O.G.M. MAIS micotossine e le “precauzioni” – Dario Bressanini

 

Mais, micotossine e le “precauzioni”

In questi giorni è esplosa la questione “Mais, micotossine, e occultamento dati”. (Vedi questi due articoli apparsi sul Corriere della sera e su La Stampa)

Lo spunto per parlarne mi è venuto leggendo alcuni commenti ricevuti in fondo all’articolo sulla Papaya transgenica. Preferisco che se ne parli in un post apposito.

fumonisin.jpg

 

 

 

 

Di che si tratta? In poche parole, il mais può contenere delle sostanze tossiche chiamate fumonisine. Sono sostanze la cui cancerogenicità sugli animali e’ stata dimostrata ed e’ possibile che lo siano anche per l’uomo. L’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) le classifica nella classe 2B: “possibili cancerogeni per l’uomo”. Queste sostanze si formano nel mais quando questo viene attaccato da parassiti come la piralide, poiché nelle cavità si formano dei funghi che producono varie tossine (chiamate collettivamente micotossine). Il mais prodotto nei climi caldi, come in Italia o nel sud della Francia, ha un contenuto di micotossine superiore a quello prodotto nei paesi più freschi come la Germania.

Queste tossine possono passare anche nel latte, se il mais viene usato per alimentazione animale, e in generale nei prodotti per l’alimentazione umana o per i lattanti.

Ora, ci sono due cose che si possono fare quando le concentrazioni di una sostanza tossica superano qualche soglia stabilita dalla legge: o si abbassa la concentrazione di sostanza tossica, …. o si alza la soglia modificando la legge.

Si può ridurre il livello di fumonisine presenti nel mais? Si che si può: basta usare del mais Bt, mais ogm che viene coltivato in vari paesi del mondo, Europa compresa. Ma non in Italia perché, come sapete, in Italia c’è la “tolleranza zero” per gli OGM. Tra parentesi, tralasciamo -per questa volta- di parlare del fatto che l’Italia importa mais e soia OGM a tutto spiano da usare come mangime animale per produrre il fior fiore della produzione agricola italiana: parmigiano, grana, prosciutto di Parma e San Daniele. Produzione che sarebbe impossibile senza l’apporto di mangimi OGM, come ha dimostrato un rapporto dell’istituto di studi economici Nomisma, fondata tra gli altri da Romano Prodi, e presieduta dall’attuale Ministro delle politiche agricole Paolo de Castro. Perché Mario Capanna non promuove uno pseudoreferendum per vietare l’importazione di ogm da mangimi? Ha il coraggio di farlo?

E tralasciamo anche , -sempre per questa volta-, di dire che il mais Bt ha dimostrato ormai in modo inoppugnabile di ridurre l’uso di pesticidi, e quindi dovrebbe essere il benvenuto da chiunque abbia un poco a cuore l’ambiente.

Concentriamo invece il discorso sui livelli di micotossine, famiglia che comprende fumonisine, aflatossine e altre molecole dai nomi inquietanti :) . Dicevamo: in Italia, a differenza ad esempio di Spagna, Francia e Germania dove il suo utilizzo è permesso, il mais Bt non si può piantare (se vi sembra un assurdo importare dall’estero mais e soia ogm per darli da mangiare alle nostre vacche e ai nostri maiali, ma non poterli produrre, beh, sì, credo sia assurdo. Ma siamo in Italia d’altra parte…)

Purtroppo le cosiddette “buone pratiche agricole” possono aiutare a limitare la proliferazione di funghi che producono tossine, ma non sono sufficienti.

Un gruppo di scienziati italiani, tra cui Gilberto Corbellini, Edoardo Boncinelli, Amedeo Pietri, Piergiorgio Odifreddi, Silvio Garattini e tantissimi altri ha denunciato in una conferenza stampa (che potete ascoltare qui):

la mancata diffusione al pubblico dei risultati di uno studio sul mais OGM condotto in Italia.

Lo studio condotto per conto dell’INRAN, infatti, ha rinvenuto nel mais convenzionale un contenuto allarmante di fumonisine, superiore alle soglie consentite dalla normativa europea. Questo valore si è dimostrato 100 volte superiore a quello del mais OGM resistente alla piralide (mais Bt) coltivato nello stesso campo sperimentale.

Insomma, l’accusa, (questo studio è stato fatto con soldi pubblici) è di aver voluto nascondere agli italiani, perchè politicamente scomodo, un fatto che in realtà gli esperti sanno benissimo da tempo, e cioè che il mais Bt ha un contenuto di quelle tossine inferiore al mais normale, perché viene attaccato molto meno dagli insetti e quindi produce meno funghi. Qui trovate il documento di SAgRI (Salute, Agricoltura, Ricerca), l’associazione di scienziati italiani che ha tenuto la conferenza stampa.

Il regolamento europeo N. 1881/2006 fissava un limite massimo di 2000 microgrammi per Kg. Limite ridotto a 200 per gli alimenti per i lattanti. Questi limiti sarebbero dovuti entrare in vigore il 1 ottobre 2007.

A questi livelli la maggioranza del mais prodotto in Italia risultava fuori legge. Questo è un fatto, noto da tempo a tutti gli esperti del settore.

Secondo questi dati presentati dal Ministero della Salute (vedi immagine sotto), nel 2005, anno particolarmente caldo, solamente il 15% del mais italiano risultava nella norma, con il 75% di mais oltre il limite, e addirittura il 45% a più di 6000 microgrammi per Kg, tre volte oltre il limite di 2000 microgrammmi.

fumonisine-500.jpg

E’ ovvio che questo rappresenta un problema per una importante realtà economica e produttiva italiana.

Questa risoluzione della XIII commissione Agricoltura del Parlamento Italiano del 23 gennaio 2007 (discussione iniziata il 19 gennaio), presieduta dal Presidente Marco Lion, dei Verdi e’ chiara:

i dati degli ultimi anni, seppur variabili, evidenziano che oltre il 50 per cento del prodotto nazionale supera i imiti previsti dal regolamento (CE) n. 856/2005;

studi tossicologici europei ed italiani indicano che, stanti i valori registrati di presenza delle fumonisine, l’esposizione al rischio per i consumatori è molto più bassa della quantità giornaliera ingeribile senza che sia atteso un danno rilevabile per la salute; anche considerando fasce di popolazione più sensibili, quali i bambini e gli anziani in aree a più forte consumo di prodotti a base di mais, la probabilità di superare la quantità giornaliera ingeribile appare assai remota; ciò dimostra che, anche rispetto all’esigenza prioritaria di una piena tutela della salute dei consumatori, appaiono eccessivamente restrittivi i limiti previsti dal regolamento (CE) n. 856/2005; sussiste infatti la possibilità di fissare limiti più alti di presenza nel mais delle fumonisine senza in alcun modo mettere a rischio la salute dei consumatori; d’altra parte l’applicazione dei suddetti limiti creerebbe gravi difficoltà per la filiera del mais del nostro paese, con il rischio che una parte non trascurabile delle aziende italiane del settore sia costretta a cessare l’attività ; ciò potrebbe comportare perdite nell’ordine di 200 milioni di euro a carico della produzione primaria e di 600 milioni di euro a carico delle attività di trasformazione e collaterali;

Questo scrive Marco Lion, parlamentare Verde. “…la probabilità di superare la quantità giornaliera ingeribile appare assai remota…”

“Probabilità?” “Assai remota” ? Dov’è la precauzione qui? La tolleranza zero? Dove sono quelli che chiedono il 100% di sicurezza? Diamine, le fumonisine sono sicuramente cancerogene per gli animali ed e’ possibile che lo siano anche per l’uomo. Dov’e’ la precauzione qui? E’ indubbio che la probabilità sia bassa. Ma se comperate due biglietti della lotteria invece che uno solo, per quanto bassa, avete sempre una probabilità doppia di vincere…

Dicevamo, siamo in Italia per cui se non si riesce a diminuire un contaminante, si può sempre aumentarne la soglia legale. A patto di riuscire a convincere anche l’Unione Europea. Ma l’Italia non è la sola ad avere questi problemi. Anche la Francia ha problemi di fumonisine. Ecco quindi che il 28 settembre 2007 (in zona Cesarini si dice in ambito calcistico, visto che i limiti restrittivi sarebbero dovuti entrare in vigore il primo di ottobre) l’Unione Europea emana il regolamento 1126/2007 che fissa i nuovi limiti massimi. Limiti massimi che ora sono di 4000 microgrammi per il mais non trasformato. Per gli alimenti per lattanti i limiti non sono stati variati.

Dal testo del regolamento è chiaro che è stata fatta un’analisi costi/benefici di tipo economico: un aumento del rischio, comunque basso, del consumatore in cambio della sopravvivenza economica di moltissime aziende.

Le informazioni recenti dimostrano che a seguito delle condizioni meteorologiche per i raccolti 2005 e 2006 sono stati riscontrati nel granoturco livelli superiori a quelli dei raccolti 2003 e 2004, principalmente per quanto riguarda lo zearalenone e le fumonisine, e, in minor misura, per il deossinivalenolo. I livelli previsti per lo zearalenone e le fumonisine non sono quindi raggiungibili per il granoturco in determinate condizioni meteorologiche, anche se vengono applicate, per quanto
possibile, misure di prevenzione. Di conseguenza, i livelli massimi devono essere modificati per impedire distorsioni del mercato, mantenendo allo stesso tempo un elevato livello di protezione della salute pubblica assicurando che l’esposizione dell’uomo rimanga significativamente al di sotto dei valori tossicologici di riferimento previsti per la tutela della salute umana.

Se i dati che ho citato presentati dal ministero della Sanità sono affidabili, comunque risulterebbe ancora fuorilegge piu’ del 50% del mais italiano.

Costi/benefici dunque. La faccenda la trovo ironica: il mais Bt a quanto pare riduce la contaminazione *certa* *attuale* di un potente tossina, ma in Italia non si può seminare perché “precauzione” vuole che non si sottovalutino *possibili* rischi *futuri*.

Tra il “meglio un uovo oggi che una gallina domani” e “mai lasciare il certo per l’incerto” si potrebbe coniare un nuovo proverbio: “meglio una contaminazione certa oggi che una incerta domani“. :lol:

Badate bene, io sono favorevolissimo ad analisi costi/benefici. Non mi straccio le vesti per un aumento di una soglia limite. Ben sapendo che le fumonisine sono tossiche, può essere controproducente fissare soglie troppo basse. Non entro nel merito di quale sia, in questo caso, una soglia “ottimale”.
Ma io non appartengo mica al partito della “tolleranza zero” e del “principio di precauzione”! Mi chiedo invece come facciano gli ambientalisti a coniugare i due aspetti. Io non ci riuscirei.

spock.jpgNon entro neanche nella questione “occultamento”: leggeremo il seguito della vicenda sulla stampa. Volevo solo far rilevare come il cosiddetto “principio di precauzione” viene, da molti, applicato a giorni alterni. A volte le considerazioni economiche sono valide, altre volte no. A volte si chiede il 100% di sicurezza, altre volte no. Di sicuro, quello che potrebbe diminuire (non annullare ovviamente) i rischi da fumonisine, il mais Bt, non si può seminare in Italia. “Questo è illogico”, direbbe Spock (ufficiale scientifico vulcaniano dell’astronave Enterprise, noto per la sua estrema logicità e razionalità :) )

Il tema delle micotossine e’ sicuramente molto complesso. Se siete interessati vi rimando ad una pubblicazione dell’Istituto Superiore di sanità che sul tema ha organizzato due congressi, al sito del Gruppo di Lavoro Micotossine e al parere dell’Autorità Europea per la sicurezza alimentare sulle fumonisine.

Dario Bressanini

Addendum: ringrazio il Prof. Fabio Galvano per avermi fornito il link al report dello IARC e per la precisazione sull’appartenenza delle fumonisine al gruppo 2B