LE ULCERETTE ORALI CHIAMATE AFTE – Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro

Free and Independent School of Behavioural and Nutritional Sciences Scuola Libera e Indipendente sulle Scienze Nutrizionali e Comportamentali

mercoledì 24 novembre 2010

LE ULCERETTE ORALI CHIAMATE AFTE

LETTERA di TONINO

UN PROBLEMA CHE MI PERSEGUITA DA TEMPO

Grazie dottore per le tesine che sto ricevendo. Sono un vegano convinto e assolutamente d’accordo col suo pensiero. Non faccio uso nemmeno di zucchero. Però ho un problema che mi affligge da moltissimo tempo. Soffro di AFTE alla BOCCA che mi attanagliano e mi infastidiscono.

I PECCATUCCI DEL CAFFÈ E DELLE FARINE BIANCHE

Gli unici peccati che mi concedo sono 2-3 caffè al giorno, le farine bianche e il pomodoro. Potrebbero essere questi le cause? O è invece lo stress che abbassa le difese immunitarie, come qualcuno dice?

Può consigliarmi dei rimedi naturali? Grazie e buona giornata.

Tonino

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RISPOSTA di VALDO VACCARO

L’AFTA EPIZOOTICA DEGLI ANNI PASSATI

Le genti di campagna sanno molto bene cosa sia l’afta epizootica per le cosidette grandi epidemie del bestiame, soprattutto bovini, che negli anni 50-60 colpivano intere zone per settimane e mesi, con le prime grosse stalle dell’epoca che venivano segnate in lungo e in largo da spruzzi e pennellate di calce bianca mista a sostanze chimiche antibatteriche. Le ulcere bianche alla bocca degli animali impedivano loro di ruminare, e gli facevano passare la voglia di alimentarsi, per cui non crescevano, si indebolivano e spesso morivano, con grossi danni agli allevatori.

DA ANIMALI DA SOMA AD ANIMALI DA CARNE

Chiaro che, al di là delle comode apparenze, non si trattava di malattie contagiose, ma di ovvie conseguenze di un nuovo stile di vita generalizzato e barbarico, imposto ai poveri animali dalle nuove tendenze alimentari umane, contagiate dal mito americano della bistecca.

Essi non venivano più adoperati per tirare il carro e l’aratro, con la possibilità di catturare un po’ di erba fresca e viva, e di prendersi pure il benefico calore del sole, ma dovevano stare incatenati al muro della stalla e senza distrazioni 24 ore su 24, a consumare fieno secco e mangimi gonfianti.

UNA RIPUGNANTE TRASFORMAZIONE DELL’ALLEVAMENTO TRADIZIONALE

Non più schiavi ma comunque compagni dell’agricoltore, che dava loro un nome, li chiamava per rimproverarli e spesso per dar loro una carezza, ma disgraziati e goffi esseri da carne, buoni solo per essere gonfiati rapidamente, spesso con ormoni e farine di ossa, in vista del mattatoio. Chi non si ammalerebbe in quelle condizioni?

AFTE INNOCUE E NON TRASMISSIBILI

Afte dunque assolutamente innocue da un punto di vista infettivo, sia per gli animali che per gli umani.

Le lesioni alla mucosa orale non rappresentano una malattia. Trattasi di sintomi e segnali di qualcosa che non va a monte. Spie rosse di una debolezza o di un difetto comportamentale che sta a monte, e che è la vera e propria sorgente dei sintomi orali. La malattia a monte può essere singola e determinabile, o al contrario cumulativa e multifattoriale, e pertanto di non facile catalogazione eziologica.

LE BANDIERE BIANCHE DELLA MEDICINA

Chiamare una malattia ereditaria, autoimmune, lantanica, criptogenetica, psicosomatica, equivale a uno sventolio di bandiera bianca, a una dichiarazione di impotenza. Il buon medico dovrebbe in questi casi astenersi rigorosamente dal prescrivere una qualsiasi cura. Purtroppo è inserito in un meccanismo perverso che gli impone professionalmente di curare il paziente, ovvero di assegnargli una determinata medicina.Tanto più che, agendo contro i sintomi locali, non si ottiene un bel nulla. Tinture, alcolici, limone, prodotti vari intesi a cicatrizzare in anticipo le ULCERETTE, sono un tormento inutile.

MIGLIORARE LA PROPRIA CARICA IMMUNITARIA

L’unica cosa intelligente da farsi è quella di migliorare la propria efficienza fisica ed immunitaria.

Rivedere dunque il proprio modo di vivere e le sostanze che assumiamo. Velocizzare il proprio metabolismo, stroncando sul nascere ogni forma di stitichezza, mediante stop all’alimentazione solida e ricorso all’acqua, alla frutta e ai centrifugati di tuberi e mele. Migliorare la respirazione associandola al movimento. Prendere ogni possibile raggio di sole. Eliminare le sostanze nocive. Limitare al massimo i cibi junk, i cibi spazzatura, i cibi devitalizzati da trasformazioni, da irradiazioni (vedi ad esempio patate non germoglianti) e da cottura.

EVITARE LE SOSTANZE NOCIVE

Il the, le bevande gassate, le cole, le bevande all’aspartame, l’alcol, i succhi di frutta pastorizzati, sono tutte cose da evitare. Ad esempio, nel caso qui presente, il caffè non è affatto da considerarsi innocente.

Tre tazzine al giorno per un vegano sono una notevole fonte di acido urico e di sbalzo neurovegetativo.

Il fattore avvelenante appesantisce la sua gravità dall’uso regolare della caffeina.

PUNTARE VERSO UNA DIETA RADIANTE E RIVITALIZZANTE

Le farine bianche e i prodotti con esse ottenuti (pasta bianca, pane bianco, pizze, focacce, ecc) vanno pure messi da parte. O ridotti al lumicino. Puntare a una dieta più vitale e radiante, secondo gli schemi di André Simoneton, tanto per intenderci. Cibi più crudi, senza dimenticare l’avocado e le mandorle, la crema di avena e i semini pestellati. Includere pure i semi di zucca per la loro ricchezza di zinco.

SFRUTTARE AL MEGLIO I DONI DELLA NATURA

Non manchino le arance, le clementine, le banane, l’ananas, i mirtilli, i datteri, gli avocadi, i kaki, le nespole, le castagne, il fico d’India e il melograno tra i frutti. Carote, bietole, rape, cicorie, sedani, ravanelli, crescione, rucola, acetosa e tarassaco, siano all’ordine del giorno, al pari di patate, patate dolci, zucche, cereali integrali e legumi.

IL POMODORO ESTIVO VA BENISSIMO

Non capisco il motivo di elencare il pomodoro tra i peccati, mentre esso rappresenta soltanto una virtù, col suo licopene e le sue tante vitamine. D’accordo il discorso sulle solanacee, dotate di foglie velenose.

Ma pomodoro, melanzana e patate, appartenenti a tale famiglia, hanno dimostrato troppi risultati eccellenti e duraturi nell’alimentazione umana, per essere messi sotto accusa.

ABBIAMO DEI MARGINI DI TOLLERANZA A CERTI VELENI

Occorre sempre fare un bilancio tra vantaggi e svantaggi, come succede anche con l’ACIDO FITICO dei semi, dei cereali, dei legumi e della frutta da guscio. Il nostro corpo, in stato di efficienza organica, e non gravato da altri problemi, è dotato in ogni caso di un margine di tolleranza ai veleni semplici e non concentrati dei cibi innocenti e naturali, come ci insegna il grande John Tilden, e come ci dimostra giornalmente il nostro stesso organismo, escludendo ovviamente alcune eccezioni tipo la digitale, la cicuta, l’amanita phalloides e simili.

Valdo VaccaroDirezione Tecnica AVA-Roma e ABIN-Bergamo