PADOVA. I suoi genitori hanno riposto nell’Azienda ospedaliera padovana e nelle mani del professor Giovanni Stellin, cardiochirurgo pediatrico e delle cardiopatie congenite, la sua piccola vita, minacciata da un grave problema che metteva a rischio il suo cuoricino. Lia, ad appena tre mesi, ha superato l’intervento, uno dei pochi che ogni anno l’equipe del professor Stellin è in grado di eseguire senza necessità di trasfusioni di sangue. Una richiesta, quest’ultima, espressamente arrivata dai genitori della neonata, testimoni di Geova. Il Centro di Cardiochirurgia pediatrica di Padova è l’unico in Italia in brado di eseguire questa tipo di intervento con una tecnica avanzatissima e complessa che consente di evitare le trasfusioni.
Mamma e papà della piccola Lia, che oggi sta benissimo e cresce a vista d’occhio vispa e in piena salute, hanno scritto una lettera di ringraziamento all’équipe medica: «Ci sentiamo spinti a ringraziarvi della professionalità, sensibilità e altruismo mostrati per la nostra cara Lia, ma anche per noi genitori. Non è stato semplice per noi accettare l’idea di un intervento al cuore, vedevamo Lia crescere bene, non capivamo la gravità della situazione. In pochi giorni abbiamo compreso che bisognava operarla e in sole due settimane avete saputo organizzare ed eseguire perfettamente l’intervento, risparmiandoci tanta angoscia e tanto stress. Avevamo paura» confessano i genitori, «ma grazie alla vostra professionalità ci avete rassicurati tenendoci costantemente al corrente di quello che accadeva. Con rispetto, amore e sensibilità. Sapendo che il vostro lavoro non ha prezzo, vi ringraziamo per l’umanità che avete mostrato: non riusciremo mai a ricompensarvi per tutto quello che avete fatto per noi».
«È un messaggio che ci ha fatto molto piacere» confessa il professor Stellin, «perché siamo ovviamente orgogliosi del lavoro che siamo in grado di fare e che garantisce l’eccellenza di questo centro. Interventi di questo tipo, per correggere la coartazione aortica, ne facciamo circa 25 l’anno, ma solo 3 o 4 al massimo con la tecnica più complessa che permette di evitare le trasfusioni. E solo noi in Italia siamo in grado di farlo, ecco perché accogliamo pazienti da ogni regione». In rari casi la tecnica utilizzata per operare la piccola Lia non è possibile: «In quel caso» sottolinea Stellin, «se la richiesta dei genitori è di evitare le trasfusioni, facciamo un intervento preparatorio che ci consente poi di operare senza sangue. È una procedura più lunga ma ci permette di rispettare la volontà dei genitori».La coartazione aortica è un difetto congenito dovuto a un grave restringimento dell’arco aortico che necessita quindi di essere corretto, intervenendo direttamente sul cuore. Un intervento indispensabile per salvare la vita al neonato.
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PADOVA
Neonata di due mesi operata al cuore senza trasfusioni
L’intervento eseguito sulla figlia di Testimoni di Geova. Il chirurgo: «Operazione delicata»
PADOVAE’ già eccezionale un intervento al cuore su una neonata di appena due mesi. Se poi viene eseguito senza ricorrere a trasfusioni di sangue, perché i genitori sono Testimoni di Geova e non accettano tale pratica clinica, diventa una storia da raccontare. Protagonista la piccola Lia di Udine, che all’inizio della primavera ha cominciato a stare male. «Non è stato semplice per noi accettare l’idea di un intervento al cuore — racconta il papà — vedevamo Lia crescere bene, non capivamo la gravità della situazione. In pochi giorni abbiamo compreso che bisognava operarla e in sole due settimane è stato organizzato e perfettamente eseguito l’intervento». La famigliola è stata indirizzata dai pediatri consultati in Friuli alla Cardiochirurgia pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova, centro di riferimento nazionale per l’alta specialità. All’inizio di aprile Lia è entrata in sala operatoria. «Aveva un problema molto serio — racconta il primario Giovanni Stellin — soffriva di coartazione aortica congenita. L’Aorta era molto stretta e il cuore soffriva, abbiamo dovuto allargarla». Il chirurgo ha aperto il torace della neonata e ha corretto l’anomalia. «Senza che la paziente perdesse una sola goccia di sangue — precisa il professor Stellin — per evitare trasfusioni bisogna implementare l’emoglobina e stare molto attenti a evitare errori ed emorragie. Ecco perché questo tipo di intervento può essere affidato solo a medici molto esperti».
La lettera
Lia è rimasta in sala operatoria tre ore, ha affrontato una settimana di degenza e poi è tornata a casa. Ora sta bene e i genitori hanno scritto una lettera all’équipe di Padova: «Vi ringraziamo per la professionalità, la sensibilità e l’altruismo dimostrati alla nostra cara piccola Lia e a noi. Avete saputo organizzare ed eseguire perfettamente l’intervento, risparmiandoci tanta angoscia e tanto stress. Avevamo paura, ma ci avete rassicurati, tenendoci costantemente al corrente di quello che accadeva. Con rispetto, amore, sensibilità. Sapendo che il vostro lavoro non ha prezzo, vi ringraziamo per l’umanità che avete dimostrato — chiude la lettera — non riusciremo mai a ricompensarvi per averci restituito felicità e serenità in una situazione più grande di noi».
«Non è il primo bambino che operiamo senza ricorrere a trasfusioni — rivela il professor Stellin — da anni i Testimoni di Geova ci contattano da tutto il Triveneto e dal resto d’Italia. Noi ne rispettiamo il Credo, ma sempre nell’interesse del paziente. Abbiamo operato molti loro figli, anche in più sedute, proprio per evitare trasfusioni. E’ un impegno non da poco, ma siamo felici di assolverlo».
9 giugno 2018 (modifica il 9 giugno 2018 | 09:29)
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