Coronavirus, nella SVEZIA senza lockdown solo 900 MORTI: appena l’8% della Lombardia, “secondo la scienza è l’approccio più sostenibile”

” data-onload=”(function p(a,b){function c(){b

Coronavirus, nella Svezia senza lockdown solo 900 morti: appena l’8% della Lombardia, “secondo la scienza è l’approccio più sostenibile”

La linea scelta da Stoccolma porta nel breve periodo a un numero più alto di contagi, ma mette il Paese al riparo da una futura impennata dei casi

Il ‘caso Svezia‘ viene guardato con attenzione da altri Paesi, in primis i vicini scandinavi che sono stati i primi a decretare la ‘chiusura’ totale il mese scorso e ora si preparano a riaprire, lentamente. Nonostante il Governo non abbia disposto alcun tipo di lockdown, nel Paese ci sono stati appena 10.483 casi di Coronavirus e 899 morti: parliamo di uno Stato che ha 10 milioni di abitanti, esattamente come quelli della Lombardia dove però ad oggi si contano 60.314 casi e 10.901 morti. La Svezia quindi continua a ragione a perseguire il suo approccio ‘soft’ nella lotta al Covid-19, pur avvertendo l’opinione pubblica di aspettarsi altri morti nelle prossime settimane.

Danimarca e Norvegia restano lontane dai 10 mila casi (rispettivamente 6.174 e 6.525, con meta’ della popolazione svedese) e la prossima settimana prevedono di riprendere la didattica nelle scuole primarie, mentre la curva dei contagi svedese ha subito un’impennata e sta crescendo rapidamente. Il premier Stefan Lofven, ha respinto le accuse di negazionismo, sostenendo di seguire i consigli delle autorita’ sanitarie. E queste, in primis il 63enne Anders Tegnell, capo epidemiologo e principale stratega della lotta al Coronavirus in Svezia, sono decise sulla via da percorrere: un approccio su “bassa scala”, ritenuto “molto più sostenibile” sul lungo periodo. “Mai avuta una strategia di immunità di gregge“, ha assicurato il ministro della Salute Lena Hallengren.

coronavirus svezia

Stoccolma durante la pandemia. Getty Images

In Svezia, scuole superiori e universita’ sono state chiuse, agli over-70 e’ stato chiesto di auto-isolarsi e sono stati vietati i raduni oltre le 50 persone; ai cittadini e’ stato chiesto di lavorare da casa dove e’ possibile, evitare viaggi non necessari e luoghi affollati, cosi’ come di seguire le regole di distanziamento sociale e di “comportarsi da adulti”, ma la maggior parte dei negozi, cosi’ come bar e ristoranti restano aperti. E anche frequentati, a credere a testimoni citati da Euronews che parlano di “strade non piene, ma non certo vuote”. Secondo altri, a parte le scuole per i piu’ piccoli e occasioni sportive, “la societa’ sta funzionando ma e’ abbastanza limitata”. Per Tegnell, la linea scelta da Stoccolma porta nel breve periodo a un numero piu’ alto di contagi, ma mette il Paese al riparo dall’impennata che potrebbero subire Danimarca e Norvegia una volta revocate le chiusure totali. D’altra parte, “ogni giorno con una persona che non viene contagiata a causa della rigida chiusura, e’ un giorno piu’ vicino alla cura”, ha sottolineato al New York Times Lars Ostergaard, professore al dipartimento di Malattie Infettive all’Aarhus University Hospital in Danimarca, riconoscendo che “non esiste la strada giusta o sbagliata: solo il futuro ci dira’ chi ha preso la decisione migliore”.