Minerali organici e inorganici – Il fenomenale solvente chiamato acqua

Minerali organici e inorganici
Roberto Serino
Quando si parla di ACQUA, e di quale tipo è meglio usare (soprattutto quando si parla di ACQUE in BOTTIGLIA), spesso e volentieri si discute di MINERALI, e di quali benefici essi apporterebbero, e di conseguenza si consiglia un’acqua piuttosto che un’altra, e nel caso di acque trattate, sovente viene tirata fuori la questione dei minerali, e cioè che l’acqua (nel caso di trattamento ad OSMOSI INVERSA) verrebbe sì pulita, ma anche privata dei minerali tanto cari al corpo umano. Questa è diventata ormai una sfida all’ultimo colpo tra chi sostiene che l’ACQUA deve avere i MINERALI e chi invece sostiene che i MINERALI BUONI sono quelli ORGANICI e NON QUELLI CONTENUTI nell’ACQUA in quanto INORGANICI, ma nessuno dei due contendenti spiega perché dovrebbe essere in un modo piuttosto che nell’altro, e soprattutto nessuno spiega esattamente quali sono le differenze tra organici e inorganici, al che ho deciso di scrivere qualcosa a riguardo per mettere un pochino di ordine.
Come già detto nel capitolo “ACQUA e i MINERALI”, la differenza tra un’ACQUA PURA e una impura viene determinata dal numero di minerali presente: più minerali ci sono più l’acqua è impura, e di conseguenza più bassa è la quantità di minerali, più pura è l’acqua. Questo è talmente vero che il RESIDUO FISSO, principale parametro di PUREZZA dell’ACQUA, altro non è che la quantità di minerali presenti nell’acqua, dopo che questa è stata portata a 180 GRADI.
Ma per capire il perché, è necessario spiegare alcuni dati precedenti che riguardano elementi organici ed inorganici, e anche il significato dei termini, che spesso vengono usati a sproposito, infatti molte mal comprensioni sono determinate dalla natura della lingua italiana, che ha un suono dolce e in alcuni casi, l’uso di certe parole piuttosto che altre, può creare un effetto decisamente differente; faccio un esempio, se parlassi di METALLI PESANTI nell’ACQUA, chiunque non avrebbe nessuna difficoltà a riconoscerli come elementi indesiderati, se invece usassi il termine MINERALI allora staremmo parlando di sostanze accettabilissime.
Peccato che METALLI e MINERALI siano la STESSA COSA. Quindi spenderò qualche momento al significato dei termini.
In primo luogo definiamo la parola minerali:
“I MINERALI (dal latino medievale minerale, derivato del francese antico minière, “miniera”) sono corpi naturali inorganici, in genere solidi. In ambito storico, prescientifico, col termine minerale e REGNO MINERALE si indicava in genere l’insieme degli OGGETTI INANIMATI, prevalentemente MINERALI e ROCCE. Il termine odierno, inteso correttamente in senso scientifico, indica corpi che presentano una composizione chimica definita o variabile; essi si presentano quasi sempre SOTTO FORMA CRISTALLINA.
Un MINERALE può essere costituito da UN SOLO ELEMENTO CHIMICO oppure da UNO O PIÙ ELEMENTI LEGATI ASSIEME in un COMPOSTO CHIMICO SEMPLICE. Il termine minerale implica non soltanto la composizione chimica ma anche la STRUTTURA CRISTALLINA del materiale. La composizione dei minerali varia quindi dai semplici elementi chimici fino ad arrivare a SILICATI molto complessi. Lo studio dei minerali è detto MINERALOGIA. ( def. tratta da Wikipedia )”
Questa è la definizione tecnica del termine, se invece usassimo un linguaggio semplice, i MINERALI altro non sono che TUTTI gli ELEMENTI INANIMATI O INORGANICI (che non fanno parte di elementi viventi ) che compongono il pianeta terra, come ad esempio le ROCCE, le PIETRE etc etc. Stando al significato della parola, mi riesce difficile da pensare che gli uomini possano assumere e metabolizzare i SASSI, perché di questo si tratta quando parliamo di MINERALI, e francamente non ho mai visto nessuno mangiare un pezzo di PIETRA per soddisfare il fabbisogno corporeo di questa sostanza, anzi credo che si facesse ciò, molto probabilmente avremmo qualche problemino.
Sto ovviamente scherzando, ma non troppo.
Un altro punto da definire è a cosa servono i minerali nell’organismo, perché credo sia importante conoscere la funzione di questi elementi, visto e considerato che se ne parla tanto, e spesso e volentieri a sproposito.
“SALI MINERALI è un termine che individua alcuni COMPOSTI INORGANICI, quindi PRIVI di CARBONIO ORGANICATO. Essi hanno un ruolo fondamentale nel funzionamento di tutti gli organismi viventi, animali, vegetali, funghi e regni degli organismi più semplici, e per questo motivo sono detti anche MINERALI ESSENZIALI o più correttamente, da ogni punto di vista, ELEMENTI ESSENZIALI. Essi sono infatti costituenti di alcune fondamentali biomolecole, come elemento centrale dei gruppi prostetici di emoglobina e clorofilla, come parte di enzimi deputati alla sintesi delle proteine, costituenti strutturali della crescita e sviluppo di vari organi e tessuti come denti e ossa, alla regolazione dell’equilibrio idrosalino delle cellule.
Essendo in genere elementi chimici, o ANIONI DI OSSIACIDI, con nessuna reazione chimica, NESSUN ORGANISMO ANIMALE VIVENTE È IN GRADO DI SINTETIZZARE AUTONOMAMENTE ALCUN MINERALE INORGANICO, pertanto essi devono essere introdotti attraverso l’alimentazione.” ( tratto da Wikipedia)
Quanto sopra spiega quindi le principali funzioni dei minerali all’interno dell’organismo, che sono molteplici. Inoltre costituiscono il 6,2 % del peso corporeo, di cui il 95% è situato nello scheletro, e il fabbisogno giornaliero è minimo.
Dalle definizioni sopracitate, si possono notare molto chiaramente due aspetti: A – i minerali sono inorganici e B – gli organismi viventi, tipo ANIMALIi e UOMINI, NON SONO IN GRADO DI UTILIZZARE I MINERALI INORGANICI. Quindi questi due dati sarebbero già sufficienti a rispondere alla questione riguardante i MINERALI presenti nell’ACQUA, che essendo INORGANICI NON POSSONO ESSERE ASSUNTI DALLE PERSONE, in quanto non possono metabolizzarli; inoltre dice chiaramente che i minerali sono elementi inorganici, e che non esiste una categoria di minerale organico, e questo fa capire chiaramente quanti DATI FALSI vengono comunemente messi in giro su questo argomento.
Ma se questi dati sono veri, e lo sono chiaramente, allora come facciamo ad assumere queste sostanze, se non esistono quelli organici e se non siamo in grado di assumere quelli inorganici?
Anche in questo caso faremo delle premesse che poi ci permetteranno di comprendere meglio il tutto. In primo luogo chiariamo perché gli animali e gli uomini non possono sintetizzare i minerali inorganici, e lo faremo chiarendo il significato della parola AUTOTROFIA ed ETEROTROFIA, termini molto complessi all’apparenza, ma in realtà molto semplici. Prenderemo spunto da un capitolo di un libro di medicina elementare che ne parla, traendone i punti chiave.
“AUTOTROFIA”.
L’AUTOTROFIA è la condizione nutrizionale di un organismo in grado di sintetizzare le proprie molecole organiche a partire da sostanze inorganiche e utilizzando energia non derivante da sostanze organiche assimilate.
La parola, di origine greca, è formata dai termini αὐτός (STESSO) e τροφή (NUTRIMENTO).
La condizione opposta è quella di ETEROTROFIA.
Sono AUTOTROFE, ad esempio, tutte le PIANTE che, attraverso il processo di FOTOSINTESI CLOROFILLIANA, riescono a sintetizzare COMPOSTI ORGANICIa partire da SOSTANZE INORGANICHE: ANIDRIDE CARBONICA e ACQUA grazie all’ENERGIA ELETTROMAGNETICA della RADIAZIONE SOLARE. Sono AUTOTROFE anche le ALGHEe molti BATTERI.
La stragrande maggioranza degli organismi AUTOTROFI sono FOTO-AUTOTROFI in quanto sfruttano reazioni di FOTOSINTESI, ossia reazioni che utilizzano la LUCE del SOLE e il BIOSSIDO di CARBONIO (ANIDRIDE CARBONICA) per PRODURRE SOSTANZE ORGANICHE.
Nello studio degli ecosistemi gli AUTOTROFI vengono detti PRODUTTORI.
In sostanza tutta l’ENERGIA che ALIMENTA gli ESSERI VIVENTI non è altro che l’ENERGIA proveniente dal SOLE che gli ORGANISMi AUTOTROFI fissano sotto forma di ENERGIA CHIMICA nei GLUCIDI…………..
Gli ETEROTROFI (animali, altri batteri, protisti diversi dalle alghe, funghi) sfruttano poi questa energia chimica cibandosi direttamente degli AUTOTROFI o attraverso catene alimentari più complesse, e sono considerati CONSUMATORI………………”
Bene, stando a questa definizione si capisce chiaramente che gli UOMINI, non essendo esseri autotrofi, NON SONO IN GRADO DI SINTETIZZARE ELEMENTI INORGANICI, come i MINERALI, e devono di conseguenza assumerli da altri organismi che li hanno già trasformati in composti organici, come gli AUTOTROFI, o da altri esseri ETEROTROFI come gli animali che a loro volta li hanno assunti da AUTOTROFI. Tutto questo perché per poter sintetizzare una sostanza è necessaria l’ENERGIA, e l’unica energia presente in NATURA che favorisce queste reazioni è la LUCE SOLARE, ma solo gli esseri AUTOTROFI riescono ad usarla. Il metodo che questi tipi di organismi adottano per immagazzinare ed usare l’energia del sole, è un processo noto a molti: la FOTOSINTESI CLOROFILLIANA.
Ma cos’è esattamente?
Risponderò usando la definizione e spiegazione di questo processo tratta dal libro di medicina elementare.
“La FOTOSINTESI CLOROFILLIANA
Il mondo vegetale mediante la fotosintesi permette la TRASFORMAZIONE di SOSTANZE INORGANICHE semplici e molto stabili come CO2 e H2O INSOSTANZE ORGANICHE ricche di ENERGIA, di cui tutti i viventi si nutrono sia per formare nuova sostanza vivente, sia per produrre energia, degradandole a CO2 e H2O (respirazione). La FOTOSINTESI costituisce cioè la PRIMA PARTE del complesso CICLO del CARBONIO, che insieme a quello dell’AZOTO permette un’ininterrotta circolazione di elementi chimici dal mondo minerale a quello vivente e viceversa………….
…….La FOTOSINTESI CLOROFILLIANA, funzione caratteristica delle PIANTE VERDI, è un processo chimico che consiste nel TRASFORMARE l’ANIDRIDE CARBONICA (CO2) presente nell’ARIA, quella sciolta nell’ACQUA, E L’ACQUA (H2O) IN COMPOSTI ORGANICI , in PREVALENZA CARBOIDRATI, e serve a produrre alle PIANTE il NUTRIMENTO. Il processo avviene in presenza di CLOROFILLA esposta alla LUCE.
La CLOROFILLA è una sostanza esistente sulle FOGLIE, un PIGMENTO VERDE, capace di assorbire le RADIAZIONI SOLARI.
Chimicamente essa é COSTITUITA da CARBONIO, IDROGENO, OSSIGENO, AZOTO e MAGNESIO ed é concentrata in alcuni corpiccioli, i CLOROPLASTI (nei TILACOIDI dei CLOROPLASTI), localizzati nelle PARTI VERDI della pianta e, in particolare, nelle FOGLIE.
La LUCE è l’agente capace di attivare tale processo chimico. Essa viene assorbita dalle molecole di clorofilla, le eccita e provoca SPOSTAMENTI di ELETTRONI all’interno degli ATOMI. L’energia che si accumula viene utilizzata per far avvenire le reazioni chimiche che portano alla scissione delle MOLECOLE d’ACQUA (H2O).
ROMPENDOSI, la MOLECOLA d’ACQUA libera OSSIGENO (O2).
L’IDROGENO (H2), invece, compie un processo abbastanza complesso, che combinandosi (reagendo) con l’ANIDRIDE CARBONICA (CO2), produce ZUCCHERO (C6H12O6).
Il destino dello ZUCCHERO, invece, é legato alla capacità che le CELLULE VEGETALI hanno di IMMAGAZZINARLO sotto forma di AMIDO, per poi utilizzarlo quale fonte di energia per compiere le proprie attività vitali (RESPIRAZIONE).
In definitiva il PROCESSO FOTOSINTETICO può essere considerato l’ANELLO di CONGIUNZIONE tra DUE MONDI, quello VIVENTE e quello NON VIVENTE.
Infatti, osservando la reazione chimica che presiede al processo, si vede chiaramente come dall’INCONTRO di DUE SOSTANZE INORGANICHE, col solo apporto della RADIAZIONE SOLARE, si pervenga alla FORMAZIONE di unaSOSTANZA ORGANICA, lo ZUCCHERO, che entra a far parte del tessuto vivente delle piante.
Bisogna sottolineare come SOLO I VEGETALI VERDI siano i RESPONSABILI del MANTENIMENTO della VITA in OGNI AMBIENTE. Essi, infatti, CATTURANO quell’immensa fonte di ENERGIA che é la LUCE SOLARE, la quale, in assenza di questi recettori, andrebbe dispersa nello spazio.
In sostanza possiamo riassumere il processo di FOTOSINTESI CLOROFILLIANAcon la seguente FORMULA (un pò semplificata):
Anidride carbonica (CO2) + Luce + Acqua (H20) = Zuccheri (Energia) + Ossigeno (O2)…………………
…………………….La sua funzione meglio conosciuta con il termine di FOTOSINTESI CLOROFILLIANAè la SINTESI (FORMAZIONE di COMPOSTI) in presenza di LUCE (foto) e di CLOROFILLAmentre il processo per cui le piante si preparano il NUTRIMENTO si chiama FOTOSINTESI(photos che significa “luce”, e synthesis che significa “mettere assieme”).
SOLO LE PIANTE VERDIverdi possono assorbire ACQUA dal suolo e ANIDRIDE CARBONICA dall’aria e con l’aiuto della LUCE trasformarle in SOSTANZE ZUCCHERINE………..
…………..Gli SCIENZIATI sono a conoscenza di tutte queste sostanze e dei procedimenti che formano questo meraviglioso processo, ma sono INCAPACI di COPIARE lo STESSO PROCESSO in LABORATORIO: vi è un SEGRETO nelle cellule delle piante verdi che l’uomo non ha ancora saputo scoprire.
L’ ENERGIA ELETTROMAGNETICA contenuta nella LUCE del SOLE viene convertita dalla fotosintesi in ENERGIA CHIMICA e RACCHIUSA nelle MOLECOLE delle SOSTANZE ZUCCHERINE. Lo ZUCCHERO può essere convertito in AMIDO………………
……………….Quindi, le PIANTE VERDI sono praticamente gli UNICI ORGANISMI VIVENTI CAPACI di FABBRICARSI da soli il NUTRIMENTO, ricavandolo da SOSTANZE INORGANICHE (ACQUA, ANIDRIDE CARBONICA e SALI MINERALI ). Per questo sono detti AUTOTROFI, cioè che si nutrono da sé.”
Questa è la spiegazione della fotosintesi clorofilliana, e si può capire molto chiaramente che SOLO LE PIANTE sono in grado TRASFORMARE SOSTANZE INORGANICHE in COMPOSTI ORGANICI, ed è per questo motivo che LA CATENA ALIMENTARE INIZIA CON LE PIANTE.
Come spiegato nelle pagine precedenti, il tutto ha inizio da un COMPOSTO di CARBONIO, IDROGENO, OSSIGENO, AZOTO, MAGNESIO o ALTRI MINERALI a seconda della situazione. Il CARBONIO è l’ELEMENTO CHIAVE, in quanto è QUADRIVALENTE, e cioè in grado di attrarre 4 elementi, e grazie a ciò PUÓ LEGARE a sé IDROGENO e OSSIGENO che trova nell’ACQUA quando questa scende, poi prende l’AZOTO, e infine il MAGNESIO o ALTRO MINERALE NECESSARIO; a questo punto è stata CREATA la STRUTTURA di un COMPOSTO ORGANICO, ma non è sufficiente, perché c’è bisogno di un PROCESSO che TRASFORMI questo COMPOSTO INORGANICO in COMPOSTO ORGANICO, e questo processo è la FOTOSINTESI CLOROFILLIANA,come spiegato precedentemente.
Tornando alla questione dei MINERALI ORGANICIed INORGANICI, la TERMINOLOGIA è SCORRETTA, in quanto I MINERALI ORGANICI NON ESISTONO, ma si sono trasformati in COMPOSTI ORGANICI che a questo punto sono ASSIMILABILI dagli UOMINI e ANIMALI, ecco perché questi ultimi soddisfano il loro fabbisogno di MINERALI dalle PIANTE, e dalla VERDURA. Inoltre, considerato il minimo fabbisogno di cui necessitiamo, è abbastanza impossibile che tramite il cibo che ogni giorno mangiamo, possiamo ancora avere carenze minerali, per cui tutti i MINERALI INORGANICIche prenderemmo in più, SI DEPOSITEREBBERO nell’ORGANISMO CAUSANDO tutta una serie di MALFUNZIONAMENTI al nostro organismo, ecco perché le ACQUE NON DEVONO ESSERE MINERALIZZATE, anzi devono averne pochissimi (L’ACQUA MIGLIORE è quella DISTILLATA), perché ALTRIMENTI SI DEPOSITEREBBERO, oltre a far sì che l’acqua non riesca a fare bene tutte le funzioni che dovrebbe svolgere.
Quindi, tornando alla questione iniziale, e cioè se l’ACQUA deve contenere un piccolissimo contenuto di minerali e di conseguenza un BASSISSIMO RESIDUO FISSO, la risposta è assolutamente SI, e spero anche di essere stato abbastanza chiaro così da evitare ulteriori dubbi a riguardo.
Bibliografia: Guida ad un’acqua sicura di ROBERTO SERINO.

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IL FENOMENALE SOLVENTE CHIAMATO ACQUA

Valdo Vaccaro

acquaAvevamo inserito tutte le acque dure tra gli alimenti killer della nutrizione umana. Per comprenderne le ragioni occorre partire dalla distinzione tra minerali organici o organicati (sempre buoni), e minerali inorganici (sempre cattivi).

La base del sostentamento minerale delle creature viventi è costituita dal miracoloso fenomeno della fotosintesi clorofilliana, dove i minerali inorganici del suolo vengono assorbiti dalle radici delle piante, mandati in circolo con la linfa vegetale per subire poi il processo finale di organicazione nei germogli, nel fogliame e nella frutta. Questa operazione è tanto sottile e sofisticata che ha del prodigioso. Perché i minerali, per poter essere assimilati dall’organismo, e non dannosi alla salute, devono essere allo stato organico, devono cioè essere stati organicati naturalmente dalla funzione clorofilliana e dall’indispensabile intervento del sole. In questo caso, e solo in questo, i minerali vengono accettati dal corpo senza che questo ne subisca effetti collaterali, apportando beneficio immediato.

La fondamentale distinzione tra minerale organico o organicato e minerale inorganico, è importante per comprendere che:

  1. tutti i minerali contenuti nel terreno, o disciolti nell’acqua, o fusi in una struttura metallica, sono allo stato inorganico;
  2. tutti i minerali contenuti in una pianta viva, non sottoposta a processi di cottura o di trasformazione industriale, sono allo stato naturale e organico;
  3. solo le piante vive ed esposte al sole, con radici attecchite su un terreno fertile ed irrigato sono in grado di trasformare i minerali dallo stato inorganico allo stato organico;
  4. tutti gli esseri viventi, uomo incluso, assumono i minerali di cui necessitano per la loro sopravvivenza dal mondo vegetale (fanno eccezione i carnivori che catturano altri animali per mangiarne la carne cruda);
  5. i minerali inorganici (poco importa se si chiamano calcio o ferro o magnesio) sono, oltre che inutili, anche velenosi per l’organismo perché il corpo in quella forma non li può assimilare.

Le cellule umane possono usare solo acqua distillata al 100% di purezza o quella che sta all’interno delle piante crude, della frutta e dei meloni in particolare, che viene pure chiamata acqua biologica (viva ed organicata). I minerali inorganici, oltre a essere causa prima dell’invecchiamento umano, dei reumatismi e della rigidità articolare, causano decrepitezza e morte precoce. La prova dei gravi danni arrecati all’organismo umano da tutti i minerali inorganici, è data dal fenomeno della leucocitosi che scatta nel corpo umano tra la mezz’ora e le 3 ore dopo:

  • che l’acqua mineralizzata è stata bevuta;
  • che un cibo vegetale ma cotto è stato consumato (durante la cottura infatti i minerali organicati di origine vengono disaggregati, rovinati e resi inorganici dal calore);
  • aver ingerito succhi di frutta pastorizzati;
  • aver ingerito liquidi bolliti, come le tisane.

I gravi danni causati alla gente dal tè e dal caffé, dalle tisane e dalle bevande cotte in genere, non dipendono infatti solo dai veleni ivi contenuti (caffeina, theina, ecc.) ma anche dallo specifico veleno chiamato acqua cotta. Il fenomeno della leucocitosi non si verifica quando nell’organismo si introduce acqua distillata o cibi naturali crudi. Le acque minerali quindi non possono offrire altro che la loro componente acquea, e non certo quanto contengono di minerale inorganico in aggiunta ad essa.  L’acqua minerale più ricca e concentrata in minerali inorganici è quella del mare, che è ottima per la nostra pelle esterna, ma che bevuta in quantità diventa veleno mortale per l’organismo. L’acqua dei mari salatissimi, come il Mar Morto, è ancora più pericolosa.

E’ purtroppo molto diffusa l’idea che l’acqua piovana, cioè l’acqua distillata,
caricandosi di acido carbonico, diventi una sostanza acida e dannosa per il nostro corpo, similmente poi a tutte le acque distillate, mentre l’acqua naturale «vera», quella carica di «preziosi» minerali, ci farebbe un gran bene e ci nutrirebbe. Ma se fosse così (e infatti così non è), la cosa più saggia da fare sarebbe quella di mettersi a bere litri di acqua marina, o meglio di acqua marina del Mar Morto, che sono le acque più ricche e inquinate dal sale.

Altro errore ideologico molto diffuso è che l’uomo debba bere acqua in abbondanza. L’uomo non è fatto per bere acqua in abbondanza, e per incanalarla poi fuori facilmente. La purificazione dell’organismo umano è un processo elettro-chimico delle cellule viventi, e non un semplice rimboccamento. Se la dieta è carente di sali organicati, l’acqua introdotta non farà altro che complicare la situazione interna, anziché arrecare sollievo. Le acque minerali, i caffé, i tè, le bevande alcoliche, non forniscono nel modo più assoluto i sali preziosi che servono a fermare l’acidificazione interna, ma danneggiano ulteriormente il sistema circolatorio e il sistema linfatico. Una dieta di frutta fa passare la sete, mentre due litri di acqua al giorno ingrossano ed arrugginiscono l’organismo, senza dissetare.

La verità è che l’uomo non è affatto un animale bevitore di liquidi, non è per natura un bevitore, né di acqua né di altre bevande, l’acqua gli serve solo da integratore liquido nelle emergenze. Ha dovuto inventarsi il bicchiere. Ha dovuto fabbricarsi le bottiglie, intrappolatrici di sostanze devitalizzate e pastorizzate, oppure di bevande fermentate e alcoliche, nessuna di esse è buona per la sua salute.

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L’uomo è infatti un grande mangiatore di frutta. E’ con la frutta che fa l’indispensabile rifornimento giornaliero di acqua biologica. Acqua biologica che è un’acqua distillata al 100% dalla pianta e mescolata nel contempo ai succhi elaborati dalla pianta stessa in associazione con la luce solare, ovvero coi succhi zuccherini, vitaminici e minerali. Ed è per questo che la dieta dell’uomo è di norma idroautosufficiente. Esistono acque leggere, prive di troppi minerali, e acque pesanti, acque normali e gassate naturalmente, acque mineralizzate e addizionate di acido carbonico, acque distillate naturalmente, come l’acqua piovana, la neve e la grandine e l’acqua di ghiacciaio e di iceberg. Qual è la migliore per l’uomo?

L’uomo che mangia carni, formaggi, cibo cotto, cibo concentrato, cibo dolce e cibo salato, e che beve alcolici, nervini, bevande zuccherate e gassate, e che magari pure fuma, ha sicuramente un maggiore fabbisogno idrico. Il suo corpo richiede un solvente capace di diluire i veleni che gli vengono imposti. Più secco mangia e più innaturale mangia, e più sete gli viene. Più ha il sangue avvelenato dal sale, dallo zucchero industriale, dagli aspartami e dalle caffeine, e più acqua gli serve. Quell’acqua è per lui una vera e propria integrazione. I cibi sbagliati e le bevande sbagliate hanno preso il posto della frutta, causando una pesante carenza di acqua biologica. E questa carenza viene compensata appunto dall’acqua. Chiedersi in tali circostanze quale acqua sia buona o cattiva, quale sia la migliore, non ha molto senso. Qualsiasi acqua, purché genericamente potabile e non avvelenata, andrà bene.

L’uomo normale, quello che vive in condizioni normali di equilibrio e di salute, non ha febbre interna e quindi non è afflitto da sete intensiva, anche perchè ricorre all’anguria e alle pesche, ai frutti di bosco e alla noce di cocco, alle arance ed ai pompelmi, ai frullati di carote e sedano. Può succedere anche a lui di trovarsi in condizioni di emergenza idrica, per superattività fisica ed intensa essudazione. In questi casi di emergenza, e solo in questi, ricorre all’integratore naturale chiamato acqua, bevendo quanto basta, e senza preoccuparsi troppo di quale tipo d’acqua. L’uomo normale mangia frutta di qualsiasi tipo, in modo regolare e abbondante, dando preminenza alla frutta del suo orto (quando ha la fortuna di averlo) o a quella che sa essere meno trattata. Se ha sete, fa uso di qualsiasi tipo di acqua, ricordandosi che l’acqua più acqua è quella priva di minerali, e non quella che ne ha di più.

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In Europa non ci sono grandi tradizioni di acqua distillata ad uso alimentare in bottiglia, salvo che non si tratti di acqua distillata ad uso domestico-industriale (esempio classico l’acqua dei ferri da stiro). Per il perfezionista, esiste la possibilità di raccogliere l’acqua della pioggia durante i temporali (evitando i primissimi scrosci, carichi di pulviscolo atmosferico), e di conservarla in bottiglie. Comunque, le migliori acque ad uso umano sono quelle a bassissimo o nullo contenuto di minerali inorganici, a basso o bassissimo residuo fisso per le acque in bottiglia, ne diamo qui un elenco in ordine di importanza:

  1. acqua biologica-distillata naturalmente (anguria, melone, cocco, pesca, agrumi, carote, uva, cachi, pomodoro, cetrioli, kiwi). Si chiama biologica l’acqua fabbricata dalla natura attraverso le piante. Si tratta cioè dell’acqua che le radici hanno assorbito dal suolo assieme ai minerali, pompandola poi lentamente verso rami e foglie e frutti, dove essa ha potuto vitaminizzarsi e arricchirsi del processo della fotosintesi clorofilliana. L’acqua biologica è da considerarsi acqua distillata dalla natura, è il cibo umano, acqua pura e libera dai minerali duri e dagli inquinanti. Ed è accompagnata da preziosi elementi quali zuccheri naturali, minerali organici, vitamine, enzimi alimentari, ormoni vegetali, fitochimici.
  2. Acqua distillata naturalmente (piovana, nevosa). È quella distillata naturalmente nel corso dei temporali, dove le scariche elettriche dei fulmini, o anche l’elettricità statica e magnetica che si forma in determinate condizioni di temperatura e pressione atmosferica, generano la formazione di gocce di acqua dalle nuvole cariche di anidride carbonica, dove l’ossigeno si lega con l’idrogeno per formare acqua, sottoforma di pioggia, grandine e neve. Le precipitazioni atmosferiche generano un tipo di acqua che è pura, distillata naturalmente, ma che poi, precipitando verso il suolo, raccoglie le impurità dei fumi e del pulviscolo atmosferico che trova lungo il tragitto, a volte acidificandosi.

L’importanza dell’acqua distillata sta nel suo potere solvente, nel potere di depurare, di tirare via i dannosi depositi di minerali inorganici dovunque essi siano. È quella utilizzata nei digiuni.

3. Acqua di sorgente di altissima montagna.
4. Acqua fresca di sorgente, di qualsiasi località.
5. Acqua naturale imbottigliata di alta montagna (a basso residuo fisso).

Queste acque sono da assumersi in via emergenziale, e solo se non ci sono alternative migliori:

  1. acqua naturale imbottigliata di qualsiasi fonte (incluso acque gassate naturali).
  2. Acqua di rubinetto (soggetta però ad ampie variazioni qualitative tra una località e l’altra, migliorabile con trattamenti di depurazione e di osmosi).
  3. Acqua di pozzo.
  4. Acqua minerale frizzante.

L’acqua peggiore, a parte ovviamente le acque chimicamente o biologicamente inquinate, è l’acqua più ricca di minerali, ossia l’acqua di mare. La peggiore acqua di mare possibile è quella dei mari chiusi, tipo il Mar Morto, dove la concentrazione salina è così alta da mantenerti a galla senza nemmeno nuotare.

Le acque distillate, le acque pure della pioggia, oppure le acque che stanno nella frutta e nelle verdure crude, sono le acque ideali per le funzioni del corpo umano, perché sono in grado di rendere solubili ed eliminabili i sali minerali ivi maldepositati, per cui diventano benefiche come liquidi ripulitori del corpo umano (l’acqua per i digiuni è infatti acqua distillata ad uso alimentare, pura al 100%). Quelli che demonizzano l’acqua distillata accusandola di demineralizzare l’organismo, non distinguono tra depositi minerali inorganici e inquinanti (quei minerali che legati al colesterolo bloccano le arterie) e minerali organici in preziosa circolazione funzionale-nutritiva nel sangue, che non sono affatto attaccati dall’acqua distillata, in quanto associati ai rispettivi enzimi e alle rispettive vitamine. Non distinguono cioè tra demineralizzazione utile e benefica, perché atta ad espellere i minerali-scoria (che avvelenano, appesantiscono e sclerotizzano l’organismo umano), e demineralizzazione dannosa, dovuta a carenza nutritiva di veri minerali organicati, tipica di chi si alimenta di cibo improprio e di cibo cotto.

In conclusione,

  1. il corpo umano ottiene i suoi minerali esclusivamente da una dieta di frutta e di vegetali crudi.
  2. Il corpo umano non può in nessun modo e in nessuna circostanza usare minerali inorganici. Le acque minerali che l’uomo beve, vengono purificate e demineralizzate dal corpo stesso in fase di utilizzo (dove i minerali non usabili sono messi da parte) e sono tentativamente ripresi in fase di espulsione scorie.
  3. L’acqua minerale (non pura e non distillata) è velenosa per il corpo umano. La prova lampante è che nell’arco di 30 minuti-3 ore dopo la sua ingestione, essa causa leucocitosi, ovvero proliferazione di globuli bianchi, segnale che il sistema immunitario ha attivato un meccanismo di difesa contro di lei.
  4. Non dovremmo mai bere acque dure, se non in circostanze straordinarie e in casi di emergenza-sete. Assurdo tassare il corpo e costringerlo a sciupare energia per l’utilizzo dell’acqua.

Il miglior modo di regolare la fornitura acquea al nostro sistema è quello di adottare una semplice e frugale dieta, libera da sali inorganici, da spezie e condimenti, ma inclusiva di insalata cruda e di frutta a volontà. In quel modo, la sete scomparirà, e si potrà al massimo bere mezzo bicchiere o un
bicchiere di qualsiasi tipo di acqua al giorno, da bersi preferibilmente lontano dai pasti.

Valdo Vaccaro

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