CARAI-GUARANI: La civiltà Hunza paragonata ad un’altra civiltà poco considerata – Ralph Bircher

LA CIVILTÀ HUNZA PARAGONATA AD UN’ALTRA CIVILTA POCO CONSIDERATA

Arriviamo qui alla conclusione del nostro studio. Non ne sappiamo certo abbastanza sul popolo Hunza: resta molto da esplorare. Ma siamo persuasi che in avvenire ci si occuperà ancora di loro! Mentre ci pieghiamo sulla loro vita, siamo ad ogni istante colpiti dalla somiglianza singolare e, sembra, inesplicabile di molti tratti che li caratterizzano con la civiltà dei CARAI-BI-TUPI-GUARANI dell’America del Sud che, seguendo l’esempio di Bertoni, abbiamo chiamato «civiltà CARAI-GUARANI» ed è descritta in modo dettagliato nella rivista mensile del Wendepun 1 Questa civiltà di un alto valore umano NON ha come quella hunza prodotto arti plastiche, templi di pietra, né alcun genere di scritti: è per questo che passò quasi INOSSERVATA a fianco di quella degli INCAS, dei TOLTECHI, degli ATZTECHI e dei MAYAS.

Per quanto gli Hunza vivano riuniti in uno spazio ristretto, sulle alte montagne dell’Asia, mentre i CARAI-GUARANI sono DISPERSI nelle vaste PIANURE TROPICALI dell’AMERICA del SUD, tutti e due questi popoli hanno cercato di realizzare la VITA INTEGRALE e di raggiungere, per quella via, il più alto grado di SALUTE organica e sociale: ordine, equilibrio, pienezza di vita, e forza di irradiamento. In una vita stabile tutti e due hanno sviluppato, grazie alla coltura intensiva degli ORTI, la fonte alimentare più essenziale e sicura.

I CARI-GUARANI sono stati sempre e fino ad un’epoca recente degli abili COLTIVATORI di PIANTE. Gli HUNZAsono stati e lo sono ancora degli ALLEVATORI CREATIVI. Presso tutti e due i popoli si constata lo stesso grado di PULIZIA e IGIENE, raramente raggiunto anche presso i popoli civili: IGIENE del corpo, del vestito, della casa, assenza totale di parassiti, una grande predilezione per l’acqua fredda ed i bagni, il rispetto del sonno, come pure un’alimentazione parsimoniosa e una frugalità spartana. Diverse fonti stabiliscono che i CARAI-GUARANI mangiano FRUTTA ad OGNI PASTO, particolarmente la mattina prima di andare al lavoro. Il FRUTTO più comune èl’ANANAS, alimento di cui si nutrono TUTTO l’ANNO, come di altre varietà di FRUTTA TROPICALE. La FRUTTA SECCA si usa come riserva per l’INVERNO. Si considera di grande importanza il fatto che la FRUTTAraggiunga un grado di maturità perfetta e, se ce n’è bisogno, si prendono misure speciali a questo scopo.

La LORO ALIMENTAZIONE comporta un’abbondanza di VERDURE a FOGLIE VERDI come SPINACI, e poi TUBERI, ZUCCHE, NOCI ricche d’OLIO, MIELE SELVATICO ed è POVERA in LEGUMINOSE. Contiene ALBUMINE VARIE, ma unicamente VEGETALI ed in piccola quantità.

Il LATTE ed i DERIVATI del LATTE MANCANO COMPLETAMENBTE. La CARNE (cioè la selvaggina) rappresenta un complemento OCCASIONALE, ma è evitata in certi casi per particolari motivi. Gli ALIMENTI allo stato CRUDO costituiscono il regime stabile e quotidiano e si compongono di ERBE varie, teneri GERMOGLI e GRANO appena spigato. «NON MANGIANO MAI PIETANZE SALATE e dicono che queste ABBREVIANO la VITA (Thevet). Al POSTO del SALE, anche se si possiede, si utilizza spesso un DECOTTO di PIANTE RICCHE in SALI MINERALI. La semplicità del loro nutrimento, l’astensione da ogni ghiottoneria, fanno sì che non manchino mai di niente » (Willem Pies). « Sono sobri, disprezzano dolci e tutto quello che può appesantire lo spirito » (Rochefort).«MASTICANO i loro alimenti lentamente e completamente e mantengono, mentre mangiano, un SILENZIO che stupisce » (Thevet). Ciò che è ammirevole e significativo, nell’accordo su tutti i giudizi dati su questi due popoli, è che dalle loro due maniere di vivere quasi identiche deriva uno STATO di SALUTE PERFETTO.

Riguardo ai CARAIBI-GUARANI si riferisce anche: «La loro buona SALUTE è INALTERABILE» (Amerigo Vespucci). «La loro ECCELLENTE SALUTE, il cui equilibrio non è mai turbato da niente, assicura loro allegria e serenità di spirito » (Willem Pies). « La loro STATURA è meravigliosamente proporzionata; allo stato di riposo nessuno dubiterebbe dei PRODIGIOSI SFORZI FISICI di cui sono capaci » (Bertoni).

«I VECCHI hanno l’andatura giovane e CAMMINANO a TESTA ALTA»

(Thevet). Per l’intelligenza, per la forza di resistenza, per il portamento e l’armoniosa conformazione dei loro corpi DIFFERISCONO da TUTTE le ALTRE RAZZE INDIANE... da nessuna parte si vedono tratti così regolari… 1 loro occhi esprimono l’intelligenza e l’abitudine alla riflessione» (Humboldt).

Fra i GUARANI, come fra gli HUNZA, si incontra questa allegria che impregna tutta la vita (allegria Guarani) come pure una prodigiosa CONOSCENZA di tutte le PIANTE e il dono di una notevole efficacia, di cui si cita più di un esempio, nella guarigione e prevenzione delle malattie che infieriscono in queste basse terre dei tropici. Nella notevole concordanza che presentano, in tanti punti, due civiltà peraltro diverse, si riconoscerà l’impressionante conferma di verità che il nostro mondo civile sta per riscoprire. In tutti e due questi popoli la costituzione è quella di una RAZZA « PURO SANGUE»: stabilità, allegria, resistenza agli sforzi, nervi « delicati come la corda del violino, ma anche resistenti come canapi». Presso tutte e due il REGIME è ricco di FRUTTA, ALIMENTI CRUDI, VALORI ALIMENTARI INTEGRALI, ma POVERO di ALBUMINA AN IMALE, CARNE e SALE, priva anche di quegli stimolanti e ghiottonerie che si pretende siano « indispensabili». Umanamente parlando si constata anche, da una parte e dall’altra, una magnifica armonia dello spirito, dell’anima e del corpo, una maturità notevole della persona che, in un’intelligente visione d’insieme, s’adatta volontariamente al bene della comunità, in virtù di un’educazione che mira alla conoscenza ed alla padronanza di sé ed alla disciplina dei sentimenti. In virtù, soprattutto, di questa «SALUTE SMAGLIANTE» che ne è la condizione prima.

Dunque non è invano che, dai secoli più remoti, il popolo HUNZA sia fiorito nella solitudine, salvaguardando così il più nobile tesoro di civiltà che si possa trasmettere alla nostra epoca presente. E una scommessa a che la nostra costituzione fisica non vada verso la rovina, come pretendono eminenti biologi, ma che è in grado di recuperare il suo massimo di forza raggiante e tonicità. Possa il popolo HUNZA non sopportare invano ogni primavera i crudeli tormenti della fame! Possa la sua privazione simbolizzare la liberazione della nostra civiltà occidentale che è afflitta dalla malattia del tantalismo, di questo insaziabile, di questo inappagabile desiderio del sempre di più! Nella misura con cui comprenderemo il tesoro prezioso che racchiude, per noi, il «FENOMENO degli HUNZA», quando sapremo servirci di que sto esempio, modesto ma prezioso, e lasciarci ispirare da ciò che ho cercato di esporre qui in termini molto imperfetti, ci aiuterà a trasformare le preoccupazioni che c’impone una dura epoca, in una benedizione di cui non sappiamo prevedere tutta l’ampiezza e di cui anche i nostri discendenti raccoglieranno i frutti.

Tratto da:

Gli HUNZA Un popolo che ignora la malattia

Ralph Bircher

Quaderni d’Ontignano