(n. 80) Coronavirus, numeri inattendibili? Sì. E vi dimostriamo perché. Dati alla mano, Maria Rita Gismondo ha ragione

CRONACHE
Coronavirus, numeri inattendibili? Sì. E vi dimostriamo perché
Coronavirus: un ospedale lombardo

In Germania su oltre 103.000 casi, 1800 morti. In Italia, su 139.000 casi, oltre 17.000 morti. In Svizzera, su oltre 22.000 casi, 640 morti. Un dato che incuriosisce. Può essere in tasso di letalità di un virus così diverso? Ce lo siamo chiesti. Certo, in Italia (dati Agi 2017) i posti di terapia intensiva erano 3,2 ogni mille abitanti, in Germania 8. Sarà per questo?

Sui numeri lanciati dai media in Italia si è espressa il 27 marzo anche Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di micro biologia clinica, virologia e diagnostica delle bio emergenze dell’ospedale Sacco di Milano, usando il verbo rabbrividire.  “Rabbrividisco di fronte alle cifre diffuse (sui positivi ndr). Quali dati ci stanno fornendo? Quante persone muoiono davvero per CoVID-19 (che è la malattia, non il virus)? Ci siamo fatti aiutare da una esperta di statistica, da un pneumologo, da un immunologo. E abbiamo letto i dati oggettivi. Risulta una cosa, inoppugnabile: una macroscopica alterazione della realtà.

8 aprile aggiornamento

Meno morti nel marzo 2020 che nel 2019, nonostante la pandemia.

Dati ISTAT: senza pandemia, dal primo gennaio al 31 marzo 2019  i morti sono stati 185.967, mentre nello stesso periodo del 2020 , in piena epidemia di Sars CoV-2 (CoVID è la malattia, non la causa), i morti sono 165.367. Ma quel che fa specie, sono le morti annue per polmoniti, virali e batteriche. Fino al 2014 i decessi complessivi per influenza stagionale (che comprendono tutte le infezioni), non superavano i 7-8mila mentre nel 2015-16-17 i dati ufficiali ISTAT indicano rispettivamente 20mila, 16 mila e 25mila decessi. In particolare, nel 2017 sono morte 25.000 persone di polmonite, nel marzo 2019 ben 15.000. Nel  gennaio 2018 in Lombardia la sanità è andata in tilt per polmoniti legate a sindromi influenzali (articolo Corriere della Sera). Perché non è scattato l’allarme in un paese che ha ridotto drasticamente i posti in terapia intensiva per tagli alla sanità? (3 ogni 1.000 persone, a fronte degli 8 della Germania, dei 7 della Francia, del 6,5 della Svizzera).

casi per età e sesso 6 aprile

Come sono stati contati i morti che ricadono nella voce CoVID 19?

In data 8 aprile i morti positivi a CoVID 19 in Italia sono quasi 18.000. Ma come viene calcolato questo dato? Lo si legge nella tabella allegata, come del resto stabilisce l’OMS alla voce “caso confermato”: “una persona con una conferma di laboratorio del virus che causa CoVID 19 a prescindere dai segni e sintomi clinici (precisiamo che CoVID è la malattia e va dalla rinite alla polmonite, mentre Sars CoV-2 è il virus)”. Serve quindi una conferma di laboratorio per definire un caso positivo in modo conclamato. Ma in che modalità sono stati fatti i tamponi?

chi aveva 0 patologie 6 aprile

Il metodo utilizzato per i tamponi non è stato mai validato

Il test effettuato è il cosiddetto RT-PCR (tampone nasofaringeo) ed è svincolato dalla sintomatologia. Quindi se tale test risulta positivo i decessi sono collocati nel bacino coronavirus, anche se secondo e norme internazionali le cause di morte vanno calcolate in altro modo: deve essere individuata la patologia più importante che ha causato la morte e menzionate a parte le patologie collaterali o favorenti. E il punto cruciale è proprio qui. Per essere considerato valido un test deve venire confrontato con il gold standard, ovvero proprio con il virus la cui presenza deve essere dimostrata. Ciò significa isolare la causa virale e poi analizzarla. La sorpresa è che in Italia per CoVID 19 manca tale parte della procedura. Numerosi studi internazionali (riportati in bibliografia a fondo del pezzo) rilevano che la RT-PCR per CoVID 19 non è stata validata, non è standardizzata e sembra dare numerosi falsi positivi e falsi negativi. Ce lo spiega bene Corman (Corman V M et al. . Detection of 2019 novel coronavirus (2019-nCoV) by real-time RT-PCR. Euro Surveill. 2020;25(3):pii=200004): Ce lo spiegano più in dettaglio Corman et al, coloro che tra i primi ne hanno preparato uno che poi è stato adottato estesamente: “noi ci siamo proposti di sviluppare e schierare una metodologia diagnostica robusta senza avere il materiale virale a disposizione”  Il nesso causa effetto fra virus  e malattia non è ancora dimostrato. Come afferma Gismondo, occorre uno studio epidemiologico serio.  Il nesso causa effetto fra virus e malattia, in poche parole, non è ancora dimostrato nella modalità richiesta dai postulati di Koch, che ancora fanno fede e che stabiliscono quattro punti (TABELLA) fra cui che il virus deve essere ISOLATO in coltura pura dai tessuti colpiti. Come segnalato su European consumers (https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=5&ved=2ahUKEwj0-efb7droAhXKasAKHRJ2BMoQFjAEegQIARAB&url=http%3A%2F%2Fwww.europeanconsumers.it%2F2020%2F03%2F15%2Ftamponi-covid-19-real-time-pcr-e-altre-storie%2F&usg=AOvVaw0cHToJpPY-9AKaIklccy75) a metà marzo “anche se la rRT-PCR è un test altamente sensibile, la sua affidabilità non è totale. e ben noto che questa tecnologia, come del resto tutte le tecnologie molecolari utilizzate in diagnostica, ha la possibilità di falsi positivi e negativi, le cui percentuali dovrebbero essere accuratamente definite in sede di validazione del test. I reagenti fondamentali per eseguire il test rRT-PCR, ovvero i primer oligonucleotidici e la sonda, sono disegnati su regioni conservate del genoma virale SARS-CoV-2, ma i coronavirus mostrano frequenti eventi di mutazione e di ricombinazione. Come questi eventuali eventi possano influire sulla sensibilità del test, soprattutto con l’andare del tempo, non può essere conosciuto. Inoltre, basse cariche virali in pazienti asintomatici o lievemente sintomatici potrebbero non essere rilevate in modo affidabile mediante rRT-PCR. Riguardo la positività, non si può escludere la presenza di un altro coronavirus umano nel tampone, che potrebbe determinare delle reattività incrociate

Confronto mortalità fra i coronavirus 5

Molti si sono accorti della frettolosità con cui è stata adottata la procedura e hanno segnalato la discordanza dei risultati con la clinica. Come ha asserito Maria Rita Gismondo, Maria Rita Gismondo, “Non bisogna più comunicare il numero delle persone positive al nuovo coronavirus. Scientificamente è un dato “sporco”, che come tale rischia di “falsare” non solo i calcoli sulla dimensione e la letalità della pandemia di CoVID-19. “Il numero reale dei positivi, sostiene Gismondo “potrà essere dato solo dopo uno studio epidemiologico serio”. E conclude: “oggi si può parlare solamente di percentuale di decessi sui ricoverati.

In Italia si è seguito il criterio del “tutti dentro”, a differenza di altri paesi

Il tasso di letalità calcolato in Italia è enorme: a fine marzo era dell’11% rispetto alla Germania che contava lo 0.9% dei deceduti sul totale dei contagiati. Germania: poco più di 100.000 contagi e poco più di 2.000 morti. Italia: 130.000 contagi e 17.000 morti! Lo stesso capo della protezione civile Angelo Borrelli ha dichiarato il 12 marzo che i decessi riguardano soggetti deceduti CON CoVID-19 (cioè test PCR positivo) senza distinzione per quelli morti a causa di CoVID-19. Lo stesso Istituto Superiore di Sanità dichiarava in data 23 gennaio 2020 che “l’infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 può causare disturbi lievi, simil-influenzali, e INFEZIONI PIU GRAVI COME LE POLMONITI IN UNA MINORANZA DEI CASI”. È evidente che  per verificare il tasso di letalità di un virus, va prima stabilito quanti sono i morti effettivamente causati dal CoVID-19 in maniera inoppugnabile.

Tabella 3

Secondo i dati Iss dell’8 aprile, solo il 3,3% dei deceduti esaminati aveva 0 patologie. E l’età media continua a essere altissima.

Un dato in particolare ci colpisce.  Secondo un report Iss effettuato con dati fino  al 18 marzo e divulgato da RaiNews,  su 355 cartelle cliniche i morti di CoVID, senza altre patologie gravi quindi sani, erano 3Fra i sanitari, secondo l’aggiornamento del 20 marzo pubblicato su Epicentro,  erano 6 i deceduti con zero patologie pregresse. Gli altri ne avevano in media 2,7. Nella tabella allegata, aggiornata all’8 aprile 2020 secondo Iss, su un campione di 1290 deceduti di cui si sono analizzate le cartelle cliniche, le  persone senza patologie pregresse sono 42. Quindi l’incidenza è il 3,3% del campione. Lo stesso direttore di Istat Gian Carlo Blangiardo he dichiarato che va rivelata la parte sommersa dell’iceberg CoVID. “L’anno scorso sono morte più persone per patologie respiratorie che quest’anno per CoVID” ha dichiarato Blangiardo. Ammettendo purtroppo che il virus “colpisce in modo prevalente persone anziane: è quasi un processo di selezione naturale che elimina i soggetti deboli

Quali sono le cause di morte degli oltre 17.000 decessi?

Di cosa sono morte le oltre 17.000 persone del  triste bollettino di guerra diffuso ogni giorno, con metodicità quasi scientifica, dai media? Le tabelle fornite da Epicentro ci forniscono dati essenziali. Vista l’incertezza  del test che determina la positività a CoVID-19, giocano un ruolo cruciale le patologie verificate nei deceduti. Andando a verificare i dati relativi a un campione di 12.550 pazienti (TABELLA 1) l’età media è di 78 anni. Le donne sono il 32,3%. La stragrande maggioranza dei deceduti presentava almeno tre patologie pregresse e molto gravi Quali? La più frequente era l’ipertensione arteriosa, seguita da diabete mellito di tipo 2, demenza, cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, insufficienza renale cronica.

Tabella 4

La falcidie di Bergamo e Brescia: c’entra qualcosa la vaccinazione anti influenza fatta a tappeto prima dell’epidemia?

Solo 159 delle 1521 vittime bresciane censite dalla Regione come morte per Coronavirus non avevano patologie pregresse, come riporta Bresciaoggi. Tutte le altre avevano patologie di tipo oncologico, metabolico, cardiovascolare o respiratorio. Oltre l’80% dei deceduti aveva più di 70 anni. Ma perché questa recrudescenza su Bergamo e Brescia?  Nella bergamasca dal 24 dicembre fino a gennaio quasi 34.000 persone sono state vaccinate contro il meningococco C. In provincia di Bergamo hanno fatto la vaccinazione 21.331 cittadini, mentre nel bresciano 12.200. Prima, c’era stata la vaccinazione anti influenzale, ancora più di massa. Le dosi di vaccino anti influenzale, acquistate secondo i dati del Dipartimento Igiene e Prevenzione Ats Bergamo sono state 185mila. Sono state fatte molte ipotesi sulla correlazione fra virus e vaccino antiinfluenzale. Spiegano gli immunologi  da noi interpellati che “un vaccino anti influenzale copre per alcuni ceppi, ma ne esistono centinaia. Ed è possibile un fenomeno di interferenza virale quando si somministra un vaccino, ovvero il soggetto può ammalarsi dei ceppi verso i quali  non ha protezione, del 35% in più. Si definisce in gergo tecnico 35% di comorbilità con infezioni virali dello stesso gruppo. Alleghiamo la ricerca che spiega come i vaccini possano influire sul rischio di coronavirus, pubblicata su Pubmed, che sostiene che “le persone vaccinate vedono aumentare il rischio di altri virus respiratori perché non hanno acquisito l’immunità genetica, non specifica, verso gli altri virus” (
https://www.disabledveterans.org/2020/03/11/flu-vaccine-increases-coronavirus-risk/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31607599 )

 

Del rischio vaccini ha parlato anche il Mirror

 

Di interferenza virale ha parlato anche il Mirror, raccomandando ai soggetti che avevano effettuato la vaccinazione anti influenzale di rimanere 12 settimane a casa per proteggersi da coronavirus. Nell’articolo si legge che “la vaccinazione antinfluenzale può aumentare il rischio di altri virus respiratori, fenomeno noto come interferenza virale”.  A studiare la connessione potenziale è anche Cristian Atzori di Auret, associazione autismo ricerca e terapie. Una verifica che Atzori sta conducendo su scala nazionale mostra i dati di una verifica su scala nazionale che sta conducendo con medici degli ospedali e nel 118, sui dati di pazienti ricoverati. Per ora, su 60 verifiche condotte una per una, 58 dei pazienti intubati avevano ricevuto vaccini anti influenzali. Gli intubati giovani avevano usato secondo Auret Vaxi Grip-Tetra. Dice Auret che “tutti i ceppi contenuti negli antinfluenzali di quest’anno vennero indicati dall’OMS a inizio 2019 e contengono due ceppi di coronavirus definito inattivo”. I vaccini analizzati da Auret sono Fluad 2019-20, Influvac’s Tetra, Influvac S, Vaxigrip Tetra.

Ha senso tenere le persone chiuse in casa per arginare il contagio?

Ci risponde Samuele Ceruti, medico ospedaliero di terapia intensiva e medico d’urgenza della Croce Verde Lugano, che ha effettuato una disamina approfondita su CoVID-19 e che spefica una cosa sostanziale: “avere il virus non significa essere malati”. Conviviamo ogni giorno con migliaia di virus ma non per questo siamo malati. Detto ciò, “I coronavirus sono ubiquitari, ovvero si diffondono ovunque e non sono stagionali. Il coronavirus è noto per mutare ciclicamente. Abitualmente è poco virulento  e di solito il 50% della popolazione contagiata non presenta alcun sintomo. Siccome il virus è ubiquitario, cioè è ovunque, o si blocca tutto (cosa impossibile) o si prende coscienza che è ovunque e si cercano soluzioni diverse. Chi ha pensato a un isolamento evidentemente non conosce le basi dell’epidemiologia. Bonificata una zona, ammesso che ci si riesca, il virus potrà rientrare nuovamente indisturbato”.  Secondo Ceruti, pensare di risolvere così apre due scenari: “a pensare bene una ingenuità e una ignoranza magistrali, a pensare male a una volontà di voler affossare l’Italia sul piano sociale, economico e morale”. Per questo, ci si appella ai test sierologici. Gli unici che sarebbero in grado di rilevare chi ha sviluppato immunità e chi no. Come ha affermato più volte Giovanni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità, “i test sierologici servono a capire chi ha gli anticorpi. Ma finora le caratteristiche dei test non sono del tutto soddisfacenti. Per questo, si stanno valutando vari test”. Il Governatore Attilio Fontana ha annunciato l’individuazione di un test al Policlinico San Matteo di Pavia. Dovrebbe essere pronto fra due settimane circa.

10 Xiao S-Y. Evolving status of the 2019 novel coronavirus infection: Proposal of conventional serologic assays for disease diagnosis and infection monitoring. J Med Virol. 2020;92:464–467.

“Un’altra preoccupazione relativa ai test dell’acido nucleico è che non c’è stato tempo sufficiente per valutarne la sensibilità e la specificità. Sulla base delle comunicazioni personali con i colleghi, una parte significativa dei pazienti che altrimenti rientrano nella diagnosi basata sui risultati clinici e CT del torace, inclusi molti pazienti ospedalizzati, sono risultati negativi per l’RNA virale. Altre eziologie respiratorie comuni, come l’influenza, sono state escluse. Questi rimangono casi “sospetti” e possono riflettere la falsa negatività nel campionamento. In alcuni pazienti, il virus può essere presente nella secrezione respiratoria inferiore ma assente nelle vie respiratorie superiori. Con gli attuali test, è quindi difficile ottenere una valutazione significativa della percentuale di pazienti sintomatici infetti.”

11 https://www.bbc.com/news/health-51491763

James Gallagher. Are coronavirus tests flawed? 13 February 2020

12 Ai T, Yang Z, Hou H, Zhan C, Chen C, Lv W, et al. Correlation of chest CT and RT-PCR testing in coronavirus disease 2019 (COVID-19) in China: a report of 1014 cases. Radiology. February 26, 2020; 1-23. https://doi.org/10.1148/radiol.2020200642 .

13 Catherine Carver, Nick Jones. Is there any significant difference in sensitivity of COVID-19 virus (SARS- CoV-2) tests based on swabs from oropharyngeal (OP) vs nasopharyngeal (NP) sampling vs both? CEBM research March 26, 2020 Centre for Evidence Based Medicine. 25th March 2020 https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:RQ- MAcgp2Q8J:https://www.cebm.net/2020/03/is-there-any-significant-difference-in-sensitivity-of-covid- 19-virus-sars-cov-2-tests-based-on-swabs-from-oropharyngeal-op-vs-nasopharyngeal-np-sampling-vs- both/+&cd=4&hl=it&ct=clnk&gl=it

14 Tan Yucheng Chi sono pazienti falsi negativi con nuova polmonite coronarica Southern People Weekly 9 febbraio https://mp.weixin.qq.com/s/RpXRE8Ow5nHeaLhxIEr-Ng

15 Xingzhi Xie et al. Chest CT for Typical 2019-nCoV Pneumonia: Relationship to Negative RT-PCR Testing. Radiology Published Online:Feb 12 2020https://doi.org/10.1148/radiol.2020200343