Salvare la vita col sangue: In che modo?


 

 

Come vedremo, gli aspetti sanitari ed etici connessi con l’uso del sangue hanno diretta attinenza col modo in cui potete salvare il vostro bene più prezioso: la VITA.

SANGUE: INDISPENSABILE ALLA VITA

In che modo il sangue può salvarvi la vita? La cosa senz’altro vi interessa, perché la vostra vita dipende dal sangue. Il sangue trasporta l’OSSIGENO in tutto il corpo, porta via l’ANIDRIDE CARBONICA, vi aiuta ad adattarvi alle variazioni di temperatura e a ELIMINARE TOSSINE, VELENI, ecc.

Non mangerete sangue di alcuna specie di essere vivente, perché il sangue è la vita d’ogni carne; chiunque ne mangerà sarà eliminato”.Levitico 17:13, 14, Ge.

Oggi gli SCIENZIATI SANNO che la LEGGE data agli EBREI era IGIENICAMENTE AVANZATA.

CHE DIRE DELL’IMPIEGO DEL SANGUE IN MEDICINA?

Per circa 2.000 anni, in EGITTO e altrove,il sangue umano fu considerato il rimedio sovrano per la LEBBRA”.

Un medico descrisse la terapia cui fu sottoposto il figlio del re Esar-Addon quando l’ASSIRIA era all’apice del progresso tecnologico: “Il principe sta molto meglio; il re, mio signore, può essere felice. A partire dal 22 gli darò SANGUE da BERE, ne berrà per 3 giorni. Per altri 3 giorni gli darò SANGUE per USO INTERNO”.

Esar-Addon ebbe contatti con gli ISRAELITI. Nondimeno, avendo la Legge di Dio, gli israeliti non avrebbero mai bevuto sangue a scopo terapeutico.

All’EPOCA dei ROMANI il SANGUE era ADOPERATO in MEDICINA?

Il naturalista Plinio (contemporaneo degli apostoli) e Areteo di Cappadocia, un medico del II secolo, riferiscono che il sangue umano era usato per curare l’EPILESSIA.

In seguito Tertulliano scrisse: “E dove mettete tutti quelli che durante uno SPETTACOLO GLADIATORIO corrono a BERE ingordamente, PER CURARSI il MORBO COMIZIALE, l’EPILESSIA, il SANGUE ANCORA CALDO SGORGANTE dalla STROZZA dei DELINQUENTI SGOZZATI nell’arena?”

Egli fece notare il contrasto con i CRISTIANI, dicendo: “Noi non abbiamo tra i nostri alimenti neppure il sangue degli animali…Per torturare i CRISTIANI porgete loro anche dei SANGUINACCI, perché siete ben certi che sono un cibo a loro proibito”. (Apologetico, 9, trad. di I. Giordani, Roma 1967)

Pertanto i PRIMI CRISTIANI erano DISPOSTI a RISCHIARE la VITA pur di NON PRENDERE SANGUE.

Un libro spiega: “Il sangue nella sua forma più comune…non passò di moda come ingrediente in medicina e nella magia”. E aggiunge: “Nel 1483, per esempio, Luigi XI di Francia era moribondo. ‘Peggiorava di giorno in giorno, e le medicine non gli giovavano affatto, benché fossero di una strana natura; infatti egli sperava ardentemente di rimettersi col SANGUE UMANO che veniva TOLTO a certi BAMBINI e che egli trangugiava’”. R. Tannahill, Flesh and Blood, New York 1975, pp. 63-4.

CHE DIRE DELLE TRASFUSIONI DI SANGUE?

Gli esperimenti in tal senso cominciarono verso l’inizio del XVI secolo. Thomas Bartholin (1616-1680), professore di anatomia presso l’Università di Copenaghen, obiettò: ‘Coloro che sostengono si debba usare sangue umano come rimedio interno per le malattie evidentemente ne abusano e peccano in modo grave. I CANNIBALI sono CONDANNATI.

NON ABORRIAMO FORSE COLORO CHE BEVONO SANGUE UMANO?

È una cosa simile ricevere, o per bocca o con strumenti atti a trasfonderlo, sangue altrui da una vena incisa. Chi compie questa operazione vive nel terrore della legge divina, secondo la quale è proibito mangiare sangue’. — De sanguinis abusu disputatio, Francoforte 1676, pp. 140-143.

Perciò, nei secoli passati persone riflessive si resero conto che la LEGGE BIBLICA si applicava all’introdurre sangue nelle vene quanto all’assumerlo per bocca.

Bartholin concluse: “Entrambi i modi di prendere sangue servono al medesimo scopo, quello di alimentare o risanare con questo sangue un corpo malato”. De sanguine vetito disquisitio medica, Francoforte 1673, p. 11.

Questa breve panoramica può aiutarvi a capire la posizione che, per motivi religiosi, i Testimoni di Geova assumono sull’argomento, una posizione su cui non possono transigere. Essi stimano altamente la vita e intendono avvalersi di terapie mediche valide. Ma sono determinati a non violare la LEGGE di DIO, che è sempre stata questa: Chi rispetta la vita come dono del Creatore non cerca di sostenerla assumendo sangue.

EPPURE PER ANNI SI E’ RIPETUTO CHE IL SANGUE SALVA LA VITA

I MEDICI menzionano casi di PERSONE con PERDITE MASSIVE di SANGUE che, TRASFUSE, SI SONO RIPRESE RAPIDAMENTE.

Perciò potreste chiedere: ‘FINO A CHE PUNTO QUESTA POSIZIONE è VALIDA dal PUNTO di VISTA MEDICO?’

A sostegno della terapia trasfusionale vengono addotte ragioni di carattere medico.

Per poter compiere una scelta consapevole in merito al sangue E’ quindi GIUSTO CHE CONOSCIATE I FATTI.

Parole dell’apostolo Paolo, riportate in Atti 17:25, 28, Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture.

#DIVIETI SIMILI furono poi INCLUSI nel CORANO.

TRASFUSIONI di SANGUE: SONO SICURE?

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Oggigiorno sono considerate uno dei principali presidi terapeutici.

Molti medici che hanno a cuore il benessere dei pazienti non hanno esitazioni a somministrare sangue.

Donare sangue è stato paragonato al donare la vita.

Milioni di persone donano o ricevono sangue.

Per esempio, nel 1986-87 in Canada i donatori sono stati 1.300.000 su una popolazione di 25 milioni di persone. “Nell’anno più recente per cui sono disponibili delle statistiche, nei soli Stati Uniti sono state trasfuse dai 12 ai 14 milioni di unità di sangue”. —The New York Times, 18 febbraio 1990.

Il SANGUE è sempre stato circondato da un ALONE MAGICO’”, osserva la dottoressa Louise J. Keating. “Nei primi 46 anni sia la classe medica che il pubblico considerarono le scorte di sangue più sicure di quanto in realtà non fossero”. (Cleveland Clinic Journal of Medicine, maggio 1989)

QUAL ERA LA SITUAZIONE ALLORA, E QUAL E’ OGGI?

Già trent’anni fa venne detto da patologi e addetti alle banche del sangue: “Il SANGUE è DINAMITE! Può fare molto bene o molto male.

La MORTALITA’ da TRASFUSIONE di SANGUE è UGUALE a quella da ANESTESIA ETEREA o da APPENDICECTOMIA.

Si dice che si verifichi 1 CASO di MORTE ogni 1.000-3.000 o forse 5.000 TRASFUSIONI.

Nella zona di LONDRA l’incidenza sarebbe di 1 DECESSO ogni 13.000 FLACONI di SANGUE TRASFUSO. New York State Journal of Medicine, 15 gennaio 1960.

Da allora i PERICOLI sono forse stati ELIMINATI?

Si può dire che ora le TRASFUSIONI siano SICURE?

Ebbene, OGNI ANNO sono CENTINAIA di MIGLIAIA le PERSONE che subiscono DANNI a CAUSA del SANGUE, e MOLTE MUOIONO.

PERICOLI delle TRASFUSIONI

Dr. Roberto Gindro,

laureato in Farmacia, PhD. Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive. Fondatore del sito THE WOM HEALTHY, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.

 

La maggior parte delle trasfusioni non crea alcuna difficoltà, solo in alcuni casi si verificano piccoli problemi. Sono invece rarissimi i casi in cui i problemi sono più gravi

Reazioni allergiche

Alcune persone manifestano una reazione allergica al sangue ricevuto, reazione che può verificarsi anche quando il sangue nuovo è compatibile con quello del paziente.

Le reazioni allergiche possono essere da molto lievi a potenzialmente fatali; tra i sintomi più comuni ricordiamo:

Al primo sintomo di reazione allergica il medico o l’infermiere interrompono la trasfusione. L’équipe medica procede quindi a valutare la gravità della reazione, le eventuali terapie e se sussistano le condizioni per riprendere la trasfusione in sicurezza.

Virus e malattie infettive

Alcuni agenti infettivi, come l’HIV, possono sopravvivere nel sangue e infettare il paziente che riceve la trasfusione. Le banche del sangue controllano attentamente il sangue donato, per garantirne la sicurezza.

Il rischio di contrarre un virus durante una trasfusione di sangue è ad oggi molto basso.

  • HIV. Tutto il sangue donato viene sottoposto all’esame per l’HIV. Per controllare i possibili donatori, vengono presi anche altri provvedimenti. Ai donatori viene chiesto se presentano i sintomi dell’HIV, se assumono comportamenti a rischio o presentano fattori di rischio per l’HIV. La percentuale di possibili donatori infetti in grado di trasmettere l’HIV è di uno su 2 milioni.
  • Epatite B e C. Il rischio di che una donazione di sangue sia compromessa dall’epatite B varia tra 1 su 200.000 e 1 su 360.000. Il rischio di epatite C varia tra 1 su 1 milione e 1 su 2 milioni. Se si riceve del sangue infetto dal virus dell’epatite, probabilmente ci si ammalerà.
  • Variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob (vCJD). Questa malattia è la variante umana del morbo della mucca pazza. Si tratta di una patologia cerebrale rara ma fatale. Il rischio di contrarla durante una trasfusione è bassissimo, ma tuttavia sussiste. Chi è stato esposto alla vCJD non può quindi donare il sangue.

Febbre

Durante la trasfusione, o comunque entro alcuni giorni, il paziente può manifestare improvvisamente febbre; si tratta di una REAZIONE normale dell’organismo ai GLOBULI BIANCHI presenti nel sangue donato e può essere curata con i classici farmaci da banco.

Alcune banche del sangue rimuovono i GLOBULI BIANCHI o gli altri componenti del sangue, per diminuire il rischio di reazione allergica dopo la trasfusione.

Sovraccarico di ferro

Se ci si sottopone ad un eccessivo numero di trasfusioni di sangue il ferrosi può accumulare nel sangue (sovraccarico). Chi soffre di talassemia(una malattia del sangue) e ha bisogno di trasfusioni multiple è a rischio di sovraccarico di ferro, condizione che può danneggiare

  • fegato,
  • cuore
  • e altre parti dell’organismo.

Se soffrite di sovraccarico di ferro, probabilmente dovrete ricorrere alla terapia ferrochelante, in cui viene somministrato un farmaco (tramite iniezione o per via orale) in grado di rimuovere il ferro in eccesso dall’organismo.

Lesioni ai polmoni

Anche se molto improbabile, le trasfusioni di sangue possono danneggiare i polmoni e causare difficoltà respiratorie (TRALI). Le lesioni di norma si verificano entro sei ore dalla trasfusione.

La maggior parte dei pazienti si riprende, ma soprattutto nel caso di gravi patologie preesistenti (pazienti precedentemente malati) sono possibili reazioni fatali.

Non si conosce con certezza la causa di questa reazione; gli anticorpi (proteine) che con maggiore probabilità si trovano nel plasma delle donne che hanno avuto un figlio possono causare malfunzionamenti delle cellule dei polmoni. Proprio perché a causa di questo rischio, gli ospedali stanno iniziando a differenziare l’uso del plasma tra uomini e donne.

Reazioni immuno-emolitiche acute

Le reazioni immuno-emolitiche sono tanto gravi, quanto rare. Si verificano se il tipo di sangue ricevuto durante la trasfusione non è compatibile con il sangue del ricevente. L’organismo attacca i globuli rossi trasfusi, e produce sostanze dannose per i reni.

Tra i sintomi ricordiamo:

  • brividi,
  • febbre,
  • nausea,
  • dolore al torace o alla schiena
  • e colore scuro delle urine.

Il medico interromperà la trasfusione al primo sintomo di reazione di questo tipo.

Reazioni emolitiche ritardate

Si tratta di un tipo di reazione molto più lenta rispetto a quelle acute. L’organismo distrugge i globuli rossi cosìlentamente che il problema può passare inosservato fino a quando la carenza di globuli rossi non diventi particolarmente grave.

Le reazioni emolitiche ritardate sono più frequenti tra i pazienti che si sono già sottoposti a trasfusioni.

Malattia del trapianto contro l’ospite

La malattia del trapianto contro l’ospite (GVHD) è una malattia in cui i GLOBULI BIANCHI del SANGUE TRASFUSO ATTACCANO i TESSUTI del PAZIENTE che riceve la trasfusione. La GVHD di norma è LETALE e colpisce i pazienti con sistema immunitario molto compromesso.

I sintomi iniziano entro un mese dalla trasfusione e comprendono

  • febbre,
  • eruzione cutanea
  • e diarrea.

Per scongiurare la GVHD, il sangue trasfuso deve essere trattato in modo che i GLOBULI BIANCHI non provochino la GVHD.

COMPLICANZE della TRASFUSIONE

Di

Ravindra Sarode

, MD, The University of Texas Southwestern Medical Center

Ultima revisione/verifica completa feb 2022

Le COMPLICANZE PIU’ FREQUENTI delle trasfusioni sono

La maggior parte delle COMPLICAZIONI GRAVI, che hanno TASSI di MORTALITA’ MOLTO ELEVATI, sono

  • Reazione emolitica acuta legata ad incompatibilità ABO
  • Malattia del trapianto contro l’ospite
  • Sovraccarico circolatorio associato a trasfusione
  • Lesione polmonare acuta associata a trasfusione
  • ALTRE COMPLICANZE comprendono
    • Reazioni allergiche
    • Alterata affinità per l’ossigeno
    • Reazione emolitica post-trasfusionale tardiva
    • Infezioni
    • Porpora post-trasfusionaleIl pronto riconoscimento di segni che suggeriscono una reazione trasfusionale e l’immediato riferimento alla banca del sangue sono fondamentali. I SINTOMI PIU’ FREQUENTI sono costituiti da brividi, rigidità, febbre, dispnea, sensazione di testa vuota, orticaria, prurito e dolore lombare. Se si verifica uno di questi sintomi (diversi dall’orticaria localizzata e dal prurito), la trasfusione deve essere sospesa immediatamente e l’accesso EV mantenuto aperto con una soluzione fisiologica. La restante parte dell’emoderivato e i campioni di sangue del paziente coagulati e con anticoagulanti devono essere inviati alla banca del sangue per l’investigazione. NOTA:l’unità in questione non deve essere riutilizzata e la trasfusione di qualsiasi unità consegnata precedentemente non deve essere iniziata. Ogni altra trasfusione deve essere ritardata fino a che la causa della reazione non sia stata riconosciuta, a meno che la necessità sia urgente, nel qual caso devono essere usati globuli rossi di tipo O Rh-negativo.L’emolisi dei globuli rossi del donatore o del ricevente (di solito del primo) durante o dopo una trasfusione può derivare da un’ incompatibilità ABO/Rh, da anticorpi plasmatici o da globuli rossi emolizzati o fragili (p. es., per sovrariscaldamento del sangue conservato o per contatto con soluzioni EV ipotoniche). L’emolisi è più frequente e più grave quando i globuli rossi del donatore incompatibili sono emolizzati da anticorpi presenti nel plasma del ricevente. Le reazioni emolitiche possono essere acute (entro 24 h) o ritardate (da 1 a 14 giorni).

 

SANGUE E IMMUNITÀ

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Agli inizi del secolo gli scienziati cominciarono a comprendere meglio la straordinaria complessità del sangue. Appresero che esistono vari GRUPPI SANGUIGNI.

Nelle trasfusioni è determinante accertare la compatibilità fra il sangue del paziente e quello del donatore.

Se un paziente con sangue del gruppo A riceve sangue del gruppo B, può verificarsi una GRAVE REAZIONE EMOLITICA che può distruggere gran parte dei suoi globuli rossi e portare in poco tempo alla MORTE.

Benché ora la tipizzazione dei gruppi sanguigni e le prove crociate di compatibilità vengano eseguite di routine, sono sempre possibili degli errori.

OGNI ANNO un certo numero di PAZIENTI MUOIONO in seguito a REAZIONI EMOLITICHE.

I fatti dimostrano che il problema della COMPATIBILITA’ va ben OLTRE i relativamente pochi GRUPPI SANGUIGNI per cui vengono eseguite le prove crociate.

COME MAI?

In un suo articolo intitolato “EMOTRASFUSIONI: usi, abusi e pericoli”, il dott. Douglas H. Posey junior scrive: “Quasi 30 anni fa Sampson descriveva la TRASFUSIONE di SANGUE come una procedura relativamente PERICOLOSA…

Da allora sono stati individuati e caratterizzati almeno altri 400 ANTIGENI dei GRUPPI SANGUIGNI. Non c’è dubbio che il numero continuerà a salire perché la MEMBRANA degli ERITROCITI è ENORMEMENTE COMPLESSA”. —Journal of the National Medical Association, luglio 1989

Ora gli scienziati stanno studiando l’effetto che il SANGUE TRASFUSO ha sulle difese dell’organismo, cioè sul SISTEMA MMUNITARIO.

COSA POTREBBE SIGNIFICARE QUESTO PER VOI O PER UN VOSTRO FAMIGLIARE CHE DOVESSE SOTTOPORSI A UN INTERVENTO CHIRURGICO?

Circa 1 TRASFUSIONE su 100 è accompagnata da FEBBRE, BRIVIDI, ORTICARIA…..….

Circa 1 TRASFUSIONE di ERITROCITI su 6.000 dà luogo a una REAZIONE EMOLITICA.

Questa è una GRAVE REAZIONE IMMUNITARIA che può verificarsi in modo acuto o qualche giorno dopo la trasfusione; PUO’ PROVOCARE insufficienza renale acuta, shock, coagulazione intravascolare disseminata e anche la MORTE”.Congresso NIH (National Institutes of Health), 1988.

Quando viene TRAPIANTO un cuore, un fegato o un altro organo, il SISTEMA IMMUNITARIO del RICEVENTE avverte la presenza del TESSUTO ESTRANEO, e ciò può dar luogo a un fenomeno di RIGETTO.

ANCHE la TRASFUSIONE è un TRAPIANTO di TESSUTO.

Persino il SANGUE che ha SUPERATO le PROVE CROCIATE di COMPATIBILITA’ può DEPRIMERE seriamente il SISTEMA IMMUNITARIO.

A un congresso di patologia è stato ribadito che centinaia di relazioni scientifiche “hanno stabilito un NESSO fra TRASFUSIONI di SANGUE e RISPOSTE IMMUNITARIE”. —Medical World News,11 dicembre 1989.

Fra i COMPITI PRINCIPALI del SISTEMA IMMUNITARIO c’è quello di INDIVIDUARE E DISTRUGGERE le CELLULE MALIGNE (cancerose).

L’ IMMUNO-SOPRESSIONE potrebbe aumentare il RISCHIO di AMMALARSI di CANCRO e di MORIRE?

ECCO DUE NOTIZIE IN MERITO.

La RIVISTA CANCER (15 febbraio 1987) ha pubblicato i risultati di uno studio condotto nei Paesi Bassi: “Nei PAZIENTI affetti da CANCRO del COLON è stato riscontrato un significativo EFFETTO SFAVOREVOLE delle TRASFUSIONI sulla SOPRAVVIVENZA a LUNGO TERMINE.

In questo gruppo la SOPRAVVIVENZA GLOBALE CUMULATIVA in un periodo di 5 anni è stata del 48% nei PAZIENTI TRASFUSI e del 74% nei PAZIENTI NON TRASFUSI”.

Un gruppo di medici della University of Southern California ha seguito UN CENTINAIO di PAZIENTI sottoposti a interventi di chirurgia oncologica. “La RECIDIVITA’ di tutti i CARCINOMI LARINGEI è stata del 65% nei PAZIENTI TRASFUSI. 14% nei PAZIENTI NON TRASFUSI.

Per i TUMORI del CAVO ORALE, della FARINGE e del NASO o dei SENI PATANASALI, il tasso di RECIDIVE è stato del 71% nei PAZIENTI TRASFUSI”.31% nei PAZIENTI NON TRASFUSIAnnals of Otology, Rhinology & Laryngology, marzo 1989.

 

Alla domanda sul perché avesse rifiutato una trasfusione di sangue, lo scienziato danese NIELS JERNE, premio NOBEL per la MEDICINA nel 1984, ha risposto:IL SANGUE di un individuo è come le sue IMPRONTE DIGITALI: non esistono 2 tipi di sangue esattamente uguali”.

COSA INDICANO QUESTI STUDI RIGUARDO ALLE TRASFUSIONI?

In un suo articolo intitolato EMOTRASFUSIONI e CHIRURGIA ONCOLOGICA”, il dott. John S. Spratt osserva: “Il chirurgo oncologo potrebbe dover rinunciare alle trasfusioni”.The American Journal of Surgery, settembre 1986.

Un altro compito fondamentale del SISTEMA IMMUNITARIO è quello di difendere l’organismo dalle INFEZIONI. Si capisce pertanto perché alcuni studi rivelino che i PAZIENTI TRASFUSI sono PIU’ SOGGETTI alle INFEZIONI.

Il dott. P. I. Tartter ha compiuto uno studio su pazienti sottoposti a CHIRURGIA COLORETTALE, di quelli TRASFUSI, il 25% aveva contratto INFEZIONI, in paragone col 4% dei NON TRASFUSI.

Tartter riferisce: “TRASFUSIONI di SANGUE somministrate prima, durante o dopo l’intervento sono state associate a COMPLICAZIONI INFETTIVE…

Il RISCHIO di CONTRARRE un’INFEZIONE POST-OPERATORIA AUMENTAVA PROPORZIONALMENTE al NUMERO di UNITA’ di SANGUE TRASFUSE”. (The British Journal of Surgery, agosto 1988)

I partecipanti a un congresso tenuto nel 1989 dall’Associazione americana delle banche del sangue hanno appreso che mentre il 23% dei PAZIENTI che avevano RICEVUTO SANGUE OMOLOGO nel corso di un intervento di SOSTITUZIONE dell’ARTICOLAZIONE dell’ANCA avevano contratto INFEZIONI, i PAZIENTI NON TRASFUSI non avevano avuto NESSUNA INFEZIONE.

A proposito di questi EFFETTI COLLATERALI delle TRASFUSIONI di SANGUE, il dott. John A. Collins scrive: “Sarebbe il colmo dell’ironia se si riscontrasse che una ‘terapia’ della cui reale EFFICACIA esistono BEN POCHE PROVE addirittura AGGRAVA uno dei problemi principali che questi pazienti devono affrontare”. — World Journal of Surgery, febbraio 1987.

 

TRASFUSIONI DI SANGUE E MALATTIE

Quali sono queste malattie?

In effetti non ce ne sono una o due soltanto, ma davvero molte.

Dopo aver preso in esame quelle più note, un testo menziona “ALTRE MALATTIE ASSOCIATE alle TRASFUSIONI”, come la sifilide, l’infezione cosiddetta da citomegalovirus e la malaria, erpesmononucleosi, toxoplasmosi, tripanosomiasi [malattia del sonno africana e morbo di Chagas], leishmaniosi, brucellosi [febbre maltese], tifo, filariosi, morbillo, salmonellosi e febbre delle Montagne Rocciose”.Techniques of Blood Transfusion, a cura di L. C. Stehling, Boston 1982, pp. 189-90.

Il prof. LABIN di New York afferma (come la Medicina Biologica ha sempre affermato) che il SANGUE (non proprio) TRASFUSO fa MALE, infatti nel TRASFUSO si “INIETTANO” anche TUTTE le MALATTIE del DONATORE.

SANGUE, FEGATO ROVINATO, E…

Un giornale americano afferma: “Ironicamente, l’AIDS trasmesso dal sangue…non ha mai costituito una minaccia tanto grave quanto altre malattie, per esempio l’EPATITE”. Washington Post, 5 luglio 1988.

Molti hanno infatti contratto una GRAVE FORMA di EPATITE, per la quale non esiste una cura specifica, e sono MORTI.

Secondo un periodico (U.S.News & World Report del 1° maggio 1989), negli Stati Uniti circa il 5% dei TRASFUSI contrae l’EPATITE: 175.000 PERSONE l’anno. Di questi, LA META’ CIRCA diventa MALATO CRONICO e almeno 1 su 5 SVILUPPA una CIRROSI o un CANCRO del FEGATO.

Si calcola che 4.000 MUOIONO. Pensate ai titoli di giornale QUANDO CADE un JUMBO e tutti i passeggeri perdono la vita.

Ma 4.000 MORTI all’anno equivalgono a quelli provocati dalla CADUTA di un JUMBO OGNI MESE!

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Da tempo i medici sapevano che una forma più blanda di EPATITE (quella di tipo A) E’ CAUSATA da CIBI e ACQUA CONTAMINATI.

Poi scoprirono che una FORMA PIU’ GRAVE era CAUSATA dalla TRASFUSIONE di SANGUE, e non c’erano test di controllo idonei.

Infine alcuni brillanti scienziati trovarono il modo per individuare le “IMPRONTE” lasciate dall’EPATITE tipo B.

All’inizio degli anni ’70, in alcuni paesi il SANGUE veniva sottoposto a CONTROLLO.

Le scorte di sangue sembravano sicure e pareva che l’impiego del sangue avesse un luminoso futuro. Era così?

Non passò molto prima che si scoprisse che MIGLIAIA di PERSONE che avevano ricevuto SANGUE SOTTOPOSTO a CONTROLLO avevano contratto ugualmente l’EPATITE.

Molti, debilitati dalla malattia, appresero che il loro FEGATO era ormai ROVINATO.

MA SE IL SANGUE ERA STATO CONTROLLATO, COM’ERA POTUTO SUCCEDERE QUESTO?

Il SANGUE era veicolo di un’ALTRA FORMA di EPATITE, definita NON-A non-B (NANB), ora chiamata EPATITE C. Per un decennio essa fu il TERRORE di chi doveva ricevere trasfusioni, COLPENDO dal 8 al 17% dei TRASFUSI in Giappone, Israele, Italia, Spagna, Svezia e Stati Uniti.

Autorevoli esperti”, osserva l’Harvard Medical School Health Letter (novembre 1989), “temono che A, B, C e D non rappresentino l’intero alfabeto dei tipi di EPATITE; potrebbero saltarne fuori degli altri”.

In effetti l’ELENCO di queste MALATTIE  si va ALLUNGANDO.

Forse avrete letto titoli come “MORBO di LYME da TRASFUSIONI? È improbabile, ma gli ESPERTI lo SOSPETTANO”.

È SICURO il SANGUE di un DONATORE risultato POSITIVO al TEST per il MORBO di LYME?

A un gruppo di MEDICI è stato chiesto se avrebbero accettato di farsi trasfondere quel sangue. “TUTTI HANNO RISPOSTO di NO, anche se nessuno ha raccomandato di scartare il sangue di questi donatori”. Cosa deve pensare la gente se gli addetti stessi non accetterebbero quel sangue conservato nelle emoteche? —The New York Times, 18 luglio 1989.

Un SECONDO MOTIVO di PREOCCUPAZIONE è che il sangue raccolto in un paese in cui è diffusa una certa malattia può essere impiegato in luoghi molto distanti, dove né la gente né i medici sono a conoscenza del pericolo. Con la facilità con cui oggi ci si sposta da un luogo all’altro e con l’aumento dei RIFUGIATI e degli IMMIGRATI in generale, aumenta il rischio che un prodotto ematico possa trasmettere qualche MALATTIA ESOTICA.

Inoltre, uno specialista avverte: “Può darsi che le TRASFUSIONI di SANGUE possano CAUSARE altre MALATTIE come LEUCEMIA, LINFOMA e DEMENZA SENILE, [o morbo di ALZHEIMER]”. Transfusion Medicine Reviews, gennaio 1989.

PER QUANTO QUESTI RISCHI METTANO GIA’ PAURA, CE NE SONO ALTRI MOLTO PIU’ TEMIBILI.

 LA PANDEMIA DI AIDS

L’AIDS ha modificato per sempre l’opinione di medici e pazienti in merito al sangue. E la cosa ha i suoi lati positivi, dicono i medici radunati per un congresso sulle emotrasfusioni presso i National Institutes of Health”. —Washington Post, 5 luglio 1988.

 

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Il MORBO di CHAGAS illustra come il sangue può diffondere una malattia a distanza. Il Medical Post (16 gennaio 1990) riferisce che ‘nell’AMERICA LATINA ci sono dai 10 ai 12 MILIONI di PERSONE AFFETTE da QUESTA MALATTIA nella sua FORMA CRONICA’.

Questo morbo è stato definito “UNO DEI RINCIPALI RISCHI TRASFUSIONALI nell’AMERICA del SUD”.

Un INSETTO “ASSASSINOPUNGE sul viso una vittima che dorme, ne SUCCHIA il SANGUE e DEPONE i suoi ESCREMENTI nella FERITA.

La vittima può essere portatrice del MORBO di CHAGAS per anni (e nel frattempo donare sangue) prima di manifestare COMPLICAZIONI CARDIACHE LETALI.

PERCHE’ LA COSA DOVREBBE PREOCCUPARE CHI VIVE IN CONTINENTI DISTANTI?

Sul New York Times del 23 maggio 1989, parlando di PAZIENTI UNO dei QUALI DECEDUTO — che avevano contratto il MORBO di CHAGAS in seguito a una TRASFUSIONE, il dott. L. K. Altman ha scritto: “Altri casi potrebbero essere passati inosservati perché qui i MEDICI NON HANNO DIMESTICHEZZA col MORBO di CHAGAS, NE’ SI RENDONO CONTO che PUO’ ESSERE TRASMESSO con le TRASFUSIONI”.

Il SANGUE PUO’ quindi DIFONDERE MALATTIE A GRANDE DISTANZA.

VALIDE ALTERNATIVE ALL’EMOTRASFUSIONE

Forse penserete: ‘È vero che le TRASFUSIONI sono PERICOLOSE, MA CI SONO ALTERNATIVE VALIDE?’ La domanda è logica.

Il dott. Grant E. Steffen mette in evidenza due fattori fondamentali: “Una terapia medica è valida se i suoi elementi hanno la capacità di conseguire legittimi obiettivi sanitari e non sanitari”. (The Journal of the American Medical Association, 1° luglio 1988).

Fra gli OBIETTIVI NON SANITARI ci può essere l’esigenza di non violare le norme etiche del paziente o la sua coscienza educata secondo i princìpi della Bibbia. — Atti 15:28, 29.

Dobbiamo concludere che attualmente ci sono molti pazienti che ricevono sangue ed emoderivati senza avere nessuna possibilità di trarre beneficio dalla trasfusione (non hanno bisogno di sangue) e correndo invece concreti rischi di conseguenze dannose. Nessun medico esporrebbe consapevolmente un paziente a una terapia che non può giovargli ma che potrebbe nuocergli, eppure questo è esattamente ciò che accade quando si trasfonde sangue senza necessità”. — Transfusion-Transmitted Viral Diseases, 1987.

 

ESISTONO MODI LECITI ed EFFICACI per AFFRONTARE SERI PROBLEMI MEDICI SENZA FARE USO DI SANGUE?

La RISPOSTA è SI’.

Benché anche prima la maggioranza dei chirurghi dichiarasse di somministrare sangue solo quando ciò era assolutamente necessario, DOPO il DIFFONDERSI dell’EPIDEMIA di AIDS l’IMPIEGO di SANGUE è NOTEVOLMENTE DIMINUITO. Come si legge in un editoriale di un periodico sanitario (Mayo Clinic Proceedings, settembre 1988), “uno dei pochi vantaggi dell’epidemia” è stato che essa “ha indotto pazienti e medici ad adottare varie strategie per evitare le trasfusioni di sangue”.

IL PORTAVOCE di una BANCA del SANGUE spiega: “Ciò che è cambiato è l’intensità del messaggio, la sensibilità dei clinici al messaggio (grazie a una maggiore consapevolezza dei rischi), e il FORTE INCENTIVO a PRENDERE in CONSIDERAZIONE le ALTERNATIVE”.Transfusion Medicine Reviews,ottobre 1989.

SI NOTI: ESISTONO ALTERNATIVE!

La cosa diventa comprensibile se si tiene presente:

IL MOTIVO PER CUI SI FANNO LE TRASFUSIONI DI SANGUE.

L’EMOGLOBINA presente nei globuli rossi TRASPORTA l’OSSIGENO necessario alla salute e alla vita.

SE UN INDIVIDUO HA PERSO MOLTO SANGUE, potrebbe sembrare che la cosa più logica sia quella di sostituirlo.

NORMALMENTE il LIVELLO di EMOGLOBINA è di circa 14-15 grammi per ogni 100 centimetri cubi di sangue (14 g/dl). (Un altro modo per indicarne la concentrazione è l’EMATOCRITO, il cui valore di solito è del 45%).

La “NORMA” ERA quella di TRASFONDERE il PAZIENTE PRIMA di un INTERVENTO se l’EMOGLOBINA era INFERIORE a 10 g/dl (EMATOCRITO 30%).

Secondo il periodico svizzero Vox Sanguinis (marzo 1987),il 65% degli ANESTESISTI richiedeva che il LIVELLO PRE-OPERATORIO dell’EMOGLOBINA nei PAZIENTI da sottoporre a CHIRURGIA ELETTIVA fosse di 10 g/dl”.

Ma a un congresso sulla trasfusione di sangue tenuto nel 1988 il prof. Howard L. Zauder ha chiesto: “COME SI E’ ARRIVATI A QUESTO NUMERO MAGICO’?” Quindi ha aggiunto: L’EZIOLOGIA della norma secondo la quale il paziente deve avere 10 grammi di EMOGLOBINA (Hb) PRIMA di essere sottoposto ad ANESTESIA, SI PERDE nelle OSCURE NEBBIE della TRADIZIONE e NON E’ SUFFRAGATA da PROVE CLINICHE o SPERIMENTALI”. Pensate alle molte migliaia di pazienti trasfusi sulla base di questa NORMA OSCURA e NON SUFFRAGATA da PROVE!

QUALCUNO POTREBBE CHIEDERE:

Perché il VALORE NORMALE dell’EMOGLOBINA è 14 g/dl SE NE BASTA MENO?’

Perché in questo modo si ha una notevole RISERVA o CAPACITA’ di INCREMENTARE l’APPORTO di OSSIGENO in caso di ESERCIZIO FISICO o LAVORO PESANTE.

Studi eseguiti su PAZIENTI ANEMICI hanno addirittura evidenziato che “è difficile rilevare un deficit nella capacità lavorativa anche con concentrazioni di EMOGLOBINA di soli 7 g/dl. Altri hanno riscontrato solo una MODERATA RIDUZIONE FUNZIONALE. — Contemporary Transfusion Practice,1987.

Se è vero che gli adulti possono adattarsi a un basso livello di EMOGLOBINA, che dire dei BAMBINI?

Il dott. James A. Stockman III afferma: “Salvo poche eccezioni, i NEONATI PREMATURI subiscono un CALO dell’EMOGLOBINA nei PRIMI UNO-TRE MESI…………………In NEONATOLOGIA le indicazioni a trasfondere non sono ben definite. In realtà MOLTI BAMBINI PICCOLI sembrano tollerare LIVELLI di EMOGLOBINA NOTEVOLMENTE BASSI SENZA apparenti DIFFICOLTA’ CLINICHE”.Pediatric Clinics of North America,febbraio 1986.

Secondo alcuni autori, LIVELLI di EMOGLOBINA anche di 2-2,5 g/dl possono essere ACCETTABILI.…….

………..L’INDIVIDUO SANO PUO’ TOLLERARE una PERDITA del 50% della MASSA dei GLOBULI ROSSI e risultare quasi del tutto ASINTOMATICO se la PERDITA di SANGUE è DISTRIBUITA in un CERTO ARCO di TEMPO”. Techniques of Blood Transfusion, 1982.

 

Tutto questo NON SIGNIFICA che NON OCCORRA FAR NULLA SE SI è PERSO MOLTO SANGUE in un INCIDENTE o nel corso di un INTERVENTO.

Se la PERDITA è RAPIDA e IMPONENTE, la PRESSIONE SANGUIGNA SCENDE e può subentrare lo SHOCK.

CIO’ CHE OCCORRE FARE innanzi tutto è ARRESTARE l’EMORRAGIA e RIPRISTINARE il VOLUME della MASSA CIRCOLANTE. Questo ONDE EVITARE lo SHOCK e mantenere in circolo i restanti GLOBULI ROSSI e gli altri componenti del sangue.

SI PUO’ RIPRISTINARE il VOLUME CIRCOLANTE SENZA FARE RICORSO a SANGUE INTERO o PLASMA SANGUIGNO.

Nel 1878, il medico francese Georges Hayem mise a punto una SOLUZIONE SALINA che secondo lui poteva fungere da SOSTITUTO del SANGUE. A differenza del sangue, non aveva effetti collaterali, non coagulava ed era facilmente trasportabile.

Il prof. LABIN di New York, REINTEGRA le PERDITE di VOLUME di SANGUE con iPERFLUOROCARBURI (che in ITALIA sono VIETATI).

  • Esistono vari LIQUIDI NON EMATICI che sono EFFICACI come ESPANSORI del VOLUME PLASMATICO.
  • IL PIU’ SEMPLICE è una SOLUZIONE SALINA, che ha il vantaggio di essere economica e compatibile col nostro sangue.
  • Ci sono anche LIQUIDI con PROPRIETÀ‘ PARTICOLARI, come i DESTRANI, l’EMAGEL e il RINGER LATTATO.
  • Un succedaneo PIU’ RECENTE è l’AMIDO IDROSSIETILICO (HETASTARCH o HES), che “può essere sicuramente RACCOMANDATO per quei PAZIENTI USTIONATI che RIFIUTANO il SANGUE e i suoi DERIVATI”. (Journal of Burn Care & Rehabilitation,gennaio/febbraio 1989)
  • Questi prodotti presentano sicuramente dei vantaggi.
  • Le SOLUZIONI CRISTALLOIDI [come la normale SOLUZIONE SALINA e il RINGER LATTATO], il DEXTRAN e l’HES (Hetastarch, Amido Idrossietilico) sono relativamente ATOSSICI e poco costosi, prontamente disponibili, possono essere conservati a temperatura ambiente, non richiedono prove di compatibilità e sono ESENTI dal RISCHIO delle MALATTIE TRASMISSIBILI con le TRASFUSIONI di SANGUE”. Blood Transfusion Therapy— A Physician’s Handbook,1989, p. 36.
  • Alternative alla trasfusioneAlcuni degli argomenti trattati sono stati le trasfusioni di sangue, i test del sangue e le alternative della medicina al sangue umano. Il dott. Christopher V. Prowse, dell’Ente nazionale scozzese per l’emotrasfusione, ha parlato delle “Alternative al sangue umano e risorse del sangue”. Ha menzionato vari fattori di crescita ricombinanti (sintetici) che possono fare aumentare i livelli delle cellule ematiche stimolandone la produzione da parte del corpo. Per esempio “l’eritropoietina viene prodotta dai reni e stimola la formazione dei globuli rossi. Ma attualmente si può produrre in laboratorio. Il dott. Prowse ha detto che l’eritropoietina sintetica è ormai affermata come terapia per varie forme di anemia”.È stata prodotta una sostanza simile per stimolare la produzione di piastrine da parte del corpo. Il dott. Prowse ha detto: “Le scoperte più recenti in questo campo sono i fattori di crescita trombopoietici. L’uso dell’interleuchina 11 è già autorizzato per il suo effetto nel migliorare il conto delle piastrine ., e sembra probabile che presto lo saranno anche la trombopoietina e il suo omologo, l’rh-PEG-MGDF”.Il dott. Prowse ha menzionato anche fattori coagulanti sintetici (proteine del plasma) che si sono dimostrati preziosi per gli emofiliaci: “L’uso di equivalenti di alcune proteine del plasma ottenuti con la ricombinazione genetica è autorizzato, e in certi casi è la terapia preferita a motivo delle preoccupazioni per le infezioni virali causate da derivati del plasma”. Il dott. Prowse ha aggiunto che “attualmente viene sperimentata la produzione di diversi altri fattori coagulanti”.Simon Faithfull, associato a una società farmaceutica, ha parlato di perfluorocarburi (PFC). Alcuni di questi possono trasportare ossigeno nel sistema circolatorio. La prima generazionedi queste sostanze chimiche non si è dimostrata all’altezza come sangue “artificiale”. Si sono fatti progressi? Faithfull ha detto: “Negli ultimi anni la tecnologia dei PFC ha fatto ulteriori progressi e sono stati eseguiti test clinici usando [due] emulsioni di PFC [della seconda] generazione”. Ha fatto un rapporto sui test di uno di questi relativi a 256 pazienti che dovevano subire interventi ortopedici, ginecologici o urologici: operazioni in cui ci sono spesso forti perdite di sangue. I risultati? “I dati di entrambi gli studi hanno indicato che l’Oxygent annullava molto meglio del sangue questi sintomi [che si ritiene richiedano l’emotrasfusione] e che i sintomi venivano annullati per periodi notevolmente più lunghi rispetto a quanto avviene con il sangue autologo”.Al convegno è stato inoltre detto che le dimensioni delle particelle di PFC contenute in simili emulsioni “sono molto piccole . . . , circa 40 volte più piccole del diametro degli eritrociti.Questo permette alle particelle di PFC di attraversare i capillari in cui non scorre nessun eritrocito”. Questo sembra promettere bene nel caso di certi tessuti danneggiati che hanno bisogno di sangue.Un medico inglese ha sottolineato la necessità di risparmiare sangue negli interventi chirurgici. Lo ha incoraggiato a motivo della scarsità di sangue e dei rischi legati alle trasfusioni. Per illustrare cosa si può fare per ridurre l’uso di sangue, ha parlato di un chirurgo che usava sangue solo nel 10 per cento delle operazioni all’articolazione dell’anca che eseguiva. Altri chirurghi dello stesso ospedale usavano sangue nel 70 per cento di questi interventi.

    ALTERNATIVE ALLE TRASFUSIONI – Dr. Roberto Gindro, Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive. Fondatore del sito WOM HEALTHY, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.

    I ricercatori stanno tentando di mettere a punto tecniche innovative per produrre sangue artificialmente.

    Attualmente non esistono alternative al sangue umano, tuttavia sono stati sviluppati farmaci che possono in parte integrare le funzioni di alcune parti del sangue. Ad esempio alcuni pazienti con problemi ai reni assumono ERITROPOIETINA,un farmaco che aiuta l’organismo a produrre autonomamente globuli rossi; grazie al ricorso a questa sostanza diminuisce la richiesta di trasfusioni.

    I chirurghi, dal canto loro, cerco di minimizzare la quantità di sangue perso durante gli interventi e quindi la necessità di trasfusioni. In alcuni casi riescono a raccogliere e riutilizzare il sangue del paziente.

     

MA POTRESTE CHIEDERE:

Come possono essere efficaci questi PRODOTTI NON EMATICI se per trasportare l’OSSIGENO nell’organismo ci vogliono i GLOBULI ROSSI?

Come si è detto, il corpo ha delle RISERVE per quanto riguarda l’apporto di OSSIGENO.

SE C’ E’ una PERDITA di SANGUE, intervengono MERAVIGLIOSI MECCANISMI DI COMPENSAZIONE.

Il CUORE POMPA PIU’ SANGUE AD OGNI BATTITO.

Dato che il SANGUE PERDUTO è stato SOSTITUITO con un FLUIDO ADATTO, il SANGUE così DILUITO CIRCOLA più FACILMENTE, fin nei VASI PIU’ PICCOLI. Come risultato di modificazioni chimiche, AI TESSUTI viene CEDUTO PIU’ OSSIGENO.

Questi ADATTAMENTI sono così EFFICACI che ANCHE CON LA META’ soltanto dei GLOBULI ROSSI l’apporto di OSSIGENO può ancora ammontare a CIRCA il 75% del NORMALE.

Un PAZIENTE a RIPOSO UTILIZZA solo il 25% dell’OSSIGENO disponibile nel suo SANGUE.

E la maggioranza dei FARMACI PER ANESTESIA GENERALE riducono il bisogno di OSSIGENO da parte dell’organismo.

COSA POSSONO FARE I MEDICI?

Il medico esperto può aiutare chi ha perso sangue e quindi ha meno globuli rossi. Una volta RISTABILITO il VOLUME CIRCOLANTE, il medico può SOMMINISTRARE OSSIGENO ad ALTA CONCENTRAZIONE. Così se ne mette a disposizione dell’organismo una maggiore quantità, spesso con OTTIMI RISULTATI.

Alcuni medici britannici hanno usato questo sistema su UNA PAZIENTE che aveva PERSO così TANTO sangue che “IL SUO LIVELLO di EMOGLOBINA era SCESO a 1,8 g/dl. La paziente è stata sottoposta con SUCCESSO a trattamento…….con OSSIGENO ad ALTE CONCENTRAZIONI per INALAZIONE e TRASFUSIONI di GRANDI QUANTITA’ di SOLUZIONE GELATINOSA [EMAGEL]”. (Anaesthesia, gennaio 1987) La relazione afferma pure che altri PAZIENTI con EMORRAGIA ACUTA sono stati sottoposti a trattamento in CAMERA IPERBARICA con RISULTATI POSITIVI.

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La MACCHINA per la CIRCOLAZIONE EXTRACORPOREA (cuore-polmone) si è rivelata MOLTO UTILE nella cardiochirurgia SU PAZIENTI CHE RIFIUTANO IL SANGUE.

Il medico può anche aiutare il paziente a PRODURRE più GLOBULI ROSSI. COME?

Somministrandogli (per via intramuscolare o intravenosa) PREPARATI a BASE di FERRO, che possono aiutare l’organismo a produrre GLOBULI ROSSI a un RITMO 3 o 4 VOLTE PIU’ RAPIDO del NORMALE.

ORA C’E’ ANCHE UN ALTRO METODO.

I RENI producono un ORMONE chiamato ERITROPOIETINA (EPO), che STIMOLA il MIDOLLO OSSEO a produrre GLOBULI ROSSI. È stato ora realizzato un PRODOTTO SINTETICO, l’ERITROPOIETINA da DNA RICOMBINANTE. Il medico può somministrarlo a certi PAZIENTI ANEMICI per aiutarli a sostituire i GLOBULI ROSSI con GRANDE RAPIDITA’.

Anche in FASE OPERATORIA, chirurghi e anestesisti coscienziosi e capaci possono aiutare il paziente impiegando METODICHE AVANZATE per RIDURRE AL MINIMO le PERDITE di SANGUE.

È senz’altro DA RACCOMANDARE l’adozione di meticolose tecniche operatorie, come l’ELETTRO-CAUTERIZZAZIONE per RIDURRE al MINIMO il SANGUINAMENTO.

A volte il SANGUE che si RACCOGLIE nella FERITA può essere ASPIRATO, FILTRATO e REIMMESSO in CIRCOLO.

I PAZIENTI collegati a una MACCHINA CUORE-POLMONE avviata con un liquido non ematico possono trarre vantaggio dalla conseguente EMODILUIZIONE, che RIDUCE la PERDITA di GLOBULI ROSSI.

SI STANNO ABBANDONANDO VECCHI CONCETTI circa il TRASPORTO OSSIGENO ai TESSUTI, la GUARIGIONE delle FERITE e il ‘VALORE NUTRITIZIO’ del SANGUE.

L’ESPERIENZA con PAZIENTI Testimoni di Geova dimostra che l’ANEMIA GRAVE è BEN TOLLERATA”. The Annals of Thoracic Surgery,marzo 1989.

ESISTONO ALTRE UTILI METODICHE.

IPOTERMIA: abbassando la temperatura corporea del paziente se ne riduce il fabbisogno di ossigeno durante l’intervento.

ANESTESIA IPOTENSIVA. Terapie che favoriscono la COAGULAZIONE.

DESMOPRESSINA (DDAVP) per RIDURRE il TEMPO di EMORRAGIA.

BISTURI al LASERi.

Vedrete che l’ELENCO SI ALLUNGHERA’ man mano che medici e pazienti preoccupati cercheranno altri modi per evitare le trasfusioni di sangue.

SPERIAMO che NON DOBBIATE mai PERDERE una GROSSA QUANTITA’ di SANGUE.

MA SE DOVESSE CAPITARVI, è molto probabile che MEDICI CAPACI POSSANO CURARVI SENZA TRASFUSIONI RISPARMIANDOVI tutti i RISCHI che esse comportano.

CHIRURGIA SÌ, MA SENZA TRASFUSIONI

Oggi molti non vogliono ricevere sangue. Chiedono per ragioni sanitarie ciò che i Testimoni di Geova richiedono basilarmente per motivi religiosi: valide terapie mediche alternative alle emotrasfusioni. Come abbiamo visto, E’ POSSIBILE ESEGUIRE GROSSI INTERVENTI CHIRURGICI SENZA SANGUE.

Se avete ancora dei dubbi, qualche altra citazione da pubblicazioni scientifiche può aiutarvi a dissiparli.

Tecniche chirurgiche.

Includono l’emodiluizione e il ricupero intraoperatorio del sangue. Con l’emodiluizione il sangue viene deviato dal corpo del paziente, sostituito con un espansore di volume e poireinfuso. Il ricupero intraoperatorio consiste nell’aspirare e restituire al paziente il sangue perso durante un intervento. Il sangue viene ricuperato dalla ferita o da una cavità corporea, viene lavato o filtrato e quindi reinfuso.

ANCHE I BAMBINI PICCOLI?

48 INTERVENTI A CUORE APERTO su BAMBINI sono stati eseguiti adottando metodiche alternative alle emotrasfusioni indipendentemente dal grado di complessità chirurgica”. ALCUNI BAMBINI PESAVANO SOLO 4,7 kg.

Visti i costanti RISULTATI POSITIVI ottenuti con i Testimoni di Geova e il rischio di gravi complicazioni insito nelle trasfusioni di sangue, attualmente stiamo eseguendo la maggior parte degli INTERVENTI di CARDIOCHIRURGIA PEDIATRICA SENZA TRASFUSIONI”. Circulation,settembre 1984.

L’articolo “QUADRUPLA SOSTITUZIONE di GROSSE ARTICOLAZIONI in un PAZIENTE Testimone di Geova” (Orthopaedic Review, agosto 1986) parlava di un PAZIENTE ANEMICO con DEGENERAZIONE, allo STADIO AVANZATO di entrambe le ARTICOLAZIONI del GINOCCHIO e dell’ANCA”. PRIMA e DOPO gli INTERVENTI fu SOMMINISTRATO con BUONI RISULTATI un DESTRANO contenente FERRO.

Il British Journal of Anaesthesia (1982) riferiva il caso di una Testimone di Geova 52enne con un LIVELLO di EMOGLOBINA INFERIORE a 10 g/dl. Per ridurre al minimo la perdita di sangue, l’intervento di sostituzione totale delle articolazioni dell’anca e della spalla venne eseguito in anestesia ipotensiva. Unéquipe chirurgica dell’Università dell’Arkansas (USA) impiegò la stessa tecnica in UN CENTINAIO di INTERVENTI di SOSTITUZIONE dell’ARTICOLAZIONE dell’ANCA su PAZIENTI Testimoni di Geova, e questi SI RIPRESERO TUTTI BENE. Il primario del reparto osserva: “Ciò che abbiamo appreso da questi pazienti Testimoni di Geova ora lo applichiamo a tutti i nostri pazienti sottoposti a SOSTITUZIONE TOTALE dell’ARTICOLAZIONE dell’ANCA”.

La coscienza di alcuni Testimoni di Geova permette loro di accettare TRAPIANTI D’ORGANO se l’intervento è eseguito SENZA SANGUE.

Una relazione su 13 TRAPIANTI di RENE terminava dicendo: “I risultati complessivi indicano che la maggioranza dei [pazienti] testimoni di Geova può essere sottoposta con sicurezza ed efficacia a TRAPIANTO RENALE”. (Transplantation, giugno 1988)

Il RIFIUTO del SANGUE NON ha IMPEDITO di eseguire con successo nemmeno i TRAPIANTI DI CUORE.

CHE DIRE DI ALTRI TIPI DI OPERAZIONI SENZA SANGUE?

Un periodico di informazione sanitaria (Medical Hotline, aprile/maggio 1983) parlava di “Testimoni di Geova sottoposte a GROSSI INTERVENTI di GINECOLOGIA e OSTETRICIA [presso la Wayne State University, negli USA] SENZA TRASFUSIONI di SANGUE”.

Il periodico osservava: “La MORTALITA‘ e la percentuale di COMPLICANZE non sono state maggiori che nelle donne sottoposte agli stessi interventi e trasfuse”. Dopo di che commentava: “I risultati di questo studio autorizzerebbero a tentare un approccio nuovo, per quanto riguarda l’impiego del sangue, con tutte le donne che si sottopongono a interventi di ostetricia e ginecologia”.

Presso l’ospedale dell’Università di Gottinga, in Germania, 30 PAZIENTI sottoposti a INTERVENTI di CHIRURGIA GENERALE RIFIUTARONO IL SANGUE. “Non ci sono state complicazioni che non potessero sorgere anche in pazienti che accettano le emotrasfusioni…. Non si deve attribuire eccessiva importanza all’impossibilità di praticare una trasfusione, né questo dovrebbe indurre ad astenersi dall’eseguire un’operazione necessaria e giustificata sotto il profilo chirurgico”. —Risiko in der Chirurgie,1987.

Anche INTERVENTI di NEUROCHIRURGIA sono stati eseguiti senza impiego di sangue su numerosi adulti e bambini, per esempio al Medical Center dell’Università di New York. Nel 1989 il dott. Joseph Ransohoff, PRIMARIO di NEUROCHIRURGIA, ha scritto: “È evidente che nella maggioranza dei casi si può evitare, con un rischio minimo, di impiegare sangue e suoi derivati in pazienti le cui convinzioni religiose ne vietano l’uso, particolarmente se l’intervento può essere eseguito tempestivamente e in tempi relativamente contenuti. È interessante notare che spesso mi dimentico che il paziente è un Testimone fino al momento in cui viene dimesso dall’ospedale e mi ringrazia per aver rispettato le sue convinzioni religiose”.

 

Infine, E’ POSSIBILE ESEGUIRE COMPLESSI INTERVENTI di CHIRURGIA CARDIOVASCOLARE su ADULTI e BAMBINI SENZA ricorrere a TRASFUSIONI?

Il dott. Denton A. Cooley è stato un pioniere in questo campo. Come si può notare dall’articolo medico ristampato in appendice, alle Þhb Ü pagine 27-9, sulla base di un precedente studio Cooley affermava cheil RISCHIO degli interventi chirurgici per i pazienti del gruppo dei Testimoni di Geova NON E’ sostanzialmente SUPERIORE che nel caso di altri”. Ora, dopo aver eseguito 1.106 INTERVENTI del genere, il Dr. Denton A. Cooley scrive: “In ogni caso rispetto l’impegno o l’accordo preso con il paziente”, cioè di non somministrargli sangue.

Alcuni chirurghi hanno notato che UN ALTRO FATTORE CHE AIUTA i Testimoni di Geova è il loro SPIRITO POSITIVO. “L’atteggiamento di questi pazienti è stato esemplare”, scriveva Cooley nell’ottobre 1989. “Non hanno il timore delle complicazioni o anche della morte che la maggioranza dei pazienti ha. Nutrono una fede profonda e stabile nel loro credo e nel loro Dio”.

Questo non significa che rivendichino il cosiddetto diritto di morire. Ricercano attivamente terapie valide perché vogliono guarire. Sono CONVINTI che UBBIDIRE alla legge di Dio sul sangue sia SAGGIO, e questa convinzione ha un effetto positivo sull’efficacia della chirurgia senza sangue.

Il prof. V. Schlosser, dell’istituto di chirurgia dell’ospedale dell’Università di Friburgo, in Germania, riferisce: “In questo gruppo di pazienti l’INCIDENZA PERI-OPERATORIA di FENOMENI EMORRAGICI NON E’ STATA PIU’ ELEVATA, e le COMPLICANZE sono state semmai INFERIORI. Il particolare modo in cui i Testimoni di Geova affrontano le malattie ha influito positivamente nella fase perioperatoria”. — Herz Kreislauf, agosto 1987.

I Testimone di Geova NON ACCETTANO TRASFUSIONI di sangue intero, globuli rossi, globuli bianchi, piastrine o plasma sanguigno. Per quanto riguarda frazioni minori, come le IMMUNOGLOBULINE, si veda La Torre di Guardia del 1° giugno 1990, pagine 30-1.

#La Torre di Guardia del 1° marzo 1989, pagine 30-1, tratta i princìpi biblici implicati nei metodi di recupero intra-operatorio del sangue e nell’impiego delle APPARECCHIATURE per la CIRCOLAZIONE EXTRACOPOREA

 

CHE DIRE DELL’IMPIEGO DEL SANGUE?

 Nessuno che esamini obiettivamente i fatti negherà che le TRASFUSIONI di SANGUE comportano GRAVI RISCHI.

Il dott. Charles Huggins, direttore del centro trasfusionale di un grande ospedale americano (il Massachusetts General Hospital), lo dichiara apertamente: “Il SANGUE non è mai stato così sicuro. Ma è da considerarsi INEVITABILMENTE PERICOLOSO. È la SOSTANZA PIU’ PERICOLOSA che USIAMO in MEDICINA”. The Boston Globe Magazine, 4 febbraio 1990.

Per validi motivi ai sanitari è stato dato questo consiglio: “Per quel che riguarda le EMOTRASFUSIONI è necessario rivalutare anche la componente RISCHI nel rapporto RISCHI/BENEFICI e CERCARE delle ALTERNATIVE”. (Il corsivo è nostro). Perioperative Red Cell Transfusion,congresso dei National Institutes of Health, 27-29 giugno 1988.

I medici possono non essere d’accordo sui benefìci e sui rischi del sangue. Uno può praticare molte trasfusioni nella convinzione che valga la pena correre quei rischi. Un altro può ritenere che non sia il caso di correrli, dal momento che ha ottenuto buoni risultati senza adoperare sangue. In ultima analisi, però, siete voi, come pazienti o genitori, a dover decidere. Perché voi? Perché sono implicati il vostro corpo (o quello di vostro figlio), la vostra vita, i vostri princìpi etici e, cosa sommamente importante, se siete religiosi o testimoni di Geova, la vostra relazione con Dio.

 

RICONOSCIUTO IL VOSTRO DIRITTO

Oggi in molti paesi è riconosciuto al paziente l’inviolabile diritto di decidere a quali trattamenti sanitari sottoporsi.

La LEGGE SUL CONSENSO INFORMATO si fonda su 2 PRESUPPOSTI:

PRIMO, che il paziente ha il diritto di ricevere informazioni sufficienti a fare una scelta informata in merito al trattamento raccomandato;

SECONDO, che il paziente può scegliere se accettare o rifiutare la proposta del medico.…A meno che non si riconosca ai pazienti il diritto di dire di no, oltre che di sì, o anche di acconsentire ma solo a certe condizioni, gran parte della ratio legis del consenso informato viene vanificata”. — Appelbaum, Lidz e Meisel, Informed Consent— Legal Theory and Clinical Practice, New York 1987, p. 190.*

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. LA LEGGE NON PUO’ IN NESSUN CASO VIOLARE I LIMITI IMPOSTI DAL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA”. —Costituzione della Repubblica Italiana, art. 32, 2° comma.

 

Il ‘Testimone di Geova adulto e cosciente, in grado cioè di essere informato e di esprimere la sua volontà, può rifiutarsi di essere sottoposto a trattamenti contrari alle sue idee religiose. NESSUN INTERVENTO della MAGISTRATURA è LEGITTIMO. Il MEDICO, raccolta la sua dichiarazione di rifiuto, non è esposto ad alcuna responsabilità. Non si pone neanche un problema di stato di necessità: SULLA NECESSITA’ di SALVARE, di cui all’art. 54 cp PREVALE IL PREVENTIVO RIFIUTO, liberamente espresso, di certi trattamenti. Il SANITARIO HA, semmai, l’OBBLIGO di PORRE in ESSERE (per stato di necessità o meno) le POSSIBILI TERAPIE ALTERNATIVE sulle quali vi è il consenso o almeno il ‘non dissenso’”. — Amedeo Santosuosso (magistrato), I TUOI DIRITTI — Guida per conoscerli e salvaguardarli, Milano 1988, p. 369.

 

IL SANGUE CHE SALVA VERAMENTE LA VITA

Dalle informazioni finora trattate emergono chiaramente alcuni aspetti.

Benché molti considerino le TRASFUSIONI di SANGUE un mezzo per salvare la vita, esse comportano NUMEROSI RISCHI.

Ogni anno MIGLIAIA di PERSONE MUOIONO come CONSEGUENZA delle TRASFUSIONI; molte altre contraggono GRAVI MALATTIE che le affliggeranno a lungo.

Perciò, ANCHE DA UN PUNTO di VISTA FISICO, CONVIENE DARE ASCOLTO al COMANDO BIBLICO diASTENERSI DAL SANGUE’. — Atti 15:28, 29.

I PAZIENTI che si avvalgono di METODICHE ALTERNATIVE alla TRASFUSIONE sono PROTETTI da NUMEROSI PERICOLI.

MEDICI ESPERTI che HANNO RACCOLTO LA SFIDA di APPLICARE QUESTE METODICHE ai Testimoni di Geova hanno da tempo messo a punto schemi terapeutici efficaci e sicuri, documentati da numerose relazioni scientifiche.

I MEDICI che attuano CURE VALIDE SENZA FAR USO di SANGUE NON STANNO SACRIFICANDO i PRINCIPI della MEDICINA.

Al CONTRARIO, mostrano rispetto per il diritto che il paziente ha di essere informato sui rischi e sui benefìci così da poter fare una scelta consapevole per quanto riguarda il suo corpo e la sua vita.

Non siamo così ingenui da credere che tutti condivideranno questo modo di vedere le cose.

Gli uomini differiscono in quanto a coscienza, princìpi etici e opinioni mediche.

Perciò altri, inclusi alcuni medici, possono trovare difficile accettare la decisione di un paziente di astenersi dal sangue.

Un CHIRURGO di New York scrisse: “Non dimenticherò mai quando, 15 anni fa, ero un giovane medico interno e stetti al capezzale di un Testimone di Geova che MORI’ in seguito a EMORRAGIE provocate da un’ULCERA DUODENALE.
I DESIDERI del PAZIENTE furono RISPETTATI e NON gli FURONO SOMMINISTRATE TRASFUSIONI, ma ricordo ancora l’enorme frustrazione che provai allora come medico”.

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SENZA DUBBIO a quel tempo il CHIRURGO era CONVINTO che il SANGUE avrebbe SALVATO QUELLA VITA.

TUTTAVIA L’ANNO DOPO il British Journal of Surgery (ottobre 1986) pubblicò un articolo in cui si riferiva che PRIMA dell’AVVENTO delle TRASFUSIONI l’EMORRAGIA GASTROINTESTINALE avevaun TASSO di MORTALITA’ del 2,5% SOLTANTO.

Da quando le TRASFUSIONI erano diventate un fatto di ROUTINE, ‘la maggioranza degli studi statisticamente significativi indicava una MORTALITA’ del 10%’.

Come mai il TASSO di MORTALITA’ era 4 VOLTE PIU’ ELEVATO?

I ricercatori davano questa spiegazione: “La TRASFUSIONE PRECOCE SEMBRA INVERTIRE la RISPOSTA di IPER-COAGULITA’ INDOTTA dall’EMORRAGIA, FAVORENDO COSI’ la RIPRESA del SANGUINAMENTO”.

 

Quando il Testimone di Geova con l’ULCERA SANGUINANTE aveva RIFIUTATO il SANGUE, LA SUA SCELTA in effetti AVEVA FORSE ACCRESCIUTO le SUE PROBABILITA’ di SOPRAVVIVENZA.

Questo stesso chirurgo aggiungeva: “Il passare del tempo e la cura di molti pazienti tendono a cambiare il modo di vedere le cose, e oggi trovo che la fiducia fra il paziente e il suo medico, e il dovere di rispettare i desideri del paziente, sono di gran lunga più importanti della nuova tecnologia medica di cui siamo circondati.…È interessante che la frustrazione ha ora ceduto il posto a un senso di ammirazione e riverenza per la salda fede e devozione di quel particolare paziente”. Il chirurgo concludeva dicendo: ‘Questo mi rammenta che devo sempre rispettare i desideri personali e religiosi di un paziente quali che siano i miei sentimenti o le conseguenze’.

Forse vi rendete già conto di qualcosa che CERTI MEDICI IMPARANO CON “IL PASSARE DEL TEMPO E LA CURA DI MOLTI PAZIENTI”.

 

I FATTI MOSTRANO CHE chi non tiene conto della LEGGE di Dio sul SANGUE spesso va incontro a CONSEGUENZE immediate o a lungo termine; alcuni addirittura MUOIONO a CAUSA del SANGUE.

 

La MAGGIORANZA di QUELLI CHE, per motivi religiosi e/o sanitari, RIFIUTANO il SANGUE ma ACCETTANO TERAPIE ALTERNATIVE STANNO POI MOLTO BENE. Possono così prolungare la loro vita di parecchi anni, ma non a tempo indefinito.

Il fatto che tutti gli uomini siano imperfetti e prima o poi muoiano ci porta alla verità centrale di ciò che la Bibbia dice riguardo al sangue. Se comprenderemo e apprezzeremo questa verità, vedremo in che modo il sangue può veramente salvare la vita, la nostra vita, in modo durevole.

 

I Testimoni di Geova: Una sfida sotto l’aspetto etico-chirurgico

I medici si trovano davanti a una particolare sfida quando i loro pazienti sono testimoni di Geova. I seguaci di questa fede hanno profonde convinzioni religiose che IMPEDISCONO LORO di ACCETTARE sangue intero omologo o autologo, eritrociti concentrati, globuli bianchi o piastrine.

Molti consentiranno l’uso della MACCHINA CUORE-POLMONE (non avviata con sangue), dell’APPARECCHIATURA per la DIALISI o di apparecchiature analoghe SE LA CIRCOLAZIONE EXTRACORPOREA NON è INTEROTTA.

Il personale sanitario non deve preoccuparsi di eventuali responsabilità, poiché i Testimoni di Geova prenderanno le adeguate misure legali per esonerarlo da ogni responsabilità conseguente al loro consapevole rifiuto del sangue. ESSI ACCETTANO LIQUIDI SOSTITUTIVI NON CONTENENTI SANGUE. L’USO di queste e di altre ACCURATE TECNICHE ha permesso ai medici di eseguire GROSSI INTERVENTI CHIRURGICI su ogni tipo di PAZIENTI Testimoni di Geova, ADULTI E MINORENNI. È stato quindi adottato per tali pazienti uno standard di assistenza medica che si concilia con il principio di curare la “persona integrale”. (JAMA 1981;246:2471-2472)

Un grosso problema sanitario mette a dura prova i medici.

Negli Stati Uniti ci sono oltre mezzo milione di Testimoni di Geova che non accettano trasfusioni di sangue.

Il NUMERO dei Testimoni di Geova e di quelli che si uniscono a loro è IN AUMENTO.

Anche se IN PASSATO molti medici e funzionari ospedalieri consideravano il problema della TRASFUSIONE un PROBLEMA LEGALE e chiedevano l’AUTORIZZAZIONE del TRIBUNALE per PROCEDERE come ritenevano opportuno dal punto di vista medico, RECENTE LETTERATURA MEDICA RIVELA CHE sta avendo luogo un NOTEVOLE CAMBIAMENTO D’OPINIONE.

Forse questo è il risultato dell’ACCRESCIUTA ESPERIENZA dei CHIRURGHI con PAZIENTI aventi BASSISSIMI LIVELLI di EMOGLOBINA e può anche essere un indice del fatto che viene sempre più riconosciuto il principio giuridico del consenso consapevole.

Ora un gran numero di casi di TRAUMI e di CHIRURGIA ELETTIVA inerenti a Testimoni sia ADULTI che MINORENNI vengono risolti SENZA TRASFUSIONI DI SANGUE

Ultimamente, rappresentanti dei testimoni di Geova si sono incontrati con chirurghi e dirigenti amministrativi in alcuni dei più grossi centri medici del paese.

Questi incontri hanno migliorato la comprensione e contribuito a risolvere problemi relativi a RECUPERO del SANGUE, TRAPIANTI e a come evitare scontri medico-legali.

LA POSIZIONE DEL TESTIMONE RIGUARDO ALLA TERAPIA

I testimoni di Geova accettano il trattamento medico e chirurgico.

Anzi, FRA LORO ci sono DECINE di MEDICI, e anche di CHIRURGHI.

Ma i Testimoni sono persone profondamente religiose e convinte del fatto che le TRASFUSIONI di SANGUE sono loro VIETATE da PASSI BIBLICI come:

Solo non dovete mangiare la carne con la sua anima, col suo sangue” (Genesi 9:3-4);

Ne devi versare il sangue e lo devi coprire di polvere’ (Levitico 17:13-14); e:

Astenetevi dalla fornicazione e da ciò che è stato strangolato e dal sangue’ (Atti 15:19-21).1

Pur non essendo QUESTI VERSETTI espressi in termini medici, per i Testimoni essi ESCLUDONO la TRASFUSIONE di SANGUE INTERO, di ERITROCITI CONCENTRATI e di PLASMA, nonché la somministrazione di GLOBULI BIANCHI e di PIASTRINE.

L’INTENDIMENTO RELIGIOSO dei Testimoni, però, NON VIETA categoricamente l’uso di parti come ALBUMINA, IMMUNOGLOBULINE e PREPARATI per l’EMOFILIA; ciascun Testimone deciderà personalmente se accettarli.2

I Testimoni CREDONO che il SANGUE PRELEVATO DAL CORPO DEV’ESSERE ELIMINATO, per cui NON ACCETTANO l’AUTOTRASFUSIONE di SANGUE PRE-DEPOSITATO.

SONO CONTRARI a quelle TECNICHE di RACCOLTA o EMODILUIZIONE nel corso dell’INTERVENTO OPERATORIO che comportano la CONSERVAZIONE di SANGUE.

Molti Testimoni però CONSENTONO l’USO di APPARECCHIATURE per la DIALISI o della MACCHINA CUORE-POLMONE (non avviata con sangue) nonché il RECUPERO del SANGUE nel corso dell’INTERVENTO CHIRURGICO purché la CIRCOLAZIONE EXTRACORPOREA NON SIA INTERROTTA; il medico vorrà chiedere a ogni singolo paziente ciò che la sua coscienza gli comanda.2

I Testimoni non pensano che la Bibbia contenga commenti diretti sui trapianti di organi; per cui spetta al singolo Testimone decidere in merito a TRAPIANTI di CORNEA, di RENE o di ALTRI TESSUTI.

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 POSSIBILI I GROSSI INTERVENTI CHIRURGICI

Ci sono stati spesso chirurghi che hanno rifiutato di prendere in cura i Testimoni perché il loro atteggiamento circa l’uso di parti del sangue apparentemente ‘legava le mani al medico’, ma ora molti medici preferiscono considerare la situazione solo come un’ulteriore complicazione che mette alla prova la loro abilità.

Dato che i Testimoni di Geova NON SONO CONTRARI ai LIQUIDI SOSTITUTIVI COLLOIDALI O CRISTALLOIDI, NE’ all’ELETTRO-CAUTERIZZAZIONE, all’ANESTESIA IPOTENSIVA o all’IPOTERMIA, vi si è fatto ricorso con buoni risultati. Le attuali e future applicazioni di HETASTARCH, la somministrazione per via endovenosa di forti dosi di DEXTRAN contenente FERRO e il BISTURI A ULTRASUONI promettono bene e non danno luogo a obiezioni dal punto di vista religioso.

E se un SOSTITUTO del SANGUE a BASE di FLUORO di recente produzione (Fluosol-DA) si dimostrerà innocuo ed efficace, il suo uso non sarà in contrasto con le credenze dei Testimoni.

Nel 1977 Ott e Cooley  riferirono in merito a 542 OPERAZIONI CARDIOVASCOLARI eseguite su Testimoni SENZA TRASFONDERE SANGUE e conclusero che questa procedura può essere seguita “con un rischio ragionevolmente basso”. Rispondendo alla nostra richiesta, Cooley ha recentemente preparato una statistica su 1.026 OPERAZIONI, il 22% delle quali su MINORI, concludendo che “il RISCHIO degli interventi chirurgici per i pazienti del gruppo dei Testimoni di Geova NON E’ sostanzialmente SUPERIORE che nel caso di altri”.

In modo analogo, il dott. Michael E. DeBakey comunica “che nella grande maggioranza delle situazioni, riguardanti i Testimoni, il RISCHIO delle OPERAZIONI SENZA l’USO di trasfusioni di sangue NON E’ MAGGIORE che per quei pazienti con cui possiamo usare le trasfusioni di sangue” (comunicazione personale, marzo 1981).

Nella letteratura medica si parla anche di COMPLESSI INTERVENTI all’APPARATO URINARIO e di CHIRURGIA ORTOPEDICA eseguiti con SUCCESSO.

Il dott. G. Dean MacEwen e il dott. J. Richard Bowen scrivono che la FUSIONE SPINALE POSTERIORE “è stata realizzata con SUCCESSO su 20 Testimoni di Geova minorenni (dati inediti, agosto 1981). Essi aggiungono: “Il chirurgo deve imparare a rispettare il diritto del paziente di rifiutare una trasfusione di sangue pur seguendo sempre tecniche chirurgiche tali da risultare innocue per il paziente”.

Herbsman riferisce di avere avuto BUONI RISULTATI in casi, tra cui alcuni di MINORENNI, “in cui c’era stata FORTE PERDITA di SANGUE a seguito di TRAUMI”. Egli ammette che “i Testimoni sono alquanto in svantaggio quando si tratta del sangue. Nondimeno è chiaro che ci sono alternative in sostituzione del sangue”. Notando che molti chirurghi hanno ritenuto di non poter accettare come pazienti i Testimoni “per timore di conseguenze legali”, egli mostra che questa non è una preoccupazione valida.

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ASPETTI LEGALI E MINORENNI

I Testimoni sono pronti a firmare il MODULO dell’Ordine dei Medici Americani che ESONERA i MEDICI e gli OSPEDALI DA OGNI RESPONSABILITA’,13e quasi tutti i Testimoni portano con sé un “Avviso per il medico”, datato e firmato da Testimoni, preparato con la collaborazione di medici e legali. Questi documenti impegnano il paziente personalmente (ed economicamente) e offrono una protezione al medico, poiché il giudice Warren Burger sosteneva che una causa per scorrettezza professionale “apparirebbe priva di fondamento” nei casi in cui fosse stato firmato un tale documento. E commentando questo fatto in un’analisi sul “trattamento medico obbligatorio e libertà religiosa”, Paris ha scritto: “Qualcuno che ha esaminato le pubblicazioni ha detto: ‘Non sono riuscito a trovare nessun sostegno per la dichiarazione secondo cui il medico incorrerebbe in sanzioni…penali…se non imponesse la trasfusione di sangue a un paziente che non la vuole’. Il rischio sembra più il prodotto di una mente fertile in campo legale che una possibilità reale”.

La CURA dei MINORI costituisce il PROBLEMA MAGGIORE, ed è spesso intentata un’AZIONE GIUDIZIARIA contro i genitori in base alle norme sulla tutela dei figli.

Ma tali provvedimenti sono contestati da molti medici e avvocati che conoscono bene i casi dei Testimoni e che sono convinti che i genitori Testimoni si interessano di assicurare ai loro figli una buona assistenza medica. Non volendo sottrarsi alla loro responsabilità di genitori o scaricarla su un giudice o su terzi, i Testimoni raccomandano di tener conto dei princìpi religiosi della famiglia.

Il dott. A. D. Kelly, ex segretario dell’Ordine dei Medici Canadesi, ha scritto 15che “i genitori di minorenni e il parente prossimo di pazienti privi di sensi hanno il diritto di interpretare la volontà del paziente.…NON AMMIRO il COMPORTAMENTO dei GIUDICI di un DUBBIO TRIBUNALE che si riuniscono alle due del mattino per SOTTRARRE un FANCIULLO alla CUSTODIA dei SUOI GENITORI”.

È assiomatico che i GENITORI abbiano voce in capitolo quando si tratta della cura dei loro FIGLI, come ad esempio quando si tratta dei potenziali rischi o benefìci di interventi chirurgici, radiazioni o chemioterapia.

Per RAGIONI MORALI che esulano dal problema del rischio delle trasfusioni, i genitori Testimoni chiedono di usare terapie che non siano vietate sotto il profilo religioso. Questo è in armonia con il principio medico di curare “la persona integrale”, non trascurando il possibile danno psicosociale permanente derivante da una tecnica che va contro le credenze fondamentali di una famiglia.

In molti casi, GROSSI CENTRI del PAESE che hanno avuto a che fare con i Testimoni ACCETTANO ora il TRASFERIMENTO di PAZIENTI da ISTITUTI NON DISPOSTI a CURARE i Testimoni di Geova, anche casi di BAMBINI.

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 È UNA SFIDA PER IL MEDICO

È comprensibile che il medico, dedito a salvaguardare la vita e la salute dei pazienti con l’impiego di tutte le tecniche a sua disposizione, dovendo curare i testimoni di Geova si trovi davanti a un DILEMMA.

Nella prefazione a una serie di articoli sui grossi interventi chirurgici su Testimoni, Harvey ammette: “Sono irritato da quelle credenze che ostacolano il mio lavoro”. Ma poi aggiunge: “Forse dimentichiamo troppo facilmente che la chirurgia è un’arte che dipende dalla tecnica personale dei singoli individui. La tecnica è suscettibile di miglioramento”.

Il professor Bolooki menziona un’inquietante notizia secondo cui UNO DEI CENTRI TRAUMATOLOGICI PIU’ ATTIVI della contea di Dade, in Florida, “RIFIUTAVA regolarmente di CURARE” i Testimoni. Egli fa notare che quasi tutte le TECNICHE CHIRURGICHE per questo gruppo di pazienti comportano MENO RISCHIO del SOLITO”. E aggiunge: “Sebbene i chirurghi pensino di venir privati di uno strumento della medicina moderna…sono convinto che c’è moltissimo da imparare operando questi pazienti”.

Anziché considerare il paziente Testimone un problema, un crescente numero di medici accetta la situazione come una sfida.

Accogliendo la sfida hanno adottato uno standard di assistenza medica per questo gruppo di pazienti che è accettato in numerosi centri medici del paese.

Questi medici forniscono allo stesso tempo la cura migliore per il benessere generale del paziente.

Gardner e altri osservano infatti: “A che servirebbe guarire il corpo del paziente se, a suo giudizio, fosse pregiudicata la sua vita spirituale agli occhi di Dio, cosa che condurrebbe a una vita priva di significato e forse peggiore della morte stessa?”

I Testimoni riconoscono che, dal punto di vista medico, la loro convinzione, a cui si attengono tenacemente, aumenta apparentemente il rischio e può costituire una complicazione. Perciò in genere mostrano insolita riconoscenza per le cure che ricevono. Oltre ad avere gli elementi essenziali di una profonda fede e di una forte volontà di vivere, essi cooperano lietamente coi medici e col personale sanitario. Così paziente e medico affrontano insieme questa sfida che non ha uguale.

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SANGUE: UN FATTO DI SCELTA E COSCIENZA

del dott. J. Lowell Dixon

I medici si impegnano a usare la propria conoscenza, le proprie capacità e la propria esperienza per combattere le malattie e la morte. Tuttavia, che dire se un paziente rifiuta il trattamento raccomandato? C’è la probabilità che questo accada se il paziente è un testimone di Geova e il trattamento prevede l’uso di sangue intero, eritrociti concentrati, plasma o piastrine.

Un medico può pensare che la scelta del paziente di non accettare un trattamento che implica l’uso di sangue leghi le mani a un personale medico scrupoloso. Tuttavia non bisogna dimenticare che anche pazienti che non sono testimoni di Geova decidono spesso di non seguire le raccomandazioni del loro medico.

Secondo Appelbaum Roth, e il 19% dei pazienti delle cliniche universitarie ha rifiutato almeno un trattamento o una tecnica, anche se il 15% di questi dinieghi “poteva mettere a repentaglio la vita”.

L’idea generale che “il MEDICO SA COSA E’ MEGLIO” induce la maggioranza dei pazienti a rimettersi alla sua abilità e alla sua conoscenza. Ma sarebbe molto pericoloso se un medico si comportasse come se tale idea fosse un fatto scientificamente provato e agisse con i pazienti di conseguenza. È vero che la nostra preparazione, l’abilitazione alla professione e l’esperienza ci danno notevoli privilegi in campo medico.

I PAZIENTI, però, HANNO dei DIRITTI. E, come probabilmente sappiamo, la legge (anche la Costituzione) dà più importanza ai diritti.

Sulle pareti di quasi tutti gli OSPEDALI è esposta la “CARTA dei DIRITTI del PAZIENTE”.

Uno di questi diritti è quello del CONSENSO CONSAPEVOLE, che più precisamente si potrebbe chiamare SCELTA CONSAPEVOLE.

Dopo che il paziente è stato informato dei possibili risultati di vari trattamenti (o del mancato trattamento), spetta a lui decidere il da farsi.

Nell’Albert Einstein Hospital del Bronx (New York), una direttiva di massima nei confronti delle trasfusioni di sangue e dei testimoni di Geova diceva: “Qualsiasi PAZIENTE ADULTO che non sia privo della capacità di intendere e di volere ha DIRITTO di RIFIUTARE un TRATTAMENTO indipendentemente da quanto tale rifiuto possa nuocere alla sua salute”.

Anche se i medici possono esprimere preoccupazioni in relazione all’etica o alla responsabilità, i TRIBUNALI hanno ribadito il fatto che LA SCELTA DEL PAZIENTE E’ PIU’ IMPORTANTE.

La Corte d’Appello di New York ha detto che “il diritto del paziente di decidere l’andamento della sua cura [è] la cosa più importante…[Un] medico non può essere ritenuto colpevole di inadempienza delle sue responsabilità legali o professionali quando rispetta il diritto che un paziente adulto capace di intendere e di volere ha di rifiutare un trattamento medico”.

Quel tribunale ha pure fatto rilevare che “l’integrità etica della professione medica, pur essendo importante, non può avere maggior peso dei diritti individuali fondamentali qui rivendicati. Ad essere di somma importanza sono le necessità e i desideri dell’individuo, non le esigenze di un’istituzione”.

Quando un Testimone di Geova rifiuta il sangue, la coscienza dei medici può essere turbata al pensiero di non seguire quella che sembra essere la terapia ottimale.

Ciò che il Testimone chiede ai medici coscienziosi di fare, però, è di provvedergli la MIGLIORE CURA ALTERNATIVA POSSIBILE in quelle circostanze.

Spesso dobbiamo modificare la terapia in base alle circostanze, come ad esempio ipertensione, forte allergia agli antibiotici o il non disporre di certe costose attrezzature. Trattandosi di pazienti Testimoni, si chiede ai medici di affrontare il problema medico o chirurgico tenendo conto della scelta e della coscienza del paziente, della sua decisione morale/religiosa di astenersi dal sangue.

Numerosi rapporti su grossi interventi chirurgici eseguiti su pazienti Testimoni mostrano che molti medici possono, in tutta coscienza e con esito favorevole, accondiscendere alla richiesta di non far uso di sangue.

Per esempio, nel 1981, Cooley passò in rassegna 1.026 interventi cardiovascolari, il 22% dei quali SU MINORI. Egli affermò che “il RISCHIO degli INTERVENTI CHIRURGICI per i PAZIENTI del GRUPPO dei Testimoni di Geova NON E’ sostanzialmente SUPERIORE che nel caso di altri”.

 

Kambouris  ha parlato di interventi di alta chirurgia eseguiti su Testimoni di Geova ad alcuni dei quali era stato “negato un trattamento chirurgico urgente perché rifiutavano la trasfusione di sangue”. Egli ha detto: “A tutti i pazienti è stato assicurato prima del trattamento che in sala operatoria le loro convinzioni religiose sarebbero state rispettate, indipendentemente dalle circostanze. Questa linea di condotta non ha avuto effetti negativi”.

Quando un paziente è testimone di Geova, oltre al fatto della scelta entra in gioco anche la coscienza.

Non si può pensare solo alla COSCIENZA del MEDICO.

Che dire di quella del PAZIENTE?

I Testimoni di Geova considerano la vita un dono di Dio rappresentato dal sangue. Accettano il comando biblico dato ai cristiani di ‘astenersi dal sangue’ (Atti 15:28, 29).

Quindi, se un medico assumesse un atteggiamento paternalistico e calpestasse le profonde e radicate convinzioni religiose del paziente, le conseguenze potrebbero essere tragiche.

Papa Giovanni Paolo II ha osservato che violentare la coscienza di qualcuno “è il più doloroso colpo inferto alla dignità umana. È, in un certo senso, peggiore dell’infliggere la morte fisica, dell’uccidere”.

Mentre i Testimoni di Geova rifiutano il sangue per motivi religiosi, SONO SEMPRE DI PIU’ i PAZIENTI NON Testimoni di Geova che decidono di EVITARE il SANGUE per RISCHI come AIDS, epatite non-A non-B e reazioni immunologiche.

Possiamo dire loro il nostro parere circa il fatto che tali RISCHI sembrano MINORI RISPETTO AI VANTAGGI.

Ma, come fa notare l’Ordine dei Medici Americani, il paziente è “l’ultimo arbitro nella decisione se accettare i rischi del trattamento o dell’operazione raccomandata dal medico o rischiare di farne a meno. Tale è il diritto naturale dell’individuo, che la legge riconosce”.10

A questo proposito, Macklin ha menzionato il problema dei rischi/vantaggi in relazione a un Testimone di Geova che “rischiò di morire dissanguato senza trasfusione”.

Uno STUDENTE di MEDICINA disse: “Era nel pieno possesso delle sue facoltà mentali. Che si fa quando le convinzioni religiose sono contrarie all’unico trattamento esistente?”

Il ragionamento di Macklin: “Potremmo essere fermamente convinti che quest’uomo stia facendo uno sbaglio. Ma i testimoni di Geova credono che l’essere trasfusi…[possa] avere come risultato la DANNAZIONE ETERNA. Noi siamo preparati ad analizzare i rischi e i vantaggi dal punto di vista medico, ma se si contrappone la dannazione eterna alla vita che rimane da vivere sulla terra, l’analisi assume un’angolazione diversa”.

In questo numero del Journal Vercillo e Duprey fanno riferimento a In re Osborne per sottolineare la necessità di garantire la sicurezza delle persone a carico.

Ma com’è stato risolto il caso?

Esso riguardava il PADRE di due minorenni GRAVEMENTE FERITO.

Il TRIBUNALE stabilì che, se fosse morto, i figli sarebbero stati affidati alle cure, materiali e spirituali, dei parenti.

Perciò, come in altri casi recenti, il tribunale non ha ritenuto che lo stato avesse alcun motivo impellente per non tener conto della cura scelta dal paziente; l’INTERVENTO del GIUDICE per AUTORIZZARE un TRATTAMENTO che il PAZIENTE RITENEVA MOLTO DISCUTIBILE ed era INGIUSTIFICATO.

CON UN TRATTAMENTO ALTERNATIVO il PAZIENTE SI RIPRESE e continuò ad aver cura della sua famiglia.

NON è FORSE VERO CHE la MAGGIORANZA dei CASI che si sono presentati, o che probabilmente si presenteranno, ai medici SI PUO’ RISOLVERE SENZA FAR USO DI SANGUE?

I nostri studi e la nostra sfera di competenza riguardano problemi medici, tuttavia i pazienti sono esseri umani i cui valori e le cui aspirazioni non si possono ignorare. Nessuno meglio di loro sa quali sono le cose più importanti per ciascuno, qual è la propria morale e la propria coscienza, cioè le cose che danno un senso alla vita.

Può essere una SFIDA per noi medici rispettare la coscienza religiosa dei pazienti Testimoni. Ma nell’accettare questa sfida diamo risalto a preziose libertà che tutti noi abbiamo a cuore.

John Stuart Mill ha scritto appropriatamente: “Nessuna società in cui queste libertà, nell’insieme, non siano rispettate può dirsi libera, qualunque sia la sua forma di governo…Ciascuno è il legittimo custode della propria salute, fisica, mentale o spirituale. Gli uomini hanno molto da guadagnare lasciando che ognuno viva come gli sembra bene, anziché costringerlo a vivere come sembra bene agli altri”.