neoformazioni non sono altro che un prodotto dell’azione irritante del sangue gravemente guastato, addensato e intossicato. “Nessuno muore di cardiopatie e di cancro, ma tutti muoiono di sangue guasto ed acidificato”, “Nessuno muore di tumore, ma tutti di cattive digestioni” ammonisce tutti il frate cappuccino bavarese in super-proficua missione nel Sud-America. La medicina non combina nulla di buono e non riesce a dominare il cancro e ad arrestarne lo sviluppo in quanto tralascia di curare la normalità funzionale del corpo umano, dirigendosi bambinescamente contro quei sintomi che sono solo apparenze patologiche, effetti consequenziali e non cause.

MARTIRIZZARE E MUTILARE SONO LA BANCAROTTA DELLA MEDICINA

La medicina resterà sempre in rovinosa bancarotta fino a quando continuerà a disconoscere il grande valore dei mezzi naturali. Il cancro si produce per impurità del sangue. Incapaci di purificare il sangue, i chirurghi vanno ad estirpare il tumore, causando la martirizzazione dell’infermo e spargendo la materia corrotta in giro per il corpo. La medicina eterna immatura ed incompiuta deve scordarsi le rimozioni, le mutilazioni e le cure sul cancro. Deve piuttosto imparare a come ristabilire la salute integrale del canceroso, il che significa ripristinare la normalità funzionale di tutto il suo organismo.

FRUTTA E VERDURE CRUDE A PIACERE

Lo stomaco è l’officina dove si forgiano la salute e la vita del corpo. Dieta esclusivamente a base di frutta e insalate crude, condite con olio e pochissimo sale, quando si vuole e nella quantità desiderata. Quando si sarà normalizzata la digestione e ritornato l’appetito, si potrà assumere ogni tipo di cibo vegetale cotto, con qualche concessione per ricotta e per uova sode.

E SE NON FUNZIONASSE?

Quanto scritto in questa tesina vale ovviamente non soltanto per tumori, cancri, adenomi allo stomaco e al pancreas, ma per chiunque sia di fronte a una problematica oncologica riguardante altre parti del corpo umano. Considerazione finale da avvocato del diavolo. E se la soluzione igienista non funzionasse? E se la rinuncia a tagliare e raschiare fosse una chance perduta di cui doversi poi pentire e rammaricare?

CHI SEMINA BENE PUÒ ATTENDERSI UN BUON RACCOLTO

Abbiamo già visto che, per precise ed immutabili leggi della natura, il corpo rispettato e trattato come Dio comanda tende a non tradire, a non andare contro se stesso, a procedere verso la remissione spontanea. Quando abbiamo imparato la lezione e quando l’abbiamo messa in atto seminando bene, possiamo soltanto mettere il cuore in pace e attenderci dei buoni risultati. Se malauguratamente le condizioni interne fossero davvero compromesse oltremisura, con le ultime foglie secche pronte a cadere e le radici avariate, ammuffite e deteriorate, il sistema immunitario non avrebbe altra scelta che indirizzarci verso l’exit con le minori sofferenze possibili.

NESSUNO POSSIEDE UN PACCHETTO-SALUTE ALTRETTANTO COMPLETO E COERENTE

Saremo pure parziali e partigiani nelle nostre libere opinioni. Ma quello che ci offre la strada igienista, col suo formidabile pacchetto-salute, nessuna altra scuola e nessuna altra tecnica terapeutica ce lo possono dare. Se siamo in condizioni ottimali, il recupero sarà garantito in tempi relativamente brevi, senza effetti collaterali e senza recidive. Se dovessimo invece avere la sorte segnata, niente e nessuno ci potrebbero risollevare, men che meno gli accanimenti terapeutici di emergenza, tesi ad allungare penosamente i nostri giorni tra sedazioni Valium e trattamenti del dolore, tra oppiacei, morfine, e codeine, tra singhiozzi, deliri e confusioni mentali.

DOCUMENTARSI AL MEGLIO E FARE UNA SCELTA DI CAMPO

La decisione finale sul da farsi spetta in ogni caso al paziente e soltanto al paziente nelle sue piene facoltà di intendere e volere. Il corpo in questione non è quello del chirurgo, non è quello dei familiari o dei più cari amici, e non è nemmeno quello dell’igienista di turno che qui si firma, ma è quello suo personale. Ha pertanto il diritto e il dovere di documentarsi al meglio e di fare conseguentemente una netta scelta di campo.

OPZIONE MEDICA ED OPZIONE IGIENISTICA

Una scelta di campo tra l’interventismo medico, che guarda al tumore e alle malattie in genere come nemici esterni da annientare con qualsiasi mezzo, e il non interventismo igienistico, che considera al contrario le malattie, le febbri, le influenze come benefiche amiche detossificanti capaci di ammonirti e di aiutarti nello scarico dei veleni interni, e apprezza i tumori come incapsulazioni, canalizzazioni ed inglobamenti che fungono da ultima ratio immunitaria, da strumenti e barriere estreme di protezione e difesa del corpo, da impedimento alla circolazione libera, disordinata e metastasica degli eccessi tossici interni, ossia delle sostanze più letali e devastanti.

Valdo Vaccaro