Tatuaggi: quello che non vi hanno mai detto

11004871_10206454596552590_1331195637_nIn Italia circa 1 milione e mezzo di persone hanno almeno un tatuaggio e tra questi circa l’8% ha un’età tra i 12 e i 18 anni. Il numero di persone che decidono di ospitare sul loro corpo un tatuaggio permanente è in forte ascesa, come dimostrato dal grande aumento delle imprese che eseguono piercing e tatuaggi (257 nel 2009 e 1537 nel 2013) (fonte). L’opinione più diffusa e radicata è che il tatuaggio presenti rischi solo durante la sua esecuzione,

per via delle numerose malattie infettive che possono essere trasmesse dalla mancanza del rispetto delle norme igienico-sanitarie. E dopo? Quando il tatuaggio se ne sta sotto la pelle per anni che cosa succede? Comunemente si è pensato che gli inchiostri fossero inerti, del tutto innocui, ma da qualche anno le ricerche iniziano a gettare una cattiva luce su questo argomento.

COSA SUCCEDE DURANTE L’ESECUZIONE DI UN TATUAGGIO

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Illustrazione schematica della cute nei suoi strati durante l’esecuzione di un tatuaggio

Concettualmente fare un tatuaggio è un processo abbastanza semplice. Ci si avvale dell’utilizzo di apparecchiature che fanno muovere avanti-indietro un ago a gran velocità. L’ago perfora quindi la cute in maniera continua e ripetuta, oltrepassando lo strato più esterno (l’epidermide) per depositare una goccia di inchiostro nello strato immediatamente sottostante, il derma (vedi immagine sopra). Qui un video di un tatuaggio in slow motion. Finito il disegno in genere la cute si presenta arrossata, dolente e rigonfia, per effetto dei microtraumi prodotti dall’ago. Di solito questo stato infiammatorio si risolve nel giro di pochi giorni, riportando la cute ad assumere il suo normale aspetto (se non fosse per la presenza del tatuaggio). Tuttavia sono sempre più numerose e documentate le complicanze che possono insorgere anche dopo decenni, imputabili in gran parte agli inchiostri utilizzati dai tatuatori. Questo anche quando viene garantita l’assoluta sicurezza del prodotto, poichè una sostanza estranea che si deposita nella pelle per periodi molto lunghi, non sarà mai inerte al 100%. O perlomeno, fino ad ora nessuno ha dimostrato la totale innocuità dei tatuaggi dopo decenni, ma parecchi ne hanno descritto i danni.

INCHIOSTRI

Nonostante il numero crescente di soggetti tatuati, in Italia non vi è una legislazione precisa e definita per l’etichettatura e la composizione degli inchiostri per tatuaggi. Spesso sulle confezioni mancano informazioni quali data di scadenza, avvertenze, conzidioni d’uso, o la garanzia di sterilità del prodotto. Di conseguenza si osserva un aumento di complicanze che i medici si trovano spesso a diagnosticare, ma che sono perlopiù sconosciute al pubblico (fonte). Questo è un problema non solo italiano, ma addirittura europeo: la maggior parte delle norme in vigore nell’Unione europea si limita, infatti, a prescrivere il rispetto dell’igiene, ad esempio imponendo l’utilizzo di guanti e la sterilità degli aghi. Non viene affrontato il problema della sterilità dei materiali, delle tinture e dei colori, la loro purezza, o la necessità di una vera e propria valutazione tossicologica e dei rischi (fonte). Essendo difficile venire a conoscenza degli ingredienti di un inchiostro per la mancanza di indicazioni in etichetta, alcuni laboratori hanno eseguito in proprio delle analisi quantitative per conoscerne con esattezza i componenti. I risultati sono stati allarmanti.

É emerso ad esempio, che il colore blu contiene quantità di rame tali da far andare in tilt i macchinari da laboratorio, il rosso contiene mercurio ed è quello che dà più effetti avversi, il nero contiene particelle di carbone, essendo spesso prodotto a partire dalla fuliggine (emblematico è il caso di Percival Pott che nel 1774 descrisse un’aumentata incidenza di cancro allo scroto negli spazzacamini proprio a causa della fuliggine che si accumulava nelle zone inguinali). Tutti contengono piombo e litio (fonte). Un altro studio,  che illustra con precisione i dati delle analisi quantitative, suggerisce poi di imporre una chiara indicazione della composizione in etichetta al fine di rendere più agevoli le operazioni di rimozione al laser, o anche solo per fare chiarezza su eventuali reazioni avverse da parte del paziente. Il 17 Luglio 2013, durante una interrogazione parlamentare al Parlamento Europeo di Bruxelles è emerso che: (fonte)

[…] la maggior parte delle sostanze chimiche usate per il tatuaggio è costituita da pigmenti industriali originariamente prodotti per altri scopi, come le vernici per automobili o l’inchiostro per scrivere, e scarseggiano o mancano del tutto dati sulla loro sicurezza che potrebbero permetterne l’uso per il tatuaggio.

Non stupisce quindi che gli effetti collaterali siano sempre più comuni. Voi vi portereste sotto la pelle la vernice della vostra auto per tutta la vita?

MALATTIE INFETTIVE

Una complicanza dei tatuaggi sicuramente facile da riscontrare nei primi periodi sono le malattie infettive. Queste sono quasi sempre causate dal non rispetto delle norme igieniche e di sterilità da parte del tatuatore. Questo si traduce nel concreto rischio di contrarre virus molto insidiosi come HIV, virus dell’epatite B e C, virus dell’Herpes e verruche oltre che a numerose infezioni batteriche e micotiche. Questi aspetti, tuttavia, sono ampiamente trattati da molte altre pagine internet, quindi non ci dilunghiamo oltre.

REAZIONI ALLERGICHE

Contrariamente a quanto si pensi, le reazioni allergiche agli inchiostri non sono così frequenti. Secondo l’ipotesi più accreditata questo è dovuto al fatto che l’inchiostro viene depositato nel derma, oltrepassando le cellule di Langherans presenti nell’epidermide e saltando una importante tappa di riconoscimento dell’antigene. Queste cellule, infatti, sono poche, ma dotate di lunghe propaggini con le quali ricoprono una superficie considerevole. Grazie a queste estroflessioni catturano gli antigeni con i quali si viene a contatto e li presentano alle cellule del sistema immunitario deputate alla discriminazione degli antigeni pericolosi da quelli innocui. Tuttavia queste cellule non si insinuano nel derma, dove viene deposto l’inchiostro, e quindi si abbassa il rischio di allergie. Quantomeno a breve termine. Qui un caso in letteratura di una reazione allergica. Altri tipi di reazioni immunitarie sono frequenti complicanze che possono avere pesanti conseguenze. Una di queste complicanze è la reazione granulomatosa da corpo estraneo, la quale consiste in una risposta infiammatoria nelle aree tatuate protratta nel tempo, in quanto il sistema immunitario riconosce che c’è qualcosa di estraneo (l’inchiostro) e cerca con tutti i mezzi possibili di distruggerlo.

Le foto che seguono sono tratte da questo articolo

granuloma

Reazione granulomatosa da corpo estraneo

Una complicanza riscontrabile soprattutto in soggetti predisposti è la reazione lichenoide, che comporta una aggressione delle cellule dell’epidermide ad opera delle cellule immunitare che non le riconoscono più come self. Questo cambiamento antigenico a carico dei cheratinociti basali è scatenato da fattori non ancora noti. Ad ogni modo si pensa che virus, batteri, e altre situazioni (tra cui i tatuaggi) possano condurre a questa condizione. Interessante anche il caso riportato da questo articolo in cui, a seguito di un tatuaggio, un ragazzo di 17 anni ha sviluppato una reazione lichenoide diffusa su tutto il corpo.

Reazione lichenoide

Reazione lichenoide

Una situazione non osservabile ad occhio nudo ma che può confondere profondamente un esame istologico è la pigmentazione dei linfonodi ad opera dell’inchiostro. Questo è possibile in quanto piccole particelle di colore vengono fagocitate da cellule del sistema immunitario che le portano poi nei linfonodi. Qui i pigmenti si depositano, conferendo particolari colorazioni all’organo. Questo può essere confondente per il chirurgo, soprattutto quando deve prelevare il lifonodo sentinella per la stadiazione di un tumore. In circostanze come queste, infatti, un linfonodo sano ma colorato può essere scambiato per malato, ed indurre in errore il chirurgo, con il rischio di non asportare i veri linfonodi malati. (fonte)

TUMORI

Le osservazioni di alcuni gruppi di ricerca hanno permesso poi di stabilire un legame tra lesioni pre-cancerose e tatuaggi. In alcuni casi, infine, dalle zone tatuate sono scaturiti veri e propri tumori. Le situazioni di più frequente riscontro sono proliferazioni benigne, e pertanto generalmente risolvibili con trattamento chirurgico,al laser o farmacologico. L’iperplasia pseudoepiteliomatosa e lo pseudolinfoma cutaneo sono due esempi di tumori benigni di frequente riscontro nelle aree del corpo tatuate. Fortunatamente presentano un basso grado di invasività e sono risolvibili abbastanza agevolmente, con l’inconveniente di poter lasciare cicatrici esteticamente poco gradite.

pseudoepiteliomatosa

Iperplasia pseudoepiteliomatosa

Pseudolinfoma cutaneo

Pseudolinfoma cutaneo

Altri studi hanno documentato la comparsa di diversi tumori benigni della cute in seguito all’esecuzione di un tatuaggio, come dermatofibromi e altri tipi di iperplasia linfoide. Di seguito, l’immagine di un dermatofibroma tratta dallo studio appena citato:

Dermatofibroma

Dermatofibroma

Non tutti i tumori associati ai tatuaggi sono, purtroppo, benigni. Questo studio ha descritto la formazione di un carcinoma a cellule squamose della cute (maligno) nelle aree rosse di un tatuaggio dopo pochi mesi dall’esecuzione. Il tatuatore aveva utilizzato inchiostri certificati e organici ma secondo gli autori, l’associazione tra il tatuaggio ed il tumore non è da considerare una casualità. Di seguito la foto del tatuaggio in questione:

Carcinoma a cellule squamose

Carcinoma a cellule squamose, rappresentazione del trattamento chirurgico per la rimozione della lesione.

Un altro studio ha riportato parecchie decine di casi documentati in letteratura, di tumori associati ai tatuaggi. Ad ogni modo è bene precisare che queste osservazioni non sono ancora state spiegate con esattezza in termini medici. Non ci sono dati certi che pongano un legame tra i tatuaggi ed i tumori, anche se le osservazioni fatte fino ad ora suggeriscono che questa sia una pista da battere e su cui fare chiarezza. Qualche chiarificazione probabilmente arriverà tra una decina di anni, poichè il boom di tatuaggi si sta registrando in questi anni, ma le complicanze talvolta insorgono dopo decenni. Quel che è certo è che i pigmenti non saranno mai del tutto inerti nel corso della vita.

TATUAGGI E PROCEDURE MEDICHE

Un ultimo effetto collaterale a cui sono sottoposti i soggetti tatuati è la possibilità di subire ustioni durante l’esecuzione di procedure diagnostiche quali la risonanza magnetica. In questi casi, infatti, i colori depositati nella cute possono surriscaldarsi come conseguenza dell’esposizione ai campi magnetici, e provocare scottature anche gravi. Bisogna infine ricordare che nel caso di un intervento chirurgico alcuni tatuaggi possono essere deturpati da cicatrici ed altri segni operatori.

CONCLUSIONI

Le complicanze dei tatuaggi sono possibili e documentate; sono inoltre in aumento, probabilmente per la moda dilagante tra i giovani di avere tatuaggi. Lo scopo del nostro articolo è prettamente divulgativo, affinchè chi decide di avere un tatuaggio possa essere informato di tutti i rischi possibili, dal momento che in genere si pensa solo alla sterilità degli aghi ed alle complicanze infettive. Non si vuole spaventare nessuno né tantomeno giudicare chi ha deciso di farsi un tatuaggio, ma semplicemente creare consapevolezza sul fatto che le complicanze esistono e sono diffuse più di quanto si pensi.

E voi, sareste disposti ad iniettarvi nella pelle la vernice della vostra auto o l’inchiostro di una penna?